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Vecchio 20-03-2008, 15:00   #1
Principiante
L'avatar di Ajdsar
 

Ciao a Tutti.
Mi chiamo Andrea e navigando qua e là ho scoperto per caso questo forum ed in particolar modo i topic in cui si parla di questo disagiante problema quale è l'emetofobia.

Io ne soffro da... mmm.... non ricordo neanche da quanto. Ho 30 anni e sono almeno 25 che ricordo di avere questo terrore. Il fatto è che quando cresci e diventi grande ed incominci ad affrontare la vita come si dovrebbe questo problema ti si ritorce contro con tutte le simantologie che ne derivano; fobia sociale, ansia, attacchi di panico, paure ed evitamenti di vario genere, sempre legati comunque al perno principale del terrore del vomitare.

Il mio problema più grande è legato alla vita lavorativa. L'emetofobia di cui soffro in maniera molto grave, mi limita molto nella mia vita professionale. Sostanzialmente io tutti i giorni vivo come se dovessi afffrontare un esame,,,intendo con il medesimo stress. Quando devo iniziare un turno di lavoro, il mio pensiero ossessivo è sempre: "Speriamo di non stare male."
Il fatto è che al minimo mal di pancia o alla minima nausea, mi faccio prendere dal panico e mi comporto come se stessi avendo un infarto o qualcosa di gravissimo, compromettendo così la giornata di lavoro o addirittura, come è successo in passato, il rapporto di lavoro stesso.
Insomma non puoi metterti in mutua o darti malato ogni settimana!!!

Ma ritorniamo allo stress che affronto tutti i giorni...

Questo vivere così nella paura e nel terrore tutti i santi giorni, non giova sicuramente all'organismo e specie all'apparato digerente (questo misterioso :wink: ) e questo mi comporta soffrire di vari disturbi, tipo sindrome del colon irritabile, mal di pancia, nausee, diarrea ecc...

COSA VUOL DIRE PER UN EMETOFOBICO AVERE QUESTI DISTURBI DURANTE O ALL' INIZIO DI UN TURNO DI LAVORO??????????

Lascio a voi la risposta...

Insomma è un vero casino... Se la paura la riesci a controllare, almeno nel limite del vivibile, arriva subito il disturbo fisico che ti fa rientrare subito nel canoni dell'ansia.

Mi ha fatto molto piacere trovare tante persone che come me combattono tutti i giorni contro questa fobia, che ritengo molto disabilitante.

Anche io se vedo qualcuno vomitare mi irrigidisco tutto e quasi mi viene un attacco di panico; sicuramente quello d'ansia me lo cucco tutto.

Sono anni che evito di andare a casa di qualcuno, evito di andare fuori la sera, evito di uscire, ecc... Spesso a pranzo non mangio per evitare di stare male il pomeriggio, che devo lavorare.

I ristoranti, quando sono costretto da feste in famiglia o quant'altro, li reggo solo a pranzo, forse perchè si è tutti più forti durante le ore diurne piuttosto che la sera. Infatti a cena non vado mai.
Invece a mangiare a casa di qualcuno sono anni che non ci vado; non ricordo più l'ultima volta!!!

Sto molto attento all'alimentazione per evitare di non mangiare porcherie o cose troppo pesanti da digerire, perchè, quello che per una persona normale è semplice sensazione di pienezza gastrica causata da un pasto abbondante, per me è stare male!

Io credo che la soluzione a tutto questo sia un bella psicoterapia cognitivo-comportamentale ed avere la fortuna di trovare un bravo psicoterapeuta che possa aiutarci a superare, quantomeno nel limite degli evitamenti, questa dannata fobia.

Un consiglio che posso dare a tutti è di crecare di evitare il meno possibile; ogni nuovo evitamento è un problema in più da affrontare un domani. Le situazioni che incominciamo ad evitare oggi saranno un grosso impegno riprendercele domani. Quindi quel che già si evita, amen, ma non iniziamo con nuovi evitamenti, altrimenti oltre a rischiare di trasformarci la vita in un piccolo spiraglio di cose che riusciamo a fare, dovremo fare il doppio lavoro un domani che vogliamo risolvere questo o quell' evitamento.
Vecchio 01-05-2008, 15:12   #2
Esperto
L'avatar di Redman
 

