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Vecchio 01-12-2011, 11:07   #1
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RIVOLUZIONE
Percorso ormai quel tanto di strada sul fianco della montagna - in modo da aver visto sparire il mondo dietro le nuvole, ma senza scorgere neppure lontanamente la vetta - N si fermò a prendere fiato.
Vide dall'alto scivolare proprio nella sua direzione un'indistinguibile macchia di sangue, in contrasto con il colore delle pietre intorno. Man mano che questa proseguì poté distinguerne i dettagli: era una donna martoriata dalle ferite, che rotolava giù dal crinale fortunatamente non troppo ripido.
N rimase immobile e quella finì la caduta giusto ai suoi piedi.
N: Accidenti che ruzzolone! Incredibile che tu sia tutta intera!
Non riusciva che a sostenere la testa a pochi millimetri dal terreno, N la adagiò supina contro di sé; anche a pochi centimetri di distanza faticava a definirne i lineamenti, e rimase sorpreso nel sentirla parlare così limpidamente e tranquillamente.
R: Intera per modo di dire...ormai la mia pelle è segnata irrimediabilmente dalle ferite: quelle nuove sono profonde ed ampie, e sovrastano le antiche cicatrici aggiungendo dolore al dolore.
N: Stai cercando di raggiungere la cima? Più avanti immagino che la scalata si faccia difficile.
R: Per così dire...per me non è mai stato possibile percorrere questa strada facilmente: le mie gambe sono come tronchi privati di vita, utili solo e ospitare parassiti e a degradarsi lentamente a vantaggio di questi. La salita consumata a prezzo di fatica e umiliazione pareggia nei fatti le cadute - ho bisogno di aiuto per proseguire, da sola mi è impossibile anche quasi respirare.
N: Cosa troveremo in cima?

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Ultima modifica di Allocco; 22-03-2012 a 13:49.
Vecchio 01-12-2011, 11:10   #2
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RIVOLUZIONE

[...]
R: Si incomincia con questa domanda, fino ad oggi si è continuato con una risposta frettolosa, ma non basta. Camminare è il solo modo per saperlo.
Prendimi con te in questo viaggio, non abbiamo nulla di cui cibarci, nessun luogo dove ristorarci, ripararci dal sole e dal gelo: niente distrazioni. Io conosco la strada, l'ho percorsa molte volte in mille modi; lasciami aggrappare e portami con te, fin che riesci.
N: Ti confesso che nonostante le tue condizioni ti trovo istintivamente attraente, la tua voce non sembra affatto incrinata dal dolore e dai sentimenti - logica e ferma, decisa e uniforme: con poco più di un velo di fiducia nel mondo ma con il peso di un obiettivo ancora ignoto - andiamo, il sole batte.
Con non poco affanno la donna si lasciò legare alla schiena del viandante, che riprese la sua lenta andatura.

N: Vuoi scalare una vetta senza gambe...
R: Mi faccio trasportare dai coraggiosi come te, siete in molti più di quanto forse pensi.
N: E nessuno ti ha mai portata fino alla fine? Ti hanno sempre abbandonata?
R: Oh beh no, non è così; alcuni di loro avrebbero voluto resistere, ma sono stati vinti dalla stanchezza, dalla fame o dal sole – morti o svenuti, io ero destinata a rotolare giù in ogni caso - altri sono fuggiti perché non si ritenevano all'altezza - probabilmente non lo erano... - ...c'è stato si, ce ne sono stati che mi hanno solo usata, che hanno approfittato di me – in questa montagna brulla priva di vita – idioti o bastardi, e mi hanno lasciata poi sola e stordita, o gettata direttamente giù a precipizio.
N: Tuttavia chiedi ancora a un passante l'aiuto di cui hai bisogno, questo fa onore alla tua apparente sfiducia nell'uomo.
R: La mia sfiducia è ambigua, intermittente, ma in questi casi è difficile determinare se sia originata da me o di riflesso dallo scetticismo di chi mi si è avvicinato e mi ha visto tentare quest'impresa senza alcun mezzo, senza gambe. Devo chiedere sostegno, ne ho necessità, ma ormai l'esperienza mi insegna che sarò abbandonata, sopraffatta o corrotta da uomini deboli.
N: Io ti porterò sino alla fine del percorso, e non dormirò né morirò.

R: Non sono sempre stata così malridotta comunque; agli inizi ero benvoluta da tutti, e nessuno mi si avvicinava tanto da farmi del male - nemmeno aiutarmi, è chiaro. Io stessa ero molto diversa da oggi, interiormente voglio dire...
N: All'inizio eri una bambina ingenua, ti facevi comandare e rimuovevi ogni trauma tornando spensierata nel giro di un paio di schiaffi.
R: Già, immersa nella religione dell'amore e della compassione mi buscavo le botte e stavo zitta; ma ero uno degli elementi indispensabili di quella società: tramite la mia comparsa i popoli oppressi potevano assaporare un gusto nuovo, quello della prospettiva di un nuovo corso più equo tra sé e i privilegiati, e questi ultimi godevano dello spettacolo sapendo bene che tutto sarebbe tornato esattamente come all'inizio. Sperandolo perlomeno.
N: Quando i popoli sperimentano un nuovo corso tutto può essere restaurato?
R: Non esattamente, ma lo avrebbero scoperto molto più tardi.
Inizialmente il mio nome - Rivoluzione - aveva il rassicurante significato scientifico di rivolgimento e ritorno al punto di partenza, per questo le rivolte politiche vengono definite tali.
N: In realtà una volta che il sapore della libertà, della giustizia, si è accostato alle lingue degli uomini rimane, in qualche forma...
R: ...sotto forma di ricordo, di flebile tradizione...
N: ...in una o due persone magari, nascostamente armate di idee nuove e potenzialmente grandiose...
R: Tutto come prima non torna mai, la storia non si ripete simile a sé stessa.
Anche i ceti dominanti lo sapevano, sapevano che le rivoluzioni possono essere uno strumento da usare a loro completo vantaggio. A quei tempi non esistevano rivoluzioni coordinate o preparate a tavolino: ci si riuniva e si protestava, si spaccava tutto e si rubava il rubabile - qualche strascico di questa tradizione resiste fino ad oggi -, così da dare all'esercito legittimazione qualora partisse - come puntualmente accadde e accade - la repressione dei dissidenti...
N: ...in nome di quel sedicente senso di sicurezza, di stabilità, che tanto preme a chi occupa una poltrona in cima a una piramide sociale...

