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31-03-2019, 16:18
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#1
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Principiante
Qui dal: Mar 2019
Messaggi: 82
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https://www.google.com/amp/s/lamenteemeravigliosa.it/paura-del-conflitto-difenderci/amp/
L'altro giorno mi è successa una cosa e, in quella circostanza, ho capito che la paura del conflitto è ed è sempre stata il mio più grande problema: se per me il conflitto non fosse così stressante e doloroso non avrei i problemi che ho a socializzare: il rapporto con gli altri implica necessariamente il conflitto. Lungi da me capire perché le cose stiano così: forse sono troppo sensibile, troppo fragile psicologicamente dal momento che un qualsiasi attacco o insulto mi venga rivolto mia causa un dolore atroce. Oppure non so.
In ogni caso, dopo che ho realizzato ciò, mi sono ritornate alla mente delle frasi: «Secondo me Fallen prima o poi scoppia e fa qualche cazzata» oppure «Fallen sei un ignavo, c'è un girone all'inferno per te». Ho anche capito che non avrei subito bullismo e mi sarei fatto rispettare da tutte le persone che si sono approfittate di me (ovvero, non per fare la vittima, la maggioranza). Quando l'ho capito mi sono sentito ridicolo: ho sempre dato la colpa delle mie disgrazie agli altri -che sono comunque colpevoli, ma la responsabilità non è soltanto loro- senza guardarmi allo specchio. Parallelamente mi sono anche chiesto se avessi un ritardo mentale dato che ci ho messo vent'anni per comprendere questa cazzata. Oppure se avessi il cervello completamente andato, visto che sono in isolamento da quando ho sedici anni e, da allora, soffro di depressione.
Comunque ho scritto il thread per sapere se c'è qualcuno che ha il mio stesso problema e , se sì, come lo ha o sta affrontando?
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31-03-2019, 16:42
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#2
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Super Moderator
Qui dal: Mar 2019
Ubicazione: Sotto il letto del mostro
Messaggi: 4,740
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Lavorando sulla tua autostima, se ti sei già messo in testa di essere davvero un omega come pareva nell'altro 3d. O più semplicemente smettendo di ripeterti che sei passivo, che sei un ignavo etc.
Non sono un terapeuta quindi prendi tutto con le pinze, ti parlo limitatamente a quello che ho vissuto per mia esperienza, confrontarsi con gli altri dovrebbe essere la normalità quotidiana quando si socializza. Quando però inizi a non avere più fiducia in te stesso è chiaro che il senso di inferiorità porta a subire passivamente ciò che ti capita attorno e a percepire qualsiasi confronto come uno scontro. Poi aggiungici che,purtroppo,può capitare davvero di trovare brutte persone che sotto effetto branco cercano di deridere o sfruttare quello che viene considerato debole,se ti avvolgi in questo loop (1 faccio schifo,2 la gente lo vede e mi sfotte->3 allora è vero che faccio schifo e riprendi dal punto 1) non potrai che uscirne ancora più distrutto. Ti consiglierei innanzitutto di staccarti,e da subito,da amicizie e conoscenze tossiche,se ne hai ancora intorno. In un secondo momento,per quanto sia possibile farlo il più serenamente che puoi,prova a migliorare qualche tuo aspetto che ti farebbe stare meglio con te stesso e capire il tuo vero valore. O per lo meno,io ne sono uscito così
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31-03-2019, 16:57
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#3
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 5,106
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Capisco perfettamente di cosa parli, ci son cresciuta così e per anni ho tenuto due soli comportamenti: subire finchè non ne potevo più e poi scappare via, o evitare del tutto fin dall'inizio. So anche da dove viene, crescendo con una madre borderline non hai molte alternative, o diventi come lei o ti sposti sul polo apposto. Io ho scelto l'opposto appunto e da bambina mi ha salvata questo atteggiamento, era l'unico modo di disinnescarla: ignorarla, lasciarla perdere, non risponderle. Alla fine si stancava di parlare da sola e si teneva a distanza da me, tanto che sembrava quasi intimorita.
