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26-12-2011, 13:20
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#21
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Esperto
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JOGGING
Voltatosi improvvisamente udito un rumore sinistro N si ritrovò il sole in faccia, all'altezza della fronte. Protettosi la vista con una mano scrutò la valle in cerca della fonte del rumore: era uno sgusciare rattrappito di pestate e gorgoglii sordi, ma intervallato da rapidi sprazzi di scalpiccii secchi.
C'era un uomo spuntato dal sole nella valle in via di definizione, correva in tuta da jogging con scarpe da corsa, un bastone nella sinistra e una capretta a mo di zaino sostenuta dietro la nuca nell'altra mano; correva nella valle ed essa pareva divisa in due da una linea profonda e superficiale: da una parte distesa di asfalto rovente dal sole, dall'altra deserto di pietra arida e impervia.
L'uomo percorreva in un circolo la valle dall'alto in basso, e fu meno semplice del previsto raggiungerlo per lo scalzo N; l'uomo d'altro canto non si fermava ai richiami del viandante, e non si fermò neppure quand'egli gli fu ad un passo con la sua corsa parallela.
N: Scusami...non puoi...fermarti?
L'uomo non si fermava né si sarebbe fermato: era privo di bocca e di occhi, privo di ogni organo di senso compresa la pelle. In effetti non si sarebbe potuto nemmeno definire un uomo non fosse che indossava una tuta da jogging e scarpe da corsa e reggeva il bastone e la capretta. Stremato N si agganciò ad una delle stringhe e scalzò lo pseudopiede del corridore, il quale immediatamente cadde per rispuntare dotato di calzature nuove fiammanti un paio di metri più avanti.
S: Prendi fiato e poi parla.
N: Ma perché non vuole fermarsi? E perché non sembra un uomo normale? Vestito in tuta da jogging, con quelle scarpe...cioè...con te e l'altra scarpa e poi ora quelle due nuove scarpe fiammanti...
S: Quante domande!
N: E la valle, questa valle percorsa da una linea di demarcazione netta tra due territori assolutamente contigui e pure opposti! Cosa...come si è formato un luogo simile? Stanno costruendo qualcosa?
S: Mmm... Passeggiamo.
S: Allora dicevi?
N: Quell'uomo, sta ancora correndo; come fa...cioè...cosa è? Perché va su e giù in circolo in questa valle?
S: E poi? Altre domande?
N: La valle stessa mi incuriosisce alquanto: come si è formata? Perché è costituita in questa maniera bizzarra?
S: Ma cosa ti fa pensare che io possa rispondere alle tue domande? Io sono una scarpa!
N: Ah già.
L'uomo non si fermava ancora e continuava a percorrere la valle in lungo e in largo in circolo, lasciando tracce sulle tracce lasciate sull'asfalto arroventato dal sole e sbattendo le suole morbide e arse sulla nuda e impietosa pietra. N e la scarpa osservavano la scena cercando qualche parola per capirsi.
S: Sembra quasi un'allegoria ecologista...
N: In che senso?
S: Beh...questa specie di uomo - che in realtà non è affatto un uomo - corre con indosso i segni del consumismo in un ambiente composto per metà di asfalto - ossia un materiale artificiale ma malleabile, nel quale può lasciare tracce - e per l'altra metà di pietra - vale a dire un luogo considerabile come naturale ma nel quale il suo passaggio non lascia alcuna traccia.
N: Mh...e l'allegoria cosa..?
S: Cosa significa? Mmm...beh, un uomo consumista non è un uomo, e sebbene possa dettare legge nell'ambito dell'artificiale deve sottostare alla sua insignificanza rispetto all'ordine superiore delle cose, alla natura.
N: Dici?
La tuta da jogging continuava a sbrigliarsi intorno al vento e alle articolazioni prive di connotati umani del corridore, e il deserto di pietra scricchiolava come sempre sotto il pestare sordo delle scarpe fiammanti mentre l'asfalto malleabile ricostruiva nelle impronte sulle impronte per infinite volte il disegno "a carro armato" della plastica mezza sciolta sotto i piedi.
S: Sennò potrebbe essere anche il contrario...
N: Il contrario?
S: Si. C'è uno pseudouomo in tuta da jogging che corre in una valle divisa in due - asfalto da una parte e pietra dall'altra. Sembra che rimangano tracce sull'asfalto e non sulla pietra perché ai nostri occhi questo appare, ma in realtà le cose sono diverse.
N: Diverse?
S: Si. L'asfalto è un materiale vuoto, morto, artificiale, privo di vita e di risvolti vitalistici: non ospita forme di vita e una volta solidificato è morto e privo di capacità di produrre alcunché; le tracce lasciate in esso sono dunque effimere sebbene perenni, dato che non hanno alcuna utilità nel mondo. La pietra che sembra non subire modificazioni sotto la corsa dell'atleta invece sotto di sé ospita una brulicante moltitudine di esserini animati, germi, batteri, insetti e rettili in grado di sopravvivere e sfruttare i traumi sotterranei che alla lunga producono trasformazioni nell'ambiente. Dunque l'asfalto con le impronte è artificiale e inutile, la terra senza impronte dona significato all'essere percorsa.
N: Ma la capretta e il bastone? Il fatto che tolta una scarpa sia caduto e rigenerato pochi metri avanti? E poi l'allegoria dove sta in questa visione?
S: Eh con 'ste domande te...
N: Boh, se non si ferma sarà dura capirci qualcosa...
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29-12-2011, 09:52
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#22
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Esperto
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MEDIA REZ I
Autobus all'ora di punta. La posizione di N risulterebbe scomoda a chiunque: l'ascella pezzata di un tizio.
1: E "forum"? Lo ha mai visto? Guardi, è un'indecenza..!
2: A me non dispiace... L'altro giorno parlavano degli immigrati e han detto che il rispetto innanzitutto, mi sembra giusto.
3: Ma lo sai chi è la presentatrice?
Beh, ad ogni modo queste trasmissioni sono inutili e dannose; manipolano le opinioni delle persone: mia madre è convinta che la magistratura sia corrotta perché non riesce mai a prevedere la sentenza!
4: Già, e i cartoni animati? I cartoni animati giapponesi? "Naruto", "dragonball", i "pokemon"!
5: Altri tempi quando c'era "Heidi"!
N: Heidi è un cartone animato giapponese...
6: Ma scusate ma a me il vostro sembra il solito discorso retrogrado! Ieri era tutto perfetto e oggi fa tutto schifo! Non è vero! "Naruto" è un cartone colmo di insegnamenti morali e pedagogici! "Dragonball" e i "pokemon" sono puro intrattenimento fantastico, sarebbe come condannare Harry Potter perché i bambini volano e combattono tramite magie! La realtà è che tutte queste sono trasposizioni fantastiche di situazioni reali!
7: Calmati ragazzina, lascia parlare chi ne sa più di te; i giovani pensano tutto "bla bla bla" e "mai dire..." e ridono di fronte alle candid camera nelle quali gente comune viene ridicolizzata gratuitamente; non possono capire il mondo reale con un'educazione del genere! E "le iene"? In pratica invitano all'insubordinazione sociale!
8: Vero! E tutte le persone del mondo dello spettacolo sono esempi e modelli ormai comunemente considerati dai giovani come prospettive per il futuro! Come un'istigazione all'ozio e alla perdizione! Chi lavora nella tv non ha un'anima!
9: Chi si fa fotografare perde l'anima! La fine del mondo è vicina!
10: Tenetelo fermo; io guardo "amici" e vomito regolarmente; mi capita di girare sul "grande fratello" e non mi viene da pensare al libro omonimo... (N: ..?) ...ma alla degradazione del mondo culturale in cui siamo immersi! Ormai è impossibile assistere ad un concerto, ad un'opera o a un'evento culturale reale senza pagare un abbonamento mensile!
11: Ti rammento che il satellite non è messo meglio; metà di quei canali parlano di cucina o mandano repliche, e l'altra metà ospitano donnine in abiti succinti, quando va bene! Lascia perdere! La verità è che bisognerebbe abbandonare del tutto il mezzo televisivo! Leggete un giornale di tanto in tanto!
12: Ah i giornali! Perché i giornali sono meravigliosi eh?! Ormai non esiste una testata che abbia dalla sua una briciola di credibilità! Anche escludendo quelle decine di titoli palesemente e spudoratamente partigiani - a destra e a sinistra s'intende - ormai in ogni articolo si nota la mano di un'ideologia! I giornalisti non fanno più il loro mestiere! Dirigono le coscienze!
13: Anche i giornali non valgono niente, è vero. E internet?
14: Internet è ancora peggio! Li ognuno scrive quello che vuole quando vuole in incognito! In pratica è il luogo ideale per l'inculcamento di idee antisociali e irrazionali! Quante teorie della cospirazione e str***ate che ospita quella cosiddetta "rete"! I giornali su internet possono essere edulcorati e lasciati al degrado; le pagine internet rubate e modificate; le sconcerie non si contano e i terrorismi abbondano.
15: Terrorismo è la parola adatta, sia per i telegiornali che per i giornali che per internet! ormai l'opinione diffusa è che nessuno di questi mezzi valga! E la radio forse si salva ma solo perché contiene più musica che persone.
16: La radio non ha potere di persuasione? Vogliamo citare "Radio Londra"?
17: Citiamola! Li c'erano idee giuste contro un regime ingiusto! Ora dobbiamo sorbirci idiozie e idee folli in un sistema altrettanto folle! Ma il sistema è folle perché costruito sulla base delle idee di cui sopra!
Bigliettaio: Biglietto prego. Grazie. Biglietto prego. Grazie. Biglietto prego...
N si svegliò allora dal sopore ascellare e decise di tornare alla dimensione umana per tentare di chiarirsi tra sé e sé questa questione del valore dei media.
N: I media sono dei mezzi di diffusione di informazioni.
B: Dice a me? Guardi, io sto lavorando...
N: Le informazioni diffuse tramite i media non sono soddisfacenti.
n: ... (diceva a me questi tizio?)
N: Non mi sembra così male, sarebbe molto peggio se tramite i media si diffondesse una verità assoluta. La sola consapevolezza dell'inaffidabilità di quei mezzi consente la pesatura delle informazioni e la ricerca di conferme o smentite; l'incompletezza è un criterio di partenza per un media che sviluppi la capacità di ricerca e criticità. Ho visto molta critica nelle affermazioni sopra scritte; e vedo molto pensiero al loro interno. Pensiero potenziale, pensiero non espresso nella critica fine a sé ma punto di partenza per il superamento del media: vedo una trasmissione, ascolto un programma, leggo un articolo e visito un sito, poi spengo e con il mio cervello seleziono ciò che mi interessa, ciò che mi serve, ciò che non mi soddisfa e da li può partire una ricerca più che fruttuosa! Il problema è se non ho voglia di cercare, se mi fermo al messaggio trasmesso senza indagare, senza dubitare, senza pormi domande; ma a quel punto il media non ha colpe; il problema è mio.
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31-12-2011, 09:41
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#23
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Esperto
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CHE SI MERITA
L'orizzonte si piegava intorno agli angoli di apertura dell'autobus - fermo, arrugginito - si sarebbe detto tuttavia non privo di speranza - e tracciava nello sguardo di N una visione antica e sinestetica, tanto che dentro sé udiva che << ogni uomo ha il pensiero che si merita >>.
In un attimo si trovò contro la polvere e, tornando coi sensi al mondo si accorse d'essere circondato da facce; facce e non visi o volti sebbene tutte visibilmente rivolte ad N offrissero occhi e bocca al curioso stupore nascosto; nascosto 'ché non negato né tenuto nascosto, ma rapito.
(Il narratore si scusa per l'ampollosità dell'introduzione, ma vale come dedica...)
Le facce si distinsero allora come piccoli soldati neri, sgangherati e sporchi; uno di loro - il più soldato - sollevò N con la sola forza di un coltello alla gola.
S: Dunque?! Hai dei soldi?! Svuota le tasche!
N: Non ho tasche né soldi, giuro!
S: Che sei venuto a fare qui? Cerchi qualcuno?
N: No, è una tappa del mio viaggio...
S: Fai un viaggio eh? Che meraviglia... E senza conoscere nessuno ti infili in un autobus abbandonato in una discarica alla periferia di questa città..!
N: ...
