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Vecchio 12-06-2015, 07:46   #21
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comunque fossi stata oggetto della sua vendetta avrei risolto la cosa senza aprire indagini, denunce e processi
Vecchio 12-06-2015, 07:46   #22
Esperto
L'avatar di sato
 

la vittima è lei anche se alla fine si è vendicata in quel modo
la ragazza perseguitata invece è vittima di se stessa
Vecchio 12-06-2015, 08:54   #23
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Quote:
Originariamente inviata da pesco Visualizza il messaggio
comunque fossi stata oggetto della sua vendetta avrei risolto la cosa senza aprire indagini, denunce e processi
Non aveva la certezza di chi fosse, suppongo (e comunque non che questa sembri essere totalmente nel pieno della ragionevolezza).
Ad un certo punto parla di sfigurare con l'acido, io la denuncia l'avrei fatta.


Comunque sapeva tutta la vita di questa grazie a facebook
Vecchio 12-06-2015, 10:13   #24
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sarà che sono stato minacciato di essere denunciato da una persona...che poi in questo caso concordo con te., è oggettivamente grave

Inviato dal mio M-PPBG500 utilizzando Tapatalk
Vecchio 12-06-2015, 11:26   #25
Esperto
L'avatar di phabio
 

Mi ricorda un film con Denise Richards dove un gruppo di ragazze bullava un loro compagno bruttino e un po' sfigato, e vent'anni dopo questo si vendica facendole tutte a pezzettini.
Vecchio 12-06-2015, 12:31   #26
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Quote:
Originariamente inviata da barclay Visualizza il messaggio
Per me è inevitabile solidarizzare con "Irina".
#jesuisirina invece di jesuis charlie

Comunque sì, la fanno passare per una che si è immaginata tutto, interesse a sentire le sue ragioni o capire cosa sia successo nulla, gli altri sono povere vittime lei la stronza -_- vabbehhhh
Vecchio 12-06-2015, 13:02   #27
Esperto
 

Da quel poco che si legge mi sembrano più cose da "ragazzini".... mah sarà che io da quando ho terminato le scuole superiori ho vissuto altre esperienze DI VITA (nel senso di avere una percezione più ampia e reale della vita) e queste cose qua a vederle con gli occhi "attuali", a posteriori, mi sembrano cretinate... seppur a quei tempi sentivo anche io la necessità di "riscattarmi" in qualche modo dall'emarginazione. Altri magari le prendono più seriamente.... perchè magari sentono il bisogno anche far parlare di sè. Ho cmq rispetto per loro perchè so cosa vuol dire e come ci possa sentire in quei momenti... ma col tempo si "dovrebbe" diventare più maturi, perchè la vita non è tutta rose e fiori per nessuno

Ultima modifica di iturbe89; 12-06-2015 a 13:12.
Vecchio 12-06-2015, 13:13   #28
Intermedio
L'avatar di Danny 2.0
 

La vendetta non la trovo mai adatta in questi casi; ancor più se contro il codice penale. Soprattutto se a quell'età i bulli stessi davano pochissimo peso ai loro gesti e magari dovevano essere aiutati pure loro, interiorizzare lo scherno e la disistima come una conseguenza dell'aver vissuto determinate esperienze è comprensibile, sviluppare una ossessione vendicativa tra l'altro infrangendo la legge è giustamente perseguibile e non giustificabile.
Vecchio 12-06-2015, 13:21   #29
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da pesco Visualizza il messaggio
comunque fossi stata oggetto della sua vendetta avrei risolto la cosa senza aprire indagini, denunce e processi
Pochissime persone sanno pentirsi e chiedere scusa
Vecchio 12-06-2015, 13:22   #30
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Quote:
Originariamente inviata da ila82 Visualizza il messaggio
Ad un certo punto parla di sfigurare con l'acido, io la denuncia l'avrei fatta.
Non capisco perché essere così indulgenti: secondo me è giusto denunciare per molto meno perché la trovo la forma migliore per far cessare un determinato comportamento ed è decisamente migliore di una vendetta.

Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
E chissà se qualcuno avrà interesse o sarà tenuto a cercare di capirlo e a chiederne il conto ad eventuali responsabili...
Se avrà rilevanza sul piano penale, verranno fatte le dovute indagini.
Non m'interessa entrare nel merito emotivo e psicologico della persona, anche perché è impossibile stabilire cosa le sia successo.
Sto solo analizzando la cosa su un piano di rilevanza penale come m'interessa fare in questi casi.
Vecchio 12-06-2015, 13:57   #31
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Quote:
Originariamente inviata da _Diana_ Visualizza il messaggio
Io sono la prima ad autoemarginarmi dagli altri, evitandoli e quindi mi fa strano che qualcuno possa soffrire tanto da odiare chi mette in atto comportamenti del genere, anche senza l'intenzione di ferire qualcuno.

Ah, questo è un problema. Nel senso, è giusto includere chiunque, anche chi non ci piace? Non è una domanda retorica, davvero, non so se sia giusto o sbagliato. Sinceramente non vorrei mai essere inclusa in un gruppo solo perché si deve, mi sentirei un'inetta e un'incapace ancora di più che essendo emarginata, perché se mi si include solo perché si deve significa che non ho nulla in me di piacevole e/o interessante che possa rendere piacevole/interessante agli altri avere rapporti con me. Decisamente avvilente e anche umiliante, più di essere emarginata. Inoltre essere inclusa senza alcun sforzo, non mi permetterebbe di capire se c'è un problema, e se c'è quindi lavorare per risolverlo.
D'altra parte però l'emarginazione è un circolo vizioso, essere sempre esclusi porta a sviluppare le peggiori parti di sé, secondo me, come astio, rabbia e paura, oltre al fatto che si impara moltissimo nel confronto con gli altri, per cui se si è emarginati allora si "peggiora" sempre di più, si è sempre più diversi per cui si è sempre più emarginati.

Soluzione? Ah...bella domanda. Forse sta nel dotare di intelligenza e sincerità le persone. Ovvero io ti includo sempre, ti do la possibilità, ma nel contempo ti spiego anche, senza malignità, cosa secondo me ti rende non accettabile (poi è soggettivo, non siamo tutti uguali). Forse, perché ci vuole maturità sia da una parte che dall'altra: non è facile fare critiche costruttive, così come non è facile accettarle, e da ragazzini è ancora più difficile.
Vecchio 12-06-2015, 13:59   #32
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da _Diana_ Visualizza il messaggio
Vedremo come finirà questa storia, non credo che potranno far finta di non vedere l'urlo disperato di aiuto che aveva fatto con la denuncia quando la vittima era lei.

A me era venuto un dubbio, non sulla sua sofferenza, ma sulla definizione di bullismo quando era lei la vittima, mentre nei panni della carnefice è finita per fare cyberbullismo. Così sono andata a leggere su Wikipedia e nella definizione di "bullismo psicologico" c'è pure quello di "ignorare ed escludere una persona da un gruppo" e io questo, ingenuamente, non lo sapevo. Io sono la prima ad autoemarginarmi dagli altri, evitandoli e quindi mi fa strano che qualcuno possa soffrire tanto da odiare chi mette in atto comportamenti del genere, anche senza l'intenzione di ferire qualcuno.

Davvero non capisci quanto faccia male essere emarginati? Rifiutati? Farsi sentire una merda indegna di vivere con gli altri?

Povera ragazza, ora passerà un sacco di guai, che mondo infame

Ultima modifica di lauretum; 12-06-2015 a 14:01.
Vecchio 12-06-2015, 15:02   #33
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Quote:
Originariamente inviata da _Diana_ Visualizza il messaggio
Piano con le insinuazioni eh, lauretum.


Sei riuscita a comprendere e spiegarlo meglio di come avrei potuto fare io, grazie.

Anche provando ad essere equilibrati con gli altri, come scrivi nell'ultimo paragrafo, è difficile non rischiare di ferire qualcuno, se sta già male per conto suo.