Ma ovviamente quando si cresce questo atteggiamento non può funzionare, almeno non con tutti. Non si può evitare sempre il conflitto. E non tutti poi se ne stanno buoni al loro posto, tendono comunque ad invadere i tuoi spazi, ad approfittarsene, le opzioni possono essere diverse.
Io non mi arrabbiavo mai, ero assolutamente zen qualunque cosa accadesse, semplicemente mi chiudevo in me stessa ed evitavo. Semplice.
Lavorando in terapia ho iniziato a scoprire che ho dei diritti anche io, a sentire la rabbia, a rispondere a tono. Una fatica che levati. E tutt'ora non riesco sempre come vorrei, quando ci riesco invece sto fisicamente molto male per somatizzazioni varie che durano giorni. E' che non le so gestire queste cose, vorrei che nessuno mi rompesse mai le palle, ma questo non è possibile e difendermi mi costa tanto in termini di energie fisiche e mentali.
Per lo stesso motivo mi tengo a debita distanza dalla gente che percepisco come aggressiva, ma vedere gli altri come aggressivi è veramente facile per me, suonano campanelli d'allarme ad ogni cosa, basta una parola, una frase che mi suona male e inizio a prendere le distanze di sicurezza.
Quote:
Originariamente inviata da Fallen
Quando l'ho capito mi sono sentito ridicolo: ho sempre dato la colpa delle mie disgrazie agli altri -che sono comunque colpevoli, ma la responsabilità non è soltanto loro- senza guardarmi allo specchio.
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Se non esistesse il masochista, non esisterebbe nemmeno il sadico.
La colpa non sta mai da una parte sola.
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Ultima modifica di cancellato15324; 31-03-2019 a 17:00.
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31-03-2019, 17:02
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#4
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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Io penso che anche per attuare certe forme di conflitto bisogna avere delle armi appropriate e se per una serie di motivi di queste armi non si dispone ancora non è che si possa fare di più.
In questi articoli da rivista femminile semplificano tutto, anche per negoziare con qualcuno a certi livelli devi avere qualcosa da offrire effettivamente, se in mano non hai nulla e si gioca a carte scoperte il tuo potere di negoziazione è quello che è.
C'è il detto popolare che dice "Quando sei incudine stai, quando sei martello dai".
Se sei martello ti suggerirei anche io di menare, ma se non sei un martello attuare certe forme di conflitto in certi ambiti potrebbe anche danneggiarti ancora di più, non è detto che si possa esser colpiti solo fisicamente, c'è anche l'ostracismo sociale.
Ho visto e osservato situazioni degenerare alle spese della persona che voleva reagire non essendone abbastanza capace davvero, perciò tutti questi scienziati dell'"è meglio reagire sempre" prendono in esame solo i casi di successo, ma ci sono molti casi che degenerano.
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Ultima modifica di XL; 31-03-2019 a 17:36.
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31-03-2019, 18:53
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#5
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Esperto
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: Tír na nÓg
Messaggi: 13,300
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Quote:
Originariamente inviata da Fallen
Comunque ho scritto il thread per sapere se c'è qualcuno che ha il mio stesso problema e , se sì, come lo ha o sta affrontando?
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L'ho affrontato chiudendomi praticamente in casa ed evitando quasi ogni tipo di confronto in cui possano accendersi dei conflitti, anche in rete.
Metodo che non consiglio a nessuno, visto che non risolve il problema. L'evitamento non fa che rafforzarsi e autoalimentarsi.
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31-03-2019, 19:03
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#6
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Banned
Qui dal: Dec 2009
Ubicazione: Inferno
Messaggi: 2,713
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Io è come se avessi una doppia personalità.