S: Non diciamo str***ate, cosa cerchi? Cerchi la roba? Armi? Donne?
N: No no...
S: Bambini? Non mi sembri il tipo...
N: Per la droga e le armi si..?
N aveva sibilato appena ma si era sentito ovunque.
N: Voi siete bambini. Che ci fate voi qui piuttosto.
S: Senti caz***oscio, le domande le faccio io, il gioco lo reggo io, la prossima volta che mi fai inc***are e parli senza essere interrogato finisci male... Noi non possiamo - ma guarda un po'! - permetterci di andare in vacanza! Noi ci viviamo qua dentro, nel tuo luogo di villeggiatura del c***o!
Gli altri bambini erano tornati alle loro occupazioni e ormai erano rimasti faccia a faccia N e il soldatino: quello che per loro doveva essere un turista già rapinato non sembrava poter rappresentare una grande minaccia.
S: Anche se dovrei tagliarti le p***e per aver invaso la mia casa mi sei simpatico, e non lo farò... Però togliti dai co***oni in fretta, c'è gente a cui un cadavere come il tuo può fare molto comodo - giusto un consiglio.
Quando il bambino fu voltato senza pensarci troppo N da dietro lo brancò per le braccia e, liberate le dita dal coltello, lo tenne stretto e muto a sé cadendo a terra dove, immobilizzati tramite una forza triste, gli gridò addosso a fil di voce.
N: Non sei costretto a fare questa vita! Non sei costretto ad uccidere, minacciare per rubare due soldi! Non sei costretto a venderti, a vendere i tuoi fratelli, a aspirare colla per non soffrire la fame, a trafficare droga, a vendere armi, a vivere nascosto in un buco...
Se hai delle potenzialità, degli interessi, ci sono scuole in città, missioni e centri di accoglienza! Ci sono persone che potrebbero aiutarti a crescere sano e felice!
Non sei costretto - devi saperlo - a morire di pallottole, lame e sostanze!
Diventeresti un uomo povero, povero dentro! Privo di umanità!
Uccideresti e saresti un assassino, venderesti corpi e te stesso e perderesti ogni significato.
Devi comprenderlo ora che hai la possibilità... ...devi sentirlo perché nelle pieghe della mente tu sappia, durante qualsiasi percorso, che un'alternativa esiste.
Allora già in silenzio si alzava, il soldatino, senza spolverarsi: il bianco dei suoi occhi iniettato di odio temeva il futuro come un fendente del destino, ma né l'iride né la voce tremarono allontanandosi.
S: Ho scelto questa vita, che tu la creda giusta o no.
Non ho potenzialità, e questo buco e il mio nulla sono le uniche armi di cui dispongo nella vita di strada. Gli uomini umani non fanno un passo qui fuori - e va nelle missioni e torna a dirmi che uomini sono quelli!
Questa è la vita che porta il denaro e le potenzialità: senza droga si è deboli, senza forza si muore, la forza porta i soldi e i soldi droga e armi.
N: Sei un bambino...
Nel risentire il sibilare di N da terra quei quattro occhi si mescolarono nei propri caratteri opposti - odio, tristezza, amore, paura - e lamparono simili e trafitti.
S: Vivrò quest'inferno perché i miei figli possano essere bambini, come dici tu; lontano da qui.
...vai prima che m'in***zi.
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02-01-2012, 16:39
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#24
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Esperto
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MAGNO
N, sebbene abbandonato sul metallo gelido della sala d'aspetto ormai da giorni, a controllare il sudore dopo le settimane trascorse a salire e scendere le scale mobili al contrario dell'edificio, non aveva perso la speranza: avrebbe pagato il suo debito con una Società.
"DING!": il suo turno.
Un lampo di gioia stracciò le sue palpebre bagnate e logore e in quasi un attimo si trovò gettato sul metallo ancora più freddo dell'ufficio.
I: Si accomodi.
Nel buio totalizzante della stanzetta N non vedeva altro che strane pulsazioni, fremiti improvvisi e indecifrabili - la luce tagliava i pochi peli che si sarebbero detti far parte del cranio dell'Impiegato.
I: Lei deve...
N: Dovrei pagare l'ISS su questo trattato rilegato.
Tentando di posare il volume sul ripiano dell'ufficio N si accorse che probabilmente esso mancava del tutto - l'oscurità era quasi completa, una luce accecava solo in un punto l'occhio dell'Impiegato.
I: Mi risulta che Lei sia in ritardo.
Aveva parlato con la voce di chi stringe un'arancia in bocca.
N: Ma guardi, io sono arrivato in anticipo, ma con tutte quelle scale, quegli uffici...
I: Mi dispiace molto ma dovremo applicare la mora.
N: Si, ma anche se sono arrivato in orario? Voglio dire...ho aspettato nella stanza qui accanto...
In quel momento si iniziarono a sentire suoni di frementi e continue attività da dietro una delle pareti.
N: ...per giorni, e solo durante questo lasso di tempo è scaduto il termine.
I: Giorni e giorni eh? Nella stanza accanto eh? Dietro quella porta...
Non mi prenda in giro per cortesia! Quello è lo sgabuzzino!
Un'eventuale porta sarebbe stata ovviamente invisibile nell'oscurità, altrettanto per l'indicazione di quello che avrebbe dovuto essere il dito dell'Impiegato, appena accennato e flaccido nell'aria polare di quel luogo.
I: Comunque...calcoliamo l'importo...sarà una cosa lunga sa...
Inserisco i dati nel processore ora...
Dai rumori N avrebbe pensato che il processore non fosse che una specie di cane rabbioso, da quel momento infatti - cessati i rumori al di là del muro - si iniziò a sentire nella stanza un baccano di mastichìo spaventoso.
I: ...oplà, ecco fatto!
N: Già finito?
I: No no, certo che no; ora deve elaborarli e preparare i moduli.
Non le dispiace se pranzo vero? Qui ci vorrà del tempo e non ho fatto la terza colazione...
Ancora prima che N annuisse nella stanza non si sentì che sfregare di mascelle, e truculenti rumori di strappi e impasti di cibo; un gocciolìo continuo e raccapricciante - attutito stranamente prima di toccare terra - condì alla meglio la situazione già di per sé inquietante.
N: No grazie...ma cosa sono questi rumori?
I: Sono cervelli, non gradisce?
N: Ma che sta succedendo?
I: Vuole che accenda la luce?
La volontà di scoprire cosa si nascondesse dietro quel nero inghiottente strideva contro la paura verso il presentimento di avere compreso.
N rimase dunque immobile in attesa che tutto finisse, il tempo scorse smembrandosi continuamente, e ogni cosa, tranne Lui, pareva scivolare in un solo verso diretta nel buio malato di quell'ufficio.
I: Sono 8 euro...
Il suono dello stomaco riempito di cervelli dell'Impiegato smosse le viscere di tutti i presenti, morti e non; N promise di pagare - 8 euro erano una cifra proibitiva per lui - e fuggì stracciando direttamente la parete verso il lato del marciapiede.
Un universo versava versi inversi al viso di diversi N.
Uno studente sorridente passando forse casualmente da quel marciapiede gli salutò l'anima spappolata, e morendo in modo difforme rifece passo passo la strada che, ormai in tempi immemorabili, l'aveva portata a quel vuoto.
***
Se non lo sapessi mi chiederei cosa diavolo stessi fumando mentre lo scrivevo 'sto qui...
Con stupore noto una crescita delle visite (si, tengo il conto)...
Probabilmente è anche dovuta alla mia presenza minore sul forum ("vediamo cosa diavolo scrive quello sfaticato ingrato di Allocco!"); o forse al linguaggio "scurrile" dell'ultimo dialogo... mmm... comunque...
Insomma, bene..
E' un buon motivo per continuare a bazzicare da queste parti.. credo
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04-01-2012, 18:24
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#25
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Esperto
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TIPICI
N era su un treno senza saperne la destinazione, e nei posti vicino a lui una donna e un giovane dall'aria curata discutevano animosamente.
D: Per non parlare poi dei telegiornali! Ormai tutti sono vittime dell'omologazione.
G: Dici?
D: Ma certo! Non ti rendi conto di come tutte le persone che incontri siano come guidate da degli stereotipi di comportamento? Voglio dire...
G: Tipo il taxista che truffa gli stranieri?
D: Ma per esempio, si, quello è un tipo di comportamento secondo lo stereotipo tipicamente italiano; e chi era taxista onesto prima di sapere di queste isolate pratiche truffatorie non ci pensava nemmeno; poi è arrivata la televisione e puf, tutti i taxisti sono dei ladroni!
G: Però è innegabile che le truffe ci siano...
D: Eccome! Ma è proprio per questo! Uno vede che "lo fanno tutti" perché "lo hanno detto in tv" e dato che anche lui fa parte di quel "tutti" si omologa, risponde con un bel "ci sono anch'io" e ruba.
G: Non so...non mi sembra corretto generalizzare così.
D: Ma guarda, quello che ti voglio far capire è che ormai ci sono in giro solo macchiette. Prendi gli insegnanti, quale insegnante ormai ha il polso per tenere a freno la follia dei ragazzi? E gli adolescenti di oggi?! Guarda, non farmene parlare...
G: ...
N: Signora mi scusi se mi intrometto...ma a me interessa ciò che stava dicendo, vorrei che lei parlasse degli adolescenti.
D: Ragazzo mio guarda, io non smetterò mai di ripetere che ci vogliono regole precise, che gli adolescenti hanno bisogno, desiderano essere regolati! E finché tutto il resto delle persone la pensano diversamente ebbene, non mi stupisce che ci siano tanti drogati e bulli!
G: E i giovani in gamba? Come fanno ad essere tali?
D: Mah, fammene vedere uno! Fammi vedere un giovane in gamba e mi rimangio tutto, giuro!
G: Eh già, la nostra è stata l'ultima generazione degna di esistere, vero?
D: Ma no, non è quello il discorso! Non è un problema di generazione, è che non ci sono più i valori di una volta! Ormai anche i giovani sono omologati; guardali: tutti uguali! Non si riescono a distinguere! E come parlano poi! Mah guarda...
G: "Cioè perché cioè no sai che mi capisci no?"
D: He he, dove andremo a finire in queste mani..!
N: ...
G: Si mette brutto.
N: Fortuna che questo mezzo è ben isolato dall'esterno, piove molto forte.
D: Eh si, perlomeno le ferrovie ci danno un tetto sopra la testa, con quello che paghiamo! Dovrebbero come minimo far smettere di piovere!
G: Non ci sono più le mezze stagioni...
D: Eh si ridi, ma è vero! Hai visto quel documentario, quello americano... Eh, quello dice - ma non lo dice lui, sono ormai tutti d'accordo nel sostenerlo - che il clima della terra sta impazzendo.
G: Già.
N: Davvero?!
D: Eh certo, uragani, tempeste, mesi di sole, siccità, tornado e chi più ne ha più ne metta, per non parlare dei terremoti e dei conseguenti tsunami! Ormai non si è più al sicuro da nessuna parte!
N: Accidenti...
D: E la colpa lo sa di chi è?
N: ...
D: Dell'uomo! Con il suo inquinamento, con le sue fabbriche e bombolette spray, con le sue televisioni e lampadine! Insomma, la realtà è che il progresso è tutto una bufala!
G: Serve solo a far guadagnare qualche incravattato dei piani alti...
D: Ma guarda io credo che sarebbe meglio lasciare perdere, tornare all'antico. Si stava bene quaranta o cinquant'anni fa.
G: E tu manco c'eri!
N: Forse per questo!
G: Ha ha ha!
D: Screanzato!
N: Mi scusi, sono certo che anche lei ha una sua utilità nel mondo, dico sul serio.
D: Sti giovani d'oggi... Non sanno manco parlare e vengono ad insult...
N era su un treno senza saperne la destinazione, nei posti vicino a lui una donna brontolava ad un giovane dall'aria curata.
D: ...mi ha lavato il vetro e me lo son trovato più sporco di prima! Se non sanno fare manco quello, cosa vengono qui a fare... ...voto più cioè, ormai votare equivale a buttare via una scheda elettorale: decidono tutto loro da soli... ...parlava e non riuscivo a capire pur impegnandomi, e pure era italiano eh! Solo ci vuole il passaporto per certa gente, mi capisci no? ...e i prezzi? ...E le tariffe? ...alla fine del mese... ...non voglio dire ma...