E' un bel cruccio, al liceo io ero molto ben inserita nella mia classe (classe meravigliosa e secondo me per intelligenza ben superiore alla media), ma c'era una ragazza molto molto disadattata, che è arrivata da noi, se non ricordo male, in 3'. Poi in 4' è stata bocciata. Abbiamo provato ad includerla perché ci sembrava giusto così, ma senza riuscire a trasmetterle quali erano le sue caratteristiche che la rendevano così diversa e facile preda dell'emarginazione. Temo che fuori da un ambiente come quello che era la mia classe, un ambiente protetto e fatto di persone più sensibili della media, lei sia stata distrutta, perché non le sono stati forniti gli strumenti per farsi includere. Cioè, abbiamo fatto il lavoro "a metà", l'abbiamo aiutata solo superficialmente. L'inclusione a tutti i costi lo vedo solo un palliativo, al più un modo per tamponare l'emergenza, ma poi il problema rimane appena si esce da quell'ambiente, pure peggio perché magari non è acquisita manco la consapevolezza dell'essere possibile preda dell'emarginazione.
Vecchio 12-06-2015, 15:17   #34
Esperto
L'avatar di _Diana_
 

Quote:
Originariamente inviata da Hermione Visualizza il messaggio
... l'abbiamo aiutata solo superficialmente ...
Sì, capisco quello che intendi dire, credo però che non potevate fare di più. Trovo già molto positivo che le abbiate dato la possibilità per farsi conoscere, una apertura che magari le è stata negata in passato e che in futuro potrebbe averla scossa, mettendola alla ricerca di persone come voi.
Vecchio 12-06-2015, 16:39   #35
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da _Diana_ Visualizza il messaggio
Piano con le insinuazioni eh, lauretum.


Sei riuscita a comprendere e spiegarlo meglio di come avrei potuto fare io, grazie.

Anche provando ad essere equilibrati con gli altri, come scrivi nell'ultimo paragrafo, è difficile non rischiare di ferire qualcuno, se sta già male per conto suo.

Non ho insinuato nulla, tu l'hai detto e io me ne stupisco, tutto qui
Vecchio 12-06-2015, 17:25   #36
Esperto
L'avatar di clizia
 

Quote:
Originariamente inviata da Hermione Visualizza il messaggio
L'inclusione a tutti i costi lo vedo solo un palliativo, al più un modo per tamponare l'emergenza, ma poi il problema rimane appena si esce da quell'ambiente
Spero di riuscire a mettere in croce due parole, visto che è ho un forte mal di testa che da ieri non passa (con annessa influenza e giornate massacranti! )
Detto ciò....lavorando a scuola e facendo l'insegnante di sostegno, dove uno dei temi cardine è proprio quello dell'inclusione, vorrei fare le mie riflessioni.
E' normale che non si possano imporre a tutti le amicizie tra compagni, ma comunque, anche se può sembrare una strada facile o artificiosa, la strada dell'inclusione e della reciproca apertura è utile (e la sola possibile!!!) per i seguenti motivi, se vogliamo veramente cercare di stare bene noi come società:

1. Aiuta i ragazzi a sviluppare il senso di collaborazione all'interno di un gruppo pre-definito, abituandoli in tal modo a stare al fianco anche di persone che non necessariamente sono loro affini, così come poi accadrà in età adulta sul posto di lavoro e nelle relazioni di altro tipo, dove non sempre si potrà scegliere chi avere al proprio fianco. Insomma, stimola il gruppo stesso alla pazienza, alla tolleranza e all'idea che un gruppo amplio è fatto di tante persone tutte diverse tra loro; poi è bene far capire che non è che se non si è grandi amici, allora si deve per forza essere nemici. Esistono anche forme relazionali fatte di cordialità e rispetto che esulano da legami profondi.

2. Aiuta la persona inclusa ad acquisire maggior fiducia in se stessa, a sentirsi parte di qualcosa pur nella differenza, che non deve essere per questo negata.

3. Aiuta la persona che palesa appunto qualche difficoltà a sviluppare quelle competenze sociali e relazionali che gli mancano, in una sorta di esercizio quotidiano in un ambiente appunto protetto: da qualche parte si deve pur iniziare!

4. Aiuta il gruppo a sviluppare coesione, senso di solidarietà e la capacità di prendersi cura anche di qualcuno che ha grossi deficit o carenze, rendendolo più sensibile e recettivo verso certe problematiche.

