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26-06-2007, 14:33
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#1
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Guest
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Gran libro, raccolta di di diverse storie.
Un nuovo Edgar Allan Poe immerso in una mostruosa realtà e in una angoscia terribilmente gestibile.
Titolo: OPPIO E ALTRE STORIE
Autore: Géza Csath
Prezzo: 7,20 Euro
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28-06-2007, 01:48
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#2
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Avanzato
Qui dal: Feb 2007
Ubicazione: ROMA
Messaggi: 311
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the hacker diaries - Confessioni di giovani hacker
La fobia sociale chiude le porte verso il mondo aprendo quelle verso il cyberspazio.
E per chi vuole approfondire
L'arte dell'hacking - Idee, Strumenti e tecniche degli hacker
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12-07-2007, 15:04
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#3
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Esperto
Qui dal: Feb 2006
Messaggi: 1,683
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Il libro nero degli Stati Uniti
di William Blum.
Pagg. 900
Tutti gli interventi statunitensi nei vari governi e dittature del mondo dalla fine della seconda guerra mondiale. Un mattone, ma ne vale la pena.
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20-07-2007, 17:30
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#4
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Intermedio
Qui dal: Jun 2007
Ubicazione: acquisgrana
Messaggi: 175
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IL MANUALE DI TONIO CARTONIO E DEI FOLLETTI LUMINOSI
Prezzo: € 7.90
Disponibilità: Normalmente disponibile entro 24 ore
l'ho letto tutto di un fiato,sarà per il fatto che è pieno di figure e disegni lollissimi.
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19-08-2007, 17:45
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#5
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Intermedio
Qui dal: May 2006
Messaggi: 121
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Io volevo consigliare due romanzi:
L'Ombra del Vento-C.R.Zafòn
A Barcellona una mattina d'estate del 1945 il proprietario di un negozio di libri usati conduce il figlio undicenne, Daniel, al Cimitero dei Libri Dimenticati, un luogo segreto dove vengono sottratti all'oblio migliaia di volumi di cui il tempo ha cancellato il ricordo. E qui Daniel entra in possesso di un libro maledetto che cambierà il corso della sua vita, introducendolo in un mondo di misteri e intrighi legato alla figura di Juliàn Carax, l'autore di quel volume. Daniel ne rimane folgorato, mentre dal passato iniziano a emergere storie di passioni illecite, di amori impossibili, di amicizie e lealtà assolute, di follia omicida e di un macabro segreto custodito in una villa abbandonata.
L'Abito di Piume-Banana Yoshimoto
Il titolo originale del romanzo Hagoromo (letteralmente: abito di piume) indica un particolare tipo di kimono leggerissimo con dei lunghi nastri indossato dalle tennyo, sorta di donne-angelo, che serviva per volare tra il mondo terreno e l’aldilà. Il ritorno di Hotaru, la protagonista di questo struggente romanzo, nel paese natale rappresenta il suo hagoromo, un vestito che le permette di librarsi in volo alleggerita dal dolore per la perdita della persona amata. Anni prima era andata ad abitare a Tokyo e aveva vissuto una storia d’amore con un uomo sposato, un fotografo sempre impegnatissimo nel lavoro e incapace di scegliere tra la moglie e lei. Ferita profondamente, Hotaru trascorre le sue giornate aiutando la nonna nel suo piccolo ristorante e rivedendo i luoghi e le persone della sua infanzia, soprattutto la sua vecchia amica Rumi, dotata di quella speciale capacità nell’intuire ciò che si nasconde nell’animo delle persone, che ora lavora in un asilo come puericultrice e sogna di aprirne uno tutto suo. Un giorno, passeggiando lungo le sponde del fiume, incontra Mitsuru, un ragazzo che stranamente crede di aver già incontrato da qualche parte senza però riuscire a ricordare dove e quando. Con l’aiuto della nonna e della madre di Mitsuru Hotaru ricostruisce l’enigma: da bambini erano stati ricoverati entrambi in fin di vita nello stesso ospedale e, in sogno o in quello strano stato di incoscienza indotto dal coma, si erano incontrati e salvati reciprocamente. Rumi intuisce che fra i due sta nascendo qualcosa di molto profondo e offre all’amica di rimanere e lavorare con lei nel suo asilo nido. La protagonista ritrova la sua serenità: alleggerita dal dolore può finalmente librarsi in volo e far ritorno nel mondo della giovinezza e dell’amore. Il tema centrale del romanzo è la “guarigione”, il lento ritorno alla vita normale che la protagonista riesce a raggiungere grazie alla riscoperta del valore dell’amicizia, del calore umano e grazie alla vita semplice e tranquilla del piccolo borgo.