N: Mi scusi ancora...
D: Lei è stato molto maleducato prima, e ora mi interrompe?
N: Probabilmente ha ragione, ma lei critica gli altri...insomma, in fondo è questo che sta facendo dall'inizio, vero? Gli stereotipi, l'omologazione, le ferrovie...
D: Si.
N: Su un treno...
D: Si, perché? Non si può?
G: Non ci sono più le mezze stagioni...
D: Toh, spiove... Per una volta il metereologo ci ha azzeccato...
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07-01-2012, 10:05
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#26
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Esperto
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MEDIA REZ II
Ancora sul mezzo alla fermata del capolinea N attendeva una risposta autoindotta, ma nel silenzio nulla più che i suoi soliti pensieri lo animavano. Fuori dalla vettura un'ombra furtiva si aggirava losca e nascostamente. L'ombra furtiva si materializzò in un grosso lupo nero rabbioso proprio davanti agli occhi di N, attraverso il finestrino frantumato.
N: Che rapporto esiste tra la produzione e la diffusione di messaggi e il comportamento di chi ne fruisce?
L: Sono contento che tu mi ponga questa domanda, in realtà la questione mi interessa alquanto. La mia opinione è che bisogna considerare diversi livelli di condizionamento.
N: Diversi livelli...
L: Si, perché innanzitutto esistono diversi media, esistono diversi messaggi con finalità diverse, ed esistono modi di diffusione dei messaggi differenti che provocano reazioni differenti; perdippiù esistono fruitori diversi, con tipologie di rapporti diversi sia tra uomini che tra sé e il media. Insomma, la questione è complessa...
N: Beh, questo è un discorso tra amici, non pretendiamo la completezza o l'esaurienza; l'importante è avviare un pensiero, lanciare una pietra nello stagno.
L: Già.
N: A quanto mi dici dovrebbero esistere a livello di produzione del messaggio almeno tre livelli di condizionamento possibile: nel tipo di media, nel tipo di messaggio e nel tipo di fruitori.
L: Dici?
N: Beh, il tipo di media determina l'ampiezza del pubblico, e quindi la diffusione quantitativa del messaggio: la televisione ha grande diffusione nazionale, alcune tv anche internazionale, internet è globale, mentre il giornale della scuola o una rivista di partito ha un gruppo di fruitori ben definito, definito in base all'appartenenza locale o ideologica, per esempio. Il tipo di messaggio è legato al media scelto, ma contempla anche le tecniche di produzione dell'informazione e le finalità ad essa attribuite dall'autore, è importante sottolineare che le finalità dell'autore possono essere efficacemente assolte solo nel caso in cui le tecniche usate siano adeguate: se voglio convincerti dell'esistenza degli alieni un urlo in mezzo ad una strada non è una buona strategia, mentre la diffusione di un giornale o addirittura la stesura di un trattato al riguardo, con documentazione, magari filmati o quant'altro è certamente più efficace e ha più probabilità di convincere.
L: Fin qui sono d'accordo, pur tenendo a mente la natura di semplificazione del discorso...
N: Certo, le variabili sono molte più di quelle che posso considerare.
L: E i fruitori? Che ruolo possono avere nel caso di un messaggio efficace e finalizzato a qualcosa? Se il messaggio è fatto bene loro verranno plagiati.
N: Certo, in realtà il fruitore può adottare diversi tipi di atteggiamento riguardo un'informazione, e questi atteggiamenti determineranno l'effetto dell'informazione sulla sua esistenza: innanzitutto esistono atteggiamenti "di posizione", basati sull'ideologia, su preconcetti e pregiudizi, o su posizioni recenti assunte dal fruitore, questi atteggiamenti accolgono il messaggio e lo modificano sostanzialmente, nel senso che se possibile lo adeguano alla posizione e se non possibile - per esempio nel caso in cui un comunista ascolti il comizio di un monarchico - lo etichettano come "non rilevante" e finiscono per ignorarlo. Questo genere di posizioni ha senza dubbio una diffusione notevole, e in un certo senso produce immobilità e stabilità nella scena culturale; ma anche la cristallizzazione dei valori e delle ideologie e delle visioni del mondo; non è tramite la posizione statica nelle proprie idee che si cresce e si realizza qualcosa nel mondo, per fare ciò bisogna certo agire in modo da seguire le proprie idee con la consapevolezza della loro natura non definitiva; ogni evento può rivelarci un mondo diverso e prima nascosto.
Chissà mai se un comunista potrà rimanere convinto dal comizio di un monarchico, e viceversa?
L: Deh!
N: Accanto agli atteggiamenti di posizione dunque, o per meglio dire - volendo assegnare un valore umano agli atteggiamenti verso l'informazione - si pongono dunque...
Ora N si accorse di aver detto molte cose, e di averle ascoltate o lette da qualche parte, e di averle assorbite senza pensarci molto sopra e senza averci pensato si accorse di averle dette; pur rischiando di sbagliare e influenzare senza ragione la mente del lupo - che infatti sembrava ascoltare con attenzione il monologo del viandante. Decise di fermarsi, immaginando che il lupo convinto a sua volta avrebbe raccontato quelle cose a qualcuno convincendolo e quello a un altro e così via, senza che nessuno avesse mai avuto il tempo né lo scrupolo di riflettere su alcuna delle parole contenute nell'argomentazione.
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Ultima modifica di Allocco; 07-01-2012 a 10:08.
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09-01-2012, 09:56
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#27
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Esperto
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COGLIONI
S: Ho troppa stima dell'intelligenza dei fiorentini per pensare che ci siano in giro così tanti coglioni che possano votare contro il proprio interesse.
[Applauso]
N: No aspetti! Mi scusi...
S: Io starei facendo un discorso, se mi consente di finire poi risponderò alle domande e apriremo il dibattito.
N: No no guardi...io non so chi lei sia, se devo essere sincero...
[Brusio generale di sottofondo, e svenimenti]
N: ...ma un'affermazione come quella che mi ha fatto balzare e venire qui ad interromperla è veramente inconcepibile!
S: Lei non sa chi sono io?
N: No, ho dedotto che dovrebbe essere un candidato in un qualche genere di elezioni, e certo se le permettono di tenere un discorso di fronte a tutta questa gente ben vestita probabilmente avrà anche un ruolo centrale nell'organizzazione - direi economica, ma potrei sbagliare - della società...
S: Lei deduce molte cose...
N: Lo prendo come un complimento...fatto sta che non può denigrare il nome dei suoi avversari politici e contemporaneamente insultare - con una velata minaccia, se non ricordo male - i loro sostenitori!
S: Ma quale minaccia!
N: Si, l'insulto esplicito è evidentemente una spia di un dissapore tra lei e i possessori della mentalità che lei considera malata solo perché opposta alla sua; questo ha come conseguenza che se dovesse per caso risultare vincitore sugli altri probabilmente potrebbe in qualche modo...come dire...
S: Stia attento a quello che dice! Io non sono qui per farmi insultare e lei deduce un po' troppe cose per essere caduto dal cielo come vuole farmi credere! Stia zitto e si metta da parte, se vuole parlare lo faccia al momento opportuno, non interrompendo chi con fatica ed abnegazione compie il proprio dovere! Eh perbacco...
[Applauso e fischi]
S: Che mi si attacchi attraverso la magistratura va bene, ormai ci sono abituato, conosco le menti dei magistrati e le loro deviazioni antropologiche; i loro pregiudizi nei miei confronti, e quindi posso andare per la mia strada a testa alta anche dopo accuse provenienti da tali frange bacate della repubblica. Che mi si attacchi attraverso i media va bene lo stesso, in quel caso ho la completa possibilità di difendermi e di annichilire le accuse o le critiche rivoltemi in maniera infondata; si sa che sono sempre uscito vincitore da qualsiasi disputa, semplicemente perché io sono il paladino della libertà e posseggo una caratura morale e... Oserei dire spirituale tale da non essere mai stata eguagliata, tale da non essere eguagliabile!
[Folla in delirio]
S: Ma che mi si giunga ad attaccare anche durante un convegno in un luogo da me reputato privo di macchie di pseudoantidemocraticismo no, non riesco a tollerarlo; le persone come lei sono il frutto di ciò che nel mio ambiente chiamiamo comunismo estremista! Lei è un folle mio caro signore, se lo lasci dire! Io non la querelo solo perché sono un signore e perché ho cose molto più importanti a cui pensare, ma - e qui concludo e non voglio più rivederla - qualunque sia la sua opinione su di me sappia che è errata. Io sono una di quelle poche persone nella storia a non possedere una personalità ed una storia private; tutti conoscono le mie doti e le mie gesta, tutti possono conoscerle ed esse, insieme al complesso delle mie idee e dei miei limpidi ideali di libertà, rispecchiano fedelmente i tratti salienti della mia personalità. In un certo senso si può dire che io sia ovunque perché tutti mi conoscono. Anche lei checché ne dica.
[Applauso moderato e grugniti di gorilla]
N: Quindi conferma che lei e chi la asseconda è un paladino e gli altri sono coglioni.
S: Non ho mai detto nulla di simile. Portatelo via.
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IL termine ha passato la censura perché è una (illustre) citazione...
Chi sono io per censurarLo?!
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Ultima modifica di Allocco; 09-01-2012 a 10:00.
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11-01-2012, 19:11
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#28
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MIMESI
Giunto nei pressi di un villaggio di paglia N iniziò a percepire una sensazione mortale - dietro la nuca, sotto le palpebre, i polpastrelli, dietro le ginocchia -, voltandosi si trovò di fronte un uomo ricoperto di fucili, con paramenti simili a quelli utilizzati nelle feste tribali africane.
F: Cerchi qualcuno?
N: No, nessuno in particolare.
F: Bene.
I due si incamminarono silenziosamente verso la prima capanna; il villaggio pareva abbandonato non da molto; appena furono abbastanza vicini N poté accorgersi del dramma che quel luogo ospitava: decine e decine di bambini giacevano a terra o fra le braccia di qualcuno, decine e decine di uomini privi di vita.
N: Che è successo?
Il viso dell'uomo dai paramenti non tradiva particolari emozioni, N intuì che avesse a che fare con quella strage.
N: Cosa ha ucciso queste persone?
F: Le ho uccise io.
N: Accidenti...
Continuavano a camminare tra le carcasse... ...di fianco scorrevano magazzini di merci, di aiuti umanitari, di cibarie e prodotti agricoli, di frutta...
N: Tutti questi bambini, li hai uccisi tu da solo?
F: Si.
...la clinica privata, l'ospedale pubblico, i bagni pubblici e le terme, la sauna, diversi pozzi d'acqua...
N: Ma perché?!
...le case di paglia ben curate - dall'esterno si potevano scorgere gli oggetti tradizionali, le pentole, fornelli, rubinetti, la porta del bagno...
Anche una volta fuori del villaggio l'immagine di quei corpi abbandonati ovunque non smetteva di rimbombare dietro gli occhi di N.
N: Come puoi averli uccisi?!
F: Non vedi? Facevano una vita perfetta!
N: Come?
F: Facevano una vita perfetta, avevano tutto ciò che serviva loro, acqua, cibo, servizi...tutto!
N: ...
F: Ma qui siamo in Africa! Bisogna che si mantenga un certo tenore di vita...non so se mi spiego.
N: Non ti spieghi.
F: Succede che l'Africa è stata da sempre sfruttata e ingannata dai "primi mondi", e solo ultimamente ha potuto alzare lievemente la testa...
...ebbene, ciò si deve principalmente agli aiuti giunti dello stesso occidente che ci ha infettati, sfruttati e dissanguati: da prima degli anni '70 del '900 ad oggi gli aiuti di ogni tipo - morali e materiali - hanno un po' trasformato il continente...
...il superamento dei problemi idrici, il crollo dei sistemi di potere economici mondiali...tutto ha remato in favore dello sviluppo africano, e questo sviluppo c'è stato! Come si può vedere da quel villaggio: la tradizione non è intaccata dal benessere, e tutti vivono a lungo e in armonia.
N: Ma allora che diavolo...perché diavolo hai fatto quella strage?!
F: Ho letto di quando, nei primi anni del secolo scorso, si iniziarono a diffondere in Europa e nel mondo le notizie sulle vittime della fame e delle guerre: più di 30000 bambini morti di fame al giorno, migliaia di malati di AIDS, migliaia di vittime di guerre civili...