La stabilità era un problema anche per i due viandanti: il peso, pur non eccessivo, della donna, unito alla poca forza di N e al terreno sassoso e friabile rendeva il percorso una trappola continua; fermatisi decisero di riposarsi: la donna a terra, N seduto ad ammirare il cielo, lontanissimo sotto i suoi piedi.
R: Alle mie prime apparizioni in politica sono stata identificata con la restaurazione; in quei casi accolta come una celebrità, portata sopra un cuscino di seta - avevo ancora le gambe, bisogna dirlo -. L'insediamento di Guglielmo D'Orange, in Inghilterra, fu salutato come la prima "grande rivoluzione" sebbene si tornasse di fatto ad una situazione di compromesso tra parlamento e monarchia, dopo la "grande rivolta" di cinquant'anni prima.
N: Ti avevano fraintesa...
R: Insomma, no, allora ero effettivamente questo, prendevo il significato che il mondo mi dava.
Chi controlla il mondo controlla i significati: "guerra civile", "terrorismo", "malavita", "delitti mafiosi", "rivolte politiche", "corruzioni dell'animo", "disordini sociali", mentali...le parole si costruiscono con l'uso, chi le sa usare e decide - istituendo ad esempio un'accademia che determini univocamente regole e lessici - ha in mano i pensieri di chi discute, li controlla e manipola.
N: Ricominciamo a salire, comincia a vedercisi poco.
Non si mossero.
R: Gli illuministi mi vestirono ancora più moderatamente; per loro non era possibile immaginare una rivoluzione politica non istituzionalizzata; mossi da quell'incrollabile fede nell'evoluzione materialistica dell'uomo, dall'idea che l'uomo tende a migliorarsi e a migliorare le proprie organizzazioni naturalmente, si dimenticarono di me, e lasciarono che l'Europa si preparasse a ricevere il più duro colpo portato sotto la mia ala da lì a millenni.
N: Il 1789...
R: Ormai già ben prima di quegli avvenimenti avevo cominciato ad immaginarmi in una forma diversa, improvvisa, radicale; come sotto l'influsso di un eccitante o pressata dagli istinti adolescenziali vedevo solo nel sangue la soluzione.
N: Di sangue se ne vedeva molto, se n'era sempre visto.
R: La novità fu il colore delle strade; al rosso provocato dagli eserciti e dalle esecuzioni dei tribunali si sostituì il linciaggio pubblico dei nobili e i potenti da parte del popolo.
N: Strade color del cielo. ...ci sarebbe da parlare del popolo.
R: Allora ero soddisfatta, credevo nel popolo. Ma col tempo ho compreso che il popolo non esiste, che è un miraggio di chi, immerso in un mare di facce e di sudore, sente perdere la propria natura di uomo, la propria razionalità.
N: E il popolo si fece raggirare ancora: Terrore giacobino e restaurazione.
R: Eh ma ad elencarli tutti i raggiri...ogni giorno, io ero presente – tu sei presente! -, mi si insulta, mi si caccia giù dalla montagna, giù da un abisso; si ridicolizzano ed emarginano coscienze evolute, si proibiscono libri, si pilotano stati, si creano concetti falsi, storia falsa, verità false; chi controlla le parole e il loro flusso controlla tutto, nel mondo degli uomini.
N: Ed è impossibile per un popolo disorganizzato rispondere, è impossibile anche realizzare la propria posizione all'interno della società.
R: Il popolo non esiste! Nel senso che esiste chi controlla "il popolo", e lo dirige come fosse un suo organo, e chi si sente parte de "il popolo", e non vive le proprie esperienze ma quelle della massa! Diventa un individuo indistinguibile nella marea della gente che insorge, protesta, pretende, si informa, si appassiona al "fatto del giorno", consuma, va controcorrente.
N: Dici che sarebbe più controllabile se ognuno facesse come desidera?
R: Chi controlla la massa non ha a cuore gli interessi dei singoli componenti di quella potenza; e chi sente di appartenere ad una massa non si rende conto degli errori che commette, viene deresponsabilizzato nelle sue azioni: "il popolo" diventa organizzazione periferica del potere, e il singolo, ormai funzionario, agisce in virtù dell'interesse del potere.
Per questo il controllo della rivoluzione non è necessario, bisogna anzi evitarlo quando essa è mossa da una sana coscienza individuale.
N: Capisco, se vi fosse una coscienza comune condivisa le azioni della massa sarebbero autocoordinate dai singoli...
R: Ma anche senza questa coscienza comune assoluta, basterebbero pochi punti; basterebbe agire secondo natura, rispettando sé stessi, stando in pace con sé stessi. A quel punto droga, malavita e gli altri mali della società sarebbero messi sulla strada della sconfitta.
N: ...il singolo agisce razionalmente, al contrario della massa - se la rivoluzione si sviluppa nel singolo non vi è necessità di violenze.
R: Ci sono voluti secoli perché lo comprendessi: la rivoluzione dev'essere individuale, indivisibile dalla persona; è come una fede, non si istituzionalizza o generalizza senza svuotarsi di significato e di prospettive; viva e priva di strade predefinite, procede piano trasportata dai singoli, si diffonde come un'epidemia generatrice: infonde vita e cade ed attende nuovi coraggiosi – e la strada ricambia, torna indietro, svanisce, a seconda della prospettiva.
N: I coraggiosi non si possono annichilire ne controllare, essi non abbandonano la strada scelta con tanta cura – qualche volta senza una seria possibilità di scelta – e battono le suole fino a consumarle per raggiungere...
R: ...con gentilezza...la LORO vetta.
Nei minuti di silenzio successivi i due ripartirono, l'una sulle spalle dell'altro, e una nuvola iniziò a sovrapporsi alla montagna.
Vecchio 01-12-2011, 18:17   #3
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Non valuto il testo dal punto di vista formale ma ne prendo spunto per dire la mia su questo argomento per me felicemente off topic perché la varietà non guasta, anzi... Rispetto molto i grandi uomini di sani principi che hanno dedicato la loro vita in favore dei diritti civili. Oltre a un grande coraggio e altruismo devono aver avuto anche una grande fiducia nell'uomo. È proprio quest'ultima cosa che invece a me manca. Tanta gente è banale e ottusa da far schifo e non potrà mai affrontare una rivoluzione individuale. Quindi lasciamola nell'ignoranza a farsi strumentalizzare! Almeno fossero persone gentili. Col cavolo! Di gente comune di merda il mondo è pieno. Qui dentro ne abbiamo tutti esperienza, ad esempio. Certa ignoranza e maleducazione insita in molte persone appesterà sempre il mondo e non c'è rivoluzione che tenga. L'intelletto è lo strumento con cui l'animale si è rovinato ed è arrivato allo stato di uomo, purtroppo. Quindi utilizzarlo nelle rivoluzioni non è altro che indice di malafede, come si fa capire dal testo, che non porterà niente di interessante. Una rivoluzione decente e per questo impossibile dovrebbe eliminare tutti i bastardi e fannulloni, ricchi o poveri che siano. Per me l'uomo non merita tante attenzioni e dispendio di energie. Invece se certi intellettuali o qualcun'altro la pensa diversamente, crede che ne valga la pena, che si faccia pure crocifiggere dal Ponzio Pilato di turno.
Vecchio 03-12-2011, 15:43   #4
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SUPEREGG

Con le mani e i piedi e il resto del corpo immobilizzato N non poteva che osservare, e nonostante intorno al letto la luce dell'ampia finestra blindata rischiarasse e lavasse i muri, un'ombra senza pace galoppava in circolo.
N: Chi è?
A: Chi?
N: Chi è che mi gira intorno?!
Il galoppìo si fece di colpo insostenibile, la sensazione claustrofobica delle pareti strette al quadrato del soffitto e le fasce di cuoio su fronte torace, polsi e stinchi...
N: Aiutooo!! Che sta succedendo?! Aiutatemi! Aiutami!
A: Sta zitto! Zitto! Non gridare..! Se ti sei ritrovato qui c'è di certo un motivo.
N: Ma quale motivo? Per tenermi così legato?
A: Io non so, sono sulla tua stessa barca sai...
<< Fate meno casino qui! >>
A: Ecco vedi? Dobbiamo parlare sottovoce... Non dovremmo nemmeno parlare forse...
N: Siamo rinchiusi e bloccati in un dannato buco di stanza in due, io legato in sto letto...e dovrei anche tacere?! Ma che senso ha scusa, io grido quanto mi pare e piace: AAAAAAA!
A: No! Zitto! Taci! Chiudi la bocca! Fermati!
Anche se ti sembra illogico loro sanno, fidati: loro sono quelli che sanno le cose... Come va il mondo... E il fatto che io e te siamo chiusi in un manicomio è la prova che non siamo in grado di capire, di sapere e comprendere determinati aspetti della vita...
N: Ma tu sai perché ti hanno messo qui?
A: Certo! Ho chiesto io di essere internato. Ormai era evidente la mia deviazione mentale...
N: A me sembri abbastanza normale; se non altro...hanno fatto un buon lavoro qui dentro...
A: Oh beh, stare rinchiuso è un bene, quando si è inetti e inadatti alla ragione... Pericoloso che noi si stia al mondo sai...
N: Cioè non segui terapie, ti tengono solo in 'sta stanza? Accidenti... ...ma che genere di deviazione avevi?
A: Ce l'ho ancora - ce l'ho ancora! Te l'ho detto: non capisco le cose che accadono... Non riesco né a ignorarle né a capirne i meccanismi...
N: Ma scusa...sai di essere qui, parli lucidamente con me; ti sei analizzato da solo nel tuo rapporto col mondo! Voglio dire...mi sembra che tu non sia proprio pazzo!
A: Ma non è questo... Alcune cose le capisco... Ne colgo il senso... ...quello che non capisco sono gli eventi umani...le conseguenze e le necessità degli uomini.
N: ...
A: Tipo le guerre, l'economia...il sistema scolastico, informativo...i sistemi in generale...le relazioni di lavoro, amorose...la criminalità...la politica... Fatico a capire anche la storia e la filosofia...il cibo, i corpi, i problemi... Ecco, direi che mi sono reso conto di essere perduto quando ho compreso che i problemi miei e quelli degli altri uomini non coincidevano affatto..!
Era evidente che qualcosa non andava... Ma io sono uno e loro moltissimi; è altrettanto evidente che il problema sono io.
N: Anche qui dentro siamo in tanti...
A: Ma siamo comunque una minoranza in un sistema più grande.
N: Ma noi qui dentro siamo la maggioranza: come dentro la tua società sono la maggioranza quelli che hanno problemi diversi - è la stessa cosa.
A: No, ma no! Noi siamo folli, non vedi?! Siamo in un manicomio! L'esistenza stessa dei manicomi - mi sembra tanto evidente, come mi sembra evidente che tu hai degli ottimi motivi per stare qui - testimonia che siamo folli!
N: L'esistenza stessa dei manicomi testimonia che non siamo pochi come si vorrebbe far credere...

A: Ma se ci siamo ritrovati qui c'è di certo un motivo...
Vecchio 05-12-2011, 13:56   #5
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4D PINBALL