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19-08-2007, 19:17
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#6
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Intermedio
Qui dal: Jul 2005
Ubicazione: Italia
Messaggi: 125
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Oggi vi consiglio questo libro, I pilastri della terra di Ken Follet (Mondadori)
Descrizione (da Bol.it):
Un mistery. una storia d'amore, una grande rievocazione storica: nella sua opera più ambiziosa e acclamata. Ken Follett tocca una dimensione epica, trasportandoci nell'Inghilterra medievale al tempo della costruzione di una cattedrale gotica. Intreccio. azione e passioni si sviluppano così sullo sfondo di un'era ricca di intrighi e cospirazioni, pericoli e minacce, guerre civili, carestie, conflitti religiosi e lotte per la successione al trono. Con la stessa. infallibile suspense che caratterizza tutti i suoi thriller, Follett ricrea un'epoca scomparsa e affascinante. Foreste, castelli e monasteri sono l'avvolgente paesaggio, mosso dai ritmi della vita quotidiana e dalla pressione di eventi storici e naturali entro il quale per circa quarant'anni si confrontano e si scontrano le segrete aspirazioni e i sentimenti dei protagonisti - monaci, mercanti, artigiani, nobili, fanciulle misteriose -, vittime o pedine di avvenimenti che ne segnano i destini e rimettono continuamente in discussione la costruzione della cattedrale. Una grande storia di ambizione e tradimento, coraggio e dedizione, amore e vendetta, in cui si ritrova tutta l'impeccabile arte di narrare di uno dei più amati scrittori contemporanei.
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17-09-2007, 01:50
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#7
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Avanzato
Qui dal: Feb 2007
Ubicazione: ROMA
Messaggi: 311
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Elogio della fuga - Henri Laborit
"In tempi come questi la fuga è l’unico mezzo per mantenersi vivi e continuare a sognare"
"Per noi, la causa prima dell'angoscia è l'impossibilità di realizzare l'azione gratificante, e sottrarsi a una sofferenza con la fuga o la lotta è anch'esso un modo di gratificarsi, quindi di sfuggire all'angoscia."
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22-10-2007, 13:31
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#8
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Intermedio
Qui dal: Sep 2007
Messaggi: 151
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io consiglio un romanzo chiamato "IL GIOVANE HOLDEN" . IL PROTAGONISTA è un socialfobico che non riesce ad inserirsi nella società ed assume tteggiamenti scontrosi e ribelli conto tutti
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25-10-2007, 10:41
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#9
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,196
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Non riesco a trovare una foto della copertina, ma il libro che vorrei proporre è "Berlin Alexanderplatz" di Alfred Doblin, che narra le peripezie tragicomiche di un uomo uscito dal carcere nella Berlino degli anni 20. E' un importante spaccato di vita di una Berlino attraversata da frenetici cambiamenti, dominato da uno stile narrativo sperimentale e assolutamente innovativo.
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02-02-2008, 19:58
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#10
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Esperto
Qui dal: Dec 2007
Messaggi: 936
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La grammatica di Dio
Storie di solitudine e allegria
Stefano Benni
Feltrinelli Editore
Collana I Narratori
Anno 2007
"La Grammatica va alla prima ristampa, verso le 200.000 copie. Non male, per un libro di racconti (che come dicono gli addetti al settore, non vendono) e soprattutto per un libro che è andato in televisione per dieci secondi. In barba alla camorra catodica e a al monoscopio Vespa. Il miracolo della moltiplicazione dei lettori si è ripetuto..."
