Io stavo male, tu stavi male, io sapevo di te perché lo sapevano tutti, di me non sapeva niente nessuno, nemmeno io lo sapevo chiaramente.
Io ti stimavo e ti prendevo ad esempio, io mi davo forza pensando alla tua.
Poi le cose sono cambiate, negli anni hai perso un po' della mia stima per te, perché sono cambiata io, e il mio modo di vedere le cose del mondo e me stessa.
A me non piace nessuno e nemmeno tu.
Io non pensavo che nel tuo mondo ci fossero spazi per pensarmi, sono abituata a pensare molto a chi non mi pensa.
Così ieri ,quando mi hai detto che sono stata una delle persone che nel tuo momento più buio ti ha aiutata a non impazzire, mi sono stupita; le attestazioni di stima e i "grazie", da tempo mi danno solo fastidio e non mi danno nessuna gioia.
Ma non ho mai pensato, in quel tuo periodo buio, di essere stata una figura positiva per te, come lo eri tu per me. Ero un passacarte,un burattino, io mi dannavo per fare del mio meglio e non solo il mio stretto dovere, ma non si vedeva affatto.
Io ho sofferto da sola e tu hai condiviso il tuo dolore con tutti.
Tu sei stata aiutata a non impazzire.
Tu ami perfino un Dio che ti si è accanito contro.
La mia è un'altra storia.
Io penso che tu avresti tutto il diritto di impazzire.
E che io avrei il diritto di non impazzire.
Ma così è andata.