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07-07-2008, 18:34
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#21
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Principiante
Qui dal: Jul 2008
Ubicazione: Modena
Messaggi: 52
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Lettera sulla felicità di Epicuro
E' un testo filosofico ma tranquilli è compresibilissimo e disarmante per la sua semplicità.
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30-07-2008, 11:42
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#22
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Avanzato
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 332
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30-07-2008, 11:54
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#23
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Esperto
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 1,411
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Quote:
Originariamente inviata da cc74
...e una portinaia.
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Sempre lì si ricade :lol: :lol:
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30-07-2008, 11:56
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#24
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Avanzato
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 332
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30-08-2008, 18:00
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#25
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Esperto
Qui dal: Mar 2008
Ubicazione: In the clouds...
Messaggi: 1,188
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Posto qui una recensione che mi sono scritta su un libro che mi ha molto colpito....come al solito è un po' llunghetta....
Leggere lolita a Teheran
Leggere Lolita a Teheran è un libro bellissimo che non può non essere apprezzato da tutti coloro che amano la letteratura. La protagonista del romanzo (autrice del libro in questione) è una docente universitaria di letteratura angloamericana, e, non a caso, nel corso della narrazione e delle vicende raccontate, assume forte centralità la sua attività d’insegnante e di studiosa. Nel romanzo la Nafisi ci mostra quello che – a mio modesto parere – è l’approccio ideale alle grandi opere, fondato cioè su uno studio capace di riportare costantemente le riflessioni nascenti dalla lettura al proprio presente e vissuto personale, sempre tenendo conto della propria sensibilità, elemento essenziale per entrare nel vivo di un testo di narrativa. Nel corso della narrazione di questo appassionante libro, assistiamo alle vicende storiche e private delle protagoniste, collocate sullo sfondo di un periodo storico molto difficile, quello della rivoluzione islamica del ‘79 e dell’insediamento al potere del suo esponente di spicco, Komheini, per giungere sino alla metà degli anni ’90.
Il lettore si accorge - man mano che si va avanti con la lettura - come la vita reale, gli eventi privati e i sentimenti dell’autrice e delle sette ragazze partecipanti al seminario di letteratura inglese (tenuto clandestinamente dalla Nafisi stessa a casa sua per ben due anni), si intreccino con totale naturalezza alle questioni sollevate dai diversi romanzi (da “orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen al grande Gatsby di Fitzgerald). Ci rendiamo così conto che gli interrogativi e i dubbi che tracimano da ogni vero grande capolavoro letterario hanno il potere d’investire il presente stesso dell’individuo che si accinge a leggere l’opera e ad ascoltarne a fondo l’anima.
Come l’autrice ci mostra nel corso delle sue lezioni, i dubbi sollevati da autori come H. James o Nabokov hanno una portata così universale da andare al di là della loro stessa trama e intreccio di fatti. Insomma, capiamo così che Lolita non è semplicemente la storia di un pedofilo, ma la rappresentazione, dai caratteri molto più universali, di ciò a cui può portare la tirannia di un sogno e la proiezione delle proprie fantasie mentali sulla realtà, imponendo a individui fatti di carne ed ossa, e quindi mutevoli, la staticità tipica del sogno ad occhi aperti. Interpretare Lolita come simbolo della violenza che può veicolare con sé ogni sogno se imposto con forza al mondo esterno, può sicuramente aprire uno squarcio di riflessione sulla stessa condizione vissuta dalle protagoniste a Teheran, sotto la repubblica islamica.
Anzi, tale chiave di lettura del romanzo di Nabokov sembra essere incoraggiata proprio dallo stesso vissuto storico delle protagoniste; come la letteratura pone agli uomini costanti interrogativi validi per il presente, così è l’urgenza stessa della realtà e delle sue problematiche a farci ritrovare nelle grandi opere quelle stesse questioni che assillano l’uomo contemporaneo, nonostante mutino le forme e i modi in cui queste si presentano. Come Humbolt, il protagonista di Lolita, plasma una bambina di 12 anni a immagine e somiglianza delle sue perverse fantasie, allo stesso modo la dittatura di Komheini può essere assimilata al sogno folle di un singolo, che ferocemente e con tenacia decide di dare alla sua realtà mentale consistenza di effettiva tangibilità, imponendola ad un’intera nazione.
