Ciao a tutti, finalmente dopo tanto tempo mi sono decisa a scrivere e ad aprirmi.
E' una vita che lotto contro tutto e tutti, sinceramente non saprei da dove iniziare.
Credo che i miei problemi siano iniziati da quando avevo 14 anni (ora ne ho 44), ovvero da quando mio padre è morto suicidandosi.
Da qui in poi è stato un susseguirsi di scelte sbagliate, alla ricerca di una forte mancanza proprio nel momento in cui avevo più bisogno di essere seguita.
Mi sono sentita tutto il mondo contro e di conseguenza la mia chiusura è stata lenta e inesorabile.
Cercavo conforto, compagnia, avevo una madre assente per diversi motivi. Cambiata totalmente da quel giorno. Ho avuto diverse esperienze, che mi hanno portato ad evitare sempre più il contatto con le altre persone.
Per la paura di essere giudicata e a tutt'oggi sono sempre meno propensa ad aprirmi. Se potessi non uscirei più di casa, quando lo faccio, perchè costretta (vivo da sola), mi sento tutti gli occhi puntati addosso, vorrei essere invisibile, vorrei il vuoto intorno a me.
Credo sia tutta una conseguenza di quel fatidico giorno di trent'anni fa. Alla ricerca di affetto, conforto, di una presenza paterna che mi è mancata quando ne avevo più bisogno, a portarmi ad aprirmi con le persone sbagliate che mi hanno giudicata e ferito.
Oggi mi sono costruita una maschera per poter affrontare il mondo esterno. Dentro di me però nutro un odio profondo per le persone, e da un po' di tempo a questa parte sento il desiderio di andarmene via da qui, trovare un posto e vivere da eremita. Le persone mi hanno fatto soffrire troppo e continuano a farlo.
Non sono mai stata da uno psicologo perché ho sempre questa costante paura di essere giudicata, vorrei tanto farlo ma sono bloccata da questo.