Ciao, anche se il post è un po' vecchio aggiungo il mio contributo perché pure io ho sofferto di questo problema in passato e, ogni tanto, si presenta anche oggi.
Io generalmente arrivavo proprio a vomitare in situazioni di grande stress. Il vomito era indotto da uno stato di panico vero e proprio, accompagnato da sudorazione, tremori, ansia, mal di pancia ecc. Non avvertivo un senso di nausea (es. come quello che ti viene quando hai un virus gastro-intestinale o hai mangiato qualcosa di guasto) bensì una vera e propria "chiusura" con delle contrazioni meccaniche in fondo alla bocca. Qualcosa di "fisico".
Quali erano le situazioni di "grande stress" in cui si manifestava il simpatico disturbo??? Esami? Gare sportive? No: CENE FUORI CON GLI AMICI. E' cominciato verso i 16-17 anni.
Alla fine mi sono dato da solo una spiegazione e cioè che io somatizzavo in questo modo il mio profondo disagio e imbarazzo verso altre persone di cui mi sentivo inferiore e l'ansia per una situazione per me estranea.
A queste cene succedeva che, sentendomi a disagio, mi si chiudeva lo stomaco, ergo non riuscivo a mangiare niente, ergo ti cominciavano a chiedere "cosa'hai?", "non mangi niente?", "vivi di aria?", fare battutine ecc...il tutto incrementava il disagio, quindi mi sforzavo di ingoiare e via. Un paio di volte ho vomitato proprio sulla tavola allegramente imbandita
, in mezzo a tutti, altre volte sono riuscito a salvarmi in corner al bagno.
Credo che il rifiuto del cibo in condizioni di disagio sia un retaggio infantile abbastanza normale... il bambino piccolo, per comunicare alla madre che qualcosa non va, ha come unici mezzi il pianto e il rifiuto della "poppata".
Sto disturbo me lo sono portato dietro per molti anni, per tutta l'università e oltre, ho sempre cercato di sminuirlo, negarne la realtà e non parlarne con nessuno... e mi ha impedito a suo tempo tutta una serie di esperienze, tra cui quelle sentimentali e sessuali. Il tutto facendo aumentare continuamente il mio senso di inferiorità, ecc. Poi si entrava in un circolo vizioso per cui bastava sempre meno per innescare la "crisi"... una volta sono arrivato a sentirmi in difficoltà addirittura a pranzo da solo con la mia povera nonna che non c'è più.
Come sono riuscito (faticosamente) se non a sconfiggerlo ad arginarlo? Cercando di fare diventare di routine le situazioni angosciose, PER GRADI. Sforzandomi di uscire e andare a ste cavolo di cene. A volte prima di andare a queste cene, finché ero da solo "mi dopavo" con qualche bicchierino per perdere un po' di inibizioni e tranquillizzarmi.. nei periodi di gloria
arrivavo a bere 4 birre o un litro di vino prima di andare a cena (andavo a piedi eh
) e riuscivo a superare la serata, anche divertendomi - il mio stomaco regge meglio l'alcool che l'ansia. La volta successiva (se non era trascorso troppo tempo) mi ripromettevo di bere un po' meno, e così via... nei periodi estivi, in cui si usciva di più, nel giro di tre/quattro cene (un mese circa) ero poi in grado di uscire "senza doping"
.
Solo che poi di inverno non uscivo praticamente mai e perdevo tutto "l'allenamento", quindi se capitava una serata ad es. a febbraio era il dramma.
Finita l'università, a poco a poco, ho cominciato ad uscire tutto l'anno e la situazione si è lentamente risolta. Sono riuscito alla fine ad andare a cene, pub, pranzi di matrimoni, serate in discoteca, viaggi un po' in tutto il mondo in case condivise con sconosciuti, trovare una ragazza e farci l'amore.
Quest'ultimo punto credo sia stato definitivamente quello maggiormente risolutore... per cui vorrei chiedere a chi soffre di questo problema, com'è la sua vita sessuale e affettiva. Le cose sono legate, alla fine anche questa è una malattia dell'amore come anoressia e bulimia.
Resta il fatto che, di fronte a situazioni nuove, il "blocco allo stomaco" continua a volte a farsi sentire, ma non mi prende più alla sprovvista con una violenza devastante e so come tenerlo a bada.
Purtroppo ora che la mia relazione, dopo 4 anni, sta andando a rotoli per causa mia, forse i problemi torneranno a farsi sentire maggiormente, ma sono fiducioso nel futuro.
A presto e in bocca al lupo!