(complimenti per i consigli inseriti finora, come nella sezione cinema e musica, del resto)
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15-02-2008, 11:57
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#11
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Avanzato
Qui dal: Sep 2006
Ubicazione: nel deserto
Messaggi: 335
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Deserti dell'anima
Adolf Guggenbuhl Craig
A che cosa servono i limiti? A essere sfidati e superati ad ogni costo, come suggeriscono una certa pubblicità e un atteggiamento collettivo, onnipotente e inflazionato, o a essere accolti e accettati, come propone Guggenbuhl-Craig in 'Deserti dell'anima'?
L'esperienza psichica dell'invalicabilità di questi limiti, l'ipotesi che le 'lacune' psicopatiche del sentimento erotico e del senso morale non possano essere né superate né trasformate costituiscono l'ordito intorno al quale l'autore tesse, con la consueta originalità, le proprie considerazioni sui 'deserti dell'anima': luoghi psichici che sono caratterizzati dalla freddezza emotiva e dall'immoralità
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15-02-2008, 16:00
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#12
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Avanzato
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 332
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10-03-2008, 22:39
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#13
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Intermedio
Qui dal: Apr 2007
Messaggi: 210
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Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte
di Mark Haddon (Einaudi, collana Super ET) 247 pagg.
Trama:
Christopher è un quindicenne colpito dal morbo di Asperger, una forma di autismo. Ha una mente straordinariamente allenata alla matematica ma assolutamente non avvezza ai rapporti umani: odia il giallo, il marrone e l'essere sfiorato. Ama gli schemi, gli elenchi e la deduzione logica. Non è mai andato più in là del negozio dietro l'angolo, ma quando scopre il cane della vicina trafitto da un forcone capisce di trovarsi di fronte a uno di quei misteri che il suo eroe, Sherlock Holmes, era così bravo a risolvere. Inizia così a indagare...
E’ un romanzo di formazione, scritto in prima persona, che ho trovato piuttosto carino ed originale.
Difatti, la storia comincia come un giallo ma si evolve fino a diventare un’avventura che cambierà la vita del protagonista. A parte il finale, forse un po’ scontato, l’autore è stato abile nel raccontare la storia, calandosi nella prospettiva di un quindicenne autistico. Mi ha intrigato la psicologia del ragazzo, resa senza tanti giri di parole, ed in particolare, il suo rifugiarsi in calcoli matematici per uscire dal mondo che lo fagocita suo malgrado. :roll:
La scrittura è lineare, senza passaggi noiosi, tant’è che lo si legge tutto di un fiato.
Qui trovate un’intervista all’autore, magari vi invoglia alla lettura…
http://www.vialattea.net/odifreddi/haddon/haddon.html
Se volete saperne di più su questa forma di autismo, eccovi serviti…. 8)
“gli individui con la sindrome di Asperger hanno un'intelligenza normale, o in qualche caso superiore alla norma, a scapito di una capacità d'interazione sociale nettamente inferiore.
Quello che manca a loro è un'innata abilità di esprimere i loro stati emotivi con i gesti, il linguaggio corporeo e l'espressione facciale. Molte persone con la sindrome di Asperger si sentono a disagio nel loro distacco involontario dal mondo comune; manca loro la naturale abilità nel capire ciò che non viene detto esplicitamente nelle relazioni sociali e in pari modo essi hanno difficoltà a comunicare con accuratezza il loro proprio stato emotivo.”
http://it.wikipedia.org/wiki/Sindrome_di_Asperger
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16-03-2008, 17:56
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#14
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Principiante
Qui dal: Mar 2008
Messaggi: 7
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il libro è vecchiotto (1993) ma imperdibile:
le vergini suicide
Eugenides Jeffrey
5 ragazzi si ritrovano vent'anni dopo, nel paese dove sono nati per ricordare.
