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24-08-2019, 09:31
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#1
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: nel pozzo senza fondo del relativismo
Messaggi: 3,525
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E non intendo le "robe porno" che monopolizzano le menti dei maschioni.
Intendo il lavoro.
Ogni volta che ho un impegno più o meno lavorativo di qualsiasi tipo, anche lontano molte ore se non molti giorni, la mia mente, il mio corpo, non pensano ad altro.
Tutto quel che penso diventa condizionato da quell'impegno. Ogni mio movimento. Mi sento appesantito nella testa e nel corpo.
Cosa faccio stamattina che sono libero? Esco a fare una passeggiata? Però la settimana prossima ho quell'impegno lavorativo. Ah. Me ne resto a casa. Meglio non sprecare energie. Ma è la settimana prossima, replica timidamente un altro pensiero. Solo in contromano su un'autostrada di pensieri che non pensano ad altro.
Sul lavoro può succede qualsiasi cosa. Si possono commettere grossi errori. Si possono provocare grossi danni. Ci si può ritrovare attaccati e maltrattati. Si può perdere quel lavoro e ritrovarsi persino indebitati. Ci si può ritrovare sottomessi ad aspettative sempre maggiori che potrebbero risucchiare quel tempo libero che fino a poco prima era dedicato a pensare a quel lavoro quasi quasi inutilmente. Che potrebbe diventare occupato prepotentemente, da quel lavoro.
Ed è ovvio. Normale. Di che ti lamenti. Un qualsiasi impegno lavorativo è un privilegio al giorno d'oggi. Ma al tempo stesso tutti lavorano è una cosa normale. Si deve faticare. Fare sacrifici. Se si vuole sopravvivere. E devi farlo bene. Senza commettere errori. Ché potresti fare danni. E perdere il lavoro. E ritrovarti pure a dover risarcire qualche danno.
Ma cosa dici, sono preoccupazioni esagerate. Meglio di stare a casa è il lavorare, ché guadagni, sopravvivi, puoi toglierti qualche sfizio.
Quale sfizio? E quando? Nel tempo libero che passo immobilizzato dal pensiero di quell'impegno lavorativo?
Immaginate una partita a calcetto, il portiere va a prendersi un caffè e la porta è vuota. Hai la palla sei solo in area di attacco e puoi fare gol facilmente. Ma la tua mente proprio in quel momento è a quel dato che potresti aver confuso, o a quel cliente che hai servito male, o a quel bullone che potresti non aver stretto bene. E la palla colpisce in pieno la tazzina di caffè che il portiere stava sorseggiando sulle tribune. Bum.
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Ultima modifica di utopia?; 24-08-2019 a 09:34.
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24-08-2019, 09:34
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#2
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,964
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Pure io ero sempre cosí
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24-08-2019, 09:37
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#3
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: nel pozzo senza fondo del relativismo
Messaggi: 3,525
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Quote:
Originariamente inviata da claire
Pure io ero sempre cosí
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E poi...?
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24-08-2019, 09:52
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#4
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,964
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Quote:
Originariamente inviata da utopia?
E poi...?
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Boh, adesso sono disoccupata, ma non per questo.
Cercavo di impormi di "staccare",anche in terapia se ne parlava, poche volte riuscivo.
Poi io ho sempre avuto, parallelamente, questioni di salute che mi imponevano per forza di cose di staccare dal pensiero lavorativo per concentrarmi sulla sopravvivenza, ma non era certo meglio.
Inoltre è un tipo di lavoro in cui una parte si svolge da casa, i modi e tempi li decidi tu, per cui ritagliarsi lo "stacco" era difficile.
E comunque anche se stacchi e non stai lavorando, ma comunque continui a pensarci, non serve a nulla.
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24-08-2019, 09:54
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#5
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,907
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Quote:
Originariamente inviata da utopia?
E non intendo le "robe porno" che monopolizzano le menti dei maschioni.
Intendo il lavoro.
Ogni volta che ho un impegno più o meno lavorativo di qualsiasi tipo, anche lontano molte ore se non molti giorni, la mia mente, il mio corpo, non pensano ad altro.
Tutto quel che penso diventa condizionato da quell'impegno. Ogni mio movimento. Mi sento appesantito nella testa e nel corpo.