L'asfalto ricopriva come una colata immane il viale delimitato da file innumerevoli di arbusti, al di là di questi l'erba svaniva per far posto a fossati colmi di rottami. N veniva dalla sua direzione guardando verso la remotissima tangenziale, e prendendo fiato in silenzio poté udire suoni mai ascoltati prima.
F: HAHAHA! Mi fate un baffo dilettanti!
B: Non darti tante arie!
P: Si! Sei solo un pallone gonfiato!
F: Ma che invidiosi! Pensa un po'!
B: Come mai noi non abbiamo mai visto il sangue?
F: Ma taci va, non è colpa mia se siete sempre addormentati quando agisco!
P: Si certo come no...
Proprio in quel momento un'auto da corsa concluse la sua sfrecciata frenando e ribaltandosi tante volte quante necessarie per sfracellarsi e spezzarsi in due contro un Pino marittimo, appena ammaccato.
P: Visto?! Visto?!
F: Tutta fortuna!
P: Ma che fortuna! Guarda che lavoro di fino!
B: Beh, bisogna ammetterlo...quattro morti sul colpo! Complimenti!
P: Beh è un dono di natura sapete...
L: Allora! Volete smetterla di urlare?! Lo sappiamo che siete dei fenomeni ma tacete un po'! Abbiamo sonno! Ma che ora è?
[sussurrìo]: Le 12 e 25...
L: Ma porca di quella porca di una miseria! Finitela o vi faccio vedere io!
P: Ehi amico vedi di calmarti!
B: L'amico friz qui ha appena frantumato a metà una spider!
L: Ah beh allora posso capire...quanti feriti?
P: Nessun ferito! Quattro morti!
F: Tutta fortuna...
L: Perbacco!
P: E con questi fanno 300 tondi questa settimana!
L: Beh ragazzo mio, scusa per l'irruenza prima...complimenti davvero, porti onore all'aiuola, ma ora abbassate la voce che c'è anche il piccolo qui che deve riposare...
P: D'accordo...
N guardandosi intorno aveva ormai intuito che quelle frasi e quelle parole provenivano dagli alberi eretti al di là dell'asfalto.
N: Scusate ma...
B: Sta parlando con noi?
L: Ecco...si sono fatti sentire...
P: Facciamo finta di niente..!
N: No no non voglio disturbarvi... ...mi interesserebbe solo sapere come mai siete così fieri di voi sapendo di aver ucciso tutte quelle persone...mi pare di capire che addirittura considerate l'esser causa di un incidente stradale come un onore, come una grande impresa, come una forma di elevazione sociale per così dire... ...non voglio certo farvi la predica, io non...non so bene cosa vi spinga a farlo, potrebbe essere anche la vostra stessa natura chi lo sa? Ma dato che mi sento particolarmente vicino spiritualmente alla specie umana ecco, mi chiedevo se potreste smettere di vantarvi almeno per aver fatto di alcuni di loro dei cumuli di ossa e macerie.
...
N: Fate finta di non sentirmi... ...ma io non me ne vado.
N rimase immobile nella sua posizione, e nel tempo che passò di fianco a lui si trascinarono sull'asfalto per poi cadere nel fosso mani insanguinate e macchine e moto e sedili imbottiti di viscere spappolate dentro le lamiere, e continuavano con la sua attesa a macellarsi i corpi umani e meccanici delle automobili e chi si salvava veniva investito e diviso in più parti o soffocato dai fumi tossici. Il viale illeso, gli alberi appena scorticati dopo urti anche davvero tremendi.
[sussurrìo]: He he he...io sono a 320!
[sussurrìo da più parti]: Zitto!
N: Mi fate schifo..! Che razza di esseri figli...
P: Ehi pezzo di niente! Vieni a dirlo tra le mie radici se hai il coraggio! Vieni a continuare la frase avanti!
B: Dai Pino calmati...
P: No no, stava per insultare mia madre! Senti un po' brandello di virtualità, perché diavolo credi che siamo tutti qui ordinatamente in fila? Pensi che ci abbia portato il vento e disposti per bene uno dietro l'altro di fianco ad una strada?! Ma che razza di ragionamenti..!
N: No, ma questo non vi autorizza certo a ridere, a onorarvi del sangue e del dolore inflitto!
B: Rilassati Pino, questo ci fa tagliare tutti...
N: Non farò tagliare nulla, potete fidarvi.
[sussurrìo]: Si, certo...come l'altra volta...
N: Non ero io l'altra volta! Spiegatemi cosa succede e me ne andrò, promesso. Vi lascerò in pace.
L: Te lo spiego io se ti avvicini, e voi tacete che non fate che danni.
Quest'ultima frase era sibilata tra i nodi di un Larice dall'aria antica, solenne; accanto ad esso si sviluppava a vista d'occhio un piccolo Arancio silenzioso. N gli si sedette vicino e lo ascoltò.
L: Conosciamo la vostra morale umana, siete scandalizzabili dalla vista del sangue, dall'ascolto della ridicolizzazione del vostro sangue; quando lo vedete scorrere rosso e caldo sotto i vostri altrimenti blindati occhi. Quando è linfa, quando è dolore silenzioso e diverso per voi non c'è nulla di cui preoccuparsi, quando è un numero su un foglio, quando è un foglio, per voi è tutto normale, passabile, sopportabile, non comprensibile in maniera pratica, per quello ci vuole lo schizzo di sangue, la gamba mozzata, l'occhio sradicato e le unghie disintegrate direttamente contro i vostri stomaci, nelle vostre mani, sui vostri occhi, tra le vostre dita...
P: Stringi amico...
L: ...
N: Non ho fretta.
L: Noi siamo stati sradicati dal luogo in cui siamo nati e cresciuti, piantati come ornamento in questo luogo desolato e arido, nutriti tramite meccanismi automatizzati con acqua inquinata e priva di qualunque valore, disposti in file ordinate - per voi non sarà comprensibile ma è davvero una cosa odiosa per una pianta - con pochissimo spazio per i rami, tanto che saltuariamente passa il camion della potatura...i nostri frutti, utili per nutrire la terra della striminzita aiuola a noi affidata vengono rubati dai passanti, i nostri fiori quando va bene lasciati cadere e poi portati via senza considerare che li abbiamo portati sui rami per settimane, quando va male direttamente estirpati per essere regalati tra innamorati...puoi immaginare che facile sia per le radici con quel deserto...
N: ...
L: Dici che uccidiamo gli uomini, che distruggiamo le auto, che feriamo e mutiliamo e paralizziamo i tuoi tanto cari uomini. Non è vero. Sono essi stessi a guidare l'automobile da loro posseduta sulla strada che loro hanno costruito contro gli alberi da loro disposti! Non vengano a lamentarsi, noi non uccidiamo nessuno! Noi siamo fermi immobili! E cosa credi che sia piacevole farsi colpire da tonnellate di metallo sparate a centinaia di chilometri orari?!
N: Da come ne parlate tra di voi sembrerebbe di si.
L: Considerando che il cielo è annerito dallo smog di quelle automobili e delle fabbriche all'orizzonte, considerando che l'ambiente e l'orizzonte stesso sono svuotati dalla desertificazione che ha ormai colpito i luoghi esterni alle città del mondo proprio a causa delle folli politiche ecologiche degli uomini, considerando che tra di noi non possiamo che parlare e finiamo sistematicamente per insultarci ogni qual volta si apre una discussione - prova tu a stare per secoli accanto a sempre lo stesso tizio che ti racconta sempre la stessa storia della tipa che gli ha sfiorato la radice - ebbene...gli incidenti sono l'unica distrazione per noi, parlare degli incidenti, considerare il computo dei feriti e delle vittime è l'unica attività che ci distragga dalla nostra noia. Senza contare che in fondo i nostri avi cominciarono ad esultare per gli scontri con le auto proprio perché desideravano essere da esse sradicati ed uccisi, piuttosto che continuare a vivere in queste condizioni...
La voce piano piano si affievoliva e restava nella mente del viandante immobile come un gusto amaro.
N: ...
N non parlò più e rimase piantato sull'erba simile ad un tappeto in una terra concimata da sostanze a lei estranee mentre il vento intorno continuava a produrre suoni tra i pochi rami già e ancora carichi di foglie.
Vecchio 05-12-2011, 17:46   #6
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SUPEREGG

Con le mani e i piedi ...
Se questi sono i folli chiudetemi in manicomio! L'avere incertezze non è sintomo di stupidità ma di apertura mentale...
"Non dobbiamo arrabbiarci contro una persona ottusa, bigotta o estremista: Lasciamola stare! Serve! E’ una pedina o un ingranaggio della società. Osserviamola e divertiamoci!"
Vecchio 05-12-2011, 18:53   #7
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4D PINBALL

L'asfalto ricopriva come una colata ...
Interessante. Mi ricorda un capitolo de "Il lupo della steppa" di Herman Hesse che s'intitola "Caccia allegra! Caccia grossa alle automobili"; lì però erano gli uomini disgustati dalla "civiltà" che facevano fuori la gente in automobile.
Concordo con il punto di vista degli alberi ma penso anche dell'altro. L'uomo fa schifo e deve sparire? Bene, allora continuiamo a maltrattare l'ambiente e anche l'uomo scomparirà al più presto.
Dal punto di vista personale io con gli anni, perdendo la fiducia nell'uomo ho perso anche la fiducia nelle mie già modeste ambizioni di vita.
L'automobile la usano tutti però credo che una buona parte delle persone sarebbe disposta a fare dei sacrifici se ci fosse la possibilità di vivere rispettando l'ambiente e i popoli svantaggiati. Gli uomini non sono tutti uguali dal punto di vista dei valori. Se io mi azzardassi a dire che i loro diritti civili dovrebbero dipendere dalla loro rettitudine morale, avrei tutti addosso. Invece al fatto che spesso diritti civili e addirittura privilegi vengano concessi o no in base alla disponibilità economica, pochi si arrischiano a replicare ai responsabili di questi disequilibri…meglio far finta di non vedere.
Io però nel mio piccolo dò solo a chi per me merita.
Vecchio 05-12-2011, 20:52   #8
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Deh caro Nothing

Io se mi sarà possibile eviterò il più possibile di commentare i dialoghi...
Se non ti rispondo non offenderti quindi, alla fine dentro c'è quello che penso, in forma più o meno esplicita o contraddetta..!
Sono un orgoglioso cerchiobottista..!