Leggere Lolita a Teheran non corrisponde più così al semplice atto di leggere Lolita in qualsiasi altra parte nel mondo, ma si carica dell’angoscia e del significato esistenziale di chi vive quel dato momento storico in Iran.
Ogni opera letteraria diviene preziosa nel momento in cui ci si accorge che essa parla costantemente di noi, sa caricarsi degli interrogativi del presente, sa divenire un àncora di salvezza, strumento di problematizzazione e mezzo per riflettere collettivamente su noi stessi ed il nostro vissuto. E così i libri di Jane Austen, lungi dall’essere libri semplicemente scritti da una zitella inglese ai primi dell’800, sono testi carichi di interrogativi attorno al diritto del singolo a scegliersi la propria felicità autonomamente e che, pur nell’apparente tono leggero e ironico, sanno parlarci di quelle meschinità quotidiane con cui ognuno è costretto a scontrarsi, nonostante siano calate, dall’autrice britannica, in un contesto sociale fatto di forma e apparenza. Come può non riguardarci un libro che affronta il nodo cruciale del nostro diritto alla scelta autonoma della felicità? Come non può riguardare coloro che, come le ragazze di Teheran, sono costrette a fare i conti con una realtà che reprime l’individuo per imporre loro un modello preconfezionato di felicità?
È bello vedere come le lezioni sui grandi autori inglesi si snodino in una dialettica che non lascia affatto fuori sentimenti, stati d’animo e problematiche legate al vissuto privato delle ragazze partecipi di quei seminari.
E così Leggere Lolita a Teheran trova il suo felice impasto nel suo essere stretto intreccio di racconti di eventi storico-politici, di accadimenti personali e biografici, e di altissimi momenti di didattica della letteratura. Il tutto pare amalgamato in un’armonia atta a rivelarci come tutto ciò che ha a che fare con l’uomo – siano eventi privati, storici o frutto di invenzione letteraria - c’entri sempre e comunque. I racconti della vita privata delle singole allieve, all’interno del racconto della Nafisi, non diventano mero mezzo per soddisfare il voyeurismo del lettore, bensì servono ad arricchire di umanità e sentimento gli insegnamenti svolti sui testi di letteratura che – lungi da essere mere lezioni fondate sull’immagazzinamento di nozioni, poetiche, fatti e date – si caricano di quella vitalità e complessità esistenziale che solo il vero contatto con la vita pensante e pulsante di angosce e gioie può dare. Come avrei voluto essere una delle ragazze del seminario! Non semplice uditrice di lezioni passive su poetiche e movimenti letterari – così come in genere accade nelle nostre università – bensì polo attivo, partecipe di un sentire umano che parte dal vissuto personale per giungere al cuore delle opere letterarie e viceversa.
Inoltre il libro non ci parla solo dell’Iran o del valore dei singoli autori analizzati nel corso dei capitoli: l’opera si carica di un interrogativo che investe il significato stesso della letteratura, che non può essere ridotto a puro messaggio moralistico o propagandistico, come appare chiaro nel capitolo in cui l’autrice ci racconta del “processo” simulato in aula assieme ai suoi studenti contro Il grande Gatsby, considerato dai gruppi fondamentalisti uno dei testi in cui in misura maggiore emergerebbe la decadenza occidentale.
Alla fine del finto processo appare chiaro come il compito della letteratura sia quello di destabilizzarci dalle nostre certezze, di metterci a riparo da una morale a compartimenti stagni, di mostrarci le contraddizioni e la complessità dell’esistenza, la quale può essere tutto e il contrario di tutto, sfuggente da qualsiasi definizione stereotipata e impossibile da imbrigliare nelle maglie strette di una definizione univoca e rassicurante.
Forse il compito della letteratura è quella di rivelare ai nostri stessi occhi la nostra condizione esistenziale, così simile a quella di un funambolo, sospeso su di una corda al di sopra di un abisso profondo. Il nostro compito è quello di mantenerci in equilibrio precario. Precario, si, ma sempre in equilibrio, un equilibrio che può nascere solo dalla nostra capacità di barcamenarci e muoverci saggiamente e dialetticamente tra gli opposti, senza irrigidirci nella staticità tipica di chi si affida agli Assoluti e dimentica la multiformità dell’esistenza stessa.
