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Pensare sempre a una cosa.
E non intendo le "robe porno" che monopolizzano le menti dei maschioni.
Intendo il lavoro. Ogni volta che ho un impegno più o meno lavorativo di qualsiasi tipo, anche lontano molte ore se non molti giorni, la mia mente, il mio corpo, non pensano ad altro. Tutto quel che penso diventa condizionato da quell'impegno. Ogni mio movimento. Mi sento appesantito nella testa e nel corpo. Cosa faccio stamattina che sono libero? Esco a fare una passeggiata? Però la settimana prossima ho quell'impegno lavorativo. Ah. Me ne resto a casa. Meglio non sprecare energie. Ma è la settimana prossima, replica timidamente un altro pensiero. Solo in contromano su un'autostrada di pensieri che non pensano ad altro. Sul lavoro può succede qualsiasi cosa. Si possono commettere grossi errori. Si possono provocare grossi danni. Ci si può ritrovare attaccati e maltrattati. Si può perdere quel lavoro e ritrovarsi persino indebitati. Ci si può ritrovare sottomessi ad aspettative sempre maggiori che potrebbero risucchiare quel tempo libero che fino a poco prima era dedicato a pensare a quel lavoro quasi quasi inutilmente. Che potrebbe diventare occupato prepotentemente, da quel lavoro. Ed è ovvio. Normale. Di che ti lamenti. Un qualsiasi impegno lavorativo è un privilegio al giorno d'oggi. Ma al tempo stesso tutti lavorano è una cosa normale. Si deve faticare. Fare sacrifici. Se si vuole sopravvivere. E devi farlo bene. Senza commettere errori. Ché potresti fare danni. E perdere il lavoro. E ritrovarti pure a dover risarcire qualche danno. Ma cosa dici, sono preoccupazioni esagerate. Meglio di stare a casa è il lavorare, ché guadagni, sopravvivi, puoi toglierti qualche sfizio. Quale sfizio? E quando? Nel tempo libero che passo immobilizzato dal pensiero di quell'impegno lavorativo? Immaginate una partita a calcetto, il portiere va a prendersi un caffè e la porta è vuota. Hai la palla sei solo in area di attacco e puoi fare gol facilmente. Ma la tua mente proprio in quel momento è a quel dato che potresti aver confuso, o a quel cliente che hai servito male, o a quel bullone che potresti non aver stretto bene. E la palla colpisce in pieno la tazzina di caffè che il portiere stava sorseggiando sulle tribune. Bum. |
Re: Pensare sempre a una cosa.
Pure io ero sempre cosí
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Re: Pensare sempre a una cosa.
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Re: Pensare sempre a una cosa.
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Cercavo di impormi di "staccare",anche in terapia se ne parlava, poche volte riuscivo. Poi io ho sempre avuto, parallelamente, questioni di salute che mi imponevano per forza di cose di staccare dal pensiero lavorativo per concentrarmi sulla sopravvivenza, ma non era certo meglio. Inoltre è un tipo di lavoro in cui una parte si svolge da casa, i modi e tempi li decidi tu, per cui ritagliarsi lo "stacco" era difficile. E comunque anche se stacchi e non stai lavorando, ma comunque continui a pensarci, non serve a nulla. |
Re: Pensare sempre a una cosa.
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Ogni volta che penso di fare qualcosa contro al mio programma sto male e mi sento un irresponsabile o immatura . Le rare volte che agisco contro il programma (per fare attivita che emotivamente per qualche motivo mi hanno preso)la cosa mi da energia ed ecitazione . |
Re: Pensare sempre a una cosa.
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Re: Pensare sempre a una cosa.
mi ritrovo in pieno nelle parole che hai scritto. anche a me il lavoro toglie gran parte delle energie mentali.
Nei periodi in cui lavoro in modo continuo la mia mente va sempre sempre al giorno dopo, con pensieri disfunzionali di inadeguatezza e con il pensiero della probabilità che possa succedere o che io faccia succedere cose gravi e irreparabili, non riesco neanche a dormire bene per questo. L'esempio finale è molto calzante. |
Re: Pensare sempre a una cosa.
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In giorni in cui lavoro due ore, le altre le passo a pensare al lavoro e angosciarmici su.E non perchè non abbia niente da fare, accantono tutto o faccio di fretta e con la testa altrove. |
Re: Pensare sempre a una cosa.
