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Vecchio 04-01-2016, 23:40   #1
Esperto
L'avatar di filosofo
 

Il trasferimento in una nuova città, così diversa dalle altre, mi sta facendo vivere un intenso periodo di autoconsapevolezza. E sto impazzendo tra i miei vari pensieri, devo metterli nero su bianco.

Prima cosa, e sarebbe interessante se anche voi la analizzaste nelle vostre vite.
Rivedendo mia madre a Natale, e potendola "confrontare" con altri parenti decisamente più estroversi ed "estrosi", mi sono reso conto di quanto sia radicato in lei il problema, e, per intenderci, me l'ha trasmesso e ci lotto quotidianamente.

Ha "paura di disturbare", tende ad essere "minuscola", silenziosa, accondiscendente. Non si fa rispettare, non fa valere certi suoi diritti.
Ci stavano riaccompagnando a casa dei cugini, e lei a un certo punto dice: "ma lasciateci pure qua, siamo già più vicini, possiamo continuare a piedi". Ma-sei-fuori???

Ha vissuto in piccolo, nel silenzio.
Mio padre è morto ormai 12 anni fa, e non ha mai preso in considerazione l'idea di frequentare qualcun altro o sposarsi.
Stava pure per accettare l'idea di un prete di ospitare un extracomunitario a casa per 35 euro al giorno. Perché gliel'ha chiesto un prete, e lei ovviamente da "brava bambina" (ho l'impressione che non sia mai veramente cresciuta) stava per accettare.
L'hanno invitata ad andare a fare dei viaggi, ecc. ha sempre rifiutato.
Patisce la macchina, patisce il treno, patisce tutto.

A me fa tenerezza da un lato, ma anche tanta pietà, e tanta rabbia, perché devo lottare con questa eredità. Anch'io ero come lei, entro in punta di piedi nelle situazioni sociali, anche qui al lavoro avrei potuto conoscere molta più gente, adottando un atteggiamento relativamente più amichevole, estroverso ed audace.

Ed è una gabbia solidissima, che nemmeno viaggi e lavori a contatto col pubblico sono riusciti a scalfire a sufficienza.

Ho ambizioni, appetiti, voglia di fare, ma c'è questa gabbia che mi avvolge appena appoggio il piede a terra quando scendo dal letto, e riesco rarissimamente a essere il me stesso che vorrei, quello che riesco a immaginarmi, e che, per quel poco che è uscito allo scoperto, ha anche "quagliato qualcosa".

E da qui parte un'altra riflessione.
Tendenzialmente trasmetto fiducia, passo per una persona buona.
Ni, dietro il "faccino" puccioso e rassicurante spesso si nasconde l'inferno. Rabbia, pensieri tutt'altro che politically correct, ecc. ecc.
Raramente sono riuscito a sfogare il "bad boy", e purtroppo l'ho fatto nel posto sbagliato, in famiglia, e ogni volta che ci penso mi vengono i brividi e mi sento una merda. Sarà che il periodo dell'adolescenza è critico, ma è difficile pensare a un ragazzino timido e buono a scuola, e un piccolo demonio a casa.

Oggi, a 30 anni, per bad boy cosa intendo: essere decisamente più risoluto, essere opportunista quando serve, e scaltro e calcolatore all'occorrenza. Farsi rispettare ed eventualmente imporsi, in prima battuta con le parole, ma anche suscitando quel classico timore che si prova quando si ha a che fare con persone che non hanno voglia di sprecar parole e preferiscono tracciare le gerarchie adottando strategie più "pragmatiche". Essere più virile, dominante, specialmente con le ragazze. Essere sfrontato, e subcomunicare loro tutta una serie di cose che, in questi anni, loro desiderano e fanno fatica a trovare. Vorrei essere decisamente più indifferente al giudizio degli altri, ci sto lavorando ma non ho ancora raggiunto il livello che vorrei.
Chiedere, persuadere, procacciarmi le cose, scontrandomi con gli ostacoli e perseverando come un toro, senza guardare in faccia nessuno. Prendermi rischi. Fare "pazzie".
Avete visto Scarface? Quando Tony Montana dice al suo amico: "Tu accontentati, io mi prendo tutto quello che posso".
Questa è un c...o di filosofia di vita. (Poi ha fatto una brutta fine perché ovviamente dovevano infilarci la morale dentro).
Cari miei, per capire il mondo, le persone e la vita, un testo di psicologia evoluzionistica è molto più illuminante di qualsivoglia testo religioso.