Vecchio 05-12-2011, 22:18   #9
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Certo, io intanto dico ciò che penso e spero che venga condiviso o aspramente criticato. Anche se la vedo più o meno come te, sto cercando di trovare aspetti che i tuoi testi tralasciano. L'importante penso che sia confrontarsi anche se questo non è il luogo più adatto per trattare certe tematiche.
Vecchio 07-12-2011, 10:23   #10
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EUGLOSS E L'OTTIMISMO

Il manto di cemento che ricopriva le orme di N finì proprio dietro un marciapiede, tra due porte scorrevoli che aprirono un passaggio nel muro contro una vampata di gelo.
N: Accidenti che freddo!
E: Non è abituato all'aria condizionata? Non si preoccupi e venga con me! Le faccio visitare per bene il Centro e vedrà come si sentirà meglio!
N: Oh grazie, vengo volentieri.

Il Centro somigliava a una prigione futuristica, ma dai visi visibili della gente all'interno si strappavano sempre sorrisi.
<< Scusi per i televisori al plasma? >>
E: Settore F6, dietro quella scala mobile; dica che la manda Eugloss, vedrà che le fanno qualche offerta!
Ancora sorrisi; N rimaneva immobile facendosi trascinare dalle braccia grigie del suo accompagnatore, le porte scorrevoli erano ormai lontane.

E: Abbiamo una vastissima scelta: radio, televisori di ogni tipo, lettori multimediali, computer, accessori, giochi... ...lei è un appassionato di videogiochi vero? La porto al reparto B4, lì potrà trovare ogni mondo virtuale in cui soddisfare la sua sete di divertimento! Venga!
Leggermente allibito da parole semisconosciute e illuminato nelle ombre meno nascoste dai fari al neon N continuò a farsi trascinare.
E: Abbiamo guerra, picchiaduro, simulazioni sportive, abbiamo giochi di ruolo... ...non è interessato? Mi dica, cosa vorrebbe vedere?
N: Mi scusi, ma lassù c'è scritto...
E: "Davanti ottimista, dentro felice"? Il nostro motto! Non è meraviglioso?
N: Certo certo, è molto bello; ecco, in effetti vedo che tutti sorridono...
E: Non ci faccia caso, anche lei sorriderà tra non molto! Su, venga con me!
Non ebbe tempo di pensare a una risposta - non sapeva neppure se fosse il caso di divincolarsi: quel luogo era affascinante anzichenò - che il grigio Eugloss lo brancò trascinandolo con maggiore forza al piano di sopra.

E: Guardi che definizione. Questo è un miracolo dell'umanità! Guardi che immagini! C'è da innamorarsene..!
N vedeva quelle immagini ma contemporaneamente scrutava gli occhi sognanti di chi attorno annuiva alle parole estatiche del trascinatore, un po' perplesso.
N: Non capisco, mi piace molto questo televisore...

Altri sorrisi.
<< Scusi per i telefoni cordless? >>
E: Settore C4, proprio sotto qui, prenda la scala mobile; dica che la manda Eugloss, vedrà che le fanno qualche offerta!
Ancora sorrisi.

N: ...ma forse è un po' grande...
N pensava alla sua limitata portata di pellegrino: una scatolona del genere, sebbene ultrapiatta, avrebbe occupato muscoli e sacco interamente.
E: Ma guardi che non costa nulla sa? Qui tutti possono uscire con qualunque cosa! Mi dica cosa desidera, un suo sogno nel cassetto! Mi sveli uno dei suoi piccoli segreti, uno dei suoi desideri, il desiderio che la renderebbe felice se soddisfatto! Me lo dica, avanti! Su!
N: Ehm...io forse dovrei andarmene, queste luci mi fanno lacrimare...
E: Non si preoccupi! Ci farà l'abitudine! Come per il freddo no? Aveva freddo e ora sta benissimo! Deve solo ambientarsi..!
N: In realtà sto tremando...
E: Lei è proprio divertente!
Quello rideva, ma N effettivamente non tremava dal freddo, non solo almeno.
Di nuovo trascinato tra scaffali e cartelli numerati.

E: Ce l'ha un computer? Si goda questo gioiello...80 mila giga di memoria, processore di ultima generazione - è quel processore che ha eguagliato la mente umana, riscrivendo la Divina Commedia senza usare la "U" - a questo prezzo non può farselo scappare!
N: Lei è molto gentile, ma io non ho denaro...
E: Non si preoccupi! Si fidi di me, le preparo un bel foglio di rateizzazione senza impegno; lei mi sta molto simpatico sa? Le faccio comprare il mondo senza manco che se ne accorga! Le piace il computer? Venga con me!

Altri sorrisi; N rimaneva immobile facendosi trascinare dalle braccia grigie del suo accompagnatore, le porte scorrevoli erano sempre lontane.
<< Scusi per i televisori ad alta definizione? >>
E: Settore K3, dietro la seconda a sinistra; dica che la manda Eugloss, vedrà che le fanno qualche offerta!
L'individuo che aveva posto la domanda era inglobato da borse e pacchetti, la moglie poco davanti progettava sorrisi imperturbabili.

N: Mi scusi, ma anche comprando quel computer dice che sarò felice?
E: Accidenti amico mio! Potremmo frequentarci fuori di qui sa? Lei mi fa sbellicare!
N: ...
E: Ah, fa sul serio? Oh santi numi..!
Eugloss si irrigidì in una smorfia assurda e cadde a terra in quella posizione, rimbalzando un pochino sul metallo; alla vista del suo grigiore sparso tutti gli avventori si congelarono similmente, rendendo l'ampio spazio un deserto di uomo e acciaio.
Vecchio 09-12-2011, 12:30   #11
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LEGGE REPUBBLICANA

D: Dimmi amico mio, mi è giunta voce che tu abbia molte domande.
N: Beh...in realtà non poi molte...io cerco senza particolari domande...
D: Ma converrai sulla necessita di ascoltare una domanda per rispondere.
N: Mmm...beh, direi prima di tutto spiegami chi sei, e poi dimmi la tua funzione nel mondo; sei un uomo importante mi sembra, intelligente dicono.
D: Lo dicono? Davvero?
N: Mmm...qualcuno lo dice.

D: Non saprei se puoi chiamarmi in qualche modo; c'è chi mi chiama "divino marchese", chi "scellerato anticristo" e chi semplicemente de Sade; mia madre soleva chiamarmi Donatien; ma a te è concesso solo se lo desideri.
N: Cioè...se voglio posso chiamarti Donatien?
D: Certo, non vedo perché né come potrei impedirtelo.
N: Già...mmm...
D: La mia funzione nel mondo...deh, che domanda bizzarra e retrograda...
N: ..?
D: Secondo te ognuno ha una funzione nel mondo?
N: Non saprei...
D: Secondo te esiste un fine per ogni cosa, ogni azione tende all'adempimento di un disegno? Magari un disegno divino!?
N: Davvero non so rispondere. Tu che dici?
D: Amico mio no! Non puoi avere dubbi in questo tempo! Non se vieni volontariamente da me a colloquio! Bisogna sforzarsi di pensare con la testa se si vuole divenire repubblicani!
N: Repubblicani?
D: Si! Non si può più vivere in un mondo dominato dal clero e dagli organi religiosi! Sotto Roma siamo tutti oscurati dall'inettitudine imposta! Sotto Roma siamo tutti sminuiti e ridotti in schiavitù! E dovremmo pure ringraziare! La futura repubblica dovrà essere abitata da cittadini privi di queste influenze! Bisogna riuscire a cancellare le ingerenze spirituali e anche il più piccolo residuo di spirito dalle nostre menti razionali! Basta con l'anima! Basta con queste st****ate! Dimentichiamo il peggiore peccato dittatoriale del non-pensiero umano: l'etica!
N: Accipicchia, sembri più rivoluzionario che repubblicano...cioè, la chiesa no e lo stato si?
D: Ma vedi...essendo che di Stati non ce ne sono mai stati fino ad oggi - perdonami il gioco di parole, - divertente però, - chi riesce a pensare e volere un futuro dignitoso per sé stesso ricorre all'idea - che non è utopica ma realistica - di uno stato nel quale ognuno pensi alla propria felicità e al proprio bene! Uno Stato repubblicano governato secondo natura da ogni cittadino! Capisci? Uno Stato pubblico, libero, nel quale ognuno possa decidere e perseguire per sé il meglio!
N: Ma se qualcuno dovesse decidere che il proprio bene è...per esempio uccidere o derubare qualcun'altro?
D: Buon per lui! Insomma, nel mondo naturale non esiste la proprietà privata, ogni cosa è a disposizione di chi se la prende, e le conseguenze vengono dietro. Chi uccide qualcuno non deve essere perseguitato dalla legge, da un organo superiore! Che follia è mai questa? La legge repubblicana non porrà all'omicida altra pena che quella in cui può incorrere per la vendetta degli amici o della famiglia dell'ucciso: "io vi accordo la grazia", diceva Luigi XV a Charolais che aveva ucciso un uomo per divertirsi "ma la accordo anche a colui che vi ucciderà". Tutte le basi della legge contro gli omicidi si trovano in questa sentenza sublime!
N: Non so...quindi se io decidessi di ucciderti ora...
D: Ha ha ha amico mio! Io ti colpirei per primo!
N: Stavo scherzando ovviamente...comunque...e del valore della vita? Voglio dire...vendetta si, ma intanto quel poveretto è morto.
D: Ma è naturale che sia morto! Tutti dovremo morire prima o poi! Anche io, e persino tu, credimi! Che senso ha farsi imporre da una legge sovraordinata dei limiti ad azioni che alla coscienza individuale paiono sensate e fattibili?! Se non ti voglio uccidere bene, sennò...peggio per te, vorrà dire che nutrirai i fiori del mio giardino mentre mi beo delle tue ricchezze.
N: E non si rischia di trasformare il mondo in un campo di battaglia?
D: Trasformare?
N: Ma i deboli? I malati, gli anziani, i bambini e le donne incinte?
D: Il leone quando caccia sceglie sistematicamente la preda più debole della mandria, un cucciolo o un vecchio o uno zoppo, e non vi si scaglia da solo ma in tre o quattro contro uno. Questo è giusto? Certo che si!
N: Il leone mangia la sua preda però; l'uomo può uccidere anche solo per divertirsi...
D: E si diverte eccome! Ha ha ha! Torna presto a trovarmi! Ti farò provare!
N: ...
Vecchio 09-12-2011, 13:19   #12
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Quote:
Originariamente inviata da Allocco Visualizza il messaggio
LEGGE REPUBBLICANA
Sto leggendo con attenzione questo topic e sto apprezzando molto i tuoi post, tanto che ritorno spesso a cercarne di nuovi.
Questo soprattutto mi ha colpito particolarmente (forse perchè ultimamente mi sto ponendo interrogativi "etici" molto vicino a quelli del brano), e scriverei qualcosa se non fossi sicuro di cadere nel banale/ovvio.
Mi limito quindi a farti i miei complimenti, apprezzo sia i tuoi ragionamenti (che spesso condivido) sia il modo in cui scrivi.
Vecchio 09-12-2011, 15:04   #13
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Grazie Kavin!
Ci tengo a precisare che il personaggio di Legge repubblicana è un vero... mmm... "filosofo"...
Perciò la responsabilità delle sue idee è sua, non mia..!

