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Visualizza i risultati del sondaggio: E' negativamente ipocrita sforzarsi di provare sentimenti positivi nella negatività?
Tendenzialmente sì 3 15.79%
Tendenzialmente no 10 52.63%
Dipende 6 31.58%
Chi ha votato: 19. Non puoi votare questo sondaggio

Rispondi
 
Vecchio 07-01-2015, 10:54   #1
Banned
 

Io personalmente penso che non lo sia. Cercare di provare sentimenti positivi anche nelle "tenebre" è un modo per rendere coesa l'umanità, penso...

E voi che ne pensate?
Vecchio 07-01-2015, 11:10   #2
Avanzato
L'avatar di Pulcina
 

Dipende.
Conosco un ragazzo che ha perso un dito per un incidente in moto, era felice perché avrebbe potuto perdere tutto il braccio o la vita.
Un altro al suo posto magari si sarebbe disperato per il dito.

Sforzarsi di vedere tutti i punti di vista va bene, forzarsi a provare l'emozione ritenuta corretta, no.
Ringraziamenti da
Calla screziata (07-01-2015)
Vecchio 07-01-2015, 11:15   #3
Esperto
L'avatar di Atraius
 

Anche secondo me no. Poi la cosa può riferirsi anche a se stessi, quindi in un momento di difficoltà se uno si sforza di cercare il lato positivo può trovare la forza necessaria per non arrendersi. Cercare di essere positivi serve soprattutto a noi stessi, per vivere più sereni.
Vecchio 07-01-2015, 11:15   #4
Esperto
L'avatar di utopia?
 

Forse presentata così è leggermente...fraintendibile.

Le "tenebre", tra l'umanità, non sono una cosa astratta, ma nascono dall'operato di altri uomini.

Sforzarsi di provare sentimenti positivi davanti all'operato "maligno" di altri uomini, equivale a un "far finta di nulla", a un "far buon viso a cattivo gioco".

Solo degli uomini possono "fermare" degli altri uomini.

Bisogna quindi che tali "sentimenti positivi" non siano accompagnati da "ignoranza", "fessacchiottaggine", "sottomissione", "arrendevolezza".

Altrimenti quelle cosiddette "tenebre" saranno destinate a rimanere tali.

Tutto ciò materialmente parlando, ovviamente.

Edit: quelli subito prima di me hanno accennato, mentre scrivevo, a "casi". Bisogna che la persona, in quei "casi", sia resa pienamente "libera" di poter vivere normalmente la propria vita e di poter ottenere quel che da sola non potrebbe procurarsi.
Altrimenti, sempre di "maligno operato di altri uomini" si tratta.

Ultima modifica di utopia?; 07-01-2015 a 11:18.
Ringraziamenti da
Atraius (07-01-2015), Xchénnpossoreg? (07-01-2015)
Vecchio 07-01-2015, 11:28   #5
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da utopia? Visualizza il messaggio
Forse presentata così è leggermente...fraintendibile.

Le "tenebre", tra l'umanità, non sono una cosa astratta, ma nascono dall'operato di altri uomini.

Sforzarsi di provare sentimenti positivi davanti all'operato "maligno" di altri uomini, equivale a un "far finta di nulla", a un "far buon viso a cattivo gioco".

Solo degli uomini possono "fermare" degli altri uomini.

Bisogna quindi che tali "sentimenti positivi" non siano accompagnati da "ignoranza", "fessacchiottaggine", "sottomissione", "arrendevolezza".

Altrimenti quelle cosiddette "tenebre" saranno destinate a rimanere tali.

Tutto ciò materialmente parlando, ovviamente.

Edit: quelli subito prima di me hanno accennato, mentre scrivevo, a "casi". Bisogna che la persona, in quei "casi", sia resa pienamente "libera" di poter vivere normalmente la propria vita e di poter ottenere quel che da sola non potrebbe procurarsi.
Altrimenti, sempre di "maligno operato di altri uomini" si tratta.
Quanto spesso pensi che l'operato di altri uomini sia realmente "maligno", cioè cattivo con intenzione?
Spesso si dà per scontato che questa malignità sia diffusa e, anzi, arriva a pregiudicare il nostro pensiero nei confronti delle persone, fino a farci desistere dall'intrattenere rapporti sociali con loro e a fidarci di loro.
Vale la pena arrivare ad avere un "pregiudizio negativo" solo per un raro operato cattivo con intenzione senza pentimento, oppure è meglio cercare un'altra strada?