Solo ora ho letto questo tuo intervento e mi sono ritrovato in ogni tua parola, ho provato di tutto per uscire da questo problema, ma nulla è cambiato. Spero tu possa essere piu "fortunato" 8)
Vecchio 22-05-2008, 21:55   #3
Principiante
L'avatar di Tarita
 

ciao, bello il tuo post, ma non ho capito se sei in cura o no
Vecchio 22-05-2008, 23:26   #4
Esperto
L'avatar di calipero
 

ogni tanto, x fortuna raramente, anche io ho paura di vomitare
l'altra sera ho rivisto 2 amiche di vecchia data, con le quali mi pare ho vissuto situazioni quasi di sbocco
fatto sta che ad un certo punto, parlando, senza che ricordassi il passato, ho avuto la sensazione di nausea e ho fatto un passo indietro
x fortuna non è successo nulla, ma in alcuni casi la paura si concretizza
un po' come quando rocky joe aveva paura di tirare le carocchie alla gente
Vecchio 29-04-2011, 15:00   #5
Non registrato
Guest
 

Ciao a tutti, volevo dire che anche io ho paura di vomitare. Mi succede "circa" una volta ogni parecchio tempo, e ogni volta che arriva quel momento mi sembra che il mondo cada a pezzi. Si, perchè dopo aver vomitato la mia mente si allontana completamente dal pensiero che possa risuccedere o cose simili, e fin qui è tutto a posto; sono i giorni che seguono che diventano il mio vero e proprio problema. Non riesco a fare a meno di pensare al giorno e all'attimo in cui ho "rimesso", e pensandoci mi viene la nausea. Subito mi vengono in mente pensieri come "E se mi risuccede? Quando mi risuccederà?" e cose del genere, che mi fanno aumentare ancora di più la nausea. Poi mi viene una vera e propria crisi e ho paura, tanta paura che possa succedere ancora. So bene che ho paura di una cosa che infondo è normale, fa parte del normale svolgimento della vita, ma il mio cervello fa da solo, senza che io riesca a controllarlo. La cosa più positiva però, è che almeno mi rendo pienamente conto di aver paura di una cosa normale, e ne sono cosciente. Ho provato con il Biochetasi, che toglie (parola d'onore) subito la nausea, il mal di pancia ecc., ma finito il suo effetto il cervello riparte a farmi pensare a questo genere di cose. Facendo così, non solo reco danno a me stessa, ma anche alle altre persone che ho intorno. Vorrei che qualcuno mi aiutasse, perchè non riesco più a vivere la mia vita con la tranquillità che avevo prima. Vi chiedo davvero di darmi una mano, voglio vivere in pace. AIUTO!!!!
Vecchio 25-07-2011, 14:43   #6
Daniela__
Guest
 

Capisco perfettamente ciò che dici perchè anch'io sono costretta a convivere con questa paura da più di dieci anni. Anche a me pesa sostenere esami piuttosto che affrontare situazioni importanti a causa del ricorrente pensiero "e se poi sto male come faccio?" e mi pesa inoltre viaggiare ed allontanarmi da casa per esso.
L'unica cosa che mi conforta è leggere esperienze di altre persone che provano le mie stesse sensazioni,perchè le persone che non soffrono di tale fobia non capiscono e non capiranno mai in quanto la considerano futile,creata unicamente dalla psiche.
Vecchio 05-02-2012, 17:13   #7
Non registrato
Guest
 

ciao anche se questo post è vecchissimo io rispondo lo stesso. Mi ha fatto veramente tanto piacere scoprire che non sono l'unica persona che soffre di questi disturbi. Ero a conoscienza degli attacchi di panico che ho da 8 anni ma che riesco a gestire abbastanza bene ma non sapevo che esistesse anche questa emetofobia! Negli ultimi anni ho questa fissa e paura di poter stare male in pubblico. Mi vegono soprattutto nei luoghi chiusi e affollati. Non parliamo dei ristoranti che è il luogo in cui è nato il mio disturbo. Io cerco di non fuggire dai miei disagi e al contrario li affronto, infatti vado appena posso a mangiare nei ristoranti sempre con persone che sono a conoscienza del mio problema e quindi si fa un percorso di rilassamento pre, durante e dopo la cena un bacio a tutti e forza che non siamo soli, siamo semplicemente un po' piu sensibili degli altri. Ciaoooo
Vecchio 29-10-2012, 17:25   #8
Intermedio
L'avatar di curry
 

Ti capisco, ne soffro anch'io anche se nel mio caso è più leggera. Ho scoperto che mi succede perchè, nella mia vita, ho vomitato solo due volte, quindi ho l'ansia perchè non so bene cosa succede quando si vomita. Stavo pensando anche di indurmelo da sola come "terapia d'urto" ma non credo sia la soluzione giusta. Io se sento la nausea cerco di calmarmi dicendomi che anche altre volte provavo sensazioni simili ma poi non è accaduto niente. e inoltre ricordo che le volte in cui ho rimesso (o sono andata vicina) sentivo un sapore acido orribile nella gola, quindi mi preoccupo solo quando lo sento.
Vecchio 29-03-2013, 19:47   #9
Principiante
 