Sentiti libero di commentare come desideri, prima o poi arriveranno anche dei dialoghi un po' più (o ancora più) banali; quindi..!!




Tieni conto che mi sono posto la regola di aggiungerne uno circa 2 giorni dopo l'ultimo messaggio nel topic...
Quindi più avanza la discussione (fin'ora poco più che nulla) e più ritarda il dialogo successivo, bene o male che sia!

Ultima modifica di Allocco; 09-12-2011 a 15:07.
Vecchio 09-12-2011, 18:42   #14
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[QUOTE=Allocco;649095]LEGGE REPUBBLICANA

Dò la mia opinione che analizza parzialmente il discorso e lo affronta solo da un punto di vista (secondo me il più sensato).
Penso che la natura abbia dato all'animale certi istinti egoistici utili per far funzionare al meglio il sistema della natura nel quale questo si trova. Vige la legge del più forte, se escludiamo le scimmie e l'uomo; questo ha l'aspetto positivo di autoregolazione della popolazione che impedisce di consumare del tutto le risorse della natura prima che si rigenerino. Questo avviene perché i predatori non hanno altre esigenze oltre a quella di sfamarsi e riprodursi (o altre ma di poco conto).
L'uomo invece con la sua intelligenza ha voluto creare un sistema sopra il sistema. Nel suo mondo artificiale pretende di dare dei diritti di base, quello alla vita è il più importante, a tutti. Siccome è pur sempre un animale si son dovute creare leggi per assicurare il funzionamento del suo mondo (spesso non ci riesce lo stesso ma questo è un altro discorso). Quindi con la sua intelligenza ha fatto qualcosa di immensamente stupido che neanche gli esseri in questo meno dotati avevano fatto. Per quanto si possa progredire con la tecnica, la natura non potrà mai fornire un quantitativo infinito di risorse e di determinati tipi (delle quali l'uomo ne ha bisogno enormemente di più degli animali perché oltre ad avere una popolazione maggiore, ogni singolo individuo ha anche tanti bisogni secondari che vuole soddisfare) e questo porterà a fare guerre.
Quindi prima di chiederci se la legge è giusto o sbagliato che ci sia dovremmo chiederci se è giusto o no che ci sia l'uomo (ad esclusione degli indigeni).
A mio parere da esseri sbagliati nascono atteggiamenti sbagliati.
Vecchio 11-12-2011, 22:33   #15
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ETICHETTOLO II

Sbucando dal buco N buttò l'occhio sulla barba di un nano, ritto davanti a lui, alto come un grattacielo lillipuziano e fiero come il carbone.
N: Ciao, scusa se compaio così dal nulla...
n: Non c'è problema - come non c'è problema?! Mi è venuto un colpo!
N: Ehm... ...si infatti...
n: Lascialo perdere... - Non sa quel che dice...
N: ...
n: Che ci fai da queste parti straniero? - "Che ci fai da queste parti, straniero?"
N: ...
n: A domanda si risponde eh! - Piantala!
N: ...ehm...si, sono un...
n: Un po' confuso direi - sottovoce direi decerebrato, ma...
N: No ecco...io sono confuso si, sei un nano ma hai due personalità, vero?
n: Eh si, si vede tanto?
N: Beh...a dire il vero si; hai mai indagato sulle cause della tua condizione?
n: Mmm... No no, in fondo non mi dà fastidio - Eh già, perché io sarei "l'altra" personalità! Ha ha ha!
N: E...vi do del "voi"?
n: Non so perché non lo avete fatto dall'inizio, screanzato! - Non dargli retta amico, si diverte così...
N: Sono ancora confuso...
Accanto al nano stava seduto un cane, ansimante, e ansimava avendo davanti a sé un tavolo ricco di pietanze inaccessibili.
n: Ti vuoi accomodare con noi? - Non lo voglio seduto al mio stesso tavolo!
N: Se porto disturbo...
n: Siediti e non dar retta a quello... Non può fare a meno di provocare...
N: Bene, avevo giusto un languorino...
n: E dimmi, cosa ti porta alla nostra porta? - Non è una metafora e non ci sono porte.
N: Vorrei capire, viaggio perché voglio comprendere il mondo, per quanto mi è possibile.
n: Molto bene! Un obiettivo più che nobile! - Buona fortuna! Non ce la fareste in un milione di anni!
N: Beh, fino ad ora ho visto molte porte, e qualcosa forse mi è rimasto...
Il cane sbavava mentre il nano ingurgitava cibo per due, e ingurgitava e si puliva e masticava e inghiottiva...
n: Non bagnare il pavimento cane!
E giù botte.
N: Ma..!
n: No scusami, tutti mettono bocca nei miei modi ma, saprò ben io come educare un cane no?
N: ...
n: Bisogna insegnargli l'educazione!
E giù botte.
n: I cani sono sempre stati trattati in questo modo! E per questo sono diventati il miglior amico dell'uomo! Perché non si ribellano, non danno problemi, una volta compreso chi è il capo. Loro comprendono questo del mondo: che il capo è forte e sa essere sia benevolo che crudele. E questo è un bene, loro sono felici di avere un capo; sono degli ex lupi, e tra lupi...insomma...esiste una gerarchia. Infatti vedi che mi ubbidisce ed è sempre dolce con me.
N: Ma non è un controsenso insegnare l'educazione, quindi un repertorio di comportamenti gentili e affettuosi, con la violenza?
N subì allora un richiamo dal nano tanto forte e diritto che svenne sul colpo a sognare.

<< Billy ci è stato inviato a nove mesi di età con la diagnosi di arresto della crescita di origine non organica. Era a quel tempo uno dei bambini che evitavano costantemente la madre. [...] Nelle registrazioni dei nove mesi Billy viene nutrito col biberon tra le braccia della madre. L'inizio di questa sequenza sembra irrilevante; Billy succhia contento, la madre lo guarda teneramente; mostra un minore evitamento dello sguardo rispetto alle precedenti osservazioni. Poi, all'improvviso, la madre trasforma il momento del pasto in un gioco assillante. Dice: "Guarda qui, Billy", e gli toglie di bocca il biberon, lo tiene in alto, getta indietro la testa, e fa scendere qualche goccia di latte nella sua bocca. E Billy, incredibilmente, inizia a ridere e scalciare tutto eccitato. è stata la prima volta in effetti che qualcuno di noi ha visto un segno di gioia sul volto di questo bambino. [...] Un bambino affamato, uno che ha conosciuto l'inedia nei suoi primi mesi di vita, ha modificato un suo imperioso bisogno biologico per un fine che con qualche ironia potremmo definire "sociale". >>

Ultima modifica di Allocco; 11-12-2011 a 22:38.
Vecchio 14-12-2011, 10:45   #16
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LUPUS