5. Aiuta a superare i pregiudizi reciproci e a scoprire le qualità nascoste nell'altro.

In una delle due classi dove lavoro, il bambino down è ben accettato anche se, essendo il suo un ritardo mentale di una certa entità, non potrà mai integrarsi alla pari con gli altri, è ovvio. Però sentirsi accettato nel gruppo lo aiuta a interagire quel minimo coi suoi pari e soprattutto a sentire l'affetto dei coetanei e per lui non è roba da poco. Gli altri impareranno a tesaurizzare questa esperienza con un soggetto portatore di handicap come fonte di arricchimento personale, secondo me.

Nell'altra classe seguo un bambino ADHD che non ha ritardo mentale: è un bambino intellettualmente normale solo molto vivace e ansioso. Però la classe (fatta di stronzetti, scusate), lo emargina e lo prende in giro, dimostrando poca empatia e disponibilità nei suoi confronti. Questo acuisce la conflittualità all'interno del gruppo intero, accresce la frustrazione del ragazzino con già scarsa autostima, lo porta a sviluppare i lati aggressivi della sua personalità ecc ecc......l'elenco di danni è infinito, però lasciatemi dire una cosa: non si può essere amici di qualcuno per forza, ma quando si fa parte di una comunità precostituita è dovere dei singoli creare coesione e unità, almeno nei momenti della giornata che si passano assieme. Ciò abitua le persone a fidarsi le une delle altre, le educa all'empatia, alla tolleranza, allo sviluppo di pazienza e comprensione della diversità. Certo, poi ciò non significa che ogni componente del gruppo diventerà fedele amico di tutti coloro che lo compongono, però almeno provarci nelle ore di convivenza forzata è uno stimolo al tentativo di superare incomprensioni e conflitti con un atteggiamento di pace e di apertura verso il prossimo.
Ringraziamenti da
Hermione (12-06-2015), _Diana_ (12-06-2015)
Vecchio 12-06-2015, 19:13   #37
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Clizia il tuo discorso non fa una piega, infatti la mia era appunto una domanda a cui non sapevo dare una risposta certa, vendondoci pro e contro. Grazie per la tua risposta su cui rifletterò perché la trovo molto convincente

Una riflessione riguardo al bambino down e quello adhd. Ho l'impressione che includere il molto diverso sia più facile includere il poco diverso. La diversità molto accentuata permette comunque di includere senza che ci si senta davvero troppo dentro al legame, come dici quel bimbo non sarà mai integrato fino in fondo per il suo ritardo mentale. Il bambino adhd, invece, ho l'impressione sia maggiormente osteggiato dai suoi compagni non solo perché sono più stronzetti (cosa che non escludo affatto, anzi, ti credo in toto i bambini sanno essere davvero cattivi) ma anche perché lì l'inclusione rischia di mischiarsi con il "diverso" troppo facilmente. Con il molto diverso è facile mantenere le distanze anche includendolo, i confini sono chiari, con il poco diverso l'unico modo per mantenere le distanze è escluderlo ed emarginarlo.
Non so se si capisce quel che voglio dire...
Ringraziamenti da
clizia (12-06-2015)
Vecchio 12-06-2015, 19:35   #38
Esperto
L'avatar di clizia
 

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Originariamente inviata da Hermione Visualizza il messaggio
Una riflessione riguardo al bambino down e quello adhd. Ho l'impressione che includere il molto diverso sia più facile includere il poco diverso. La diversità molto accentuata permette comunque di includere senza che ci si senta davvero troppo dentro al legame, come dici quel bimbo non sarà mai integrato fino in fondo per il suo ritardo mentale. Il bambino adhd, invece, ho l'impressione sia maggiormente osteggiato dai suoi compagni non solo perché sono più stronzetti (cosa che non escludo affatto, anzi, ti credo in toto i bambini sanno essere davvero cattivi) ma anche perché lì l'inclusione rischia di mischiarsi con il "diverso" troppo facilmente. Con il molto diverso è facile mantenere le distanze anche includendolo, i confini sono chiari, con il poco diverso l'unico modo per mantenere le distanze è escluderlo ed emarginarlo.
Non so se si capisce quel che voglio dire...
Bravissima, questo lo penso esattamente anche io! Quando l'alterità è appunto tale da non poter essere confusa con ciò che siamo noi, questa alla fine non ci minaccia veramente e così la accettiamo molto più volentieri di qualcosa che invece, assomigliandoci, potrebbe minacciare le nostre certezze attraverso la paura che anche noi, in fondo, nel nostro piccolo "potremmo essere un po' diversi" per qualcuno.