Cosa faccio stamattina che sono libero? Esco a fare una passeggiata? Però la settimana prossima ho quell'impegno lavorativo. Ah. Me ne resto a casa. Meglio non sprecare energie. Ma è la settimana prossima, replica timidamente un altro pensiero. Solo in contromano su un'autostrada di pensieri che non pensano ad altro.
Sul lavoro può succede qualsiasi cosa. Si possono commettere grossi errori. Si possono provocare grossi danni. Ci si può ritrovare attaccati e maltrattati. Si può perdere quel lavoro e ritrovarsi persino indebitati. Ci si può ritrovare sottomessi ad aspettative sempre maggiori che potrebbero risucchiare quel tempo libero che fino a poco prima era dedicato a pensare a quel lavoro quasi quasi inutilmente. Che potrebbe diventare occupato prepotentemente, da quel lavoro.
Ed è ovvio. Normale. Di che ti lamenti. Un qualsiasi impegno lavorativo è un privilegio al giorno d'oggi. Ma al tempo stesso tutti lavorano è una cosa normale. Si deve faticare. Fare sacrifici. Se si vuole sopravvivere. E devi farlo bene. Senza commettere errori. Ché potresti fare danni. E perdere il lavoro. E ritrovarti pure a dover risarcire qualche danno.
Ma cosa dici, sono preoccupazioni esagerate. Meglio di stare a casa è il lavorare, ché guadagni, sopravvivi, puoi toglierti qualche sfizio.
Quale sfizio? E quando? Nel tempo libero che passo immobilizzato dal pensiero di quell'impegno lavorativo?
Immaginate una partita a calcetto, il portiere va a prendersi un caffè e la porta è vuota. Hai la palla sei solo in area di attacco e puoi fare gol facilmente. Ma la tua mente proprio in quel momento è a quel dato che potresti aver confuso, o a quel cliente che hai servito male, o a quel bullone che potresti non aver stretto bene. E la palla colpisce in pieno la tazzina di caffè che il portiere stava sorseggiando sulle tribune. Bum.
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Quante volte ti e successo che rinunci a qualcosa poi dopo scopri che l'impegno non si fa oppure viene semplificato molto. E cosi ti sacrifichi inutilmente. A me un sacco di volte.
Ogni volta che penso di fare qualcosa contro al mio programma sto male e mi sento un irresponsabile o immatura . Le rare volte che agisco contro il programma (per fare attivita che emotivamente per qualche motivo mi hanno preso)la cosa mi da energia ed ecitazione .
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Ultima modifica di cancellato13248; 24-08-2019 a 10:05.
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24-08-2019, 09:55
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#6
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,964
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Quote:
Originariamente inviata da Zara
Quante volte ti e successo che rinunci a qualcosa poi dopo scopri che l'impegno non si fa oppure viene semplificato molto. E cosi ti sacrifichi inutilmente. A me un sacco di volte.
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Vero, quanto stress per nulla.
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24-08-2019, 09:58
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#7
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Principiante
Qui dal: Jun 2019
Ubicazione: Auximum
Messaggi: 87
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mi ritrovo in pieno nelle parole che hai scritto. anche a me il lavoro toglie gran parte delle energie mentali.
Nei periodi in cui lavoro in modo continuo la mia mente va sempre sempre al giorno dopo, con pensieri disfunzionali di inadeguatezza e con il pensiero della probabilità che possa succedere o che io faccia succedere cose gravi e irreparabili, non riesco neanche a dormire bene per questo.
L'esempio finale è molto calzante.
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24-08-2019, 10:11
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#8
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,964
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Quote:
Originariamente inviata da Joi
mi ritrovo in pieno nelle parole che hai scritto. anche a me il lavoro toglie gran parte delle energie mentali.
Nei periodi in cui lavoro in modo continuo la mia mente va sempre sempre al giorno dopo, con pensieri disfunzionali di inadeguatezza e con il pensiero della probabilità che possa succedere o che io faccia succedere cose gravi e irreparabili, non riesco neanche a dormire bene per questo.
L'esempio finale è molto calzante.
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Io non mi sono mai capacità di come fanno gli altri che lavorano, ad avere testa per altre cose senza esaurirsi, soprattutto la gestione dei figli, ma anche farci stare i divertimenti, lo sport, boh Alieni.
In giorni in cui lavoro due ore, le altre le passo a pensare al lavoro e angosciarmici su.E non perchè non abbia niente da fare, accantono tutto o faccio di fretta e con la testa altrove.