Voi vi lamentate che alcuni vi guardano male. "Chi pecora si fa, il lupo se la mangia", o qualcosa del genere.
Quest'estate, in cui mi destreggiavo coi guantoni, feci un esperimento. Passeggiai per una lunga via di Milano con un body language da "pugile in giornata no". Beh, fu divertente vedere alcune persone che si spostavano intimorite per farmi passare (io 1,68 , occhiali, no mascella squadrata e spalloni stile armadio), e fu altrettanto interessante notare come certi personaggi (i "bad boy" della situazione) si sentissero quasi provocati da questo mio modo di fare.

Siamo animali, al bando le aureole e i girotondi. Certe pulsioni primordiali sono molto più forti di qualsiasi legge.


E' da tanto tempo che chi mi conosce vede alcune qualità in me, e so benissimo che anni e anni di studio di varie cose, dall'imprenditoria al marketing, dalla comunicazione alla vendita, dalla seduzione all'evoluzionismo, ecc. ecc. lasciano tracce.
Avere il pane, avere le competenze, ma peccare di volontà. Di coraggio. Di voglia di rischiare. Quel senso di distacco, quella riluttanza a mettermi veramente in gioco, quella volontà piuttosto evanescente. Quella sensazione di "ma ne vale davvero la pena?", che puzza tanto di autosabotaggio.


E in ultima istanza, il "mucchio indistinto". Anche quella è una enorme fregatura.
Invidio chi coltiva una passione, e magari lo fa da anni.
Boh, sono fissato con la chitarra o i balli latino americani e faccio quello.

Ho un ex amico filosofo che vedo spesso in tv. Lui aveva la passione per la filosofia. Una passione fortissima. Ci si è dedicato per anni. Era uno peraltro scafato, con amici e ragazze, pure un bel figliolo.

Ecco, quel tipo di passione. Per la quale sei disposto a "recidere" tutte le alternative.

Io sono l'opposto. Ho decine di micropassioni. Ho iniziato a fare tantissime cose. Risultato: vanno, vengono, costruisco, distruggo, bla bla bla.
Per il successo non è importante l'ampiezza delle competenze, quanto la profondità che raggiungi in QUELLA competenza, in QUELLA cosa, in QUELLA attività.

Non mi entra proprio in testa. E' tutto importante, quindi nulla è davvero importante.
Mi sembra, recidendo le alternative, di "perdere vita", di ridurmi, atrofizzarmi, espormi in maniera molto più marcata a quel famelico livellatore che è il tempo, che di giorno in giorno crea il tuo passato e lo spazza via con indifferenza.
La cosa ironica in tutto questo, è che così facendo "perdo vita" due volte, perché il tempo non mi risparmia, e nel mentre, dilapido tempo ed energie, finendo con un pugno di mosche.
Per di più è frustrante non sperimentare quel senso di progresso fulmineo che invece vedevo quando avevo meno cose per la testa.

Che sia anche questa una strategia di autosabotaggio?

Forse.

Io spero solo di cavarne qualcosa di davvero buono da questo periodo di assestamento esistenziale, perché al lavoro sorrido, ma quando sono solo con me stesso, è dura destreggiarmi tra tutto questo.

Ultima modifica di filosofo; 05-01-2016 a 00:52.
Ringraziamenti da
Da'at (05-01-2016), Masterplan92 (05-01-2016), ultranoia (05-01-2016)
Vecchio 05-01-2016, 00:19   #2
Esperto
L'avatar di filosofo
 

Quote:
Originariamente inviata da M.me Adelaide Visualizza il messaggio
Non ho capito se ce l'hai con tua madre per averti trasmesso questa caratteristica, questa sorta di remissività che non ti permette di realizzarti come vorresti. Tu hai la fortuna di avere questa consapevolezza, e di lavorarci, anche se è terribilmente dura e i risultati spesso non sono quelli che vorresti. Però tanto di capello che non molli, che tutto sommato continui a lavorarci. Poi le cadute ci sono, bisogna semplicemente accettarle, altrimenti ad ogni inciampo si rischia di tornare indietro di chilometri. Invece accettando queste cadute ci si rialza più facilmente senza sprecare tutto Eil lavoro fatto.
Non è colpa sua, lei è la prima vittima, perché a sua volta probabilmente pure sua madre era una persona remissiva e incline alla depressione. Sua madre ovvero mia nonna, che non ho mai conosciuto.