Per far rivivere con i loro pensieri 5 ragazze (5 sorelle) che ritornano,giovani e vive,per poi affievolirsi di nuovo pagina dopo pagina e tornare fantasmi,sullo sfondo dell'america suburbana degli anni 70.
Il dottor Armonson suturò le ferite dei polsi.Dopo cinque minuti di
trasfusione dichiarò che la ragazza era fuori pericolo.Le diede un
buffetto sotto il mento:' Che ci fai qui,piccola?Non puoi sapere quanto è brutta la vita,giovane
come sei ' .
Fu allora che Cecilia espresse verbalmente ciò che doveva rappresentare
l'unica parvenza di una lettera d'addio,superflua,tra l'altro,dato che non
era morta:
' Dottore ' disse, 'è evidente che lei non è mai stato una ragazza di
tredici anni ' .
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25-03-2008, 22:02
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#15
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Esperto
Qui dal: Dec 2007
Messaggi: 936
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Dieci guide capitali
Segnalo che la Repubblica e l’Espresso, da martedì 18 marzo sono accompagnati in edicola da una collana di pubblicazioni turistiche, le Dieci guide capitali.
Si tratta di 10 Lonely Planet dedicate ad altrettante grandi mete: Londra, Parigi, New York, Madrid, Amsterdam, Barcellona, Berlino, Praga, Vienna e Dublino.
Il prezzo, 9 euro e 90 oltre al costo del giornale, è circa la metà di quello che si pagherebbe in libreria.
Oggi la seconda uscita: Paris (je t'aime) :-)
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05-05-2008, 13:19
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#16
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Avanzato
Qui dal: Jan 2008
Messaggi: 358
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Douglas R. Hofstadter
Gödel, Escher, Bach: un'Eterna Ghirlanda Brillante (Adelphi, 852 pp.)
Nel 1979 usciva questa imponente opera divulgativa, che nel corso degli anni ha fatto conoscere a moltissime persone le meraviglie della mente umana. Un'opera complessa ma allo stesso tempo scritta in modo da esporre i temi nella maniera più semplice possibile. Temi molto profondi, che toccano l'essenza stessa dell'essere umano e vanno incontro a domande fondamentali quali "Che cos'è l'intelligenza?", "Come funziona la mente umana?" o "Cosa possiamo conoscere?". A queste domande, lungi dal dare risposte dogmatiche, Hofstadter si avvicina in maniera graduale, sempre cercando di affrontare le questioni da angolazioni diverse e di spostare i punti di vista, per meglio svelare le possibili risposte. Lo fa impostando la struttura stessa del libro in maniera funzionale e coerente, alternando dialoghi "galileani" a capitoli esplicativi e soprattutto intrecciando agli argomenti trattati le opere di due artisti, Escher da una parte e Bach dall'altra, che rivelano ad un'analisi approfondita mirabili punti in comune ed uno spirito artistico mosso da regole spesso simili. Si passa così, sempre mantenendo una naturale fluidità, da certi argomenti ad altri che all'apparenza sembrerebbero avere ben poco in comune: dalla logica/matematica tout court (Sistemi formali, Calcolo Proposizionale, Aritmetica Tipografica...) alla biologia (Reti neuronali, Duplicazione del DNA...), fino a toccare argomenti quali lo Zen, i Canoni musicali, le traduzioni linguistiche e soprattutto le Intelligenze Artificiali. La possibilità di poter creare in futuro intelligenze analoghe a quella dell'uomo o addirittura superiori apre scenari stimolanti e solleva domande complesse. Dipanando la ghirlanda del titolo si arriva a quello che ne è per certi versi il cuore: l'analisi del Teorema dell'Incompletezza di Gödel, col quale il logico austriaco dimostrò nel 1931 l'incompletezza di ogni sistema formale sufficientemente potente, aritmetica compresa, provocando di fatto un terremoto di vaste proporzioni, i cui effetti si ripercuotono su campi anche distanti da quello matematico. Una lettura sicuramente impegnativa, ma che ha l'indubbio pregio di fare chiarezza e fornire solide basi a chi desidera avventurarsi alla scoperta dell'unico luogo sul pianeta rimasto in gran parte inesplorato: la mente umana.