Non potrò poi dimenticare la delicatezza delle diverse protagoniste che si avvicendano sulla scena, ognuna tratteggiata attraverso brevi descrizioni o attraverso il racconto di specifici eventi attinenti alla loro vita, in grado di fissarne il carattere nella nostra fantasia. Attraverso le vicende di Nassrin, Mashid e le altre, nel libro assume una certa rilevanza anche il tema della difficoltà di poter costruire liberamente la propria identità all’interno di uno stato totalitario, dal momento in cui questo sembra insinuarsi nella coscienza del singolo, influenzandone le scelte, anche quelle più intime e legate alla sfera degli affetti e del privato.
Così ci troviamo di fronte alla lotta di sette fanciulle, ognuna alle prese con le proprie fragilità, ma caparbiamente protese a difendere il proprio diritto alla felicità, all’amore e alla libertà; una libertà che non è solo legata al fare, ma anche e soprattutto alla possibilità d’immaginare. Col seminario segreto di letteratura inglese viene rivendicato a chiare lettere il proprio diritto all’immaginazione, alla fantasia, alla costruzione di infiniti mondi possibili da opporre, contrapporre e raffrontare a quello in cui si vive e agisce quotidianamente.
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30-08-2008, 18:03
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#26
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Esperto
Qui dal: Sep 2006
Messaggi: 5,489
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Ps. Il libro è piu corto 8) (scusate L OFF TOPIC)
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30-08-2008, 18:07
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#27
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Esperto
Qui dal: Mar 2008
Ubicazione: In the clouds...
Messaggi: 1,188
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Quote:
Originariamente inviata da Redman
Ps. Il libro è piu corto 8) (scusate L OFF TOPIC)
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Paradossalmente questa recensione è più adatta per chi il libro l'ha già letto...... :roll:
.....E per chi vuole aprire un dibattito letterario...io sono qui, chi vuole si faccia sotto!! 8)
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31-08-2008, 00:56
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#28
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Avanzato
Qui dal: Dec 2007
Messaggi: 497
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Interessante spiegazione dei vari disturbi dal punto di vista psicoanalitico, capibile anche per chi non ha mai letto nulla sull'argomento.
Il difficile non è leggere, ma ricordare.
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25-09-2008, 12:12
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#29
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Banned
Qui dal: Sep 2008
Messaggi: 675
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ci ho ripensato.
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Ultima modifica di Prassi; 09-07-2009 a 17:41.
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28-09-2008, 21:36
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#30
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Banned
Qui dal: Sep 2008
Messaggi: 1,979
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Questo qui è un bellissimo ed interessantissimo libro di facile lettura di sole 600 pagine, lo consiglio a tutti:
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06-10-2008, 23:56
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#31
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Esperto
Qui dal: Jan 2008
Messaggi: 4,864
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-10 passi verso il pensiero positivo
autore: Windy Dryden
-VIVERE SENZA PAURA
autore:Rhonda Britten
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07-10-2008, 00:22
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#32
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Esperto
Qui dal: Jan 2008
Messaggi: 4,864
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27-10-2008, 13:37
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#33
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Guest
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Quote:
Originariamente inviata da moon-watcher
Questo qui è un bellissimo ed interessantissimo libro di facile lettura di sole 600 pagine, lo consiglio a tutti:
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:?
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05-11-2008, 17:08
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#34
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Banned
Qui dal: Sep 2008
Ubicazione: milano
Messaggi: 1,413
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io vi consiglio questo libro - LE MEMORIE DELLO SQUALO
Un uomo si risveglia in una stanza senza sapere chi è. Le sole tracce di cui dispone sono un documento d'identità che gli rivela il suo nome, Eric Sanderson, e una lettera indirizzata a lui "con rammarico ma anche speranza" dal "primo Eric Sanderson", il quale gli suggerisce di contattare una certa dottoressa Randle per cominciare a capire come stanno le cose. La dottoressa (una psicologa) gli spiega che tre anni prima la sua fidanzata è morta in un tragico incidente al mare e che da allora lui ha sofferto di amnesie sempre più devastanti, una forma di reazione ritardata al trauma. La dottoressa, inoltre, gli raccomanda di non leggere nessuno dei messaggi che potrebbero arrivargli dal primo Eric, il suo sé precedente, perché rischierebbero di interferire con la sua guarigione. Ben presto gli arriva una seconda lettera che, però, lo esorta a non fidarsi della dottoressa: non è in grado di comprendere la sua situazione e di aiutarlo. Eric, disorientato, cerca di ricostruirsi una vita e si aggrappa alla quotidianità più spicciola. Ma un giorno, mentre sta guardando la tv seduto sul divano, viene attaccato da una violentissima entità che lo afferra dal basso e lo trascina in un tempestoso mare nero. Si ritrova affranto a sputare acqua sulla riva dell''idea del pavimento': non sa come, ma - grazie a Dio - è riuscito a sfuggire ai denti della bestia. II disorientamento e il terrore a questo punto sono assoluti. Le nuove lettere che riceve gli spiegano come stanno le cose. Ha attirato l'attenzione di un Ludoviciano, o squalo concettuale, un predatore che vive nei flussi del pensiero umano e che si nutre dei ricordi delle sue vittime. Il faticoso tentativo di ricostruzione della propria identità ha attratto il pescecane proprio come sangue nell'acqua. Da quel momento la sua diventa una corsa disperata contro il tempo, con lo scopo di trovare l'amore e di rimettere insieme i pezzi della propria vita, prima di essere annientato. E l'avventura comincia...