T: Ciao.
N: Ciao.
T: Vedi quell'uomo?
N: Si.
T: Che ne dici?
N: ...non saprei, mi sembra impaurito.
T: Non vedi che andatura barcollante? Là a terra la bottiglia vuota?
N: Dici che è sua?
T: E guarda quella signora, con i gioielli al collo - sarà la moglie di un idraulico.
N: Di un idraulico? Con i gioielli al collo?
T: Certo, non immagini nemmeno quanto sia redditizio truffare la gente.
N: Gli idraulici truffano la gente?
T: Hai ragione, tutti truffano tutti, tutti vogliono tutto a scapito degli altri.
N: Non intendevo proprio questo.
T: Ne sei certo? Sei certo che quella donna che ti guarda sia attratta da te?
N: No non credo, sembra un po' imbronciata...
T: Ti sta studiando... Forse ti segue ogni giorno, l'hai mai notata prima?
N: Mi sembra di no...
T: Si nascondeva bene; se ora è uscita allo scoperto significa che è pronta a colpire.
N: A colpire...me?
T: Certo! Ma cosa credi? Non vedi che sguardo? Com'è vestita? Non vedi che ha i capelli sulla faccia? Forse è una parrucca - sarà poi una donna?
N: Sembra proprio una donna...
T: Ma se fosse un uomo abilmente camuffato potrebbe avvicinarti e senza che tu te ne accorga immobilizzarti e rapinarti.
N: Beh ma io non ho nulla di prezioso...
T: Male male, lo sai cosa succede in questi casi - quando non trovano quello che cercano i drogati non la prendono affatto bene - fossi in te starei attento.
N: Non mi sembra pericolosa, e credo proprio che sia una donna...
T: E quel gruppo di bambini? Quante persone avranno rapinato oggi?
N: Ma cosa vai a pensare..!
T: Ci sono i filmati mio caro, ci sono le prove che questi immigrati mandano i loro figli a rubare ai turisti! Prove inconfutabili!
N: Filmati? Filmati di alcuni bambini che rapinano turisti, non vuol dire che questi bambini siano dei ladri - sono lì tranquilli...
T: Sono tranquilli ma parlottano tra di loro, confabulano, non vedi? Ogni tanto indicano di qua e di là per sviare i controlli; c'è anche una pattuglia la all'incrocio, non possono certo muoversi adesso e fanno i bravi ragazzi.
N: Mi sembri un po' paranoico.
T: Guarda quello che gli sfila il portafoglio! L'hai visto?
N: No.
T: Sei stato lento, quell'extracomunitario ha sfilato il portafoglio al tizio in cravatta.
Beh, tanto meglio, anche il tizio in cravatta i soldi li aveva non certo per meriti suoi.
N: Che intendi dire?
T: Beh si vedeva dai suoi occhi che aveva appena assistito a qualche cosa di ambiguo; forse cede ai ricatti sessuali del suo capo, forse semplicemente conserva i suoi soldi in una finanziaria dei tropici.
N: Dai suoi occhi?
T: Si! Quello sguardo: fisso, affannato, tristemente vuoto.
Quello sguardo, quella signora! Ce l'ha; anche i bambini l'hanno, e i poliziotti all'incrocio...
N: Ce l'hanno tutti... ...cosa significa?
T: Tutti non aspettano altro che l'occasione per fregare il prossimo a proprio vantaggio! Credi che quella vecchietta stia aspettando di attraversare la strada? Appena le si avvicinerà un ragazzino gli punterà qualche arma addosso e in un vicolo lo violenterà.
N: Davvero?!
T: Non sarebbe la prima volta, le violenze di questo tipo sono comunissime; ma nessuno denuncia nulla per vergogna.
N: Ce l'hanno tutti quello sguardo... ...io...e tu?
T: Io non ce l'ho, vedi?
N: Non vedo niente.
T: Tutto il resto ti minaccia, e lo sai in fondo: anche tu hai quello sguardo!
N: Anche...io...
T: Chiuditi in casa e trema di paura finché qualcuno non saprà consolarti: tremerai per sempre, murato nel tuo buco infernale! E non avrai i soldi per l'affitto! E il mutuò scadrà e perderai anche la casa e sarai solo nel mondo, senza nulla!
N: Sarò solo in mezzo a tutte queste persone cattive...
T: Si! Sono cattive! Le persone ti minacciano! Le vedi come ti guardano con la coda dell'occhio; oppure rimangono fissi per terra gli sguardi perché ti temono: sanno che i tuoi occhi sono cattivi quanto i loro e ti evitano, non vogliono allarmarti con i loro sguardi impauriti - perché lo sappiamo che quando si è minacciati si finisce con l'attaccare per primi, e ti vogliono prendere di sorpresa...
N: Anche la polizia...
T: Soprattutto! Non ti sei ancora accorto di come lo Stato sia tuo nemico? Di come in tutti i suoi organi esistano corruzioni e malfunzionamenti ricollegabili ad errori umani? Non sono errori, sono clientele e cattiveria, avidità e sete di potere! Vogliono schiacciarti come una pulce! Quanto paghi di tasse?
N: Non...non credo di aver mai pagato tasse...
T: Vedi? Anche tu li freghi! Questa è la prova che siete tutti malefici, cattivi! Questa è la prova che il pesce furbo la scampa, è la prova finale del fatto che devi isolarti, credere solo in te stesso; non fidarti e chiuderti in casa: chiuditi in casa.
N: Non ho una casa...
T: Questo è un cancello aperto...entraci...è una villa disabitata.
N: Ma non si può fare qualcosa per questa cattiveria? Siamo irrecuperabili? Io non vorrei essere...
T: Vorresti cambiare la natura dell'uomo?
N: La natura dell'uomo...
T: Cammina su, vedi la casa è piena di allarmi, è inespugnabile; qui dentro sei al sicuro.
N: Sono al sicuro.

...

T: Hanno rapinato la villa qui accanto ieri notte, la notte prima la villa accanto a quella dei nostri vicini...
N: Ma noi abbiamo gli allarmi, siamo al sicuro.
T: No no, anche loro avevano gli allarmi, ma li hanno disattivati, hanno legato e seviziato gli abitanti e hanno portato via tutto.
N: Qui non c'è niente...solo sacchi di sabbia, catene, assi di legno...
T: Prepara bene la fortezza per la notte amico mio, proteggici dal mondo esterno...te li ricordi quegli sguardi? Proteggiti dal mondo e sarai al sicuro, isolati e vedrai che vedrai la luce del sole domani...metti quei sacchi lì, e le assi inchiodale...ecco, bene.

N: C'è un fucile qui.
T: Si, ci sono delle armi in quella cassa.
N: ...
T: Vuoi prenderle?
N: Forse dovrei, se qualcuno riuscisse ad entrare...

T: Certo che... ...aspettare che entrino in casa è da codardi.
N: Come?
T: Si insomma, noi lo sappiamo chi è il nemico: gli altri uomini! Allora perché aspettare?
N: Vuoi dire che dovrei attaccare io per primo?
T: So che ti sembra una follia, ma considera che tutti ti sono contro, questa casa è destinata ad essere attaccata dai delinquenti, dagli immigrati, dai truffatori e dagli approfittatori: tutti ti sono contro... ...e tu sei solo a difenderti da loro e non puoi contare sullo Stato che è il più ladro di tutti.
N: Ma finirò in galera.
T: No, abbiamo preparato tutto perché nessuno riesca ad entrare in casa; tu non hai mai sparato ma farlo e resistere alla polizia basterebbe a far capire a tutti che tu sei forte, che tu sei un vero uomo, forte, il più forte di tutti e che hai il coraggio di agire prima che gli altri si approfittino di te...quindi agisci! Forza! Non sei una checca! Spara a quella signora! Spara ai ragazzini! Ai poliziotti!

N: Non posso.
T: Come?
N: Non mi interessa quello che mi dici, io mi fido degli uomini.
Quegli sguardi sono solo tristezza e paura, e sei tu – tu sei! - a portare tutto ciò.
T: Io? Ma è la natura dell'uomo, piccolo uomo.
N: No. Nella natura dell'uomo c'è l'amare, l'odiare, l'uccidere, il violentare, il godere e il sorridere; l'uomo non è cattivo.
T: Piccolo idiota, tu sei un solo pezzo di sterco su questa dannata terra, ti farò uccidere.
N: Questa è la tua natura - ora vattene.

...

T: Ciao...
Vecchio 16-12-2011, 14:04   #17
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LCD

V: Dove se ne va di bello? Va in vacanza?
N: Beh no...sono qui solo di passaggio...
V: Ah ho capito deve prendere il Nizza delle cinque; mi spiace tanto sa ma pare abbia più di cinquanta minuti di ritardo.
N: Così tanto?
S: Lei non prende molto spesso il treno vero?
N: Beh no in effetti...possiamo darci del tu?
S: Certo! Ormai non si può più sopportare la disorganizzazione delle ferrovie...
V: Una vergogna...è una vergogna..! Io per venire a visitare il mio defunto marito devo prendere un interregionale dopo mezzogiorno; ebbene, quando c'è - le rare volte - tutto bene, ma se è in ritardo o rimane fermo mi tocca aspettare da sola in stazione!
N: Non puoi prendere un altro treno?
V: Eh non ce n'è d'altri!
N: No ma...tipo un treno prima...
V: Eh no perché c'è l'orario del cimitero da rispettare...
N: (L'orario del cimitero?!)
S: Eh ma è così, mio nipote mi raccontava che era andato ad una manifestazione giù a Roma; ebbene, a parte che ci sarà stato casino e tutto quello che vuoi, ma dice che è rimasto fermo sulle rotaie per ore ed ore...'pèta che gli telefono..
N: No no non c'è bisogno ti credo ti credo... (L'orario del cimitero?!)
S: Comunque non devi sorprenderti troppo, le ferrovie italiane sono una disgrazia; e non si sa mai cosa aspettarsi...
V: Ho incontrato un giovanotto su una carrozza quando qualche mese fa sono andata a farmi operare a Genova, e parlavamo così come parliamo noi; e lui dice che in fondo gli fa piacere che sia così!
N: Che i treni siano sempre in ritardo?
V: Si! Dice che rendono il viaggio più avventuroso!
N: Non ha tutti i torti...
S: Eh certo, poi quando ti ritrovi a domare le cimici, gli scorpioni o le zecche che fanno da pendolari dentro molte carrozze li si che è davvero uno spasso..! Un'avventura! Che roba...
N: Zecche..? Che roba veramente...