Lailalalalalalà...fammi godelizzare! (cit. Vasco Rossi)
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27-05-2008, 19:29
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#18
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Esperto
Qui dal: Mar 2008
Messaggi: 1,051
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08-06-2008, 17:06
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#19
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Esperto
Qui dal: Sep 2006
Ubicazione: VE
Messaggi: 986
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Il Castello - Franz KAFKA
Il problema del rapporto tra l'uomo e la realtà superiore viene approfondito da Kafka nel romanzo Il castello. L'atteggiamento psicologico del protagonista qui sembra tuttavia molto diverso. Ritenendosi vittima di una grave ingiustizia, Josef K. rifiuta con superbia e presunzione qualsiasi approccio col tribunale, certo quindi di trovarsi dalla parte del giusto. Attraverso le complesse vicende che caratterizzano il suo soggiorno nel villaggio, dall'arrivo misterioso ai colloqui con il funzionario Erlanger e la cameriera Pepi, l'unico obiettivo dell'agrimensore K. appare invece quello di stabilire una forma di contatto con l'autorità comitale. Comunque, al di là di tali differenze, l'agrimensore risulta ugualmente colpevole, e questo perché aspira a conoscere la verità rappresentata dal castello con le proprie prerogative razionali. Ma il vero non risulta assolutamente fruibile con gli strumenti della ragione e gli sforzi di K. sono destinati a rimanere vani. Ciò fa supporre che anche K. sia stato ingannato. In realtà nessuno ha inteso farlo venire al villaggio; la chiamata coincide in pratica col suo arrivo ed esprime appunto l'esigenza di un rapporto diretto con l'ordine supremo. Egli è quindi libero di scegliere se esercitare l'agrimensura (benché il suo incarico non venga mai definito con esattezza) e servirsi della mediazione di Barnabas, portavoce all'autorità del castello, oppure se svolgere un'altra professione (magari l'incarico di bidello propostogli) e radicarsi a tutti gli effetti all'interno del villaggio. Ma in tal caso dovrà come gli altri accettare l'ordine vigente e abbandonare la ricerca di un contatto con le autorità comitali. Posto di fronte all'alternativa, K. non sa scegliere e cerca anzi di sfruttare ambedue le opportunità; anche quando decide di vivere con Frieda, che sembrerebbe orientarlo verso la seconda ipotesi, lo fa in realtà per poter raggiungere il potente funzionario Klamtn e con lui la gerarchia che governa il maniero. Servirsi di .Barnabas significa inoltre dover avvicinare anche la sorella Amalia la quale, non avendo ceduto (forse a ragione) all'autorità, costituisce il simbolo evidente del peccato d'orgoglio ed è stata esclusa dal villaggio con tutta la famiglia. Senza aver optato per alcuna soluzione, l'agrimensore si trova dunque come sospeso nel vuoto e molto lontano dal suo obiettivo. Quel che resta certo, comunque, è che la verità non può mai essere afferrata razionalmente, non può mai essere conosciuta; essa risiede, al contrario, nel vivere quieto e privo di domande degli abitanti del villaggio, che nulla chiedono perché nulla ritengono di dover mettere in discussione. Eppure, a suo modo, anche l'agrimensore .può testimoniare la verità, in una forma diversa, senz'altro, dagli abitanti del villaggio, ma proprio per questo irrinunciabile e necessaria. Anche la testimonianza solitaria, quella che lo stesso Kafka propone con la sua arte, acquista così un significato fondamentale.