N: 30000 bambini al giorno...
F: E molti avevano la tua reazione, si sentivano sconvolti...un elenco telefonico strappato, uno stadio esploso - queste sono 30000 vite strappate o esplose, senza contare che essendo bambini...
N: Accidenti...
F: E questo genere di notizie dette l'avvio alle gare di solidarietà: l'ONU con tutti i suoi organismi umanitari, agenzie e ONLUS per raccolte di fondi o invio di personale specializzato, associazioni mediche in diffusione in tutto il territorio - con particolare attenzione alle zone più dense di morti e di guerre...
N: Alla fine tutto è stato superato...
F: Si, ma quei soldi e quegli aiuti sono ancora indispensabili per continuare a svilupparci...
N: ...e l’occidente non ne sa nulla...
F: ...che rimanga tra me e te - fanno gola a molti, ma solo i migliori vi mettono le mani.
N: ...
F: Negli ultimi decenni alcuni uomini d'affari - tra cui il mio principale - hanno compreso come il carburante monetario e materiale occidentale fosse indispensabile alla crescita del loro impero: chi ha bisogno di aiuti è agevolato negli affari, perché è visto come inoffensivo; chi ha bisogno di aiuti è simpatico a tutti e fa affari con tutti.
N: ...
F: Smettere di avere bisogno di aiuti equivale per queste persone a perdere la possibilità di diventare grandi uomini di potere.
N: Quindi tu...
F: Mantengo la situazione stabile, in modo da permettere le condizioni di crisi, e quindi le condizioni per l'intervento esterno.
Le guerre continuano un po' ovunque, tra poveracci aizzati gli uni contro gli altri - un giorno fratelli, l'altro nemici -, ma il computo delle vittime non può competere con i disastri delle malattie e della fame. Il computo delle vittime viene tenuto da tempo tramite un controllo satellitare sul continente - "un impegno globale per l'Africa" lo ha finanziato e inaugurato proprio nell’anno della mia nascita -, ma questo non distingue i morti ammazzati dai morti di fame, di sete o di malattia; applica delle stime in base ai dati in suo possesso.
N: Tu uccidi 30000 bambini al giorno?
F: Non io da solo, in realtà mi limito ad ammazzare più persone possibili tra gli africani riconosciuti come poco utili da chi mi dirige; questi villaggi semirurali sono l'ideale...
Senza voltarsi N salutò l'uomo ricoperto di fucili e si allontanò cercando di non pensare ai numeri o alle stime - come invece continuava a fare il satellite sopra la loro testa -, mantenendo piuttosto bene in mente i visi e i colori di quella giornata di deserto.
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14-01-2012, 10:32
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#29
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REAL VIRTUALE
Scricchiolava l'asfalto incollandosi alle orme di N, intorno a lui facce indistinte, sopra tetti di palazzi lontanissimi in altezza - sulla cima di uno di essi un uomo, aspirante suicida.
Ancora un passo riuscirono a compiere entrambi, entrambi crollando - l'uno moralmente via dall'asfalto, l'altro letteralmente verso l'asfalto.
Tale il virtuale risale dal reale al totale.
Quando furono a un centimetro l'uno dall'altro alzarono entrambi la testa - l'uno via l'altro verso l'asfalto - per ritrovarsi faccia a faccia un istante.
N: Sei morto, amico mio.
S: Ormai da tempo.
Non si conoscevano ancora ma parevano specchiarsi l'uno negli occhi dell'altro.
N: Cosa ti ha spinto ad ammazzarti?
S: Non mi sto ammazzando, sto verificando la mia vita.
N: Ti sei gettato da un grattacielo per vedere se muori davvero?
S: Per così dire - non sopporto più questa realtà virtuale - questo è da sottolineare.
N: Realtà virtuale?
S: Questa, questi uomini intorno a te, quella donna vestita di rosso: tutto virtuale.
N: Nel senso che non esiste?
S: Nel senso che non ha senso, scopo, che è un'assurdità.
N: Non capisco.
S: "Realtà virtuale" è un accostamento di termini divertente, ambiguo e per certi versi ossimorico.
Realtà delle cose ma virtuale in quanto possibile, non presente; come dire "cosa potenziale"...
...scusa, capirai che in questo momento è facile perdere la testa.
N: No no, continua.
S: Beh, io mi chiedo se la realtà che tutti considerano reale non sia in realtà potenziale - quindi virtuale. Perché alla fine quasi tutti nella realtà non fanno altro che aspettare e desiderare, e quando ottengono l'oggetto dei loro desideri ottengono contemporaneamente nuovi desideri...è sempre un andare avanti nel desiderare, un proiettarsi inutilmente e continuamente in avanti nel futuro, senza mai fermarsi ed essere "reali", ma restando sempre gettati al di là come "potenziali".
<< Esiste una congiura di poeti.
Non nel mondo, ma in un'isola lontanissima - non isolata, ma presente nel mondo degli uomini. >>
N: Che strani pensieri nella testa di un suicida.
S: Hai proprio ragione.
Ad essere sincero ho pensato a quanto più reale sia la "realtà virtuale" come tutti la intendono: internet e il mondo dei computer in generale.
N: ...
S: Insomma; lì quando le cose sono false contengono più realtà: una persona può mutare pensiero e aspetto milioni di volte, ma ogni volta recita modificando sé stessa in virtù del suo essere-in-quel-momento; quindi più sinceramente, più realmente che nel mondo reale!
Nel mondo reale tutti sono malati di insoddisfazione, e non fanno altro che fingere e mentire - agli altri, a sé stessi - finché non si inghiottono nel loro stesso nulla.
N: Ne parli come se ne fossi fuori - come questo genere di pensieri ti ha portato qui?
S: Sei molto spaventato per la mia morte?
N: Beh...sono un po' curioso, se devo essere sincero.
Questi discorsi li capisco fino ad un certo punto - forse li capirò meglio rileggendoli ancora e ancora -, ma davvero non riesco a capire come da ciò si giunga alla tua morte.
S: In realtà nella decisione e nell'atto di un suicidio incidono una moltitudine di idee e eventi e casualità e circostanze, come dietro ogni evento di qualunque vita, anche il più infimo della più piccola esistenza; quindi sarebbe presuntuoso e complesso pretendere di spiegarti tutto - non sappiamo nemmeno quanto tempo ci rimane.
N: Mi basta anche una sintesi o un canovaccio, poi posso ricostruire il resto da solo; io - io! - ho tutto il tempo di questo mondo!
Senza preavviso scoppiarono a ridere, come vecchi amici, l'uno in faccia all'altro.
S: Ho compreso che il virtuale è ciò che conta finché la realtà non ci soddisfa - ergo, sto verificando la mia vita.
N: Grazie.
Continuarono a sorridere, e senza prestare soccorso al corpo schiacciato dal terreno chi sopravvisse si incamminò verso il resto del percorso, con l'impressione che nessuno avesse guadagnato in nulla in quella morte reale.
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17-01-2012, 10:04
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#30
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ASSECONDANTE
N rimpiccioliva proprio restando seduto su una panchina.
Rimpiccioliva accanto ad una briciolina.
Rimpiccioliva e sentiva.
Briciolina: N! Ora mi senti?
N: Si! Ma...tu parli?!
B: Eh certo! Mi stavi dimenticando qua sulla panchina, il resto della ciambella te la sei pappata eh? E a me mi abbandonavi così?
N: No no, ora ti mangio.
Ma N rimpiccioliva ancora accanto alla briciolina.
Rimpiccioliva ora sotto un granello di zucchero.
Granello: N!
N: Anche tu parli?!
G: Ma certo! Avevi dei dubbi?
N: Onestamente si - non avevo idea che tutta questa intelligenza mi stesse attorno.
G: Eh che discorso profondo! Sali su di me finché sei in tempo, così vedrai anche il resto del mondo che non conosci.
N salì con un balzo sul granello e rimpicciolì ulteriormente.
Rimpiccioliva e ora vedeva acari e ora batteri.
N: Anche voi parlate?!
Acari e batteri: Non con te di sicuro!
N: Chissà perchè...
N rimpicciolì ancora e giunse a vedere una minuscola molecola di glucosio in mezzo a tantissime altre minuscole molecole identiche.
Molecola: N! Vecchia canaglia! Che ci fai da queste parti?
N: Sto cercando di raccapezzarmi sul perché tante cose così piccole e apparentemente prive di intelligenza mi parlino con cognizione di causa; e anzi...sembra quasi che tutti mi conosciate.
M: Beh, insieme alla ciambella hai comprato anche noi, secondo le regole del tuo mondo. Noi ti abbiamo visto e conosciuto per l'intero tempo del pasto.
N: Ed è molto?
M: Direi di si. Stai vicino alle molecole N, vedo che stai diventando piccolo piccolo!
N infatti continuava a rimpicciolire.
Rimpiccioliva e si trovava ora innanzi a una distesa di atomi quasi invisibili, molto simili a un mare di polvere.
Atomi: N!
E lo acclamavano come un marito tornato da un lungo viaggio.
A: N! N! N! Evviva N!
N: Grazie grazie, mi pare di capire che ho poco tempo per parlare con ciascuna di queste entità...devo trovare una domanda intelligente e ficcante da porre loro...
A: N! N! Evviva N il ricercatore! Evviva il viandante!
N quando potè si avvicino ad uno di questi atomini.
N: Sei un atomo?
Non aveva avuto molto tempo per pensare alla domanda.
Atomino: Sono quello che vuoi N caro!
N: In che senso?
A: Beh, a me piace che i grandi esseri del mondo, come te, siano da me soddisfatti!
N: Davvero?
A: Eh certo! Tra noi "atomi" è una tradizione consolidata!
N: Quindi voi assecondate i desideri degli uomini?
A: Beh, in realtà tutto accade ad un livello di grandezza ancora minore, ma vedo che stai diventando piccino piccino quindi tra poco arriverai a scoprirlo credo...ciao ciao!
N: Ciao e grazie!
N continuava a rimpicciolire e più rimpiccioliva più era piccino.
N rimpiccioliva e vedeva dell'atomo le particelle, un neutrone gli si fece innanzi.
neutrone: Ho sentito il vostro discorso, sei un bel curioso eh?
N: Già; siete voi che assecondate i desideri degli uomini?
n: Non è proprio che li assecondiamo; e poi ad ogni modo chi ha iniziato lo vedrai certo più avanti; noi...cerchiamo di accontentare chi vuole vivere in un mondo.
N: ...
n: Certo, non c'è alcun motivo perché io dovrei fare parte di questo atomo, non c'è motivo perché esso resti a far parte di una molecola e perché questa stia incollata e stabile.
N: Ma ci sono leggi fisiche, ci sono costanti e...no?
n: Certo che ci sono! Ma sono formulate dagli uomini sulla base dei nostri comportamenti. Tra atomi si discute, e ci vuole poco per far girare la voce; ormai tutti sanno a memoria cosa fare e le "leggi fisiche" appaiono stabili.
N: Ma se voleste potreste cambiare tutto?
n: Beh...in realtà ci sono parenti lontani, "nel tempo e nello spazio" - per usare un vostro luogo comune, - che queste regole non le conoscono ancora, e ci sono anche i piantagrane...come ovunque, del resto, ma sono certo pochi.
N: E questi danno luogo a fenomeni inspiegabili.
n: Si insomma...per così dire...ma molte volte voi non ve ne accorgete nemmeno. Siamo di certo bravi a prenderci cura dei grandi esseri del mondo.
N rimpiccioliva ancora e perdeva di vista il neutrone. Si trovava ora in uno spazio immenso. Privo di forma e dimensione. Dubiteremmo anche che fosse qualcosa.
N continuava a rimpicciolire e vicino a lui sfrecciò un forse qualcosa che si prese giusto la briga di fargli giungere in qualche modo un messaggio:
<< lavoratori! Prrr! >>
N rimpiccioliva ancora e rimpicciolendo si trovò seduto sulla sua panchina, sazio.
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Ultima modifica di Allocco; 17-01-2012 a 10:08.