Con numerosi elementi di originalità, una trama che affonda nell’astratto e sfida il lettore ad immaginarsi l’impossibile.
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29-11-2008, 22:36
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#35
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Esperto
Qui dal: Jun 2007
Ubicazione: in una Galassia lontana lontana...
Messaggi: 668
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Rosario Alfano
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RAPIDA-MENTE
Esempio 1
Mi sveglio in orario, fresco e riposato. Una bella doccia. Una buona colazione, sana e nutriente. Esco di casa con le migliori intenzioni di questo mondo e pieno di voglia di realizzare grandi cose. Esco di casa e incrocio il mio vicino, lo saluto con un sorriso a 64 denti, ma lui neanche alza la testa e mi passa davanti come se fossi invisibile. Ed ecco che all’improvviso dalla pancia mi sale una stizza che trasforma decisamente il mio umore. Da lì a poco la stizza si trasforma in risentimento e con la memoria vado a ripescare la serie di comportamenti negativi che quella persona ha già avuto in passato nei miei confronti. Intanto, grazie a questi pensieri, la mia mattinata sì è tinta di collera.
Esempio 2
Sul lavoro è stata una giornataccia e per giunta sono imbottigliato nel traffico da un’ora. Alle 20 00 ho la riunione di condominio. Che barba! Sicuramente arriverò a casa così tardi che dovrò saltare la cena e andare direttamente all’incontro. Ho i nervi a fior di pelle, e mentre la fila si muove a passo di lumaca, me la prendo con i pulsanti dello stereo, continuando a passare di stazione in stazione. Poi, però, becco il ritornello di una certa canzone. E’ quella che ascoltavo l’estate scorsa in vacanza. Così in un batter d’occhio mi ritrovo a rivivere le serate sulla spiaggia, i balli, i tramonti in riva a quel mare tropicale insieme a quella bellissima donna conosciuta sul posto. In meno di un secondo vengo invaso da sensazioni meravigliose, e sperimento ancora una volta quelle bellissime emozioni, come se fossi ancora su quella spiaggia. E invece sono ancora in macchina. La canzone finisce. Il traffico non accenna a diminuire. Ma le note di quel brano mi hanno cambiato l’umore, lasciandomi in uno stato d’animo migliore, che mi permettere di prendere anche questa giornataccia con un po’ più di filosofia.
Sapete cosa hanno in comune questi due esempi?
In entrambi c’è stato un rapido cambiamento dello stato d’animo.
All’improvviso è successo qualcosa che ha prodotto un mutamento istantaneo dell’umore. Nel primo caso, a causa del vicino maleducato, sono passato dall’entusiasmo al risentimento, nel secondo, grazie a poche note, ho smesso di essere nervoso per rivivere l’estasi di una vacanza.
In realtà, passiamo da uno stato mentale a un altro continuamente. Basta una notizia, l’incontrare una persona, qualcosa che vediamo o che ascoltiamo e …subito ci sentiamo in un modo diverso rispetto a pochi secondi prima.
E’ un dato di fatto! Il nostro cervello può richiamare emozioni diverse con estrema rapidità.
E’ un bene o un male?
Non c’è un'unica risposta a questa domanda.
Se mi lascio guidare dalla circostanze esterne, se tutto ciò che provo dipende dagli stimoli che mi arrivano casualmente dall’esterno, allora è un male.
Ma se imparo come dire al mio cervello quali emozioni richiamare, il fatto che esso possa farlo rapidamente è sicuramente un bene.