Ultima modifica di cancellato15306; 07-01-2015 a 11:32.
Vecchio 07-01-2015, 11:44   #6
Esperto
L'avatar di utopia?
 

Quote:
Originariamente inviata da Fluviale Visualizza il messaggio
Quanto spesso pensi che l'operato di altri uomini sia realmente "maligno", cioè cattivo con intenzione?
Suppongo sia considerabile "maligno" qualunque atto porti benefici a qualcuno a discapito di qualcun'altro.
Soprattutto se quel "qualcun'altro" è impossibilitato, o reso tale, a impedire il fatto.

Ma fare "statistiche" nell'universalità dell'operato umano penso sia piuttosto...insensato.

Estremizzando in questo senso, infatti, qualcuno potrebbe replicare che anche comprare l'ultimo litro di latte al supermercato potrebbe esser considerato "maligno".
Mentre magari qualcun'altro potrebbe considerare "maligno" il sistema dell'economia che limita la produzione di latte in base al sistema "costi-ricavi".

Se mi mettessi qui a giudicare "maligno non maligno", andrei contro ai miei stessi principi. Me ne guardo bene dal farlo.

Ma un altro mio principio è senza dubbio il "non fare buon viso a cattivo gioco".
E se mi chiedete "quale pensi sia il cosiddetto cattivo gioco", purtroppo non posso che confessare che si cade inevitabilmente nella soggettività del bene-male.

...
Ecco perchè finisco sempre nella tiritera del "la società umana dovrebbe esser fondata sul buon senso d'ogni cittadino".
Tiritera sfondata però dalla auto-datami risposta "che motivo ha ogni cittadino di sviluppare il buon senso nel corrotto mondo che ci circonda (ammettendo che sia tale ovviamente)?"

E si, l'uomo dovrebbe certamente combattere i propri cattivi sentimenti che lo portano a voler "superare" il prossimo e quindi ai problemi che attanagliano l'umanità, ma tale "lotta", alla fine, dovrebbe esser basata sulla parità e sull'abbattimento del sentimento di "gerarchia", e non sulla fraintesa "umiltà" che vede gli uomini nella sottomessa accettazione dei "propri superiori".

...
Probabilmente ho detto tanto e ho detto nulla.
Ma se la domanda è "è giusto sforzarsi di esser positivi?", la mia risposta sarà inevitabilmente, "è più giusto che l'uomo si decida a creare un qualcosa di positivo, tutti assieme".

E sottolineo "tutti assieme".
Il "comincia tu, comincia tu, non possiamo cambiare il mondo ma solo noi stessi", è una buona risposta senza dubbio, ma che a lungo andare "crolla" inevitabilmente nella quasi impossibilità di resistenza ai "bombardamenti esterni".

Ultima modifica di utopia?; 07-01-2015 a 11:47.
Vecchio 07-01-2015, 12:00   #7
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da utopia? Visualizza il messaggio
Suppongo sia considerabile "maligno" qualunque atto porti benefici a qualcuno a discapito di qualcun'altro.
Soprattutto se quel "qualcun'altro" è impossibilitato, o reso tale, a impedire il fatto.

Ma fare "statistiche" nell'universalità dell'operato umano penso sia piuttosto...insensato.

Estremizzando in questo senso, infatti, qualcuno potrebbe replicare che anche comprare l'ultimo litro di latte al supermercato potrebbe esser considerato "maligno".
Mentre magari qualcun'altro potrebbe considerare "maligno" il sistema dell'economia che limita la produzione di latte in base al sistema "costi-ricavi".

Se mi mettessi qui a giudicare "maligno non maligno", andrei contro ai miei stessi principi. Me ne guardo bene dal farlo.

Ma un altro mio principio è senza dubbio il "non fare buon viso a cattivo gioco".
E se mi chiedete "quale pensi sia il cosiddetto cattivo gioco", purtroppo non posso che confessare che si cade inevitabilmente nella soggettività del bene-male.

...
Ecco perchè finisco sempre nella tiritera del "la società umana dovrebbe esser fondata sul buon senso d'ogni cittadino".
Tiritera sfondata però dalla auto-datami risposta "che motivo ha ogni cittadino di sviluppare il buon senso nel corrotto mondo che ci circonda (ammettendo che sia tale ovviamente)?"

