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16-10-2008, 18:35
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#61
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Esperto
Qui dal: Sep 2007
Ubicazione: milano suicida
Messaggi: 747
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L'unico modo per definirli: l'inferno rovente sulla terra
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02-12-2008, 21:49
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#62
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Esperto
Qui dal: Oct 2008
Ubicazione: Chelsea Hotel,NY
Messaggi: 544
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per chi ama l'hard rock e la musica classica:
Yngwie Malmsteen's Rising Force - Rising Force (1984)
Pietra Miliare di quei dinosauri dei Judas Priest - Sin After Sin
la band piu offensiva,provocatoria e marcia di questo pianeta,nonchè la mia bibbia della mia adolescenza
Sex Pistols DVD live at Longhorn,Dallas Jan.1978
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13-12-2008, 13:45
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#63
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Esperto
Qui dal: Jan 2008
Messaggi: 4,864
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Deftones
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13-12-2008, 13:51
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#64
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Esperto
Qui dal: Jan 2008
Messaggi: 4,864
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X gli amanti del punk
Millencolin
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13-12-2008, 21:44
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#65
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Esperto
Qui dal: Sep 2008
Messaggi: 539
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Non c'è bisogno di alcun commento..ogni musicista vorrebbe avere la loro tecnica
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14-12-2008, 12:52
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#66
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Esperto
Qui dal: Feb 2006
Messaggi: 1,683
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Vengono massacrati da tutti, invece a me piacciono molto. Il filone è sempre quello Nightwish, Edenbridge, Visions of Atlantis etc. però un pò più power.
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29-12-2008, 18:41
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#67
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Esperto
Qui dal: Oct 2008
Ubicazione: Chelsea Hotel,NY
Messaggi: 544
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Stratovarius - Destiny
Tangier - Four Winds
Il Boss - Nebraska
Blue Oyster Cult - The Revolution By Night
Conflict - Against All Odds
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11-01-2009, 01:36
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#68
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Avanzato
Qui dal: Aug 2008
Messaggi: 411
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STORIA DI UN IMPIEGATO - Fabrizio de André
Questo è più di un album di canzoni...è una storia, narrata a episodi, che narra il percorso di un trentenne che da una vita "borghese" e rispettosa delle regole passa a fare il brigatista...uno dei più bei album in assoluto secondo me.
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15-01-2009, 17:43
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#69
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Esperto
Qui dal: Sep 2008
Messaggi: 539
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Ecco qualcosa di estremo. Sono davvero forti, ad un loro concerto credo che andrei fuori di testa, mi metterei in prima fila... x la musica che fanno(sono abbastanza brave) e per le esibizioni , che nel contesto ci sta come la ciliegina sulla torta! ops: 8)
Il gruppo si chiama Rockbitch e la canzone s'intitola Whore of Satan
:twisted: :twisted:
Dateci un'occhiata (chi potrebbe sentirsi offeso o turbato da immagini estreme e/o troppo esplicite è pregato/a di astenersi) V.M. 18 anni
Immagino che questo post avrà vita breve e ben presto presto verrà censurato. Non mi stupirei..visto che viviamo in Italia e la chiesa ha fatto più danno che bene...