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24-08-2019, 10:26
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#9
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: nel pozzo senza fondo del relativismo
Messaggi: 3,525
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Quando andavo a scuola pensavo, "quando lavorerò sarà molto meglio, perché quando non sei al lavoro non hai da pensare al lavoro". Invece, neanche dovessi ancora ora studiare e prepararmi per qualche interrogazione/test/esame, dovendo cercare di non perdere la concentrazione per non rischiare di dimenticare ogni cosa in vista del momento del giudizio, non riesco a distrarmi, quasi quasi non riesco a sentirmi in pieno diritto di farlo.
Quote:
Originariamente inviata da claire
E comunque anche se stacchi e non stai lavorando, ma comunque continui a pensarci, non serve a nulla.
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Esatto, a nulla, il lavoro è lì, parte di quel tempo in cui ti ci trovi, non altrove.
Quote:
Originariamente inviata da Zara
Ogni volta che penso di fare qualcosa contro al mio programma sto male e mi sento un irresponsabile o immatura .
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Programma imposto da te per sentirti in grado di rispettare il lavoro, o dal lavoro stesso?
Quote:
Originariamente inviata da Joi
non riesco neanche a dormire bene per questo.
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Alle volte sogno di trovarmi all'inizio di un nuovo anno scolastico. Il risveglio è un sollievo.
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24-08-2019, 10:43
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#10
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Esperto
Qui dal: Aug 2016
Messaggi: 2,263
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Confermo, riesco a "godermi" (non facendo comunque nulla) il venerdì sera e il sabato, la domenica è già uno strazio pensando che il lunedì tornerò a fare fuffaglia. Il lavoro è una tragedia a 360°, a meno che non si faccia qualcosa di davvero gratificante e utile (10-20% dei casi se va bene).
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24-08-2019, 11:01
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#11
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,964
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Quote:
Originariamente inviata da Svalvolato
Confermo, riesco a "godermi" (non facendo comunque nulla) il venerdì sera e il sabato, la domenica è già uno strazio pensando che il lunedì tornerò a fare fuffaglia. Il lavoro è una tragedia a 360°, a meno che non si faccia qualcosa di davvero gratificante e utile (10-20% dei casi se va bene).
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Per un bel periodo ho avuto crisi depressive in piena regola la domenica, in particolare domenica sera, in vista della settimana.
So che per tutti è un po' cosí, ma stavo veramente troppo male.
E facevo un lavoro poco alienante, "gratificante e utile" lo era, ma mi spaccava di ansia/angoscia lo stesso, anzi avrei spesso preferito dovermi solo attaccare alla catena di montaggio ed essere solo un numero, idealmente.
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24-08-2019, 11:06
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#12
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 11,690
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Certamente ho e ho avuto questo problema, con alcuni episodi più forti di altri. Sto notando dei leggeri miglioramenti, dovuti a un allargamento della zona di comfort. Ad ogni situazione nuova, oppure consueta ma particolarmente stressante, torna il disagio anticipatorio.
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24-08-2019, 11:14
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#13
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Principiante
Qui dal: Jun 2019
Ubicazione: Auximum
Messaggi: 87
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Quote:
Originariamente inviata da claire
Io non mi sono mai capacità di come fanno gli altri che lavorano, ad avere testa per altre cose senza esaurirsi, soprattutto la gestione dei figli, ma anche farci stare i divertimenti, lo sport, boh Alieni.
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Me lo sono sempre chiesta anch'io di come si faccia a portare avanti la frenetica vita familiare, il lavoro, le beghe personali senza farsi venire l'ulcera e l'esaurimento. Probabilmente si è su due dimensioni diametralmente opposte, non vedo nessun punto di congiunzione.
Sarebbe bello il fatto che ci sia quest'altra dimensione, che venga riconosciuta e altrettanto legittimata ad esistere e del tutto rispettabile, di persone che per le più varie ragioni scelgono una vita un po' più in solitaria, che i problemi che vengono messi in luce qui in questo forum ad esempio, facciano parte dello spettro ampio delle caratteristiche e personalità umane, senza il pesante macigno dell'esclusione sociale. Forse mi sto lasciando andare, è un discorso che non ha senso, del tutto utopico
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Ultima modifica di Joi; 24-08-2019 a 11:16.