E si, l'uomo dovrebbe certamente combattere i propri cattivi sentimenti che lo portano a voler "superare" il prossimo e quindi ai problemi che attanagliano l'umanità, ma tale "lotta", alla fine, dovrebbe esser basata sulla parità e sull'abbattimento del sentimento di "gerarchia", e non sulla fraintesa "umiltà" che vede gli uomini nella sottomessa accettazione dei "propri superiori".

...
Probabilmente ho detto tanto e ho detto nulla, e magari sarò pure finito off.
Ma se la domanda è "è giusto sforzarsi di esser positivi?", la mia risposta sarà inevitabilmente, "è più giusto che l'uomo si decida a creare un qualcosa di positivo, tutti assieme".

E sottolineo "tutti assieme".
Il "comincia tu, comincia tu, non possiamo cambiare il mondo ma solo noi stessi", è una buona risposta senza dubbio, ma che a lungo andare "crolla" inevitabilmente nella quasi impossibilità di resistenza ai "bombardamenti esterni".
Penso che i ragionamenti che fai all'inizio del topic possano essere troppo complicati. Le interazioni fra gli esseri umani sono piuttosto semplici ed è molto facile identificare un nostro personale pensiero come maligno o benigno. Non credo si applichi la cosa del "maligno è ciò che porta benefici a qualcuno a discapito di altri", perché ieri ho regalato un cesto di cose a degli amici che partivano per l'America del Sud destinato a me quando mia madre voleva assaggiare dei biscotti all'interno di quel cesto ed io non lo sapevo, eppure non credo affatto di essere stato maligno...

Per il resto, non volevo fare una "statistica", ma semplicemente dire in maniera implicita che è molto raro che una persona agisca in maniera cattiva sapendo di farlo. E' molto chiaro cosa significa "in maniera cattiva", le interazioni umane le conosciamo tutti e bene e sappiamo quali sono le parole e le azioni offensive, denigratorie e lesive. Però è anche chiaro che molto spesso le azioni offensive, denigratorie e lesive sono spesso reazioni di difesa più che gratuita offesa, pur esistendo anche la gratuita offesa. Però è anche vero che la gratuita offesa può essere dovuta a dei meccanismi disfunzionali fuori dal controllo della persona in questione o da una sua ignoranza dei sentimenti altrui. Insomma... penso che siano davvero rari i casi in cui vale realmente la pena di "combattere il male", pur essendo essi esistenti. Credo che in una gran parte dei casi sia molto più proficuo provare altre strade.

Facciamo un esempio. Una ragazza, nel periodo di prima conoscenza, faceva sempre l'altezzosa, ogni volta che mostravo un buco culturale lanciava una frecciatina. L'atteggiamento era decisamente poco simpatico e mi sono anche offeso e stizzito, però ho creduto che ci fosse qualcosa di più dietro quell'atteggiamento ed ho individuato un problema di autostima, gliene ho parlato, lei ha riconosciuto che io avevo ragione e da quel momento in poi è cambiata del tutto.

Inoltre ci sono molte persone che commettono azioni non del tutto corrette per abitudine e non per malignità. Ti posso dire che io stesso ho masterizzato un sacco di CD della playstation fino a pochi anni fa, che è del tutto equivalente a rubare, però l'ho sempre vissuta come una cosa che non danneggia nessuno e quindi ho continuato a farla finché non ho capito che non era molto corretto.

Inoltre penso che solitamente una persona sia in grado di rendersi conto da sola del male che fa e combattere gli altri sulla base di una presunta malignità è forse il modo più rapido ed efficace di danneggiare non solo gli altri, ma anche noi stessi, imprigionandoci in una gabbia di rabbia e tristezza.

Vi domanderete: perché vi dico questo? Per farvi la predica? No, lo dico semplicemente perché non credo valga la pena tenere per me questo pensiero potenzialmente benefico per tutti. Io stesso ho pensato per un periodo alla malignità delle persone come una "forza dell'universo" e l'unico risultato che ho ottenuto è stata una mia personale intensa e disperata sofferenza.

Ultima modifica di cancellato15306; 07-01-2015 a 12:05.
Vecchio 07-01-2015, 12:17   #8
Esperto
L'avatar di utopia?
 

Quote:
Originariamente inviata da Fluviale Visualizza il messaggio
Cut.
Per l'appunto, una serie di esempi stile "ultimo litro di latte al supermercato".
No, no, non lo dico per sminuire il tuo post.