Nella vita reale ho un atteggiamento estremamente evitante. Ho sempre evitato ogni conflitto. Se uno mi insulta, faccio finta di niente e vado via. Da molti anni non ho più contatti con nessuno, ma se ad esempio sono in macchina e vengo insultata per qualcosa, faccio finta di niente (augurandogli le peggio cose tra me e me). Apparentemente sembro sempre pacifica e imperturbabile, ma dentro sono un vulcano. Alla minima osservazione, me la lego al dito, ho voglia di distruggere l'avversario e lo cancello silenziosamente dalla mia vita.
Nel virtuale emerge il mio lato respresso, aggressivo. E quando capitava di avere relazioni virtuali con sporadici incontri reali, tendevo a sembrare molto tranquilla di persona per poi sputare veleno via messaggi o email.
Il problema nel mio caso è che di persona non mi so spiegare e che mi sentirei una pazza a perdere il controllo. Nel virtuale sono più me stessa, quindi se sono arrabbiata o mi sento offesa, si nota. Di persona sono piuttosto inespressiva e apparentemente fredda.
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31-03-2019, 19:07
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#7
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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Quote:
Originariamente inviata da Stregatta13
Se non esistesse il masochista, non esisterebbe nemmeno il sadico.
La colpa non sta mai da una parte sola.
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Secondo me questa è una cosa falsa.
Se un ragazzino cattura una lucertola e la tortura, questo implica in automatico che la lucertola è consenziente e masochista?
Se si possiedono strumenti adeguati per controllare l'altro e impedirgli di pisciarti in testa in vari sensi e non li si usa è un conto, ma se questi strumenti non li possiedi (ancora) non sei masochista, risulti soltanto debole nei confronti di forme di potere maggiore, e ce ne possono essere tante.
Per ferire qualcuno in svariati modi non c'è bisogno del suo consenso, basta essere più forti e acuminati delle barriere che questa persona riesce ad erigere.
Il sadico può esistere e come in modo indipendente dai masochisti, il sadico deve solo possedere determinate forme di potere per esercitare il suo sadismo.
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Ultima modifica di XL; 31-03-2019 a 19:21.
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31-03-2019, 19:11
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#8
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Roma
Messaggi: 28,044
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Quote:
Si, certo che ho paura del conflitto, ho realmente paura che se dovessi discutere con le persone queste possano picchiarmi. E io per evidenti limiti fisici non posso rispondere nel modo giusto.
Ho anche paura che se si arrivasse agli insulti potrebbero attaccarsi ai miei difetti e questo mi ferirebbe a morte.
In poche parole sono una pippa.
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31-03-2019, 19:39
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#9
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Principiante
Qui dal: Mar 2019
Messaggi: 82
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Quote:
Originariamente inviata da Daytona
Lavorando sulla tua autostima, se ti sei già messo in testa di essere davvero un omega come pareva nell'altro 3d. O più semplicemente smettendo di ripeterti che sei passivo, che sei un ignavo etc.
Non sono un terapeuta quindi prendi tutto con le pinze, ti parlo limitatamente a quello che ho vissuto per mia esperienza, confrontarsi con gli altri dovrebbe essere la normalità quotidiana quando si socializza. Quando però inizi a non avere più fiducia in te stesso è chiaro che il senso di inferiorità porta a subire passivamente ciò che ti capita attorno e a percepire qualsiasi confronto come uno scontro. Poi aggiungici che,purtroppo,può capitare davvero di trovare brutte persone che sotto effetto branco cercano di deridere o sfruttare quello che viene considerato debole,se ti avvolgi in questo loop (1 faccio schifo,2 la gente lo vede e mi sfotte->3 allora è vero che faccio schifo e riprendi dal punto 1) non potrai che uscirne ancora più distrutto. Ti consiglierei innanzitutto di staccarti,e da subito,da amicizie e conoscenze tossiche,se ne hai ancora intorno. In un secondo momento,per quanto sia possibile farlo il più serenamente che puoi,prova a migliorare qualche tuo aspetto che ti farebbe stare meglio con te stesso e capire il tuo vero valore. O per lo meno,io ne sono uscito così
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Premesso che l'autostima non c'entra nulla con ciò di cui parla il topic, credi sia così semplice "migliorare l'autostima"? Io non so in che tipo di famiglia tu sia cresciuto, ma io ho avuto due genitori ipercritici: volevano il figlio perfetto e, perciò, il mio io reale è lontano tipo nettuno dal sole dal mio io reale. Ti do un consiglio (non lo sto dicendo con cattiveria e non voglio creare polemiche o ferirti) pesa di più le parole: da ciò che hai scritto, anche se hai specificato di prendere tutto con le pinze, sembra quasi che migliorare l'autostima sia semplice come andare a prendersi un caffè al bar, mentre per le persone
come me è una fatica degna di quella degli Argonauti, dato che si tratta di risolvere un problema strutturale serio: io leggendo le tue parole -come penso succederebbe a chiunque con il mio stesso problema- mi sono sentito incompreso e i miei problemi sminuiti.