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19-01-2012, 10:05
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#31
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SHHHVOMERE
Spaventato dagli spari invisibili N correva nell'aria appassita dalla nebbia senza capire dove, quando e perché quelle urla terribili fendessero il suo udito trascinandolo nel terrore più irrazionale; inciampando allora per la foga con i piedi scoperti contro un cadavere abbattuto e freddo si ritrovò catapultato attraverso un telo mimetico in una sorta di fossa scavata in mezzo alla sua fuga.
Nella penombra il viandante poté, nonostante il sudore e l'affanno, distinguere i contorni definiti di un'entità doppia ma singola: una madre con il suo bambino da poco nato dondolava entrambi davanti al vano tepore di una candela.
N: Che succede là fuori?
D: Shhh...è riuscito ad addormentarsi...
Fermo in quel buco scavato in terra, in silenzio, mentre fuori pareva che centinaia di migliaia di uomini tremassero e sputassero, mentre venivano sparati e trapassavano l'aria in cerca di un uomo a cui rubare un po' di vita; N ebbe tempo per abituarsi alla strana diade in fronte a lui: come un solo organismo diviso in due parti nutrite l'una dall'altra in qualche maniera, sussurrava tra sé e sé una canzone dolcissima, fino a quando non si accorse del terzo presente.
D: Non ho nulla da offrirti sai...non sono più molto giovane e non ho il coraggio di uscire allo scoperto per cercare viveri...per quanto posso resisterò, il mondo esterno è tanto crudele da potersi distruggere in breve tempo, spero.
N: Non preoccuparti. Siete una visione splendida.
Dopo qualche minuto ancora di silenzio N sentì da dentro l'impellenza d'espellere un oggetto a lui estraneo, e così fece: vomitò a terra un foglio arrotolato e inaspettatamente intatto - plastificato.
D: Che cos'è?
N srotolò frettolosamente il plico, e ciò che vi lesse impresso sopra lo fece rigurgitare ancora - si trattenne solo per non svegliare il piccolo.
N: Non potete più stare qui dentro.
D: Come?
N: C'è scritto che se una qualunque donna o uomo vuole tenere con sé un qualunque bambino di qualunque età e sesso e nazionalità, deve registrarsi presso la Casa dello Stato, donare i propri dati e recapiti; deve inoltre - e qui il perché non potete stare qui - essere sempre reperibile e visibile...pare sia una norma contro il crimine organizzato.
D: ...
Attraverso l'oscurità gli occhi ormai abituati all'atmosfera disabituarono sé stessi alla nuova aria torbida che si respirò all'improvviso tra le due creature, N consegnò il foglio a lei e costernato decise di congedarsi, pur privo di colpa.
N: Mi dispiace...
D: Non si preoccupi, ce la caveremo...
Rimasta sola la diade madre-bambino rivisse la propria storia e le proprie gioie e sfortune, rallegrandosi della vicinanza di una morte tanto ingiusta quanto innocente.
<< Ricordo quando, era l'estate del 2007, vararono la legge per regolare e controllare le pubblicazioni...sino ad allora le sole ingerenze da parte dello stato erano state subite da televisione e giornali, radio e riviste e agenzie...sino ad allora era esistito un luogo di reale libertà informativa - internet -, attraverso il quale si poteva raggiungere virtualmente ogni angolo del globo e praticamente ogni informazione in esso disponibile, dalla panzana inventata da un folle alla pornografia alle guide per la cura dei cuccioli ai corsi di lingua; la cosa migliore di quel sistema era la completa libertà di azione di ogni suo singolo componente - erano gli stessi uomini a comporre la rete -, e quindi accanto alle informazioni pilotate e faziose degli organi ufficiali si potevano avere opinioni, versioni contrastanti e in generale una lettura critica veramente indipendente da ogni tipo di potere.
Quando fu approvata non vi furono proteste ne agitazioni di alcun tipo - nessuno ne era a conoscenza! -, ma da allora lo stato poté agire a sua discrezione su tutti i mezzi editoriali possibili: televisione, giornali, radio, riviste, agenzie, e internet. Era l'estate del 2007, quando credevamo ancora d'essere liberi. >>
***
Questo è uno dei dialoghi più inutili...
Ad ogni modo, approfitto della questione dei copyright per postarlo e levarmelo di torno..!
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21-01-2012, 16:57
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#32
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Esperto
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VERSU I
Uscendo fuori dal tunnel scavato da un animale nella collina N non poté fare a meno di interagire col mondo per tentare di sedare una rissa poco lontano: due uomini, l'uno più anziano dell'altro, se le stavano dando di santa ragione e anche quando N riuscì a dividerli ugualmente non si calmarono e continuarono ad insultarsi a distanza.
N: Signori vi prego! Calma! Calma!
G: Imbroglione! Cosa vai a dire in giro! Idiota!
P: Ma va là tu! Che sembra che ne sai più di chiunque altro! Illuso!
N: Per favore per favore! Fermatevi!
Di nuovo si saltavano addosso e ruzzolavano per la collina. N era a quel punto molto curioso di sapere qualcosa riguardo i due combattenti, ma questi non facevano altro che malmenarsi e gettarsi sull'erba di qua e di là con la faccia rivolta ai denti del nemico, mentre lui stava ancora fermo seduto su un sasso dalla prima pausa nello scontro.
In un momento di stallo - il più anziano stringeva nella dentiera l'alluce sinistro dell'altro, mentre con le mani agiva abilmente sulle articolazioni delle gambe e con le ginocchia lo colpiva ripetutamente alla schiena; l'altro traeva invece le orecchie del primo come un elastico e con le gambe puntate contro il suo addome tentava di togliergli il respiro - N si avvicinò al più giovane - l'unico in grado di parlare - il vegliardo aveva i “denti” occupati - con le mani a difesa in avanti.
N: Piano...state calmi...
P: Vieni vieni amico, aiutami a dargliele a 'sto cretino!
N: No no, non sono qui per lottare... ...ma vorrei sapere perché state lottando, questo si.
P: Ah guarda, fortunatamente sono io a potertene parlare, perché questo mentecatto chissà cosa verrebbe a raccontarti! Vedi, devi sapere che costui dice d'essere scienziato, nel senso che presume di poter accedere alla sapienza del mondo.
Con grande sollievo gli si liberò allora il ditone sanguinante.
G: Cosa..? Lavati la bocca prima di parlare! Non sai nemmeno usare il linguaggio ma stai zitto!
P: Cosa!? Come?! Io non saprei usare il linguaggio?!
G: Esatto!
P: E tu?! Almeno io uso un linguaggio comprensibile a tutti! Dico qualcosa!
G: Cosa vorresti insinuare?
P: Che non ho bisogno di inventare un linguaggio tutto mio. Non è un'attività sensata! Visto che poi a comprenderlo sarebbero solo i pochi della mia cricca; mentre se davvero tu vuoi chiamare scienza qualcosa...
G: Non continuare non continuare! La scienza deve essere precisa! Deve essere definita al millesimo di infinitesimo! Il linguaggio deve essere specifico! Non dev'essere comune! Non può essere personale! Non è poesia idiota! Idiota!
P: Ma stai zitto!
G: Non posso misurare una cosa di tre cose con un coso che cosa cosando..!
P: Ma non farmi ridere! Perché è questa la considerazione che hai dell'uomo "non di scienza"?! Bravo! Ma bravo! Mettiti sul piedistallo! Che novità!
G: Vuoi essere curato se hai il raffreddore? Vuoi essere assistito se ti sei rotto un piede? Vuoi sapere quando erutterà il vulcano sotto casa tua? Quando il sole esploderà sopra la tua inutile testa?!
P: Si voglio saperlo, e come dovrei fare?! La voglio sentire questa..!
G: Devi affidarti agli scienziati! Quelli veri! A medici, ricercatori! Gente che usa propriamente il linguaggio della vera scienza! Quella che indaga sui fatti reali del mondo RE-A-LE!
P: Ha ha ha ha! Il mondo reale! Infatti tutti gli altri vivono in un mondo fittizio composto da superstizioni e follia!
Allora lo scienziato si alzò su due piedi e saltò addosso all'altro bloccandogli la testa sotto l'ascella e stringendolo fino a renderlo cianotico; poi rivolgendosi ad N piagnucolò.
G: Mi rompe sempre le palle questo def****nte! Crede che il mondo reale non sia misurabile! Crede che se faccio due più due nella mia mente funzioni ma se sommo due mele a due mele non vengono quattro mele! Non è ridicolo?
L'altro dopo avergli morso e strappato quasi una costola ribaltò la situazione bloccando nuovamente il respiro dell'avversario con una stretta toracica.
P: Intanto...
E stringeva ancora più forte.
P: Intanto se fai due più due anche nella mente non è detto che faccia quattro! Anzi... E poi è certo, certo che le cosiddette regole calcolate in modo scientifico non hanno valore in una concezione realistica della realtà!
N: Piano...
G: Ma che vai dicendo?! Una concezione realistica della realtà? E come diavolo facciamo allora a prevedere i terremoti? A salvare le persone?! Come diavolo di un diavolo abbiamo costruito gli elicotteri e ottenuto la sciolina!? Come miseria di un diavolo abbiamo fatto a produrre cure per la calvizie, per il cancro, per la prostata!? Eh?!
P: Ogni punto di vista ha le sue regole imbecille! Devi rispettare i punti di vista altrui idiota menagramo, benemerito def****nte!
N: Calmi ragazzi...
G: Te lo dico con garbo perché so che posso ferirti: ti strappo gli occhi così ti rendi conto che non è perché tu lo vedi che esiste il mondo!
N: Non esageriamo...
P: Non è perché lo vedo ma per come lo vedo! Io ti mangio le orecchie così saprai che se tu non puoi ascoltare i suoni essi non esistono per te! E questa è la sola cosa che importa!
G: E io...
Dato che in quel momento il vecchio stava perdendo i sensi per la stretta mortale N decise di intervenire e bloccare la discussione prima che potesse degenerare: prese un ramo lì vicino e lo scagliò contemporaneamente sulla guancia di entrambi, scaraventandoli giù per la collina.
N: Accidenti che botta... ...non pensavo...
Una mano gli si posò allora sulla spalla, e voltandosi vide un vecchio nonnino con un cappello di paglia, sorridente.
N: E ora? Rimaniamo senza soluzione? Chi dei due...
Sorridente.
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23-01-2012, 09:38
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#33
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IL NAZICOMUNISTA
Accanto al muro dietro il quale N affondava i suoi pochi passi sdraiava una botte traboccante di stracci e vestiti; superata l’ombra il viandante si accorse che tutti quei vestiti erano - prima di tutto - uniformi, stemmi e bandiere rosse e nere, e che - perdippiù - nascondevano il viso semiputrefatto di un uomo, bianco, mostruoso e divorato dal tempo e dalle bestie.
U: Se mi guardi ancora un po' così finirò per innamorarmi, ti avverto. Scherzo ovviamente.
N non fu troppo sorpreso a sentirlo parlare, effettivamente la situazione precaria di alcune parti del cranio avrebbe suggerito l'impossibilità della cosa, ma senza pensarci N dette retta al suo istinto, interrogando il cadavere.
N: Che fai qui nascosto sotto questi stracci? Ti puoi alzare?
U: Non rido perché non ne ho la possibilità, ma come forse avrai notato non ho né braccia né gambe, né tronco...
N: Ah già, ora che me lo fai notare...
In realtà essendo la testa dell'uomo sempre sommersa in quella bagarre di tessuti non era facile intuire la situazione. N, ancora più incuriosito da quella condizione quasi unica non riusciva quasi a formulare domande sensate né tanto meno parole di circostanza.
U: ...io sono un nazicomunista, un pazzo, un idiota geniale - so a memoria tutte le date di nascita di tutti i gerarchi di tutte le confessioni politiche di tutti i tempi, so dire il giorno della tua data di nascita, l'ascendente se mi sai indicare l'ora...
N: Ma come ti sei ridotto in questo stato?
U: La democrazia, mio caro, la vostra folle "democrazia" mi ha ridotto in questo stato!
N: Ha delle belle falci eh?
U: Puoi dirlo, glien'è bastata una delle più piccole e fragili per rovinarmi l'esistenza.
Fortunatamente non sono il solo...
N: Beh, tu sei un osservatore un tantino parziale a quanto dici.