Personalmente, fatti come l'economia e come la legalità di certi fatti basati essenzialmente sul denaro, non li trovo importanti per il cosiddetto "sviluppo umano".
Lo sviluppo umano si avrebbe quando il denaro passerebbe in secondo piano. Ed è considerabile un fatto che il denaro non è in secondo piano rispetto alla dignità del singolo.

Se andiamo invece su fatti riguardanti piuttosto "rapporti umani", allora si, bisognerebbe avere "pazienza" e cercare di "studiare" il caso, per quanto possibile e per quanto interesse si possa avere nel farlo.

E poi, sono solito vedere, nei rapporti, due "figure", quello che "attacca" e quello che "difende".
Esempio. Un tale A sta insultando un altro tale B che sembra avergli sottratto il portafoglio dalla tasca.
Il tale A, molto arrabbiato, minaccia B sventolando un pugno in aria dopo averlo immobilizzato. Il tale B è indifeso, in questo caso.
Il fatto che B abbia sottratto quel portafoglio è considerabile un fallimento sociale.
Ma anche permettere ad A di malmenare B sarebbe un fallimento sociale.
...
La cosa importante in tale esempio non è il furto, ma la rabbia di A.
Giustificata forse. Ma non più quando tale rabbia si trasforma in sfogo sulla persona che ha di fronte.
...
Perchè mai dovrei vedere positivamente una società che rende possibile il furto di B e lo sfogo della rabbia di A su B?
E in cui A si senta in diritto di farlo, soprattutto?

Ultima modifica di utopia?; 07-01-2015 a 12:20.
Vecchio 07-01-2015, 12:30   #9
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da utopia? Visualizza il messaggio
Per l'appunto, una serie di esempi stile "ultimo litro di latte al supermercato".
No, no, non lo dico per sminuire il tuo post.

Personalmente, fatti come l'economia e come la legalità di certi fatti basati essenzialmente sul denaro, non li trovo importanti per il cosiddetto "sviluppo umano".
Lo sviluppo umano si avrebbe quando il denaro passerebbe in secondo piano. Ed è considerabile un fatto che il denaro non è in secondo piano rispetto alla dignità del singolo.

Se andiamo invece su fatti riguardanti piuttosto "rapporti umani", allora si, bisognerebbe avere "pazienza" e cercare di "studiare" il caso, per quanto possibile e per quanto interesse si possa avere nel farlo.

E poi, sono solito vedere, nei rapporti, due "figure", quello che "attacca" e quello che "difende".
Esempio. Un tale A sta insultando un altro tale B che sembra avergli sottratto il portafoglio dalla tasca.
Il tale A, molto arrabbiato, minaccia B sventolando un pugno in aria dopo averlo immobilizzato. Il tale B è indifeso, in questo caso.
Il fatto che B abbia sottratto quel portafoglio è considerabile un fallimento sociale.
Ma anche permettere ad A di malmenare B sarebbe un fallimento sociale.
...
La cosa importante in tale esempio non è il furto, ma la rabbia di A.
Giustificata forse. Ma non più quando tale rabbia si trasforma in sfogo sulla persona che ha di fronte.
...
Perchè mai dovrei vedere positivamente una società che rende possibile il furto di B e lo sfogo della rabbia di A su B?
E in cui A si senta in diritto di farlo, soprattutto?
Non mi pare di aver detto di vedere positivamente cose "brutali", ma di cercare sentimenti positivi anche nelle "tenebre". Questi atti brutali possono essere considerati "tenebre". Mi sembra molto diverso: non si tratta di rendere legittimi o di giustificare atti chiaramente sbagliati, ma di avere in sé e di vedere negli altri il potenziale di superare e non ripetere tali atti e di perdonarli il più possibile. Non sempre è possibile tanto è grave l'atto e tanto è sviluppata la coscienza del "criminale"; quello che voglio dire è che nella stragrande maggioranza dei fatti della vita quotidiana è invece possibile.

Comunque io a provare a dare un messaggio positivo, ci ho provato. Tu lo hai rifiutato e pace. Mi ritiro e tanti saluti

Ultima modifica di cancellato15306; 07-01-2015 a 12:33.
Vecchio 07-01-2015, 12:41   #10
Banned
 

Credo che a volte abbiamo il bisogno vitale di essere invasi dalle tenebre per poi poter riuscire a vedere di nuovo la luce.
Porto l'esempio di chi soffre di periodi depressivi: l'ultima cosa che vorrebbe sentirsi dire è "dai, stai soffrendo, ma almeno sei vivo, hai un tetto sopra la testa, ecc...".
Chi soffre ha i suoi per lui sacrosanti motivi per farlo e nessuno può sindacarne l'importanza. I sentimenti fittizi, oltre che inutili, posso essere addirittura dannosi perchè fanno sentire degli automi.
Vecchio 07-01-2015, 12:52   #11
Esperto
L'avatar di utopia?
 

