La prospettiva di un peggioramento della mia vita lavorativa, edulcorata dalla promessa di un bonus extra in busta paga, mi sta portando seriamente a riflettere se davvero valga la pena di rovinarsi ulteriormente l'esistenza.
Il lavoro è una di quelle poche cose che mi stanno facendo andare avanti, e vederlo degradarsi degraderebbe tutto il resto e questo è inaccettabile.
Perchè io adoro lavorare e produrre qualcosa che funziona mi gratifica. Riuscire, che so?, a migliorare un programma, rendendolo più elegante come codice e più ottimizzato nelle performance è una sfida intellettuale, un esercizio di logica.
Non lo faccio solo per la pagnotta, insomma.
Le cose si stanno mettendo male: inoltre chiedere ad un DOCP di stravolgere radicalmente tutto, ed in peggio, è davvero un affronto... la comfort zone lavorativa per me equivale a maggiore produttività e qualità del prodotto.
La comfort zone sta per diventare una war zone.
Siamo tutti ricattati: ci servono i soldi e siamo disposti a cedere a proposte oscene pur di averne di più... ma perchè?
Ci servono i soldi per "fare la bella vita"? Ma quale bella vita se finiamo per spenderla a lavorar male?
I soldi per comprare la felicità preconfezionata di un prodotto di lusso, di una vacanza esclusiva, di una cena nel ristorante di tendenza? E a cosa servono tutte queste cose?
Per far vedere agli altri che siamo dei vincenti, degli alpha, e magari incrementare la nostra appetibilità sessuale, 'che alla fin fine si arriva sempre lì.
Ma io già non faccio nulla di tutto questo! Ho uno stile di vita spartano (
occupo poco spazio e consumo poco), delle convenzioni sociali non ho riguardo alcuno, e mai ho associato la felicità al denaro, che semmai è solo un paracadute se le cose dovessero mettersi male (DOCP da manuale
).
Non sono poi così ricattabile: posso addirittura ottimizzare ulteriormente il costo della mia vita, arrivando a livelli tali che, se li applicassimo tutti, manderemmo in default tutto il sistema.
Dovrei rompere il ricatto.