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Vecchio 14-05-2018, 17:01   #1
Principiante
 

Buonasera gente,
Vi scrivo per tediarvi con il racconto del mio tracollo psicologico, ho bisogno di buttar fuori questa bomba che mi sta tormentando. Vengo da un passato di bullismo e diverse difficoltà familiari, ho delle forti insicurezze ed una base psicologica abbastanza fragile. Mi porto appresso questa situazione tormentata da circa 10 anni, ora ne ho 23 ed ho iniziato la magistrale (studio Neuroscienze e riabilitazione neuropsicologica) e sta crollando tutto dalle mie mani.
Ho frequentato la triennale a Napoli, che ho conseguito con buoni risultati ma anche con un enorme senso di trascinamento. Mi sono trasferito a Padova per la magistrale e da lì è stata solo discesa. Son partito con delle grosse aspettative, pensavo che avrei affrontato questo percorso con grande rigore, fermezza ed organizzazione, ed invece sono stato sballottato tra una difficoltà ed un'altra, tra senso di solitudine ed angoscia, tutti fattori che mi hanno solamente distratto dalla vita universitaria. Ho concluso la sessione invernale con un esame fatto e due bocciature ed un senso di stanchezza mentale che continua a non andare.
Ad ottobre mi sono rivolto al centro psicologico dell'università, ho iniziato il percorso ed ora sono affiancato da uno psichiatra, il quale mi ha proposto un percorso psicanalitico a lungo termine. Ora come ora ho un quadro completo delle mie difficoltà: passo le giornate a rimuginare sulle difficoltà, tutto è fonte di rimuginio, è come se avessi un trapano vicino a me 24 ore al giorno e puntualmente sono esausto. Mi sto rendendo conto di come riesca a porre come focus del mio benessere sempre gli altri e mai me stesso. In particolare, non appena conosco una persona con la quale sento che si può creare un bel legame, tendo ad idealizzarla e a farla diventare centro del mio umore. Prima non me ne rendevo conto, ora se sto male non è più per la persona in sè ma è per il senso di frustrazione derivato dalla consapevolezza che le relazioni so solamente pensarle (fino a tormentarmi) e non viverle e soprattutto perchè inizio a dipenderne emotivamente invece che dipendere solo da me stesso. Non ce la faccio a vivere con questa trivella nella testa, non riesco più a concentrarmi nello studio, non mi concentro a lezione, mi sento esausto fisicamente. Da quando mi sono trasferito qui è andato tutto peggio perchè mi sono ritrovato da solo, lontano dalla mia famiglia, a dover provare a costruire tutto da 0 e sono esploso, tutta la base fragile che avevo si è fatta sentire. Mi rendo conto come tutto questo dipenda da esperienze che mi hanno distrutto nell'intimo e mi fa star male che dopo 10 anni ho ancora le stesse difficoltà, spero d'iniziare il percorso quanto prima e di riuscire finalmente ad uscirne.
Quali sono le vostre migliori valvole di sfogo? Chi di voi soffre di rimuginio così costante ed intrusivo? Riuscite a gestirlo?
Vecchio 14-05-2018, 17:21   #2
Banned
 

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Originariamente inviata da Gaabriieel Visualizza il messaggio
Buonasera gente,
Vi scrivo per tediarvi con il racconto del mio tracollo psicologico, ho bisogno di buttar fuori questa bomba che mi sta tormentando. Vengo da un passato di bullismo e diverse difficoltà familiari, ho delle forti insicurezze ed una base psicologica abbastanza fragile. Mi porto appresso questa situazione tormentata da circa 10 anni, ora ne ho 23 ed ho iniziato la magistrale (studio Neuroscienze e riabilitazione neuropsicologica) e sta crollando tutto dalle mie mani.
Ho frequentato la triennale a Napoli, che ho conseguito con buoni risultati ma anche con un enorme senso di trascinamento. Mi sono trasferito a Padova per la magistrale e da lì è stata solo discesa. Son partito con delle grosse aspettative, pensavo che avrei affrontato questo percorso con grande rigore, fermezza ed organizzazione, ed invece sono stato sballottato tra una difficoltà ed un'altra, tra senso di solitudine ed angoscia, tutti fattori che mi hanno solamente distratto dalla vita universitaria. Ho concluso la sessione invernale con un esame fatto e due bocciature ed un senso di stanchezza mentale che continua a non andare.
Ad ottobre mi sono rivolto al centro psicologico dell'università, ho iniziato il percorso ed ora sono affiancato da uno psichiatra, il quale mi ha proposto un percorso psicanalitico a lungo termine. Ora come ora ho un quadro completo delle mie difficoltà: passo le giornate a rimuginare sulle difficoltà, tutto è fonte di rimuginio, è come se avessi un trapano vicino a me 24 ore al giorno e puntualmente sono esausto. Mi sto rendendo conto di come riesca a porre come focus del mio benessere sempre gli altri e mai me stesso. In particolare, non appena conosco una persona con la quale sento che si può creare un bel legame, tendo ad idealizzarla e a farla diventare centro del mio umore. Prima non me ne rendevo conto, ora se sto male non è più per la persona in sè ma è per il senso di frustrazione derivato dalla consapevolezza che le relazioni so solamente pensarle (fino a tormentarmi) e non viverle e soprattutto perchè inizio a dipenderne emotivamente invece che dipendere solo da me stesso. Non ce la faccio a vivere con questa trivella nella testa, non riesco più a concentrarmi nello studio, non mi concentro a lezione, mi sento esausto fisicamente. Da quando mi sono trasferito qui è andato tutto peggio perchè mi sono ritrovato da solo, lontano dalla mia famiglia, a dover provare a costruire tutto da 0 e sono esploso, tutta la base fragile che avevo si è fatta sentire. Mi rendo conto come tutto questo dipenda da esperienze che mi hanno distrutto nell'intimo e mi fa star male che dopo 10 anni ho ancora le stesse difficoltà, spero d'iniziare il percorso quanto prima e di riuscire finalmente ad uscirne.
Quali sono le vostre migliori valvole di sfogo? Chi di voi soffre di rimuginio così costante ed intrusivo? Riuscite a gestirlo?
Ciao.
Io ho sofferto molto di "rimuginio costante" , come lo chiami tu.
Per questo sono caduto in depressione.
Venivo fuori da una situazione di mobbing. Oltre al dolore
al fegato, forse dovuto alle alte dosi di cortisolo, a sua volta
dovuto allo stress che mi autoapplicavo col rimuginio costante, il corpo
mi si era proprio trasformato: ero una larva magra con la schiena ricurva
e il volto arrabbiato e triste, oltre alla pelle di colore giallo, forse
per via dell'itterizia al fegato.
Ti capisco di brutto per quello che stai passando.
La prossima fase che devi fare è perdonarti il passato.
Non lo so come si fa, non c'è una tecnica o un approccio.
Ma perdonarti il passato, anche se tu non sei stato il carnefice ma
la vittima, forse è l'unica via.
Io ho avuto una crisi vera e propria prima che accadesse.
Il giorno dopo essermi perdonato tutto, dopo 4 anni di rimuginio, mi era passata ogni cosa:
la rabbia, il senso di vendetta, l'odio.
Non è facile, ma devi perdonarti il passato.
Perdonartelo è come voltare pagina, una pagina brutta, ok, ma almeno l'hai superata.
Se non te lo perdoni, continuerai a pensare per altri 10 anni.
È non mi sembra conveniente

Ultima modifica di Melancholio; 14-05-2018 a 17:39.
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