L: Psss!
N: Eh?
L: Ehi! N! Psss!
N: ...
L: Qui fuori dal gabbiotto! Lo schermo! Vieni fuori!
N: Scusatemi, prendo un po' d'aria...buona continuazione!
V: A lei!
S: Bisogna dirsi in bocca al lupo ormai! Buon viaggio!

L: Mi sembravi sorpreso...
N: Lo sono, quei signori mi hanno raccontato delle cose incredibili riguardo i treni, le carrozze e...
L: Zitto zitto! Parla in silenzio!
N: ...
L: Come faccio io!
N: Ok, perché non devono sentirci?
L: No! Perché io ti racconto quello che sta dietro alle dicerie, alle voci di corridoio delle stazioni!
N: Vuoi dire che sono voci false? Che in realtà l'organizzazione delle stazioni e della viabilità è perfettamente coordinata ed efficiente? Che i prezzi sono adeguati al servizio e anzi economici? Che...
L: No.
N: Ah.
L: Io sono uno schermo e genero utili non indifferenti all'azienda ferroviaria tramite la pubblicità che continuamente assilla i viaggiatori in attesa sulle banchine, la mia fortuna è l'essere connesso con i sistemi di comunicazione dell'azienda - che poi nei treni sono quelli dei lavoratori privati, visto che non esiste una dotazione al riguardo -; in tal modo posso essere al corrente di tutte le schifezze che questi sedicenti manager dagli stipendi faraonici e dalle mansioni ridicole mettono su per truffare il prossimo..!
N: Accidenti...
L: Ti basti pensare che pur avendo installato pubblicità ovunque i biglietti ancora aumentano e i treni beh...continuano ad essere in ritardo o mancano del tutto... - se va bene un centinaio di treni soppressi al giorno, non so se mi spiego! In media 1700 treni soppressi alla settimana!
N: Ma da cosa deriva questa inefficienza?
L: Ehhh! Questa si che è la domanda da un miliardo di treni soppressi! Se proprio vogliamo vedere le origini dell'inefficienza ci perdiamo nei meandri delle gestioni economiche dei governi del dopoguerra...ma in fondo anche loro con i mezzi che avevano non è che potessero fare molto meglio... ...terribile è invece la gestione moderna, ovviamente mancano i soldi per il rinnovamento, nonostante i continui finanziamenti e gli aumenti ormai diventati costanti con l'ultimo piano finanziario avviato in quest'anno; perché i mezzi ci sono, ma è destabilizzante rendersi conto che se si dovessero spendere una miriade di milioni di euro per comperare vagoni e locomotrici nuovi si arriverebbe a malapena a sostituire i residuati museali oggigiorno in transito - quando va bene, quando va male in riposo eterno - nelle stazioni con la non esaltante prospettiva della bancarotta...
N: No dai...
L: Eh certo! L'azienda non fa che aumentare i prezzi per i passeggeri e licenziare gente; pare che dal 2007 in quattro anni si avranno tipo 10000 licenziamenti - loro li chiamano "uscite pianificate", che cari! - a fronte di un migliaio di assunzioni metà delle quali a tempo determinato...
N: Non c'è...scusa ma non ci credo che sia tutto così schifoso...
L: No no, ci sono anche buoni risvolti...
N: Ah bene!
L: Ad esempio i processi ai dirigenti che nonostante i divieti permettevano l'uso di vernici e parti contenenti amianto nella costruzione dei vagoni; 48 morti accertate e molte vite rovinate dalla diagnosi di malanni e tumori più o meno mortali, ma comunque sempre pericolosissimi e non certo comodi da portare...

V: Guardi che il suo treno sta per partire eh! Si sbrighi a salire!
N: Spero che all'interno i bagni funzionino...


---

Per dovere di compiutezza devo ammettere che NON RIESCO A TROVARE il sito dal quale avevo preso i dati...
Penso non esista più e ciò mi fa dubitare nettamente della loro validità...
Del resto le notizie sull'amianto nelle ferrovie esistono, così come quelle sui treni cancellati e diverse altre cose citate; non trovo invece dati concreti su una cronologia dei licenziamenti, ma lì nel 2007 si parlava di previsioni, a prescindere di quanti poi ce ne siano stati davvero...
Bom insomma, facciamo che ogni riferimento a fatti, persone e società è relativamente casuale in questo caso specifico...
Mea culpa mea culpa

Ultima modifica di Allocco; 16-12-2011 a 14:31.
Vecchio 18-12-2011, 14:02   #18
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KODOMO

Tra N e Kodomo si stendeva un velo trasparente, sospeso invisibilmente nel vuoto.
N: Ciao!
K: Ciao!
N: Ti vedo bene.
K: Già, mi ricordo delle tue visite, ti avevo fatto passare allora all'esame, ma c'era margine di miglioramento.
N non comprese appieno il significato di quella risposta, ma lasciò correre.
N: E tu? Come stai?
K: Eh guardi, ho una specie di fitta che va e viene sotto l'ascella sinistra; poi, quando tossisco sento come muovere dentro il torace...
N: Caspita... ...ma come fai a vivere qui?
K: Me la passo bene, sono mantenuto dai miei da sempre - non devo manco comprare il pane, e i soldi che guadagno li posso usare esclusivamente per me!
N: Quindi lavori...
K: Lavoro, faccio quello che c'è, spesso rubo.
N: Non hai timore della legge?
K: In realtà è difficile che ci becchino, abbiamo studiato delle strategie di copertura - abbiamo dei poveracci che prendono le responsabilità delle accuse, ad esempio...
N continuava a non capire tutti quei cambiamenti di tono, ad ogni risposta il suo interlocutore modificava timbro, registro e discorso - sembrava di parlare con una moltitudine di persone, ma c'era solo lui davanti.
N: Ho l'impressione di parlare con molte persone...
K: Stia tranquillo e mi racconti tutto: quando è accaduto per la prima volta?
N sorrise di soppiatto.
K: Che ca**o hai da ridere, porco?! Mi trovi spassoso? Vuoi un calcio nei denti?!
N: No no... ...scusa, è che hai un fare molto strano...
K: Già, sono strano...l'altra notte ho sognato di uccidere degli uomini.
N: Hai sognato che uccidevi qualcuno?
K: Io ho ucciso qualcuno, anzi...ho ucciso... Beh, a dire il vero ho perso il conto! Ha ha ha!
N: Accidenti, ma perché lo fai?
K: Che vuoi, sono gli unici lavori che ci rimangono, quando arriviamo in questo paese: o lavi i vetri, o spacci, o batti.
N: Sono confuso...
K: Vuoi una sigaretta?
N: No grazie, ma tu fumi?
K: No, per chi mi hai preso fratello? Il mio corpo è un tempio.
N: Ma allora perché mi hai proposto di fumare?
K: Si sbaglia, io le ho ripetuto di smettere di fumare! Sono anni che la avverto, ma lei fa sempre finta di niente!
N: Accidenti, io non fumo mica!
K: Male! Sa quanto lavoro danno le industrie del fumo nei paesi del terzo mondo? Io oserei dire che siamo dei benefattori, dovremmo essere premiati per questo!
N: Ma tu non fumi...
K: Per dio amico mio! Ci mancherebbe che rimanessi senza! Quando sei sulla strada e devi fare seicento chilometri da solo come un co***one almeno una sigarettina ti fa compagnia...mica me la vorrai togliere?
La mancanza di senso di quella conversazione stava toccando vette impensabili, N si teneva la fronte per non esplodere meningi, ma continuava a non capire proprio nulla.
K: Anche io ho perso la testa con quel numero; certo ho ottenuto buoni risultati, ma la comunità scientifica mi continua a snobbare...
N: ...
K: ...e se riesco a pubblicare la raccolta potrei anche mettere su un gruzzolo, con i diritti...
N: ...
K: ...nulla da dichiarare?
Proprio in quel momento il velo trasparente cadde, e nell'oscurità intorno ad esso si spandeva la figura di Kodomo: un centimetro d'uomo - minuscolo - simile ad un uccello, ad un cane, ad un maiale, ad un sosia, un macellaio, una madre, un solitario, un debole, un pazzo, un assassino, un operaio, uno scrittore, un viandante...

Resosi conto della confusione di N il piccolo seme indistinto si accostò a lui e con un impercettibile fare fraterno prese a bisbigliare.
K: Devi perdonarmi, il tempo è grazia e condanna.
N: Ancora non capisco.
K: Sono Kodomo, ora non puoi vedermi, sono il germe della possibilità...germe poi, sono l’idea di ciò che l’uomo è e va ad essere. L’uomo prima di essere uomo, per semplificare.
N: Quindi tutte quelle personalità cosa significavano?
K: Cosa può significare una personalità? Erano semplici possibilità per una vita.
N: Tutte quelle possibilità per una stessa vita?
K: Certamente, durante ogni fase di ogni vita si può svoltare, volontariamente o meno; ma è soprattutto nelle prime fasi che queste variabili rendono gli elementari bivi della condizione adulta degli incroci di milioni, miliardi di strade.
N: E tu hai il potere di decidere di queste svolte?
K: Assolutamente, il cammino degli uomini è personale; ognuno decide per le possibilità che l’ambiente gli offre.
Io ora so tutte queste cose perché sono nulla, non sono nel mondo, sono libero dal velo dell’oblio; domani, una volta uomo, dovrò imparare a ricordare tutto questo. Oppure non farlo.
N: Credo che tutto sommato tu mi abbia aiutato, grazie.
K: ...
N: E buona fortuna!
K: ...