Io intanto pubblico il link 8)
http://www.indavideo.hu/video/Rockbi...5ef3885b8c4b67
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21-01-2009, 22:05
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#70
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Esperto
Qui dal: Sep 2006
Ubicazione: VE
Messaggi: 986
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1) FABRIZIO DE ANDRE' - Tutti Morimmo A Stento
2) King Crimson - ISLANDS
3) King Crimson - IN THE COURT OF THE CRIMSON KING
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14-02-2009, 03:04
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#71
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Esperto
Qui dal: Sep 2008
Ubicazione: Milano (hinterland)
Messaggi: 2,240
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Quoto alla grande sui vari Brian Eno, De André, Dead Can Dance, Portishead, Deftones... i miei complimenti, tutti ottimi ambiti musicali
e ovviamente aggiungo:
THE CURE - PORNOGRAPHY (1982)
con tanto di recensione tratta da OndaRock.it , (sito molto curato che consiglio vivamente a chi non lo conoscesse):
http://www.ondarock.it/pietremiliari...ornography.htm
Accanto a Ian Curtis, Robert Smith è l'altro grande "spirito guida" della cosiddetta "dark-wave" britannica. I due erano uniti dalle stesse ansie, paranoie e depressioni, ed entrambi in ogni loro opera davano l'impressione di stare soccombendo sotto il peso di un'immane tragedia esistenziale. Ma la differenza fondamentale tra i due sta proprio nel fatto che, mentre Curtis alla sua personale tragedia si arrese senza nemmeno tentare di combattere, Smith ha invece sempre lottato con tutte le sue forze per uscirne. Da qui anche la differente impostazione musicale dei rispettivi gruppi: laddove la musica dei Joy Division era gelida, inerte e di precisione geometrica, quella dei Cure è invece in costante, nevrotico tumulto: Ian Curtis cantava come un robot privato di qualsiasi emotività, il tono di Robert Smith invece era quello di un condannato a morte prossimo all'esecuzione, che cerca ansiosamente una possibile via di fuga. Smith non ha mai avuto la sconvolgente, folle lucidità e la capacità riflessiva di Ian Curtis, ma ha sempre potuto vantare un talento lirico che ha avuto pochi rivali nel rock inglese degli ultimi due decenni: i suoi flussi di coscienza così romantici (nel senso "letterario" del termine), commossi e sconsolati, hanno segnato in profondità le sensibilità di stuoli di "dark-kids".
Dopo una crisi che nei due anni precedenti aveva ridotto la line-up al trio formato da Smith, Simon Gallup (basso e tastiere) e Laurence Tolhurst (batteria), il leader dei Cure riuscì a raggiungere l'apice della sua vena poetica, perfettamente supportato dai due compagni. I tre diedero così vita al loro lavoro più complesso e ambizioso, e ottennero quello che si può definire come il "perfetto" disco dark. Un'opera intimista, emozionante e desolata, che trasuda un senso quasi tangibile di disfacimento e decadenza.
L'attacco di "One Hundred Years" lascia subito col respiro mozzato: l'incedere ossessivo della batteria elettronica, gli spettrali cori delle tastiere, le lancinanti fitte chitarristiche preparano il terreno alla declamazione concitata di uno Smith in piena crisi nervosa, che esordisce con un programmatico "it doesn't matter if we all die". Se "Pornography" è il "perfetto" album dark, allora il suo brano d'apertura può essere tranquillamente considerato la "perfetta" canzone dark. Vi si accavallano rimpianto e sofferenza, ricordi di amori e felicità ormai perduti e visioni di un mondo privo di senso, come ribadito anche dalla successiva "A Short Term Effect", brano meno convulso ma dall'umore ancor più depresso: "A day without substance, a change of thought", proclama Smith, mentre cominciano sempre di più ad affollarsi immagini di morte, tutto sembra essere arrivato alla fine, all'immobilità, al gelo eterno ("no movement, just a falling bird cold as it hits the bleeding ground").
"Creatures kissing in the rain, shapeless, in the dark again" popolano "The Hanging Garden", inquietante visione notturna e invernale, scandita da un frenetico ritmo tribale, esattamente all'opposto della straordinaria "Siamese Twins", danza ipnotica, all'insegna della rarefazione totale, dilatazione estrema del tempo e dello spazio, recitata e suonata come in trance: "I chose an eternity of this, like falling angels / the world disappear laughing into the fire". "Figurhead" e "A Strange Day" riprendono invece la cadenza languida e rilassata di "Short Term Effect", mentre Smith si dimena sempre più delirante, ma anche sempre più sconsolato, ormai circondato dal disfacimento, tormentato da incubi e allucinazioni. È soprattutto negli ultimi brani che uno Smith ispiratissimo distribuisce autentiche perle di poesia decadente ("A Strange Day", con un incipit surreale come "give me your eyes, that i might see the blind man kissing my hands", è esemplare). Ed è a questo punto che intona il suo requiem più doloroso, "Cold": le lunghe, solenni frasi di organo e le folgori elettroniche sorreggono un'impalcatura sonora che più gotica non si può, mentre Smith trova finalmente il coraggio di fronteggiare l'opprimente senso di morte che lo affligge: "Ice in my eyes and eyes like ice don't move / screaming at the moon / another past time/ your name like ice into my heart / everything as cold as life…".