U: Sono assolutamente parziale, ma prendo atto dei fatti; voglio dire...c'è qualcosa di insano nella vostra "democrazia", proprio a livello logico: non è logica! Non è democrazia! Perché chiamare un sistema di governo elitaristico e depressivo "potere del popolo"? Un'assurdità!
N: Intanto è un sistema di governo in grado di garantire maggiore libertà rispetto agli altri fino ad oggi sperimentati...
U: Intanto quello che dici è falso, e intanto non è il sistema della libertà che mi fa vomitare di questo genere di governo; sono le questioni di fondo, sofismi se vuoi - i sofismi sono ben insensati in luoghi dove il pensiero non ha valore.
N: Un esempio di queste questioni?
U: Oh guarda non farmene parlare...
N: Io ascolto...
U: ...così su due piedi due macroassurdità mi vengono in mente...la "democrazia" non può rappresentare attraverso ideologie e programmi una varietà di idee fluida e indecifrabile come quelle reali delle persone: per quanti partiti o rappresentanti esistano con direzioni politiche diverse, mai tutte le opinioni - che non sono proprietà discrete, cioè non sono funzioni matematiche o gradi definiti di una scala - sono includibili, conseguenza di ciò è che la piena soddisfazione e l'unanimità nelle decisioni auspicabili in un sistema "giusto" non sono possibili; in secondo luogo la cosa vergognosa è che la grande massa delle persone non meriterebbe di poter votare, di poter avere a che fare con le decisioni che riguardano il bene comune!
I pochi passanti che passavano ignorando i due parlanti inorridirono per qualche secondo al suono di queste parole; N non mostrò particolare fastidio, ma notò la cosa piano piano.
N: Non è meglio muoverci? Ti porto da qualche parte...in un posto più appartato, così non rischiamo di scatenare reazioni imprevedibili...in genere si crede molto nella democrazia, chi non si fida di quel sistema è considerato deviato.
U: Eh perché diavolo credi che sia immerso in questo schifo? Ci dovrò restare per sempre, se non te ne fossi accorto! E comunque sono fatti loro, possono massacrarmi di calci e rinchiudermi in una botola, io non mi interesso delle loro idee folli: ho dei motivi per dire ciò che dico, quando avrò elementi per cambiare idea lo farò.
N: Allora restiamo.
U: Dicevo che è ignobile che la stragrande maggioranza degli individui, che sono poi coloro che decidono i risultati delle elezioni "democratiche", non sia in grado di comprendere a fondo nulla della politica e della democrazia stessa a cui è "alla base".
Chi non ha un'idea politica definita può votare anche soltanto per la bella faccia o il fascino di un candidato, può votare perché è una donna, perché è un nero, un ebreo, un mussulmano, cristiano; perché è omosessuale o ricco o fa la bella vita o lo ha visto in televisione o è suo amico o è amico dell'amico, o l'amico dell'amico di un amico gli ha detto che è un brav'uomo. Ma non finisce qui, anche chi ha un'idea politica salda non si salva, molti di questi sono gli indottrinati che guardano la televisione di partito, leggono i giornali della loro parte, e deridono qualunque idea diversa da quelle in cui sono portati a credere; tra questi sopporto solo gli eletti che per aver ricevuto un'educazione adeguata - o per un incredibile miracolo della loro intelligenza - hanno il tesoro della capacità critica, e quindi decidono e soppesano le varie circostanze.
In realtà anche loro non vanno bene, finché partecipano a un sistema idiota sono fondamentalmente inutili...
N rimase senza parole.
U: Non c'è nemmeno da parlarne: questa gente priva della capacità di capire e decidere è quella che decide - e non mi frega niente che siano la maggioranza! Se la maggioranza decide di votare uno st***zo, quello ri-ma-ne-u-no-st***-zo! Peraltro...
A questo punto una piccola folla si era formata al di là della strada, e N comprese che qualche altra parola - prevedeva che la frase incominciata sarebbe andata a parare in qualcosa di davvero esplosivo - avrebbe potuto scatenare il panico.
N: Grazie grazie amico, probabilmente un fondo di ragione l'hai anche tu.
...vuoi che ti porti con me nel mio viaggio?
U: Mi fai schifo amico - a me piacciono le donne.
E si salutarono virilmente.
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25-01-2012, 09:40
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#34
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Esperto
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GIOCATTOLO DIVINO
N: Però...mmm...ieri leggevo un libro...
E: Benissimo.
N: E mi è balenata alla mente un'idea veramente strana relativamente ad uno dei personaggi...
E: Dimmi.
N: Beh...in pratica c'è questo essere che crea l'esistenza...
E: Accipicchia..!
N: Si, ma non accade solo questo, l'essere dopo aver creato tutto crea da quello l'uomo, e da inizio per così dire alla stirpe umana e alle relative gesta e disgrazie...
E: Se proprio vuoi vederla in questo modo...
N: Beh è così, ma non è questa l'idea...
Insomma...andando avanti nella lettura quest'essere inizia a interagire con l'umanità; infligge castighi, diffonde paura ma anche amore e gioia più o meno in parti uguali...
E: Non in parti uguali?
N: Si beh...dico più o meno perché bene o male le cose positive arrivano dagli stessi uomini, lui ha un ruolo in genere molto marginale nell'accadimento delle imprese; ad ogni modo è sempre presente e quando ci vuole è anche disposto ad intervenire di persona per difendere l'uomo o gli uomini che meritano di essere difesi.
E: Un essere decisamente ben posto nell'universo: in difesa dei giusti e impietoso con i malvagi.
N: Già...però ecco...
E: Dimmi.
N: L'impressione che ho avuto è stata quella di leggere una grande leggenda...
E: Naturalmente, per tradurre efficacemente un messaggio complesso ad un pubblico estremamente vasto ed eterogeneo è opportuno abbondare in configurazioni narrative di tipo analogico...
N: ...
E: Per far capire qualcosa a degli ignoranti è sempre bene parlare in modo semplice e pratico, fare degli esempi!
N: ...
E: Tipo...
N: Si si avevo capito! Heheheh...
E: Ma l'idea?
N: Come?
E: L'idea che ti era balenata...l'idea strana...
N: Accidenti...l'ho dimenticata.
E: Prova a continuare il discorso, o l'avevi già concluso?
N: No no, però...aspetta eh...
E: "L'impressione che ho avuto è stata quella di leggere una grande leggenda..."
N: Ah si si! Quest'impressione è durata fino alla conclusione dei primi libri, della prima macroparte del libro ecco. Dopo la quale inizia la narrazione dettagliata della vita di un uomo da parte di diversi testimoni.
E: Si.
N: Ebbene, in questa seconda sezione del libro il racconto si fa più realistico, più vivo, le parole del protagonista suonano alle orecchie di chi legge come le leggende presenti nella prima parte, ma il racconto poggia su una vicenda estremamente verosimile...
E: Quest'uomo riprende il libro di cui parli e parlandone ne scrive la seconda parte.
N: Per così dire, si.
E: Era un uomo fantasioso...
N: Non scherzarci, le parole di quest'uomo raramente riprendono per filo e per segno parti o impressioni del libro, la sua capacità di rivoluzionare il messaggio originario dell'essere è strabiliante.
E: ...
N: Quando mi sono reso conto che ciò che stavo leggendo era basato su una storia realmente accaduta, mi sono chiesto se tutti quei prodigi, se tutto quell'essere presente nel libro non fossero anch'essi fatti reali, cose reali!
E: Come potresti saperlo?
N: Non so. Ma poi ho pensato ancora e ho riletto tutto una seconda volta, facendo attenzione alla cadenza e alle modalità dei prodigi e dell'essere e...sorpresa! C'è una logica.
E: Davvero?!
N: Ebbene si!
E: Dunque?
N: Davvero vuoi saperla?
E: Ma è questa l'idea..?
N: No, questo è un altro discorso.
E: Beh...dimmi.
N: L'essere è infinitamente presente all'inizio del libro. Egli crea l'esistenza intera.
E: ...
N: Nella prima metà del libro già evita di partecipare in modo diretto all'esistenza, manda in genere un uomo in sua vece e lo sostiene bene o male con la sua onniscienza e qualche prodigio.
E: ...
N: Conclusasi la prima parte inizia la narrazione realistica ed egli è ormai solo non più che una voce che parla agli uomini, nemmeno faccia a faccia ma ormai solo in sogno.
E: ...
N: Io credo che questo libro sia una realistica descrizione dell'evoluzione che ciò che ha creato l'esistenza ha subito.
E: Davvero?
N: Si, mi pare evidente: un essere infinito completa l'esistenza, l'essere crea un esistenza infinita e agisce su di essa, l'esistenza prende il sopravvento - è infinita, ci vogliono molte - infinite - energie solo per tenerla d'occhio! - e l'essere prima si dirada e poi svanisce.
E: ...
N: No?
E: L'essere è ora svanito?
N: Così pare.
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27-01-2012, 09:38
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#35
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SIA FATTA LA LUCE
<< Il nostro mondo è minacciato da una crisi la cui ampiezza sembra sfuggire a coloro che hanno il potere di prendere le grandi decisioni, per il bene o per il male. La potenza scatenata dell'atomo ha tutto cambiato salvo il nostro modo di pensare, e noi stiamo scivolando così verso una catastrofe senza precedenti. Perché l'umanità sopravviva, un nuovo modo di pensare è ormai indispensabile. >>
Sulla strada, appena accennata nella campagna, accanto ad N migrava un piccolo gruppo di uomini e donne dagli occhi a mandorla: famiglie evidentemente umili, vestite di tanto in tanto con qualche logoro cencio, riempite di bambini urlanti, senza bagagli al di là di saltuari sacchi riempiti di miserie, macerie, quasi immondizia.
N fu attratto dalla figura di un uomo, un poco in disparte al centro del modesto convoglio: aveva una strana capigliatura a forma di fungo, e una testa sproporzionata rispetto al corpo.
F: Sono all'ultima moda sa?
In lontananza si sentiva insistere una sirena d'allarme.
N: Come?
F: La mia testa, i capelli; oggi vanno moltissimo così, rasati giusto sotto la linea del berretto.
L'uomo rideva lievemente, di quel sorriso privo di denti che solo l'umorismo di un anziano vittorioso sulla vita sa...
<< Riposate in pace, perché questo sbaglio non sarà ripetuto. >>
Una libellula si posò allora sulla mano del vecchio, tesa verso N: nera come la morte sfregava impotente ogni segmento del suo corpo pregandolo di ripulirsi; la sirena continuava a strillare in lontananza.
N: Sai richiamare le libellule?
F: Si, ma oggi è semplice: basta tendere la mano...prova anche tu.
N ubbidì e senza dover attendere si ritrovò anch'egli con la sua libellula, nera anch'essa, anch'essa indemoniata nel dimenarsi.
F: Ci chiedono motivazioni, nella loro lingua di libellule.
Il silenzio del cielo rendeva l'atmosfera surreale, gli uomini erano resi surreali dal loro camminare come formiche, le libellule morivano a decine tra i fili d'erba spazzati da una brezza azzurrina. Le ore nel sentiero aumentavano, e il silenzio rendeva quel vento surreale.
F: Ci sono corsi d'acqua nei paraggi?
N: Non ne ho visti, no.
F: Mh! Prova a dire alla libellula che muore per questo!
Di nuovo d'improvviso le labbra sdentate si aprirono gettando in aria un colpo di riso muto, improvviso, capace di immobilizzarla.
N: Sei un vecchietto strano...
F: ...vecchietto?
Ancora una risata, non molto divertita in fondo, ma ad N apparve lucida come d'astuzia; ebbe l'impressione di essere vittima di qualche scherzo.
<< Erano le prime ore di una bella giornata tranquilla e calda. Le foglie degli alberi tremolavano, riflettendo la luce del sole che splendeva in un cielo terso... >>
Il paesaggio rimaneva lo stesso, la carovana era simile, la sirena era zitta da tempo e il vecchio sorridente sputava l'ultimo molare in mano e di lì a terra - la sua testa enorme non avrebbe più masticato.
N: Da dove venite? Perché siete tanto malridotti?
F: Sei proprio un...giovanotto strano: stiamo fuggendo...
Proprio allora, seguendo la traiettoria di una libellula miracolosamente scampata al destino fatale di quel luogo, N si rese conto che la faccia del vecchio vomitava sangue e vampava d'azzurro come il paesaggio, si rese conto che i sassi e le pietre della campagna su cui camminava erano malleabili come carne morta, accolta in un letto di vetro.