Quote:
Originariamente inviata da Stregatta13
Capisco perfettamente di cosa parli, ci son cresciuta così e per anni ho tenuto due soli comportamenti: subire finchè non ne potevo più e poi scappare via, o evitare del tutto fin dall'inizio. So anche da dove viene, crescendo con una madre borderline non hai molte alternative, o diventi come lei o ti sposti sul polo apposto. Io ho scelto l'opposto appunto e da bambina mi ha salvata questo atteggiamento, era l'unico modo di disinnescarla: ignorarla, lasciarla perdere, non risponderle. Alla fine si stancava di parlare da sola e si teneva a distanza da me, tanto che sembrava quasi intimorita.
Ma ovviamente quando si cresce questo atteggiamento non può funzionare, almeno non con tutti. Non si può evitare sempre il conflitto. E non tutti poi se ne stanno buoni al loro posto, tendono comunque ad invadere i tuoi spazi, ad approfittarsene, le opzioni possono essere diverse.
Io non mi arrabbiavo mai, ero assolutamente zen qualunque cosa accadesse, semplicemente mi chiudevo in me stessa ed evitavo. Semplice.
Lavorando in terapia ho iniziato a scoprire che ho dei diritti anche io, a sentire la rabbia, a rispondere a tono. Una fatica che levati. E tutt'ora non riesco sempre come vorrei, quando ci riesco invece sto fisicamente molto male per somatizzazioni varie che durano giorni. E' che non le so gestire queste cose, vorrei che nessuno mi rompesse mai le palle, ma questo non è possibile e difendermi mi costa tanto in termini di energie fisiche e mentali.
Per lo stesso motivo mi tengo a debita distanza dalla gente che percepisco come aggressiva, ma vedere gli altri come aggressivi è veramente facile per me, suonano campanelli d'allarme ad ogni cosa, basta una parola, una frase che mi suona male e inizio a prendere le distanze di sicurezza.
Se non esistesse il masochista, non esisterebbe nemmeno il sadico.
La colpa non sta mai da una parte sola.
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Io ho avuto genitori tirannici (in particolare mio padre): dovevo sempre stare zitto e obbedire, ricevevo insulti, minacce e colpi se non facevo quello che dovevo fare, ho sempre ricevuto tantissimi "no, non puoi" durante tutta l'infanzia l'adolescenza, ogni mia iniziativa incontrava una resistenza che manco l'urss ai tempi dell'operazione barbarossa: forse l'esito dei conflitti con i miei mi ha traumatizzato.
Quote:
Originariamente inviata da XL
Io penso che anche per attuare certe forme di conflitto bisogna avere delle armi appropriate e se per una serie di motivi di queste armi non si dispone ancora non è che si possa fare di più.
In questi articoli da rivista femminile semplificano tutto, anche per negoziare con qualcuno a certi livelli devi avere qualcosa da offrire effettivamente, se in mano non hai nulla e si gioca a carte scoperte il tuo potere di negoziazione è quello che è.
C'è il detto popolare che dice "Quando sei incudine stai, quando sei martello dai".
