Salve a tutti
E' il primo "vero" post che faccio qui, spero di non risultare arrogante con questo discorso, ma è una cosa che mi gira dentro da un po'
Prima di iniziare la terapia ho sempre avuto un'autostima vacillante: se in certe cose mi sentivo particolarmente bravo, in altre mi sentivo totalmente scollegato e indietro rispetto al resto del mondo.
A ciò si aggiungevano i segnali esterni, da un lato avevo persone che non facevano che farmi notare quanto fossi sbagliato o strano nel comportarmi in determinati modi (situazioni sociali per lo più), dall'altra avevo persone che dicevano parole incredibilmente lusinghiere nei miei confronti.
Alla fin dei conti, penso che tra percezione di me stesso e segnali esterni, la somma fosse per lo più negativa. Son sempre stato molto insicuro (anche se non penso ciò sia unicamente appannaggio dell'autostima).
Iniziai poi la terapia, una terapia prima individuale, poi di gruppo, poi mista, e le cose cambiarono.
Premetto è normale in certi gruppi avere tatto, ma è altrettanto normale essere freddi o tipeidi nel rimanandare la propria opinione.
I segnali che ricevevo dalle altre persone in terapia erano per lo più esageratamente buoni, e a suo modo pure il terapista non faceva che incensarmi.
Può sembrarvi strano ma certe cose che mi son state dette, per così tanto tempo, sento abbiano in qualche senso migliorato la percezione che ho di me stesso, finendo certe volte col credere ai loro rimandi.
Ovvio non sono un genio nè una persona sopra la media in nulla, e i loro rimandi non erano cose ridicolmente esagerate, ma mi pare non si sia mai parlato male di me. E certe terapie hanno (anche) lo scopo di avere un feedback costante dagli altri con cui confrontarsi (per questa ragione spesso le criticità vengono messe in luce dagli altri).
Il punto quale vuol essere?
Che quando poi vado nel mondo vero, ciò non accade.
Ad esempio, in terapia mi dicono sempre che ho una proprietà di linguaggio invidiabile, nel mondo reale mi fanno notare spesso quanto io parli male.
E non penso il problema siano i miei compagni di gruppo che mentono
Sento di avere un grosso potenziale che viene totalmente inibito quando poi ciò che ho nella mente deve tramutarsi in pratica o confronto.
Forse la parola giusta non è potenziale (in verità non penso che esistano individui migliori di altri), ho semplicemente la sensazione che le mie caratteristiche "buone" vengano meno, ad un certo punto.
E sento che in un certo qual modo questa possa essere la causa di molti blocchi (o forse è il contrario
)
Alla fine penso che questa sia la funzione di una terapia mirata non ad un problema clinico: prendere coscienza di noi stessi e trasmettere ciò che siamo all'esterno per come sentiamo giusto farlo.
E quindi la terapia sta funzioando, ma mi manca il pezzo principale.
Non riesco a trasmettermi all'esterno.
Mi sento totalmente scollato dalla percezione che ho di me stesso
Da un lato mi sento in grado di fare cose decenti e penso di avere determinate qualità, dall'altro lato nel mondo reale tutto ciò evapora. Ed evapora sia relazionalmente che professionalmente.
E' da molto che non ottengo nulla di realmente positivo, e sebbene mi senta più sicuro, l'essere sicuro non basta ad ottenere concretamente qualcosa.
E se il valore si valuta su quel che riesci a fare, posso cantarmela quanto voglio ma valgo poco attualmente.
Forse dorvrei aver fiducia nella terapia, se sta funzionando le cose miglioreranno...però non so, mi sento soffocare da una vita agiata non per merito mio (vivo ancora con i miei genitori) che potrebbe finire da un momento all'altro. E allora il tempo stringe, l'ansia aumenta, non posso aspettare.
Scusate la confunzione di quanto ho scritto ma ho imparato che un enorme passo avanti e dire le cose a qualcuno, non solo pensarle. Spero che possa essere utile