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Originariamente inviata da Xchénnpossoreg?
Ho già risposto al thread in un paio di occasioni, ma come dice il proverbio 'non c'è due senza tre'.
Voi come ritenete di essere in qualità di confidenti?
Ascoltate con attenzione? Generalmente riuscite a essere di supporto?
Vi è mai capitato di usare una vecchia confidenza in un momento di rabbia?
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Oh che brava grazie.
Ci sono due esercizi su cui sto lavorando rispetto ai vari pensieri e riflessioni: 1) quando si vanno a giudicare comportamenti altrui, magari in negativo, e si vorrebbe questo e quello dagli altri, chiedersi: e io lo faccio, come ? 2) allargare quello che triggera in prima persona : es: i fobici sono discriminati. Ok, e gli altri? Mi impegno per essere come voglio che siano gli altri, se no, sono giustificate le scuse che mi dò?
Detto questo , che confidente e ascoltatrice sono?
Vengo abbastanza cercata per confidenze.
Ma non mi cercherei
Forse mi dimostro più incline all'ascolto di quanto non sia. In
realtà. La buona fede c'è. Ma sono confidenze che in certi momenti e periodi mi disturbano. In quei momenti cerco di
accoglierle comunque, non è mai chiusa la porta. Il fastidio lo tengo per me. Ho imparato a dire "scusa, ti ho ascoltato ma
preferisco non risponderti adesso". O rispondo in modo parziale.
Altre volte non riesco a nascondere il fastidio, e mi escono cose infelici. Poi mi scuso. É che proprio non riesco sempre a nascondere i miei giudizi e stati d'animo, non mi sento sincera. Sia quando sono in fase "viva la vita "e l'altra persona è in fase lamento del coyote, sia il contrario. Ma siccome fin qui si è entro il rispetto e la buona fede, non si litiga, al massimo quello che non é nelle mie corde lo glisso.
Poi però bisogna anche separare, alcuni manipolatori usano la disponibilità degli altri, preferisco che mi chiedano soldi o un regalo, piuttosto che si prendano diritto di pestare come sto io per fare lamenti che in realtà sono gare. Cioè, ti consolo se voglio io, non ti consoli SU di me, sulle mie disgrazie che hai per la testa, sul mio stare che ti solleva. Sono confidenze da galletto Vallespluga che con me non attaccano. Lamenti col sottinteso "però vedi come sto meglio di te".
Ma poi anche lì, sto molto relativizzando. E mi dà fastidio più
vederlo fatto su altri che su di me. Perché vedo come altri ci cascano facile. Ma pazienza.
Insomma ascolto o no?
Sì, mi attengo a quanto mi viene riportato, ma sempre con attenzione."Mi piace parlare con te" non è sempre un complimento disinteressato.
Poi, sulla qualità dell'ascolto"sano", posso migliorare assolutamente. Dopo magari posto qualcosa su un libro che ho letto.
Ah poi io dopo una certa ora serale , se non ci sono urgenze non ascolto. Audio o telefonate. Neanche discorsi complessi scritti in cui devo dare consigli e iperattivare le meningi ed entrare in dialogo attivo e costruttivo.
Tendenzialmente è l'ora delle cazzate con gli altri, e di parlare a me stessa.
Dopo comunque posto alcuni passi sull'ascolto, di un libro che ho letto.