Ultima modifica di Allocco; 18-12-2011 a 14:07.
Vecchio 21-12-2011, 14:08   #19
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GIUSTIZIA

Spostatosi al di sotto di uno spicchio di roccia, conformato in maniera tale da coprire con un'ombra quasi nera un buon pezzo di terreno - giusto fino ai piedi del viandante -, N si fermò per prendere fiato e ripararsi dalla tempesta di grandine.
Vide in quel momento dalla macchia di buio spalmata sulla pietra e la terra muoversi una serie di mani, e attrezzi indistinguibili e vesti e stracci e veli stracciati dal ghiaccio. Mentre questa strana conformazione si trascinava verso la luce N iniziò a distinguerne i connotati; era una particolare forma di donna: gli attrezzi legati uno per polso da corde erano dei più svariati - spade, ganci, penne d'oca e monocoli e molti altri - ma il viso pareva mancare - non per il buio, pareva mancare del tutto.
N: Chi...cosa sei?
G: Sono la Giustizia.

G: Da dove vieni?
N: Sono un viandante, vago nel mondo in cerca di domande principalmente; per ciò che so di te dovremmo essere simili.
G: Per ciò che sai di me? Varrebbe a dire?
N: Beh...anche tu lavori sulle domande, lavori sulle leggi applicate a fatti fondamentalmente sconosciuti: delitti, frodi, azioni illegali che difficilmente sono commesse di fronte ad un pubblico.
Lavori con le domande - chi è stato? Perché? Come? E così via...
G: Ah, capisco...beh...non credo che tu abbia bene compreso chi hai di fronte.
N: In che senso?
G: Io non sono conoscibile per un uomo.
N: Non sono un uomo.
G: ...
N: Non puoi vedermi...beh, non sono propriamente un uomo, ma immagino tu intendessi dicendo ciò "per chi vive e pensa nel modo degli uomini".
G: Esattamente.
Chi vive e pensa nel mondo degli uomini è costretto, se non abbastanza umano da costruire un linguaggio, ad usare linguaggi predefiniti, predigeriti e privati in un certo senso di significato.
Credimi se ti dico che tra i significati degli uomini la mia presenza non è assolutamente prevista - e in genere sono avara di avverbi, quelli di questo genere poi: assolutamente, certamente, sicuramente, veramente; sono inascoltabili pronunciati tra parole insensate.
N: E le parole degli uomini sono insensate?
G: Devi scusarmi...non conosco il tuo rapporto con gli uomini, ma ho l'impressione che si avverta un certo rancore quando rivolgo il discorso verso di loro...
Non devo sembrarti oggettiva.
N: Ti hanno portata loro in questo luogo?
G: In verità non saprei dirlo...allora non ero che una ragazzina, devo aver cancellato dai ricordi ciò che riguarda la mia vita prima dell'esilio. Sogno, sogno spesso...sogno giudizi, processi e pene arbitrarie e prive di logica; ma non solo...
Scusami.

Il tempo non accennava a migliorare, e il buio del letto della donna pareva estendersi lentamente immergendo in sé anche le estremità del visitatore.
N: Cosa sono tutti questi oggetti? Perché sono legati ai polsi?
G: Sono significati, sono concezioni di me che abitano nelle menti degli uomini. Loro non mi hanno bloccata in questo luogo volontariamente, non mi hanno portata qui a forza, non mi tengono ferma qui seduta a terra. Chi mi ha portato qui non saprei dire, ma è il peso abnorme di questi fardelli - guarda: trofei, assi di legno, siringhe e dischi dei freni - a inchiodarmi a questo lastrone di pietra e fango, ormai.


G: Non sogno solo ingiustizie. Gli uomini sanno anche sperare in me, in questo mi ricordano vagamente certe volte: nella speranza.
N: Ma davvero hai un'opinione così negativa della condizione umana?
G: Si. Ma la speranza...
N: Già.

N: Non ti chiedo di aggregarti a me, dubito che riuscirei a sollevare tutto quel peso.
G: Già.

Ultima modifica di Allocco; 21-12-2011 a 14:13.
Vecchio 24-12-2011, 00:00   #20
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SOLDATINO ALLEGRO

Raccolti tutti nelle mani di N, caduti come neve sulla sua superficie, stavano decine e decine di migliaia di atomi di polvere.
Tutti questi granelli apparentemente disorganizzati formavano, ad uno sguardo più attento, una serie di corpuscoli dotati di senso compiuto.
I corpuscoli, osservati con l'attenzione che si rivolge ad un essere umano, rivelavano la loro natura umana: erano piccoli soldati schierati ormai, sulla pelle di N.
N si rivolse ad uno di loro, notando come non fossero semplicemente piccolissimi soldati, ma anche - e questo lo colpì alquanto - soldati piccolissimi, intendendo con ciò che oltre a stare in migliaia in un centimetro quadro erano anche anagraficamente bambini.
N: Chi siete, piccoli soldati? Cadete dal cielo come la neve?
S: Non siamo nessuno. No.
N: ...siete equipaggiati di tutto punto, ma sono armi giocattolo le vostre, dipinte in qualche tipo di plastica...
S: Falso.
N: Come mai parli in questo modo? Non vuoi parlare con me?
S: Per nessuna ragione. No.
N: Vuoi che me ne vada?
S: No.
N: ...
S: Voglio che tu gridi.
N: Che io gridi?
S: Tutti lo vogliamo.
Tutti: Si! Lo vogliamo!
N: Perché volete che io gridi? E poi...cosa dovrei gridare?
S: Sei un nostro superiore. Vogliamo essere comandati e motivati.
N: Sono un vostro superiore perché vi tengo nelle mani? Posso anche poggiarvi se volete...davvero.
S: Vogliamo che ci gridi e ci insulti.
N: ...
S: Vogliamo che ci gridi e ci insulti!
Tutti: Si! Vogliamo che ci gridi e ci insulti!
N: Ma io non capisco...
Tutti: Si! Vogliamo che ci gridi e ci insulti!
N: ...
S: Gridaci e insultaci!
N: No. State zitti.
Tutti: ...

S: Vogliamo che usi quella saliera su di noi.
Mentre il piccolissimo soldato parlava tutti gli altri iniziavano ad usare alcuni dei loro coltelli per scavare profonde ferite nelle loro spalle e sulle proprie tempie, gemendo lievemente all'unisono.
S: Spargi quel sale su di noi.
N: Ma perché?! Siete forse impazziti?! Smettetela di ferirvi!
S: Non siamo noi a ferirci. La guerra ci ferisce, la guerra necessita delle nostre ferite.
N: Ma non è vero per niente, non è proprio vero! La guerra non necessita niente e voi non le dovete nulla soprattutto! Smettetela e basta, ve lo ordino!
I piccoli soldati smisero ma ormai erano tutti scorticati nei medesimi punti; molti di loro avevano già compreso che data la poca attitudine al comando di N avrebbero dovuto arrangiarsi, e tirando fuori dai loro astucci la polvere da sparo fornitagli la gettavano spargendola per la piccolissima aria del plotone verso la carne viva e sanguigna aperta, piangendo.
N: Non posso credere a quello che vedo.
S: Gridaci e insultaci! Gridaci e insultaci!
N: No!
Tutti: Gridaci e insultaci! Gridaci e insultaci!
S: Spargi il sale!
N: Non dovete...
Tutti: Gridaci e insultaci! Gridaci e insultaci!
S: Spargi il sale! Spargi il sale!
N: Fermi...piano...
Tutti: Gridaci e insultaci! Spargi il sale! Gridaci e insultaci! Spargi il sale!
N: Accidenti...
Tutti: Gridaci e insultaci! Gridaci e insultaci! Spargi il sale! Spargi il sale! Gridaci e insultaci! Gridaci e insultaci! Spargi il sale! Gridaci e insultaci!
N: Silenzio!!!
S: Ci hai gridato, ora insultaci.
E piangevano.

N: Ora basta, medicate quelle ferite o si infetteranno...

E piangevano e mentre piangevano si agitavano, si attivavano fisiologicamente; qualcuno aveva con sé della colla e molti la annusavano dai sacchetti; le loro pupille piccolissime si dilatavano, le loro mani e i nervi si tendevano innaturalmente; le loro ferite ribollivano del sangue trattenuto dalla polvere e eruttato come la follia dipinta nei loro piccolissimi occhi schiacciati gli uni contro gli altri e roteanti nelle mani di N.
N: ...
Caricati istintivamente i fucili iniziarono a spararsi vicendevolmente.
N: Fermi! Smettetela! No! Basta!
I piccolissimi proiettili rimbalzavano sulla pelle elastica delle mani e dei polsi di N ma non risparmiavano le membra dei piccolissimi soldati: mutilati, dei piccolissimi uomini privi di gambe e di occhi, esplosi con le proprie orecchie per mano di piccolissimi fratelli, privati di denti e gengive e mascelle e cervelli dipinti per terra - sul palmo di N - e sparsi come tracce di atomi d'inchiostro su di un autorevole calcolo statistico.
N: Fermi...smettetela...
L'unico sopravvissuto era a quel punto il piccolissimo soldato cui N aveva rivolto la parola, il più feroce nella battaglia, l'unico sopravvissuto.
Rivolgendo una pistola alla tempia ancora carica di polvere da sparo e chiudendo gli occhi pianse ancora.
S: Basta.
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