Quote:
Originariamente inviata da Fluviale Visualizza il messaggio
Comunque io a provare a dare un messaggio positivo, ci ho provato. Tu lo hai rifiutato e pace. Mi ritiro e tanti saluti
Ma si, lasciamo spazio agli altri "passanti".
Giusto per chiarire, nessun rifiuto, eravam solo troppo "distanti" nei "punti di vista" su cui abbiam basato quel che abbiam scritto.
Vecchio 07-01-2015, 12:52   #12
Banned
 

Non ci si "sforza" di provare sentimenti, questa espressione ricorda un po' l' altra discussione in cui sembravi sostenere di poter determinare esattamente quando innamorarti, di chi e perché.

Al massimo ci si sforza di pensare, di dire, il che è diverso dal provare: può darsi che qualche effetto possa farlo ( un po' come lo sforzarsi di sorridere che potrebbe ricreare anche uno stato d' animo ), ma finché c'è lo sforzo parlare di sentimento è improprio, a mio avviso.
Vecchio 07-01-2015, 13:27   #13
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da Fluviale Visualizza il messaggio
Io personalmente penso che non lo sia. Cercare di provare sentimenti positivi anche nelle "tenebre" è un modo per rendere coesa l'umanità, penso...

E voi che ne pensate?
L'umanità la dirigono le grandi aziende e chi ha i soldi. Quindi, nel mio piccolo, non ho nessuna intenzione di sacrificare la mia naturalezza per fare controvoglia un favore al mio prossimo che nel complesso non cambierebbe niente.
Se lo facessi mi farei svalutare dal mio io; psicologicamente mi beccherei un sentimento negativo verso la mia stessa persona.
Vecchio 07-01-2015, 13:29   #14
Banned
 

Io credo proprio che i sentimenti negativi servano, l'unico sentimento negativo che non concepisco è l'odio che non è utile ma distruttivo, ma credo proprio che la rabbia e il dolore siano necessari, sono una sorta di catalizzatore, se non si prova il male non si può desiderare il bene, probabilmente le persone che nella vita non hanno mai sofferto sono anche quelle che non comprendono a fondo il valore del giusto e del buon. Chi sorride sempre è sempre allegro, prende tutto con ottimismo e non sperimenta anche i sentimenti negativi non matura.Io credo che essere ottimisti sia utile, ma l'ottimismo è utile dopo aver elaborato i sentimenti negativi, non bisogna reprimerli mai i sentimenti negativi, ma elaborarli, se no è come nascondere sotto il tappeto la sporcizia, che cosa si risolve? Nulla si creano solo più problemi perché magari sotto quel tappeto da tutta quella immondizia si "forma un mostro."
Per quanto riguarda l'odio e la "rabbia negativa" la questione è più complessa, i Cristiani per esempio sono invitati a "reprimere" questi sentimenti, il famoso "porgi l'altra guancia" insegna proprio questo, in questo caso elaborare e sperimentare questi sentimenti non aiuta la persona, non sono utili alla maturazione dell'individuo, però vanno comunque espressi come? Trasformando l'odio in senso di pietà e compassione (so che sembra difficile ma non lo è, quando inizio a sentire sentimenti negativi verso qualcuno cerco di pensare a quella persona come un "poveretto" che segue semplicemente la propria natura umana e animale) e la rabbia in senso della giustizia, quando si è capaci di trasformare quei sentimenti "brutti" in sentimenti "buoni" si è maturati. Però come ho già detto vanno elaborati e mai repressi.