N: Le pietre sono di vetro!
L'ultimo vecchio sfumò, illuminato, insieme al resto delle creature intorno.
N contemplava attonito il lampo surreale e ascoltava le sue urla abbandonarlo, da lontano.
<< Fu come il gran finale di una possente sinfonia degli elementi: affascinante e terrificante, entusiasmante e deprimente, minacciosa, devastatrice, piena di grandi promesse e di grandi minacce... In quel momento comprendemmo l'eternità. Il tempo si fermò. Lo spazio si ridusse a una punta di spillo. Fu come se la terra si fosse aperta e il cielo si fosse squarciato. Sentimmo di essere stati prescelti per assistere alla nascita dell'universo, per essere presenti al momento della Creazione in cui il Signore disse: "Sia fatta la luce"! >>
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29-01-2012, 10:56
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#36
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VERSU II
Il vecchino sorridente con la mano sulla spalla di N gettò sé stesso giù dal dirupo in modo tale da far precipitare entrambi, ma il possessore del cappello di paglia - che non è N ché non possiede alcunché - fu in grado tuttavia di arrestare la precipitazione sostenendosi con un dito ad un sasso sporgente; il secondo invece arrivò fino in fondo al fosso.
Il colpo non fu troppo duro: i corpi spalmati l'uno sull'altro del vecchio e del giovine precedentemente atterrati attutirono l'impatto; essi tuttavia non erano morti, ma solo spiaccicati; e continuavano a litigare senza risparmiarsi.
G: Ora voglio proprio vedere cosa combini, fai una preghiera per far tornare indietro il tempo? O magari ti soffi in un pollice sperando di gonfiare il tuo corpo! Ha ha ha!
P: Non essere ridicolo! E tu cosa puoi fare invece? E spiegami piuttosto scientificamente perché io e te siamo ancora vivi dopo una caduta simile! Voglio proprio sentire...
N: Non litigate per favore; vi chiedo scusa per avervi gettati giù in questo precipizio.
P: Non preoccuparti amico.
G: Si, non c'è problema...
P: Mi hai anzi dato un buon argomento di discussione sai, ora non può scappare né dirne delle sue; siamo vivi e non c'è una spiegazione razionale!
G: Una spiegazione c'è, non vi sono dubbi su questo, solo non la riesco a trovare; ma non è strano.
P: ...
G: Per trovare una spiegazione scientifica, voglio dire, valida scientificamente non basta osservare ciò che accade. I tempi del metodo sperimentale sono finiti da un pezzo, dovresti saperlo.
P: Questa mi giunge nuova...
G: Ehhh... Ora capisco il tuo scetticismo nei confronti delle discipline e delle prospettive scientifiche. Vedi, l'idea che le risposte della scienza fossero assolute e incontrastabili appartiene ad un periodo ormai remoto della storia culturale umana: il positivismo. Questo periodo vedeva fiorire la tecnica e le tecniche e la ricerca della conoscenza fu affidata a quel metodo famoso considerato oggettivo: si ripete un evento controllandone le condizioni, e se la risposta ai nostri stimoli identici è sempre uguale si è trovata una regola. Per diversi anni quest'idea ottimistica di una conoscenza reale del mondo reale accessibile in maniera così semplice ha imperato, e ancora oggi nel senso comune è prevalente; l'opinione di un "esperto" vale più di mille opinioni di profani, solo perché questo ha un foglio con dei numeri scritti – se non solo sulla fiducia - e non si discute.
P: La matematica è un'opinione?
G: Ti sembrerà strano, ma se vogliamo si; solo che funziona nel mondo. Capisci, già Moris Schlick diceva che gli assunti scientifici non sono verità, ma ipotesi, e tuttavia valgono in quanto funzionali alla vita; capisci cosa intendo?
P: ...
N: Mi sembra giusto.
G: Poi figuriamoci, dopo Popper tutte le certezze positivistiche sono crollate!
P: Si vabbè, ho capito che ne sai tante, ora non affogarmi di nomi e date per piacere...
G: D'accordo, ma credimi c'è chi ha non senza ragione affermato che la scienza non raggiunge un livello di aderenza al reale nemmeno in forma di probabilità, 'ché ogni teoria o asserzione viene sistematicamente superata prima o poi, quindi non vale una cicca - se non ok, come ipotesi su cui lavorare, che è poi ciò che accade oggi.
P: Io 'ste cose non le ho mai sentite, io so che la scienza pretende di spiegare la realtà, e non c'è verso di farle aprire la mente ad altre prospettive.
G: E ti dico, questa visione è ancora molto diffusa nel senso comune, e se vogliamo molti che l'hanno criticata erano più filosofi che scienziati, quindi anche branche non trascurabili di “addetti ai lavori” considerano affermazioni come quelle di Popper o Feyerabend – che ti risparmio - baggianate; ma credimi se ti dico che una delle critiche più fondate e meno contrastabili al metodo e all'oggettività della scienza giunse proprio da un fisico, Werner Heisenberg, e il principio da lui "scoperto"- quello di indeterminazione - è alla base di ogni ricerca scientifica contemporanea,
Si lotta contro questo principio ma non per annullarlo – direi che è impossibile - ma per renderlo meno influente possibile.
P: E che dice 'sto gran principio?
G: Semplice, una di quelle affermazioni che dopo esser state dette sembrano davvero banali: la presenza del soggetto che analizza - sia esso uno strumento, un uomo o qualsiasi altra cosa - influisce sul risultato dell'analisi!
Quindi l'analisi sperimentale - IL metodo assoluto per i positivisti - vizia di per sé il risultato!
P: Eh infatti, non è 'sta gran scoperta!
N: Una scoperta è invece constatare come la scienza non sia davvero rigida come si pensa.
Dovrai ammetterlo anche tu.
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Ultima modifica di Allocco; 29-01-2012 a 11:02.
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31-01-2012, 10:03
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#37
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MORTO CHE TREMA
Giunto nei pressi di una casa apparentemente abbandonata N ascoltò prendere il posto del rumore del vento un baccano infernale proveniente dall'interno di essa; accostatosi alla porta la scoprì aperta; entrato e annunciatosi attese un minuto nel rumore continuato di botte e strilli. Poi, quando fu tornato il silenzio, prese ad esplorare le stanze.
Dopo pochi passi notò un uomo incappucciato acquattato davanti ad un buco nel muro, intento ad applicare sul pavimento in fronte ad esso una sorta di trappola adesiva per topi.
N: Buongiorno...ho sentito quel baccano, pensavo avesse bisogno di aiuto.
I: Oh no no, io non ho più bisogno di aiuto...ma lei chi diavolo è?
N: Io...
I: Comunque arriva tardi...doveva arrivare prima! Dov'era lei quando quel maledetto porco ha preso casa nei miei muri? Dov'era lei quando rubava dalla dispensa? Dov'era quando...
Il cappuccio nero ondeggiava allegramente, ma il tono della voce si faceva mano a mano più frenetico e grottesco.
I: ...quando ha iniziato ad infettare i miei cari? Quando ha morso Giugitta, che poi è morta, quando mordendomi mi ha staccato tre dita, quando ha sfasciato tutti i miei libri e le mensole, quando ha rovinato le tubature e i letti...dove accidenti era quando mi ha privato dei miei attributi virili?!
Ovviamente N si trovò a dir poco spiazzato di fronte alla disperazione evidente di quell'uomo, dal buco non usciva neppure un rumore - la trappola era piazzata, e l'incappucciato tirò fuori da un piccolo sacco delle grosse forbici e una siringa.
I: Ma ora basta, ora è arrivato il momento che paghi per tutte le sue malefatte!
Vede? Questa trappola di colla sarà solo l'inizio; una volta immobilizzato il bas***do per le zampe gli iniettiamo un bel po' di anestetico e strappiamo via ciò che non si scolla da solo - anestetizzato non potrà scappare -; poi lo blocchiamo per bene ad un lettino e... ...comincia il divertimento!
N: Intende torturarlo?
I: No no...ma sa...io sono consapevole del valore della sua vita, nonostante sia uno schifoso insetto! Io rispetto il valore della vita, ma purtroppo non esiste un modo umano per mettere fine senza dolore alla sua sporca vita da cane.
Gli inietterò un liquido in grado di ucciderlo...ma prima che ciò accada - nei diversi minuti in cui rimarrà cosciente - si renderà conto di non avere scampo...rifletterà, si pentirà...e non potrà muoversi - i suoi muscoli saranno bloccati, i nervi impazziranno - ma solo pensare fino all'ultimo istante a quando stupida e ignobile e mostruosa e malata sia stata la sua m***a di vita!
Un sorriso ruppe la rabbia dell'incappucciato - N se ne accorse addirittura attraverso il tessuto nero.
I: Ma la parte più bella è questa... ...ora che finalmente sono riuscito ad intrappolarlo...
Ho riempito di cemento tutti i cunicoli che portano a questo buco, li ho riempiti in modo da renderlo infido - un vicolo cieco, una trappola perfetta - l'ho inseguito spingendolo fino a qui e poi ho applicato la colla...non ha scampo; non può sopravvivere questa volta! E il bello è che lui lo sa, lo percepisce...sente come è silenzioso? La paura, è la paura a togliergli il respiro; ma io non voglio che muoia di paura: VOGLIO...
E iniziò a tirare dei colpi sovraumani contro la parete...
I: ...UCCIDERLO...
...tanto che N fece il gesto di proteggersi dal soffitto.
I: ...IO!
Si rende conto del terrore che lo abita ora come ora? Avrà già svuotato il suo schifoso corpo da larva dentro quel buco di m***a - e mai espressione fu più indicata! HA HA HA - mentre io sono qui e lui è lì e aspettiamo la stessa cosa: la sua morte! 'Ché sa di essere agli ultimi respiri - e respira odore di m***a! HA HA HA - ALLORA?!
Altri colpi, la parete continuava a tremare; il terzo era senza parole.
N: Ma...mi scusi...
I: Aspetta! Guarda...forse sta uscendo...no. BAS***DO! ESCI!
Non sapeva più che fare N, quell'uomo incappucciato non faceva che urlare e battere e insultare; intanto piangeva, di tanto in tanto sputava per terra, si alzava, e sollevatisi i calzoni si rimetteva in posizione di attesa, forbici in mano.
I: Guarda anche tu, così ti rendi bene conto...quello è un mostro bas***do, è un sudicio verme...un serpente balordo, una m***a vivente...
Il tono di voce si abbassò di colpo, fino a diventare un sussurro.
I: Dai un'occhiata e digli che sono andato via, di uscire e salvarsi....
N avvicinò con una certa riluttanza il viso al pavimento e di lì al buco.
Da dentro provenivano lievi rumori e un odore effettivamente nauseabondo.
N trasalì e perse i sensi, ma solo dopo aver compreso che anche dall'altra parte un paio di occhi incredibilmente umani si affacciavano al proprio destino.
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Ultima modifica di Allocco; 31-01-2012 a 10:09.
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02-02-2012, 10:28
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#38
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Esperto
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4 TIZI
Quattro tizi su un autobus.
Il primo: caucasico, dall'aria stanca e abbruttita dall'ozio. Giaccone di pelle e maglia con collo a "v" sotto le bretelle allacciate ai classici jeans sovrastanti un paio di scarpe americane; in testa un berretto di una squadra di football di New York.
Il secondo: africano, dall'aria fiera e imponente spalmata su due metri d'uomo. Monili e fasce sulle articolazioni, lancia nella destra e una corda ornamentale nella sinistra, sul capo una corona di rami sorprendentemente preziosa.
Il terzo: caucasico, dall'aria arrogante e cinicamente sprezzante. Canottiera bianca ingiallita e sporca di sugo su calzoni calanti recanti sul retro l'impronta delle forme naturali umane. In testa pochi capelli; ai piedi ciabatte antizanzara.
Il quarto: asiatico, dall'aria sorniona e sottile. Elegante vestito prodotto in serie, cravatta di maniera e valigetta colma di carte sensate. Ai piedi mocassini. Orologi in entrambi i polsi. In testa nulla più che un paio di occhiali da vista.
<< vrommmmmamamamamam >>
N: Rumoroso il veicolo...
P: Non mi faccia ridere!
N: No?