Significa essere in grado di passare in fretta da un’emozione che non mi piace a una che
mi soddisfa.
Queste pagine (Non farti fregare dal passato!) nascono perché voi possiate apprendere il linguaggio e il funzionamento della vostra testa, così che la smettiate di litigarci o di ottenere da essa il contrario di quello che vorreste.
Ci è stato detto che più una cosa ci fa soffrire e più tempo ci vuole per cambiarla. Non è così. Il cervello è abituato a compiere un numero spropositato di funzioni al secondo. Non impara nulla che gli venga proposto troppo lentamente. Immaginate di andare al cinema e di guardare il film fotogramma per fotogramma. Cosa capireste e cosa vi ricordereste un mese dopo, alla fine della proiezione?
In realtà ci vuole molto tempo solo in un caso: quando non sappiamo cosa fare esattamente, dove mettere le mani. Una volta scoperti i pulsanti giusti, basta premerli, e il cambiamento avviene.
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Libro , Pagg. 158
Formato: 15x22
Prezzo € 14,00
NOTE:
Le esperienze negative lasciano dentro di noi pessimismo, senso di sfiducia, convinzioni limitanti e pregiudizi nei confronti di noi stessi e degli altri. Questo libro propone un metodo rapido e concreto per ripulire la mente da tutte queste scorie psicologiche.
Si tratta di una vera e propria alternativa al percorso della psicoanalisi. L’autore, infatti, non ci chiede di guardare indietro, di rientrare in contatto con i vissuti dolorosi , né di capire il perché degli eventi che ci sono capitati. Preferisce fornire al lettore una strategia più pratica, divertente e veloce per ristabilire un rapporto positivo con il proprio passato.
Gli esercizi e le riflessioni di questo manuale saranno di grande aiuto a chi:
• è sfiduciato verso il presente, il futuro, se stesso o gli altri;
• non riesce ad uscire dai ricordi negativi;
• non crede di meritare granché dalla vita o si sente vittima della sfortuna;
• vuole evitare di ripetere gli stessi errori;
• desidera trasformare il passato nel suo maestro.
:?: Fatemi sapere...se lo leggete...
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29-11-2008, 23:30
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#36
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Esperto
Qui dal: Oct 2008
Ubicazione: Chelsea Hotel,NY
Messaggi: 544
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[quote="fable85"]Io volevo consigliare due romanzi:
L'Ombra del Vento-C.R.Zafòn
lo sto leggendo..stupendo!
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29-11-2008, 23:36
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#37
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Esperto
Qui dal: Oct 2008
Ubicazione: Chelsea Hotel,NY
Messaggi: 544
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"Capire il dolore. Perché la sofferenza lasci spazio alla gioia"
Da decenni Vittorino Andreoli, per il suo lavoro di psichiatra, vive a stretto contatto con il mondo del dolore, nelle sue manifestazioni più estreme. Proprio questa vicinanza gli ha insegnato che il dolore è un elemento universale e imprescindibile in tutti i momenti della vita degli uomini, come singoli e come parte di una collettività. L'idea di sfuggire al dolore è una pericolosa illusione. Conviene piuttosto imparare ad affrontarlo, comprendendo che è parte integrante della condizione umana, e che proprio la consapevolezza del dolore è necessaria per cogliere in tutta la sua profondità l'esperienza benefica della gioia.
duro,ma STUPENDOOOOOOOO e sopratutto estremamente reale.
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30-11-2008, 00:39
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#38
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Esperto
Qui dal: Jun 2007
Ubicazione: in una Galassia lontana lontana...
Messaggi: 668
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Libro , Pagg. 159
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Prezzo € 11,00
Cheri Huber
Il Dono della Depressione
Il male oscuro come opportunità di crescita spirituale
Oscar mondadori - agosto 2006
NOTE:
Ma è proprio vero che la depressione, che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, sia un buco nero dal quale non possa nascere nulla di positivo?
La nota insegnante zen americana Cheri Huber cerca di smentire questo diffuso preconcetto e di trasmettere un messaggio diverso: la depressione, se giustamente affrontata, può portare in sé anche dei valori positivi.
Anzi, se la consideriamo come qualsiasi altro aspetto della vita, è addirittura possibile trasformare questo stato di intensa sofferenza in un prezioso dono per la crescita spirituale. Per poter accendere nuovamente la scintilla della speranza in chi soffre di depressione, è di fondamentale importanza smettere di colpevolizzarsi e imparare a provare compassione per se stessi.