E' talvolta logorante dover fare sistematicamente più fatica, e non consolidare definitivamente certi cambiamenti. Perché la reazione istintiva, mi duole dirlo, spesso è la stessa di 10 se non 20 anni fa... E' un continuo spingere massi fin sulla punta della montagna, per poi vederli rotolare giù e ricominciare da capo.
O magari, non ho più timore di una serie di cose che ne farebbero parecchio, e poi mi scoccia andare a bere un caffè in un bar affollato.


Ma certamente non demordo. Anzi, sto buttando giù un piano "chirurgicamente" strutturato per tentare, tentare ancora, specialmente dove è più dura.
Non accetto di dover vivere una vita sotto le righe, per questa c...o di gabbia che mi hanno appioppato.
E non ho più la pia illusione che questa un giorno magicamente si dimentichi di me. Ci dovrò convivere.
Sarà lotta, ogni giorno, ahimé!

Ultima modifica di filosofo; 05-01-2016 a 00:23.
Ringraziamenti da
Masterplan92 (05-01-2016)
Vecchio 05-01-2016, 00:29   #3
Esperto
L'avatar di filosofo
 

Quote:
Originariamente inviata da M.me Adelaide Visualizza il messaggio
Ah, la contraddizione che magari fai cose pazzesche e poi le cose più piccole ti mettono super ansia mi sa che è comune a molti di noi.
Anche a me pare che, nonostante tutti gli sforzi, sono al punto di partenza. Anzi, mi vedo pure peggio. Ti ammiro per la forza che hai di andare avanti

Unisciti in questo periglioso cammino... abbraccia il tuo lato oscuro
Vecchio 05-01-2016, 00:31   #4
Principiante
L'avatar di WindOfChange
 

Gran film Scarface però non mi spingerei a prenderlo ad esempio.....
Vecchio 05-01-2016, 00:53   #5
Esperto
L'avatar di filosofo
 

Quote:
Originariamente inviata da M.me Adelaide Visualizza il messaggio
Naaaaa! Ho già dato. Basta, non ho più né la voglia né le forze
Capiteranno, che le vogliamo o meno, le occasioni in cui la vita ci chiederà qualche sforzo in più... Sono certo che troverai tutta la forza necessaria
Vecchio 05-01-2016, 00:56   #6
Esperto
L'avatar di Ansiaboy
 

basandomi su ciò che hai scritto

critichi tua madre per certe sue caratteristiche che gli vengono naturali e che in sé non fan male a nessuno?

si, mi vien da pensar che tua madre ha sbagliato.. visto che ha fatto un figlio che la critica per il nulla..
ma alla fine il figlio potrebbe esser cosi rabbioso per i geni e quindi la madre non ha colpe

poi mai pensato che a tua madre alla fine gli va bene cosi? che magari in macchina si era rotta le palle e ha trovato una bella scusa per filarsela? e che dei viaggi non sa proprio cosa farsene? e magari era contenta di ospitar e aiutar un profugo?


mi chiedo perche criticare i genitori (e chiunque altro) per cose di per sé neutre e senza cattiveria gratuita
e mi chiedo perché non accettarsi piuttosto che lamentarsi "ah se fossi piu estroverso, colpa di mia madre che era introversa "

Ultima modifica di Ansiaboy; 05-01-2016 a 00:59.
Vecchio 05-01-2016, 08:41   #7
Banned
 

L ex amico filosofo chi è?Fusaro?
Vecchio 05-01-2016, 10:53   #8
Esperto
 

A me l'ayteggiamento da bad boy fa solo ridere e non incute nessuna soggezione,e sì che sono fobica e mi fa paura tutto.
Vecchio 05-01-2016, 11:22   #9
Esperto
L'avatar di Anakin
 

