Io fin da piccolo ho sempre fatto incubi terribili e solo in rare occasioni sogni così belli che al risveglio mi facevano cadere dalle stelle al freddo pavimento di casa. Questo sogno direi che potrei metterlo in quest'ultima categoria; tralasciando il fatto che ho sognato di essere un regista che doveva girare una scena ambientata nel passato su un ponte trafficato, e che sono riuscito a viaggiare indietro nel tempo con la cinepresa e riprendere il tutto senza dover spendere soldi per le scenografie e le comparse (!), malgrado mi abbiano tutti visto con quello strano oggetto proveniente dal futuro in mano e... mi hanno linciato in massa.
Comunque il fulcro del sogno inizia quando io sono in un parco divertimenti (sogno spesso di andarci, forse perché mi han dato belle giornate) e scendendo da un'attrazione incrocio una vecchia conoscenza, la quale a malapena mi guarda in faccia e in maniera non molto allegra mi prende per mano guidandomi fino ad una panchina dove ci sediamo. Lei estrae un foglio di carta e mentre parliamo inizia a fare un disegno guardandomi, è un disegno strano, con delle spirali nere sullo sfondo e davanti io e lei sulla panchina con delle facce strane come distorte dalla spirale, comunque era un disegno davvero ben fatto. Io le parlo di come negli ultimi anni la mia vita si sia fermata su se stessa mentre lei mi parla di cose che le sono accadute, di esperienze, e il tutto in maniera molto aperta; forse all'inizio mi ha appena guardato perché in passato non eravamo esattamente amiconi ma io scorsi in lei una certa sensibilità, forse nel sogno non le interessava chi ero ma semplicemente di darmi una mano. A un certo punto il sogno sembra svanire e io mi risveglio nella mia stanza, e cavoli se sembrava reale. Mi dispero perché capisco che era un sogno, ma guardo sopra la mia testa sul muro c'è appeso il disegno che lei mi aveva fatto, allora lo prendo in mano e contento lo guardo sapendo che è tutto accaduto. Poi mi son messo sul letto a dormire e ora non ricordo se prima ho rifatto una capatina al parco, ma comunque poco dopo mi sono svegliato nella "vera realtà", questa, e non so se provare profonda malinconia o sorridere perché almeno non era un incubo e mi ha dato nuovi punti di vista su un paio di cose.