P: Negli Stati Uniti - la mia grande patria - questo genere di rumore sarebbe considerato il sottofondo ideale per una seduta di yoga! Arh arh arh!
N: Davvero?
P: Ti prendo per il c**o id***a! Probabilmente c'è anche qualche tuo collega che usa il rumore infernale di una carretta scassata come questa per far impazzire la gente che deve pagarlo; ma non che io sappia!
N: Meno male... ...tu pratichi lo yoga?
P: Mi prendi per il c**o? Non vedi come sono conciato?
N: Mmm...a dire il vero no...
P: Non ho le gambe nè le braccia mio caro idiot!
N: Accipicchia!
P: Queste che mi sostengono e che penzolano dalle spalle sono protesi di ultima generazione; dei veri gioiellini...non comodissime da portare ma...quando non avevo nulla stavo meno comodo.
N: Immagino... ...ora la tua vita è tornata normale? Cioè...ovviamente no; ma almeno...
P: Lascia perdere idiot; non ho nemmeno una moneta per comprarmi a candy al distributore automatico! Sono al verde! Un nullatenente!
N: E come puoi permetterti queste protesi??
P: Proprio per ottenerle mi sono ridotto in questo stato! Negli Stati Uniti tutto è davvero più grosso, anche il conto degli ospedali... purtroppo già prima di avere l'incidente non navigavo in acque tranquillissime, infatti sono stati dei sicari mandati da strozzini a spezzarmi i legamenti e ridurmi a un tronco umano. Fatto sta che sono rimasto a sputare sangue ad un angolo di strada a guardare la gente passare, finché non sono stato portato via da un corteo di hare krishna... Pensa te che storia assurda!
N: E all'ospedale come..?
P: Curato mi hanno curato, almeno le medicazioni necessarie per non morire le ho avute, questo devo ammetterlo. Ma se non avessi chiamato in causa la mia famiglia per dare delle garanzie per il pagamento del conto - perché alla fine il conto me lo avrebbero presentato - sarei rimasto come i sicari mi avevano lasciato.
N: E sei rimasto senza soldi...
P: E con un casino di debiti con i miei famigliari, e alcuni di loro hanno dovuto far debiti con altra gente... Spero siano più fortunati di me; io ormai vivo per strada, e queste protesi si deteriorano lentamente... Non aspetto che il giorno in cui non potrò più muovermi di nuovo.
<< vrumvrumvrumvrumvruuummm >>
N: Non stiamo andando un po' troppo veloci?
S: Si.
N: ...
S: Nelle pianure africane non correre così veloce se nessuno inseguire.
N: Già, è una vita con alla base l'ordine naturale...
S: Non necessariamente... Le foreste scarseggeranno, verranno tagliati anche gli ultimi alberi, e piantati nuovi arbusti nelle aiuole delle industrie.
N: Non è detto dai, in fondo nel mondo si sta svegliando una coscienza ecologica...
S: Già... Coscienza economica che sfrutta l'ecologia per produrre denaro.
N: Accidenti che visione pessimistica dell'uomo...
S: Anche io mi stupivo di fronte a chi mi parlava in questi termini - come io sto parlando a te, con tono disincantato, un po' cinico ma realista - ma è la morte stessa che parla attraverso di me e ti stupisce, come parlava attraverso chi parlò a me stupendomi.
N: Non so se ho capito... ...stai dicendo che sei moribondo?
S: Si.
N: Mi spiace per te...
S: Vedi questo graffio?
N: Si.
S: ...
N: Quel graffio è il tuo problema?
S: Si.
N: Ma come! Solo un graffio! Ci vuole poco a curarlo!
S: Già... Non ci vorrebbe poi molto, con gli strumenti adatti... Ma dove vivo io l'acqua è più malata dell'aria, che è molto malata; e i pezzi di ferro che portano ruggine sono frecce avvelenate nel terreno, e per bere bisogna pregare la vita di non lasciarti, e per dormire bisogna salutare la notte come l'ultima notte.
N: Non ci sono medici dove vivi..?
S: Già. E se ci sono passano per qualche giorno ma poi ripartono - l'Africa è un continente immenso, pieno di problemi e fluido nelle guerre e nei governi. Non si sa mai dove si è e dove né se si sarà domani.
<< vrummmmmmpototpotpotpotpuffff >>
N: Noie al motore...
T: Lascia fare; qualcuno verrà a ripararlo...
N: Magari basterebbe scendere a spingere un po'... Ho visto un cartello con scritto...
T: Eh scendi e spingi dai, io tengo il volano...
N: ...
T: Daje...
N: Voglia di fare saltamaddosso eh?
T: Non rompermi le palle cumpà.
N: Italiano?
T: Staparelamanan?
N: Come?
T: Ciapalì!
N: ...
T: HAHAHAHAHA!
N: Carino...ehm...
T: Si sono italiano...
N: Ma come mai - scusa se sono indiscreto o irrispettoso - mostri questa baldanza e ti inorgoglisci nel rifiutare di fare alcunché di utile?
T: E che ne so...
N: ...
T: Il mio paese ha dato i natali a poeti e uomini che molti altri luoghi nemmeno possono sognare. Come mai potrei competere con loro?
N: Mi sfugge la logica...
T: Poi non ho i soldi per fare nulla...
N: Un altro pover'uomo, stiamo messi bene...
T: La mia famiglia a stento arriva alla fine del mese, ho quattro figli e una moglie e devo portare a casa mille euro e mantenere tutti.
N: Una brutta situazione...
T: Almeno la salute andasse bene... I miei figli sono deboli perché denutriti, il piccolino ha la polmonite un anno si e l'altro pure; la ragazzina si è pigliata un'infezione genitale, mia moglie ha entrambe le braccia rotte ed è sotto psicofarmaci...
N: Che sfortuna...
T: Perlomeno non pago niente d'ospedale, sennò sarei in strada...
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N: Non riparte...
Q: Ah che felicità! Questa è la classica battuta sulle nazionalità scommetto! Si fa della facile comicità sulle cosiddette etnie eh? Eh!? Che bassezza, che piccole menti animano questi tasti e questo pubblico...
Lo statunitense coatto, l'uomo d'ebano alto sette piedi, l'italiano scansafatiche e il muso giallo con la elle moscia...
... ...
... Una concezione della vita liplovevole e supelata!
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Ultima modifica di Allocco; 02-02-2012 a 10:52.
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03-02-2012, 23:06
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#39
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Messaggi: 2,673
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Quote:
Originariamente inviata da awasted
mi sto appassionando ce ne sono altri?
hai pensato a far pubblicare questi racconti?
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Wow mi è venuto male a vedermi sobbalzare il topic così, senza doverci mettere mano..!
Pensavo fosse arrivato il fatidico post: "maaaaa statte 'n po' muto!"
[sospira]
Ce ne sono ce ne sono... avrai tempo di stufartene pure tu!
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05-02-2012, 14:47
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#40
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Messaggi: 2,673
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VENDETTA
Passata la stagione N ricercava le proprie idee in uno dei deserti comuni nel mondo, ogni crepa nel terreno rivelava l'esistenza di vita, e ogni vita poteva significare un passo verso una nuova crepa da comprendere.
Giunto sull’orlo di una grossa faglia, larga diversi metri e lunga come l'orizzonte - senza fine dentro la terra -, N si sedette ed attese senza sapere cosa.
Quando aprì gli occhi trovò accanto a sé una donna splendida, armata di tanti anni quanti peli, dotata di un cranio glabro e vacillante al sole quanto meravigliosamente brillante in controluce; il sorriso accennato svelava denti d'avorio inciso in metallo, e una lingua semimozzata; il corpo, coperto da una tunica macchiata in porpora, si copriva le ferite dal sole come infette - ma di gobbe da quel telo se ne vedevano a prescindere.
La donna stava in silenzio seduta accanto al taglio nel terreno, accanto ad N, in silenzio; e nonostante il calore e il telo pesante e i bagagli nascosti sotto di esso - che certamente aumentavano il calore sulla pelle - non smetteva di sorridere con quei denti, con gli occhi chiusi.
N: Hai idea di dove si possa superare questo crepaccio?
V: Vuole andare al di là? Ne è sicuro?
N: ...non c'è niente di interessante?
V: Questo non lo so, io non l'ho mai oltrepassato - non ne sento la necessità.
N: Non è curiosa? Da quanto tempo vive al di qua?
V: Non sono curiosa, mi basta sapere ciò che posseggo e ciò a cui ho diritto.
Facile comprendere quanto fosse difficile parlare con quella donna - aveva un fare brusco e bizzarro, una voce impersonale e suadentemente ingannevole, pareva una morta perpetua.
N: Come può vivere in questo deserto?
V: Non creda, sono in molti a sfamarmi, sono in molti a sostenermi e gettarmi viveri e benedizioni.
E in effetti dal cielo crollò proprio in quel momento un container legnoso, che sfracellandosi senza provocare troppo trambusto si sventrò esplodendo in aria una moltitudine di oggetti: maglie, tessuti, carta, fogli, piante, forbici, coltelli, squadre, volani e chi più ne ha più ne metta.
N: C'è anche del cibo!
V: Non stia nemmeno ad alzarsi per quello: è avvelenato.
N: Accidenti, ma chi è che le spedisce questa roba? Cibo avvelenato?
V: Sono tutti gli uomini - quelli che sono ispirati da me e mi ispirano almeno.
Aguzzando un poco la vista, senza alzarsi, N poté scorgere tra gli oggetti particolari che subito non aveva notato: ognuno di essi era prima di tutto già utilizzato, alle volte evidentemente consumato; ognuno di essi poi portava dei segni di un qualche genere di violenza - forbici, coltelli e corpi contundenti insanguinati, teli e maglie morse o strappate, lavate di saliva, piante bruciate, molti oggetti bruciati e sporchi in generale, la carta stampata era generalmente pulita e ben tenuta, i fogli scritti a mano invece anch'essi strappati o sporchi di sangue, fotografie tagliate...
N: Sono proprio curioso di sapere perché quella roba arriva a lei in questa maniera.
V: Anch'io - ma mi piace, la voglio.
...non ho ricordo del mio passato, per quanto ne so ho sempre vissuto in questa distesa di crepacci, nutrita di ciò che giunge - non del cibo, del cui ho capito presto le conseguenze - dal cielo e coccolata dalla vista della natura incontaminata - ciò che so lo sogno.
In realtà il deserto pareva una enorme discarica abbandonata su un altopiano abbandonato al sole, solo allora N se ne accorse e inalò l'odore inquietante e inspiegabilmente nuovo dell'ambiente.
V: Spesso sogno morti ammazzati, sogno soffocamenti, incendi dolosi, tradimenti, spie e colpi in testa, sogno assassinii e tribunali, corti e governi rivoluzionari e non, sogno guerre e bombe, fucili e proiettili conficcati nei muri, nelle buste, negli uomini, rapimenti, famiglie rovinate, prigioni, sigarette e sberleffi, sogno spintoni e esplosioni, avvelenamenti e lacci, siringhe, lame, vasche da bagno, acqua sporca, corpi a pancia in giù nell'acqua.
N: Terribile...
V: Non si creda, in fondo ci ho fatto l'abitudine, è diventato un po' il mio svago: vivere nell'attesa di quegli spettacoli onirici, e divertirmi a goderne la notte - e a riceverne il frutto il giorno dopo.
N: Quindi i sogni e gli oggetti sono collegati?
V: Naturalmente...comunque ad essere sincera non è che anche da piccola non amassi quei sogni...anzi, sono sempre stati il mio svago; e li attendo con impazienza come gli unici eventi rilevanti della mia esistenza.
Anzi, ora che ci penso la sua presenza qui nel deserto è assolutamente straordinaria; lei è certamente l'evento più rilevante della mia intera esistenza.
Non tradiva eccessivamente l'emozione, la donna, pareva sempre come sul ciglio del sonno, dondolante sul ciglio del crepaccio parlava barcollando, tirando intorno gli occhi chiusi, le ciglia incollate, la bocca sorridente, le gobbe - quelle erano, ora era chiaro, le forme degli oggetti che più desiderava tenere vicini a sé - traballanti, pronte a crollare...
Alzatosi e superato il taglio nel terreno N si allontanò senza voltarsi, da dietro la barriera interrata nessuna mano lo salutava, né tanto meno una lacrima.
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