QUEL GIORNO CHE *NON* SALVAI LA FIDANZATA DI CAPITAN AMERICA [SOGNO]
Quel giorno che *NON* salvai la fidanzata di Capitan America.. era un giorno come tanti altri.
Il mio nome è Chrissolo.. e non sono un supereroe: non mi troverete nei Vendicatori.. nemmeno negli X-Men..
Mi troverete, invece, su Fobiasociale.com ("non sei solo"): e questo è il resoconto del mio ultimo sogno (erano davvero pesanti quei peperoni).
(...)
Mi trovo davanti ad un brutto ospedale, da solo. Non so come sono arrivato lì.. ma so che devo entrare. Perché è lì che "Teschio" ( d'ora in poi lo chiamerò così , ma solo per far riferimento a lui con un nome; non è un Nazista mascherato che vuole conquistare il mondo.. *SPOILER DEL FINALE DEL SOGNO* .. ma un tizio pressoché normale vestito in giacca e camicia che sembra un assicuratore o un impiegato di banca) tiene prigioniera la fidanzata di Capitan America.
Il mio compito è entrare e liberarla, prima che "Teschio" le faccia qualcosa di inumano e terribile che metterà a rischio il destino del mond.. (No. In realtà non ho la minima idea del perché io sia lì e debba salvare la fidanzata di Capitan America. E' un sogno.)
"Inutile indugiare" penso, scrutando da dietro il vetro l'ingresso dell'ospedale. Tutto sembra deserto e calmo, all'interno. Così apro con cautela la porta ed entro. Il mio "piano" sarebbe di intrufolarmi e salvare la fidanzata di Capitan America senza essere nemmeno notato.
Ma come al solito pecco di ottimismo, è la mia sventura più grande questo mio sempre fuori luogo ottimismo; infatti non faccio in tempo a muovere due passi che si scatena l'inferno. Arrivano da tutte le parti. Uomini grossi, dall'aspetto non propriamente amichevole, armati di pistole, fucili e spranghe di ferro, tutti diretti verso di me. Sbucano senza soluzione di continuità, da tutta una serie di corridoi poco illuminati e dall'aspetto anonimo e grigio che si addentrano nella struttura. Per un attimo mi prende il panico, non so che fare. Non solo non ho superpoteri, ma sono pure completamente disarmato. E anche se non lo fossi.. come potrei mai..
Ma il mio preoccupato ragionamento dura una frazione di secondo: perché ecco che dall'esterno - tadaaam - accorrono in mio aiuto - tadaam - ... No. Non loro: non arrivano né Capitan America, né i Vendicatori (c'era poco budget per questo sogno, si vede).
Altri uomini sconosciuti, vestiti con giacche nere eleganti e camicie bianchissime stirate di fresco, armati di fucili dall'aspetto solido e sfavillanti mitragliatori, si fiondano nell'ospedale all'improvviso, imbracciando le armi e sparando all'impazzata contro i bruti che s'erano scagliati contro di me.
"Fiiiuuuuuuuuuhhh" sospiro, sollevato, mentre mi allontanano di soppiatto dalla zona "calda" dove impazza lo scontro. Mi nascondo e aspetto che la situazione si calmi: questo è il mio nuovo "piano".
"AAAAAAAAAAAAAAAAARGHHHH". Sobbalzo. Mi giro verso la direzione da cui ho sentito provenire quel grido rabbioso.. e lo vedo arrivare: un gigante biondo, col volto contorto dall'ira .. che mi sta caricando a tutta forza. "Cristo, mi farà a pezzi" penso. L'He-Man gigante s'arresta con un ringhio agghiacciante a pochi centimetri da me e inizia sollevare sopra la mia testa il suo gigantesco pugno, grosso (solo il pugno, intendo, non tutto l'energumeno) come tutto me.
Chiudo gli occhi. Aspetto di essere spiaccicato per terra come un inutile insetto, quando ecco che - tadaaam - arriva Thor! .. cioè, no. Non arriva Thor. Non arriva proprio nessuno, ad onor del vero: ci son solo un lampo e un tuono fragoroso, provenienti dall'esterno [son io che penso a Thor (lo penso nel sogno, intendo, non nella realtà.) - ma cosa sto scrivendo ? i sogni aiutano a vivere meglio o la vita è un sogno ?].
La mano di quel gigante che voleva frantumarmi in mille pezzi resta come folgorata da quella scarica, e il biondone anabolizzato non riesce a colpirmi: vacilla.. e infine cade ai miei piedi. Riprendo fiato. Sento il sudore scendermi dalla fronte lungo il viso.. Non c'è più nessuno di vivo o in grado di ostacolarmi attorno, così inizio a correre verso le scale, fino ad arrivare, in un attimo, nelle stanze al piano di sopra. Sembra una specie di day hospital: dalle scale si accede ad un atrio.. che conduce a una stanza e un corridoio anonimi e dall'aspetto mesto, grigi e lugubri, poco luminosi, come lo era anche tutto il resto dell'ospedale; c'è solo una finestra che dà sull'esterno, tende bianche opache la ricoprono, smorzando un po' la luce e impedendo la vista di ciò che ci sta al di fuori.
E in quel momento la vedo. La fidanzata di Capitan America (so che è lei - nel sogno - anche se non so chi sia in realtà 'sta sconosciuta mai apparsa in nessun film o fumetto Marvel che io abbia mai visto o letto).
Sta davanti a quella finestra, su una sedia a rotelle, voltata di spalle. Ha indosso un camice da ospedale azzurro un po' sgualcito e stinto. E' esile e i suoi capelli lunghi e scuri le ricadono disordinatamente sulle spalle; le braccia, nude, penzolano rigide lungo i fianchi, come se fosse priva di sensi - o morta -: in effetti non si muove proprio.. per un istante ho proprio il dubbio che possa essere morta ("e che gli racconto a Capitan America, mò, io ?" - penso - ).
Per fortuna la ragazza è solo priva di sensi: noto che c'è una siringa vuota sulla mensola accanto a lei, mi avvicino alla ragazza, fino quasi a sfiorarla, e mi accorgo che il suo petto si muove, lentamente: il cuore, dunque, batte ancora, non è morta!; la afferro con delicatezza e me la carico, come riesco, sulle spalle (seeeeee.. belli i sogni: nella vita reale sarei stramazzato al suolo sotto il suo peso ) e mi incammino a fatica verso le...
BLING.
(deja-vu)
Mi ritrovo di nuovo all'esterno dell'ospedale.
Come all'inizio del sogno. Più o meno.
(parte 1/2 - segue - )