La storia
Giunto a tarda sera in un villaggio, un certo K. chiede di poter comunicare con le autorità del vicino castello, sostenendo di essere stato assunto come agrimensore. Quando, non senza aver insospettito i presenti, riesce a far telefonare al castello, riceve una risposta negativa; subito dopo, tuttavia, una seconda telefonata rettifica la precedente e sembra ammettere la veridicità della chiamata. A questo punto gli vengono inviati due aiutanti del tutto inesperti, Artur e Jeremias, e riceve inoltre da un giovane di nome Barnabas, messaggero del castello, una lettera firmata dal funzionario Klamm nella quale gli si promette pieno e incondizionato appoggio. Nell'albergo presso il quale soggiorna conosce Frieda, l'amante di Klamm, se ne innamora, decide di vivere con lei e spera in tal modo di poter contattare il funzionario. Ma ogni tentativo di raggiungere le autorità sembra destinato a cadere nel nulla; appreso dal sindaco del villaggio che non serve davvero alcun agrimensore, accetta quindi un incarico di bidello. Frattanto Barnabas gli narra la storia della sorella Amalia che, rifiutando la corte insistente di un funzionario, è stata bandita dal villaggio insieme a tutta la famiglia. infine, lasciato da Frieda, K. cerca di parlare con il segretario di Klamm, Erlanger, perché lo ponga in contatto con lui; perso tempo con un altro segretario, Bùrgel, si sente poi dire da Erlanger che non risulta più possibile fissare alcun colloquio. Infine K. ha un dialogo con Pepi, un'altra cameriera dell'albergo.
L'arrivo
È significativo notare che in quest'opera l'ambiguità tipica del rapporto che lega l'individuo alla realtà appare evidente fin dalle prime pagine. Infatti l'agrimensore K. giunge nei pressi del castello e tutto lascia presagire che egli sia stato qui convocato; ma una sua richiesta di ammissione nell'edificio viene respinta poiché nulla risulta ufficialmente al suo riguardo.
Sono della convinzione che, da una parte, sia praticamente impossibile isolare un episodio significativo dal contesto generale e che, d'altra parte, l'inizio dei romanzo Il castello sia rappresentativo del tipico rapporto tra uomo e realtà, tra uomo e verità, fondato sull'ambiguità. Per recuperare almeno i fili essenziali della vicenda e - speriamo - guidare a una lettura più ampia dell'opera.
L'ambiguità della vicenda globale e dei singoli episodi si spiega con la legge della logica stravolta per i canoni della mentalità usuale, per cui vale il principio della identità degli opposti. K. è convinto di essere stato assunto come agrimensore e gli indizi che raccoglie sulla legittimità della sua pretesa sono equamente divisi in positivi e negativi, di modo che è impossibile dedurne una conseguenza incontrovertibile; il suo amore per Frieda, e quello di Frieda per lui, è al tempo stesso sincero e interessato; Amalia è insieme innocente e colpevole; la diffidenza degli abitanti del villaggio giustificata e gratuita. Ma il paradosso si esalta e tocca il suo vertice dell'assurdo nei caratteri di Klamm e dei funzionari, delegati ad occuparsi per competenza del caso K., Búrgel e Erlanger, i quali sono gli eoni di un potere - non importa se umano o divino - del tutto degenerato che confonde intenzionalmente il rigore della giustizia con l'arbitrio più conclamato. Per questo non è possibile stabilire se Kafka intenda riferirsi a una sfera puramente terrena o metafisica-religiosa, o meglio ne ignora volutamente i limiti. Dato che K. si sente frustrato in quelli che ritiene i suoi diritti, perde ogni validità il quesito se il suo scacco sia dovuto a una burocrazia tirannica o a forze più occulte e misteriose di natura trascendente.
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17-06-2008, 19:29
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#20
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Esperto
Qui dal: Sep 2006
Ubicazione: VE
Messaggi: 986
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IL LIBRO DELL'INQUIETUDINE
di Fernando Pessoa (firmato dal semi-eteronimo Bernardo Soares)
E' uno dei pochi libri che affonda nell'anima...
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