Ciao, anche se il post è un po' vecchio aggiungo il mio contributo perché pure io ho sofferto di questo problema in passato e, ogni tanto, si presenta anche oggi.
Io generalmente arrivavo proprio a vomitare in situazioni di grande stress. Il vomito era indotto da uno stato di panico vero e proprio, accompagnato da sudorazione, tremori, ansia, mal di pancia ecc. Non avvertivo un senso di nausea (es. come quello che ti viene quando hai un virus gastro-intestinale o hai mangiato qualcosa di guasto) bensì una vera e propria "chiusura" con delle contrazioni meccaniche in fondo alla bocca. Qualcosa di "fisico".
Quali erano le situazioni di "grande stress" in cui si manifestava il simpatico disturbo??? Esami? Gare sportive? No: CENE FUORI CON GLI AMICI. E' cominciato verso i 16-17 anni.
Alla fine mi sono dato da solo una spiegazione e cioè che io somatizzavo in questo modo il mio profondo disagio e imbarazzo verso altre persone di cui mi sentivo inferiore e l'ansia per una situazione per me estranea.
A queste cene succedeva che, sentendomi a disagio, mi si chiudeva lo stomaco, ergo non riuscivo a mangiare niente, ergo ti cominciavano a chiedere "cosa'hai?", "non mangi niente?", "vivi di aria?", fare battutine ecc...il tutto incrementava il disagio, quindi mi sforzavo di ingoiare e via. Un paio di volte ho vomitato proprio sulla tavola allegramente imbandita , in mezzo a tutti, altre volte sono riuscito a salvarmi in corner al bagno.
Credo che il rifiuto del cibo in condizioni di disagio sia un retaggio infantile abbastanza normale... il bambino piccolo, per comunicare alla madre che qualcosa non va, ha come unici mezzi il pianto e il rifiuto della "poppata".
Sto disturbo me lo sono portato dietro per molti anni, per tutta l'università e oltre, ho sempre cercato di sminuirlo, negarne la realtà e non parlarne con nessuno... e mi ha impedito a suo tempo tutta una serie di esperienze, tra cui quelle sentimentali e sessuali. Il tutto facendo aumentare continuamente il mio senso di inferiorità, ecc. Poi si entrava in un circolo vizioso per cui bastava sempre meno per innescare la "crisi"... una volta sono arrivato a sentirmi in difficoltà addirittura a pranzo da solo con la mia povera nonna che non c'è più.
Come sono riuscito (faticosamente) se non a sconfiggerlo ad arginarlo? Cercando di fare diventare di routine le situazioni angosciose, PER GRADI. Sforzandomi di uscire e andare a ste cavolo di cene. A volte prima di andare a queste cene, finché ero da solo "mi dopavo" con qualche bicchierino per perdere un po' di inibizioni e tranquillizzarmi.. nei periodi di gloria arrivavo a bere 4 birre o un litro di vino prima di andare a cena (andavo a piedi eh ) e riuscivo a superare la serata, anche divertendomi - il mio stomaco regge meglio l'alcool che l'ansia. La volta successiva (se non era trascorso troppo tempo) mi ripromettevo di bere un po' meno, e così via... nei periodi estivi, in cui si usciva di più, nel giro di tre/quattro cene (un mese circa) ero poi in grado di uscire "senza doping" .
Solo che poi di inverno non uscivo praticamente mai e perdevo tutto "l'allenamento", quindi se capitava una serata ad es. a febbraio era il dramma.
Finita l'università, a poco a poco, ho cominciato ad uscire tutto l'anno e la situazione si è lentamente risolta. Sono riuscito alla fine ad andare a cene, pub, pranzi di matrimoni, serate in discoteca, viaggi un po' in tutto il mondo in case condivise con sconosciuti, trovare una ragazza e farci l'amore.
Quest'ultimo punto credo sia stato definitivamente quello maggiormente risolutore... per cui vorrei chiedere a chi soffre di questo problema, com'è la sua vita sessuale e affettiva. Le cose sono legate, alla fine anche questa è una malattia dell'amore come anoressia e bulimia.
Resta il fatto che, di fronte a situazioni nuove, il "blocco allo stomaco" continua a volte a farsi sentire, ma non mi prende più alla sprovvista con una violenza devastante e so come tenerlo a bada.
Purtroppo ora che la mia relazione, dopo 4 anni, sta andando a rotoli per causa mia, forse i problemi torneranno a farsi sentire maggiormente, ma sono fiducioso nel futuro.
A presto e in bocca al lupo!
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