Mi rivedo molto in parecchie cose.
Somiglio molto a tua madre , ma è un'accondiscendenza e gentilezza ipocrita nel mio caso.
Dentro sono una brutta persona che pensa spesso male.
Non ci esponiamo perchè abbiamo paura di metterci contro qualcuno , e lo stesso possa rinfacciarci le nostre falle.
O almeno per me è così!
Vecchio 05-01-2016, 12:31   #10
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da filosofo Visualizza il messaggio
Oggi, a 30 anni, per bad boy cosa intendo: essere decisamente più risoluto, essere opportunista quando serve, e scaltro e calcolatore all'occorrenza. Farsi rispettare ed eventualmente imporsi, in prima battuta con le parole, ma anche suscitando quel classico timore che si prova quando si ha a che fare con persone che non hanno voglia di sprecar parole e preferiscono tracciare le gerarchie adottando strategie più "pragmatiche".
queste strategie più 'pragmatiche' sarebbero?
Vecchio 05-01-2016, 15:23   #11
Principiante
L'avatar di Runner
 

Per come la vedo io dovresti valutare anche se hai il physique du role a essere ciò che vuoi essere. Io mi ritrovo in molte delle situazioni da te descritte e almeno per esperienza mia quando ho fatto troppo il bad boy alla prima curva sono uscito fuori strada.
Quello che realmente ti da sicurezza secondo me è un insieme di cose come lavoro, amici, famiglia, aspetto e un po di personalità. Ognuno ha le sue carte e ahimè anche se ce la mettiamo tutta non è detto che vada sempre bene. Ma se dai il meglio di te almeno non hai rimorsi con te stesso.
Vecchio 05-01-2016, 16:31   #12
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da filosofo Visualizza il messaggio
Avete visto Scarface? Quando Tony Montana dice al suo amico: "Tu accontentati, io mi prendo tutto quello che posso".
Questa è un c...o di filosofia di vita. (Poi ha fatto una brutta fine perché ovviamente dovevano infilarci la morale dentro).
Cari miei, per capire il mondo, le persone e la vita, un testo di psicologia evoluzionistica è molto più illuminante di qualsivoglia testo religioso.
Difficile saltare da un estremo ( l' essere tendenzialmente remissivo con tutti ) all' altro ( il Tony Montana della situazione, che se ne frega di tutti ) solo con un atto di volontà. Oltretutto anche il secondo comportamento può essere esteticamente bello da ammirare in un personaggio di finzione, ma se vissuto è indice di un altro profondo malessere.
Quote:
La cosa ironica in tutto questo, è che così facendo "perdo vita" due volte, perché il tempo non mi risparmia, e nel mentre, dilapido tempo ed energie, finendo con un pugno di mosche.
Per di più è frustrante non sperimentare quel senso di progresso fulmineo che invece vedevo quando avevo meno cose per la testa.

Che sia anche questa una strategia di autosabotaggio?

Forse.
Lo è senz'altro, ma è anche indice di scarsa consapevolezza, non riesci a capire cosa ti piace davvero, "fuggi nelle cose" per allontanarti da altro ( il "te stesso" attuale, la tua vita nel complesso? ).

Proprio per questo mi sembrerebbe potenzialmente nociva anche la strategia "bad boy", rischia di diventare un' altra mascherata che non credo possa portare a risultati significativi... ma forse al momento ne hai bisogno, boh.
Vecchio 05-01-2016, 16:57   #13
Esperto
L'avatar di pokorny
 

Risuono molto con le considerazioni sui "bad boys" modello umano vincente che darei qualsiasi cosa per realizzare nel mio essere
Vecchio 05-01-2016, 18:11   #14
Esperto
L'avatar di Da'at
 

Tutto quello che ci ha portato a un dato punto è una spinta, una spinta continua, magari piccola, sottile, quasi impercettibile.

Possiamo fare tutti gli automiglioramenti del mondo, ma intanto se non poniamo il termine a quella sottile spinta, le scelte saranno sempre tra il tornare al punto di partenza, oppure il continuare ad affannarsi per mantenere un stato di relativa (e insoddisfacente) normalità che altri danno così per scontato...


A volte gli automiglioramenti vanno benissimo. Si tratta nientepopodimenoche di una spinta a sua volta, in senso antipodico. Si contrappone la spinta al peggioramento e ci fa migliorare. Magari a furia di spingere ci spostiamo in una zona riparata, dove gli eventi negativi non ci possono più spingere indietro.