Ultima modifica di Stefania90; 07-01-2015 a 13:39.
Vecchio 07-01-2015, 14:03   #15
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da Stefania90 Visualizza il messaggio
Per quanto riguarda l'odio e la "rabbia negativa" la questione è più complessa, i Cristiani per esempio sono invitati a "reprimere" questi sentimenti, il famoso "porgi l'altra guancia" insegna proprio questo, in questo caso elaborare e sperimentare questi sentimenti non aiuta la persona, non sono utili alla maturazione dell'individuo, però vanno comunque espressi come? Trasformando l'odio in senso di pietà e compassione (so che sembra difficile ma non lo è, quando inizio a sentire sentimenti negativi verso qualcuno cerco di pensare a quella persona come un "poveretto" che segue semplicemente la propria natura umana e animale) e la rabbia in senso della giustizia, quando si è capaci di trasformare quei sentimenti "brutti" in sentimenti "buoni" si è maturati. Però come ho già detto vanno elaborati e mai repressi.
Quindi a chi ti fa un dispetto, magari solo per divertirsi, gli daresti un premio?
Ma sì tanto non è colpa sua se è stronzo! No, così si giustifica tutto a tutti tranne che a noi che dobbiamo sgobbare per gli altri. Questa è una versione perversa della maturazione.
Vecchio 07-01-2015, 14:53   #16
Esperto
L'avatar di Weltschmerz
 

Non è buonismo è illudersi. Non c'entra un cazzo il parere degli altri.
L'ideale sarebbe cercare di sentire cosa si prova e vederlo come un fenomeno che accade, come il vento.
Passa e via.
Ci sto provando, con sconforti e inibizioni varie lungo la strada, prima o poi ce la farò.
Vecchio 07-01-2015, 15:04   #17
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da Nothing87 Visualizza il messaggio
Quindi a chi ti fa un dispetto, magari solo per divertirsi, gli daresti un premio?
Ma sì tanto non è colpa sua se è stronzo! No, così si giustifica tutto a tutti tranne che a noi che dobbiamo sgobbare per gli altri. Questa è una versione perversa della maturazione.
No penserei che è un'idiota che fa dispetti e lo lascerei perdere. Tu odieresti un gatto che ti frega la cena dal piatto? Io no perché penserei che è semplicemente un gatto che segue il proprio istinto e così allo stesso modo pensare che gli umani fanno quel che fanno perché semplicemente umani, emotivi e magari anche un pò tonti mi impedisce di odiare. Io odio solo quando noto persone talmente tanto intelligenti razionali e astute da poter discernere perfettamente il bene dal male, da poter ponderare bene le proprie azioni e nonostante ciò scelgono il male e magari perpetrano anche i loro comportamenti maligni, quello non è umano è diabolico, ma raramente incontro gente tanto diabolica, in genere incontro e ho incontrato semplicemente persone.

Ultima modifica di Stefania90; 07-01-2015 a 15:08.
Vecchio 07-01-2015, 15:19   #18
Esperto
L'avatar di kasper-me
 

...io discernerei tra provare sentimenti buoni, e presentarsi in ogni ambito col "sorriso benevolente"

La verità é che nel mondo attuale presentarsi sempre in maniera "buona" non significa essere autorevoli, anzi ......
.....c'è una rilevante percentuale di persone che giudica una persona che si pone in modo conciliante o cmmq buono, come qualcuno più facile da mettere sotto i piedi nella migliore tradizione del "cane mangia cane" :S

....ergo riserverei i sentimenti buoni nel aver fare con gli altri a solo chi lo merita
Vecchio 07-01-2015, 15:45   #19
Esperto
L'avatar di super unknown
 

Mezzo pieno o mezzo vuoto? Questo è il dilemma...
Vecchio 07-01-2015, 16:12   #20
Esperto
L'avatar di Blue Sky
 

Io ho un approccio molto razionale, le mie emozioni verso le persone vanno e vengono, ma io cerco di rifletterci sopra e giungere a conclusioni razionali. Questo perché non sopporto le persone umorali, che sragionano facendosi trascinare dalla rabbia del momento. Tipo marito e moglie che litigano per la scelta del centrotavola e finisce che uno dei due va a dormire sul divano.
Ho un approccio che potrei definire "da giudice"
Prendo i fatti della realtà (i comportamenti degli altri), metto per un attimo da parte le emozioni che mi suscitano, e rifletto sugli argomenti "a discolpa" e su quelli "a carico". Infine, emetto la "sentenza", in cui stabilisco se una persona riceve la mia approvazione, o il mio affetto, o il mio rispetto, o la mia comprensione, oppure il mio disinteresse o infine (se l'ha combinata davvero grossa) il mio disprezzo Ma tendenzialmente sono buono

Per quanto possa sembrare un atteggiamento un pò freddo, non lo ritenerlo sbagliato, pur essendo aperto alla autocritica (altrimenti non mi sarei iscritto a questo forum).
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