Si finisce così nel gorgo infernale della title-track, introdotta da un coro di voci spettrali, condotta da un crescendo percussivo tribale, indemoniato, apocalittico, in un mare di acutissime distorsioni e imponenti droni elettronici. Ma il brano più inquietante e dissonante è anche quello che riesce a concludere l'album su una nota di lieve speranza: Smith sembra essere riuscito a trovare la giusta dimensione in cui racchiudere le sue psicosi, sempre pericolosamente sull'orlo dell'esplosione ("one more day like this and I'll kill you"), ma perlomeno conscio della sua situazione e pronto a tentare di ritrovare la pace. Non è un caso che la frase posta a sigillo dell'opera sia un altro manifesto programmatico, ma diametralmente opposto a quello d'apertura: "I must fight this sickness, find a cure".
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14-04-2009, 16:17
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#72
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Esperto
Qui dal: Apr 2009
Ubicazione: Salerno
Messaggi: 654
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Bright Eyes - Cassadaga
Una certa esagitazione espressiva sembra essere caratteristica dei tre più brillanti giovanotti alt-rock di questi tempi: Conor Oberst, Ryan Adams e Devendra Banhart. Come a dire, molto talento non sempre ben gestito. Dei tre, quello a cui si possono più facilmente perdonare gli eccessi creativi è proprio Oberst. I suoi dischi a nome Bright Eyes sono andati in crescendo fino al torrenziale e monumentale “Lifted, Or…” (2002), dopodiché le uscite gemelle del 2005, “I’m Wide Awake, It’s Morning” e “Digital Ash In A Digital Urn”, avevano fatto pensare a un artista vittima di troppo autocompiacimento. L’anno scorso, un disco live (“Motion Sickness”, bello) e un’antologia di rarità (“Noise Floor”) sembravano ulteriori indicazioni di una stasi creativa. Oggi, l’uscita di “Cassadaga” dimostra che Oberst non ha perso il suo estro e che, se difficoltà esistevano, erano di ordine psichico piuttosto che artistico.
(Antonio Vivaldi)
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02-05-2009, 23:33
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#73
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Esperto
Qui dal: Nov 2006
Ubicazione: Brianza
Messaggi: 1,484
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Consiglio di un amico, per la verità
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02-05-2009, 23:34
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#74
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Esperto
Qui dal: Sep 2007
Ubicazione: milano suicida
Messaggi: 747
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Quote:
Originariamente inviata da enemyofthesun
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DI SICURO NON MIO 8) :lol:
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02-05-2009, 23:49
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#75
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Esperto
Qui dal: Nov 2006
Ubicazione: Brianza
Messaggi: 1,484
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Quote:
Originariamente inviata da mefiori
Un disco unico nel suo genere,
maledettamente difficile...così semplice...
Un verme che striscia sotto la pelle.
Perchè siamo stanchi di novità
Immenso.
Video ---------> http://www.youtube.com/watch?v=GfdlQlTZDu4
NEUROSIS - A SUN THAT NEVER SETS
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Ti avevo già quotato?
GRANDISSIMO DISCO!
Non credo di aver mai letto il primo post di questa discussione...
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13-07-2009, 11:10
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#76
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Esperto
Qui dal: Sep 2008
Ubicazione: Milano (hinterland)
Messaggi: 2,240
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Sicuramente saranno già stati consigliati (ma non avevo voglia di rileggermi 8 pagine di topic), comunque in questo periodo sto ascoltando:
( The Wall - 1979, Pink Floyd)
( Automatic for the People - 1992, R.E.M.)
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19-09-2009, 14:13
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#77
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Intermedio
Qui dal: Jan 2009
Messaggi: 179
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Ten pearl jam!!!!!
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31-10-2009, 17:11
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#78
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Esperto
Qui dal: Sep 2008
Messaggi: 539
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06-11-2009, 02:11
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#79
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Esperto
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 3,199
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Ultima modifica di Nick; 16-11-2009 a 01:58.
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26-11-2009, 13:18
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#80
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Esperto
Qui dal: Sep 2008
Ubicazione: Milano (hinterland)
Messaggi: 2,240
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Oggi dico "August and Everything After", capolavoro folk-rock dei Counting Crows del lontano 1993, sette volte disco di platino assolutamente meritate!
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