Anche io noto che la gente più facilmente accetta disabili gravi (sempre che non diano fastidio!), neonati ed animali che persone con cui è più possibile uno scambio paritario....anzi, il discorso sugli animali mi sta a cuore, perché mi è spesso capitato di relazionarmi con persone tutte "puccipucci" con gli animali, ma poi ostili e diffidenti con le persone anche in modo aprioristico. Secondo me ci sentiamo più al sicuro quando (che sia con un animale, un neonato, un disabile) abbiamo la certezza di poter gestire la relazione eludendo il confronto e quando l'altro, con la sua presenza, non ci minaccia nella nostra identità né ci mette di fronte a qualcosa di noi stessi che forse non ci potrebbe piacere....

edit: lavoro alle medie, quindi i ragazzini tanto ingenui non sono....
Ringraziamenti da
The_Sleeper (13-06-2015)
Vecchio 12-06-2015, 19:47   #39
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Quote:
Originariamente inviata da clizia Visualizza il messaggio
Bravissima, questo lo penso esattamente anche io! Quando l'alterità è appunto tale da non poter essere confusa con ciò che siamo noi, questa alla fine non ci minaccia veramente e così la accettiamo molto più volentieri di qualcosa che invece, assomigliandoci, potrebbe minacciare le nostre certezze attraverso la paura che anche noi, in fondo, nel nostro piccolo "potremmo essere un po' diversi" per qualcuno.

Anche io noto che la gente più facilmente accetta disabili gravi (sempre che non diano fastidio!), neonati ed animali che persone con cui è più possibile uno scambio paritario....anzi, il discorso sugli animali mi sta a cuore, perché mi è spesso capitato di relazionarmi con persone tutte "puccipucci" con gli animali, ma poi ostili e diffidenti con le persone anche in modo aprioristico. Secondo me ci sentiamo più al sicuro quando (che sia con un animale, un neonato, un disabile) abbiamo la certezza di poter gestire la relazione eludendo il confronto e quando l'altro, con la sua presenza, non ci minaccia nella nostra identità né ci mette di fronte a qualcosa di noi stessi che forse non ci potrebbe piacere....

edit: lavoro alle medie, quindi i ragazzini tanto ingenui non sono....
Esatto! Hai capito e integrato, grazie
Comunque no, tanto ingenui non lo sono, anzi, a quell'età sono proprio i peggiori...odiosissimi...
Vecchio 12-06-2015, 20:00   #40
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da Hermione Visualizza il messaggio
Clizia il tuo discorso non fa una piega, infatti la mia era appunto una domanda a cui non sapevo dare una risposta certa, vendondoci pro e contro. Grazie per la tua risposta su cui rifletterò perché la trovo molto convincente

Una riflessione riguardo al bambino down e quello adhd. Ho l'impressione che includere il molto diverso sia più facile includere il poco diverso. La diversità molto accentuata permette comunque di includere senza che ci si senta davvero troppo dentro al legame, come dici quel bimbo non sarà mai integrato fino in fondo per il suo ritardo mentale. Il bambino adhd, invece, ho l'impressione sia maggiormente osteggiato dai suoi compagni non solo perché sono più stronzetti (cosa che non escludo affatto, anzi, ti credo in toto i bambini sanno essere davvero cattivi) ma anche perché lì l'inclusione rischia di mischiarsi con il "diverso" troppo facilmente. Con il molto diverso è facile mantenere le distanze anche includendolo, i confini sono chiari, con il poco diverso l'unico modo per mantenere le distanze è escluderlo ed emarginarlo.
Non so se si capisce quel che voglio dire...


Si è vero, ma ci sono anche altri aspetti improntati a intenzioni benevole, non potendo aiutare tutti, ci si concentra su chi più ha bisogno, e so di cosa parlo perché lo metto in pratica, non mi limito a parlarne.

E poi anche il volontariato funziona così
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