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24-08-2019, 11:40
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#14
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Esperto
Qui dal: Mar 2011
Ubicazione: bardo
Messaggi: 4,403
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Penso sia dovuto ad insicurezza e perfezionismo.
Questi pensieri sono molto forti quando faccio cose nuove, poi giorno dopo giorno vedendo che niente di catastrofico, imperdonabile o sbagliato è successo o se è successo non era così grave come mi aspettavo divento più tollerante cercando di non diventare troppo tollerante perché vedo che poi si esagera dall'altro verso e ne risente l'immagine di serietà che do agli altri.
Bisogna imparare dagli errori ma non permettere che la paura di sbagliare o di incontrare avversità ci blocchi.
Ho notato che essere troppo preoccupato può facilmente essere più controproducente che essere sbadato.
Questo che ho imparato non mi aiuta comunque all'inizio, l'inizio mi frega sempre e devo prendere moltissimo coraggio.
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24-08-2019, 11:49
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#15
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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Quote:
Originariamente inviata da Svalvolato
Confermo, riesco a "godermi" (non facendo comunque nulla) il venerdì sera e il sabato, la domenica è già uno strazio pensando che il lunedì tornerò a fare fuffaglia. Il lavoro è una tragedia a 360°, a meno che non si faccia qualcosa di davvero gratificante e utile (10-20% dei casi se va bene).
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"Questo di sette è il più gradito giorno,
Pien di speme e di gioia:
Diman tristezza e noia
Recheran l'ore, ed al travaglio usato
Ciascuno in suo pensier farà ritorno."
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Ultima modifica di XL; 24-08-2019 a 11:55.
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24-08-2019, 12:17
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#16
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: nel pozzo senza fondo del relativismo
Messaggi: 3,525
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Quote:
Originariamente inviata da XL
"Questo di sette è il più gradito giorno,
Pien di speme e di gioia:
Diman tristezza e noia
Recheran l'ore, ed al travaglio usato
Ciascuno in suo pensier farà ritorno."
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Il sabato del villaggio è tra i testi più "relatable" che esistano.
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24-08-2019, 12:32
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#17
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,964
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Quote:
Originariamente inviata da Joi
Me lo sono sempre chiesta anch'io di come si faccia a portare avanti la frenetica vita familiare, il lavoro, le beghe personali senza farsi venire l'ulcera e l'esaurimento. Probabilmente si è su due dimensioni diametralmente opposte, non vedo nessun punto di congiunzione.
Sarebbe bello il fatto che ci sia quest'altra dimensione, che venga riconosciuta e altrettanto legittimata ad esistere e del tutto rispettabile, di persone che per le più varie ragioni scelgono una vita un po' più in solitaria, che i problemi che vengono messi in luce qui in questo forum ad esempio, facciano parte dello spettro ampio delle caratteristiche e personalità umane, senza il pesante macigno dell'esclusione sociale. Forse mi sto lasciando andare, è un discorso che non ha senso, del tutto utopico
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Stessa sensazione di stare su un universo parallelo.
E quanti anni di sensi di colpa, perchè volevo essere come gli altri e non ci riuscivo mai.Per forza, non potevo!
Mi sento molto distante anche dai fobici, pur avendo la fa e condividendone aspetti e problemi, ma per altre ragioni sto proprio a parte, non c'entro nulla nemmeno qui.
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24-08-2019, 13:36
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#18
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Esperto
Qui dal: Oct 2014
Messaggi: 12,292
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Questa cosa è dovuta in parte ad un certo clima di "psicanalizzazione" continua negli ambienti lavorativi, cosa che in questo periodo qui viene usata ad arte, in quanto "in tempo di crisi ci si deve sentire fortunati ad avere un lavoro".
Io spero cambino le cose, perché non si lavora nemmeno bene in questo modo si mettono le persone a disagio, spero se ne rendano conto...
Inviato dal mio SM-J510FN utilizzando Tapatalk
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24-08-2019, 14:43
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#19
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Super Moderator
Qui dal: Jan 2015
Messaggi: 6,253
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Per certi versi era una sorta di problematica che mi affliggeva già quando andavo a scuola, le mie vacanze estive invece di passarmele godendomele,ero lì che pensavo che tanto sarebbe stato inutile, tanto fra tot mesi devo tornare a scuola
Aprii anche una discussione simile a riguardo anni fa,eccola qui:
Non riuscire mai ad apprezzare quei pochi momenti felici
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