Questo libro non pretende di sostituirsi alle terapie o ai consigli degli specialisti, ma offre un punto di vista nuovo e del tutto alternativo su come affrontare la depressione grazie alle tecniche provenienti dall'antico patrimonio di saggezza del buddhismo zen.
Biografia di Cheri Huber: Cheri Huber è stata studente e insegnante di zen per oltre trent'anni. Insegna in California allo Zen Monastery Practice Center
Letto e...molto simpartico,intelligente e self-help(quando si riesce a leggere e non si è troppo giù)
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30-11-2008, 00:56
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#39
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Esperto
Qui dal: Jun 2007
Ubicazione: in una Galassia lontana lontana...
Messaggi: 668
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Libro , Pagg. 208
Formato: 13,5x21
Prezzo € 18
Gabriele Melli -ECOMIND
Vincere le Ossessioni
Capire e affrontare il Disturbo Ossessivo Compulsivo
"Vincere le ossessioni" è un manuale psicoeducazionale, si rivolge cioè sia a chi soffre del disturbo ed ai suoi familiari, per informarsi, capire, ed apprendere a superare il problema; sia agli operatori sanitari (medici, psicologi, infermieri,educatori psico-sociali) che vogliano consultare un testo in cui siano descritte le strategie di trattamento in modo dettagliato e pratico.
La terapia Cognitivo - comportamentale è oggi considerata il trattamento più indicato e di maggiore efficacia per il Disturbo Ossessivo Compulsivo. Il trattamento prevede una importante componente psicoeducativa e informativa che può essere svolta dal terapeuta o da un buon testo di riferimento.
Diviso i tre parti: conoscere il DOC,affrontare il DOC, ulteriori risorse; affronta, tra gli altri, i seguenti punti:
Cos'è il DOC, cosa lo causa e come si manifesta.
Autovalutazione del problema.
Le strategie vincenti.
Il programma di esposizione.
Come affrontare i vari tipi di DOC.
Prevenzione delle ricadute.
Suggerimenti per i familiari.
Guida bibliografica, su internet e sui centri clinici e associativi in Italia.
Questa seconda edizione contiene inoltre un intero capitolo sulle ossessioni pure (senza compulsioni) e sul modo di affrontarle.
Gabriele Melli, esercita la libera professione di psicologo clinico presso l’Istituto di Psicologia e Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva di Firenze (IPSICO), di cui è membro del Consiglio Direttivo. Psicologo consulente presso la Casa di Cura “Poggio Sereno”(ci son stata,hi hi :roll: ) di Fiesole (FI), dove si occupa principalmente del programma di sperimentazione clinica nella terapia dei casi di disturbo ossessivo - compulsivo resistenti al trattamento, coordinato dal prof. Davide Dottore. Membro straordinario dell’Associazione Italiana di Analisi e Modificazione del Comportamento e Terapia Comportamentale e Cognitiva (AIAMC) e di altre associazioni scientifiche nazionali ed internazionali. Segretario nazionale
Non letto ancora...
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04-12-2008, 16:43
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#40
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Esperto
Qui dal: Oct 2008
Ubicazione: Sempre più sù...Oltre...l'Infinito INDACO!
Messaggi: 574
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La paura di vivere. La solitudine come esperienza
Daniela Fagni Ed.ETS
Daniela Fagni è nata nel 1962 a Stoccolma in Svezia. All'età di 12 anni è stata catapultata in Italia. All'età di 35 anni, con violenza, è stata travolta dalla malattia mentale, di tipo psicotico. Ha avuto sei durissime crisi in dieci anni. Ora si sta curando presso il Centro di Salute Mentale della Valdinievole in Montecatini Terme. Dall'ultima crisi avuta a novembre del 2005 riesce a vivere una vita soddisfacente e a riacquistare fiducia nelle sue possibilità e nelle persone che la circondano. Vuole uscire allo scoperto e far conoscere le proprie esperienze a chi, come lei, ha passato o passa anni di sofferenza. "Il sentimento della solitudine può portare a perdere tutte le coordinate, a perdere il filo rosso che si stende dalla matassa ogni giorno della nostra vita, a perdere il senso dell'oggetto staccato da noi. Il sentimento della solitudine può anche portare a rinnovare il senso della vita, ad accendere tutti i fiammiferi spenti, a buttare via una vecchia matassa per una nuova".
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