Quando andavo a scuola pensavo, "quando lavorerò sarà molto meglio, perché quando non sei al lavoro non hai da pensare al lavoro". Invece, neanche dovessi ancora ora studiare e prepararmi per qualche interrogazione/test/esame, dovendo cercare di non perdere la concentrazione per non rischiare di dimenticare ogni cosa in vista del momento del giudizio, non riesco a distrarmi, quasi quasi non riesco a sentirmi in pieno diritto di farlo.
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Re: Pensare sempre a una cosa.
Confermo, riesco a "godermi" (non facendo comunque nulla) il venerdì sera e il sabato, la domenica è già uno strazio pensando che il lunedì tornerò a fare fuffaglia. Il lavoro è una tragedia a 360°, a meno che non si faccia qualcosa di davvero gratificante e utile (10-20% dei casi se va bene).
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Re: Pensare sempre a una cosa.
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So che per tutti è un po' cosí, ma stavo veramente troppo male. E facevo un lavoro poco alienante, "gratificante e utile" lo era, ma mi spaccava di ansia/angoscia lo stesso, anzi avrei spesso preferito dovermi solo attaccare alla catena di montaggio ed essere solo un numero, idealmente. |
Re: Pensare sempre a una cosa.
Certamente ho e ho avuto questo problema, con alcuni episodi più forti di altri. Sto notando dei leggeri miglioramenti, dovuti a un allargamento della zona di comfort. Ad ogni situazione nuova, oppure consueta ma particolarmente stressante, torna il disagio anticipatorio.
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Re: Pensare sempre a una cosa.
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Sarebbe bello il fatto che ci sia quest'altra dimensione, che venga riconosciuta e altrettanto legittimata ad esistere e del tutto rispettabile, di persone che per le più varie ragioni scelgono una vita un po' più in solitaria, che i problemi che vengono messi in luce qui in questo forum ad esempio, facciano parte dello spettro ampio delle caratteristiche e personalità umane, senza il pesante macigno dell'esclusione sociale. Forse mi sto lasciando andare, è un discorso che non ha senso, del tutto utopico |
Re: Pensare sempre a una cosa.
Penso sia dovuto ad insicurezza e perfezionismo.
Questi pensieri sono molto forti quando faccio cose nuove, poi giorno dopo giorno vedendo che niente di catastrofico, imperdonabile o sbagliato è successo o se è successo non era così grave come mi aspettavo divento più tollerante cercando di non diventare troppo tollerante perché vedo che poi si esagera dall'altro verso e ne risente l'immagine di serietà che do agli altri. Bisogna imparare dagli errori ma non permettere che la paura di sbagliare o di incontrare avversità ci blocchi. Ho notato che essere troppo preoccupato può facilmente essere più controproducente che essere sbadato. Questo che ho imparato non mi aiuta comunque all'inizio, l'inizio mi frega sempre e devo prendere moltissimo coraggio. |
Re: Pensare sempre a una cosa.
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Pien di speme e di gioia: Diman tristezza e noia Recheran l'ore, ed al travaglio usato Ciascuno in suo pensier farà ritorno." :mrgreen: |
Re: Pensare sempre a una cosa.
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Re: Pensare sempre a una cosa.
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E quanti anni di sensi di colpa, perchè volevo essere come gli altri e non ci riuscivo mai.Per forza, non potevo! Mi sento molto distante anche dai fobici, pur avendo la fa e condividendone aspetti e problemi, ma per altre ragioni sto proprio a parte, non c'entro nulla nemmeno qui. |
Re: Pensare sempre a una cosa.
Questa cosa è dovuta in parte ad un certo clima di "psicanalizzazione" continua negli ambienti lavorativi, cosa che in questo periodo qui viene usata ad arte, in quanto "in tempo di crisi ci si deve sentire fortunati ad avere un lavoro".
Io spero cambino le cose, perché non si lavora nemmeno bene in questo modo si mettono le persone a disagio, spero se ne rendano conto... Inviato dal mio SM-J510FN utilizzando Tapatalk |
Re: Pensare sempre a una cosa.
Per certi versi era una sorta di problematica che mi affliggeva già quando andavo a scuola, le mie vacanze estive invece di passarmele godendomele,ero lì che pensavo che tanto sarebbe stato inutile, tanto fra tot mesi devo tornare a scuola :miodio:
Aprii anche una discussione simile a riguardo anni fa,eccola qui: Non riuscire mai ad apprezzare quei pochi momenti felici |
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