Altre invece, ci vuole una riflessione. Bisogna fermarsi e dire "checazzoc'è che mi porta sempre indietro?"

cioé, non possiamo passare decenni della vita a sperare di diventare quasi normali.
Non li regalano per strada gli anni.

Spero di averti offerto uno spunto.
Vecchio 06-01-2016, 00:39   #15
Esperto
L'avatar di filosofo
 

Quote:
Originariamente inviata da Masterplan92 Visualizza il messaggio
L ex amico filosofo chi è?Fusaro?
Si, università insieme, collaborazioni, presentazioni di libri insieme, ecc.
Ne ho conosciuto anche un lato che non mi è piaciuto, e me ne sono distaccato.
Però ecco, lui può essere una sorta di modello per tante cose.
Vecchio 06-01-2016, 00:45   #16
Esperto
L'avatar di filosofo
 

Quote:
Originariamente inviata da Franz86 Visualizza il messaggio
Difficile saltare da un estremo ( l' essere tendenzialmente remissivo con tutti ) all' altro ( il Tony Montana della situazione, che se ne frega di tutti ) solo con un atto di volontà. Oltretutto anche il secondo comportamento può essere esteticamente bello da ammirare in un personaggio di finzione, ma se vissuto è indice di un altro profondo malessere.

Lo è senz'altro, ma è anche indice di scarsa consapevolezza, non riesci a capire cosa ti piace davvero, "fuggi nelle cose" per allontanarti da altro ( il "te stesso" attuale, la tua vita nel complesso? ).

Proprio per questo mi sembrerebbe potenzialmente nociva anche la strategia "bad boy", rischia di diventare un' altra mascherata che non credo possa portare a risultati significativi... ma forse al momento ne hai bisogno, boh.
il punto è: per cambiare anni e anni in una certa direzione, occorre imboccarne un'altra e perseverare, perseverare, perseverare.. repetita juvant... condizionare il cervello, sfruttarne la plastiità, creare nuove sinapsi, cercare di consolidare i cambiamenti, ma non è facile...
Io lo sento addosso il peso della genetica, di questa sorta di pesante "eredità" che da un lato della famiglia ci portiamo dietro... è questo che alle volte mi crea sconforto.

Ed è per questo che spesso provo rabbia? Hai problemi seri? Non riprodurti. Creerai infelicità.
Ok la pulsione naturale a procreare, ma se sai di fare danni, evita.

Fare figli è un'enorme responsabilità.
Io non ne farò.
La catena dell'infelicità si ferma qui.
Vecchio 06-01-2016, 00:50   #17
Esperto
L'avatar di filosofo
 

Quote:
Originariamente inviata da Marco.Russo Visualizza il messaggio
Tutto quello che ci ha portato a un dato punto è una spinta, una spinta continua, magari piccola, sottile, quasi impercettibile.

Possiamo fare tutti gli automiglioramenti del mondo, ma intanto se non poniamo il termine a quella sottile spinta, le scelte saranno sempre tra il tornare al punto di partenza, oppure il continuare ad affannarsi per mantenere un stato di relativa (e insoddisfacente) normalità che altri danno così per scontato...


A volte gli automiglioramenti vanno benissimo. Si tratta nientepopodimenoche di una spinta a sua volta, in senso antipodico. Si contrappone la spinta al peggioramento e ci fa migliorare. Magari a furia di spingere ci spostiamo in una zona riparata, dove gli eventi negativi non ci possono più spingere indietro.

Altre invece, ci vuole una riflessione. Bisogna fermarsi e dire "checazzoc'è che mi porta sempre indietro?"

cioé, non possiamo passare decenni della vita a sperare di diventare quasi normali.
Non li regalano per strada gli anni.

Spero di averti offerto uno spunto.
Su questa cosa ci ho riflettuto spesso.
Credo che questa spinta arrivi da una profondità tale che mi è inaccessibile, non posso vedere questi "file", posso solo intuirne la derivazione e i contenuti, e non mi restano che le spinte antipodiche.
Che devono diventare sempre più intense e continuative, perché ogni volta che abbasso la guardia, è quell'altra parte di me a segnare punti, e credo che siano ormai parecchi.
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