Se sei martello ti suggerirei anche io di menare, ma se non sei un martello attuare certe forme di conflitto in certi ambiti potrebbe anche danneggiarti ancora di più, non è detto che si possa esser colpiti solo fisicamente, c'è anche l'ostracismo sociale.
Ho visto e osservato situazioni degenerare alle spese della persona che voleva reagire non essendone abbastanza capace davvero, perciò tutti questi scienziati dell'"è meglio reagire sempre" prendono in esame solo i casi di successo, ma ci sono molti casi che degenerano.
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Dovresti essere più specifico: in quali contesti, secondo te, è giusto accettare un attacco ai propri confronti?
C'è una frase, attribuita se non sbaglio a Mao:
"Se nessuno ci attacca, non attaccheremo di conseguenza"
La frase che hai citato potrebbe essere intesa anche come "se puoi prevaricare fallo": io non approfitterei mai della debolezza altrui per prevaricare.
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31-03-2019, 19:42
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#10
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Intermedio
Qui dal: Feb 2019
Ubicazione: PADOVA
Messaggi: 132
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Gli unici che non hanno paura del conflitto son quelli che compiacciono gli altri sempre e comunque, i lecchini.
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31-03-2019, 19:49
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#11
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 5,106
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Quote:
Originariamente inviata da XL
Secondo me questa è una cosa falsa.
Se un ragazzino cattura una lucertola e la tortura, questo implica in automatico che la lucertola è consenziente e masochista?
Se si possiedono strumenti adeguati per controllare l'altro e impedirgli di pisciarti in testa in vari sensi e non li si usa è un conto, ma se questi strumenti non li possiedi (ancora) non sei masochista, risulti soltanto debole nei confronti di forme di potere maggiore, e ce ne possono essere tante.
Per ferire qualcuno in svariati modi non c'è bisogno del suo consenso, basta essere più forti e acuminati delle barriere che questa persona riesce ad erigere.
Il sadico può esistere e come in modo indipendente dai masochisti, il sadico deve solo possedere determinate forme di potere per esercitare il suo sadismo.
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Aspetta. Ovviamente non parlavo di estremi, ma di piccoli scontri che possono accadere ogni giorno, incomprensioni con la famiglia, gli amici, gli sconosciuti, chi vuoi. Gli anassertivi si comportano in modo tale da subire l'altro anche su sciocchezze.
Ovvio che se mentre cammino per strada vengo aggredita da 5 uomini, non è che me la sono andata a cercare o sono anassertiva o masochista, nè ho i mezzi per potermi difendere.
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31-03-2019, 19:56
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#12
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 5,106
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Quote:
Originariamente inviata da Fallen
Io ho avuto genitori tirannici (in particolare mio padre): dovevo sempre stare zitto e obbedire, ricevevo insulti, minacce e colpi se non facevo quello che dovevo fare, ho sempre ricevuto tantissimi "no, non puoi" durante tutta l'infanzia l'adolescenza, ogni mia iniziativa incontrava una resistenza che manco l'urss ai tempi dell'operazione barbarossa: forse l'esito dei conflitti con i miei mi ha traumatizzato.
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Togli pure il forse, viene sicuramente da lì.
Il discorso autostima che faceva Daytona non è mica sbagliato. Certo che non è facile, ma di quello si parla. Se rafforzi la tua autostima imparerai a relazionarti con gli altri nel bene come nel male, ma bisogna lavorare su se stessi, altrimenti gli automatismi non riuscirai a cambiarli.
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31-03-2019, 20:01
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#13
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Super Moderator
Qui dal: Mar 2019
Ubicazione: Sotto il letto del mostro
Messaggi: 4,740
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Se pensi che questo malessere non sia l'espressione di un'autostima minata da brutte esperienze,rimangio l'intero post sopra. Ti chiedo sinceramente scusa se ho dato l'impressione di voler sminuire i tuoi probelmi, se scrivo la mia è perché,davanti a una certa problematica,mi sento di dare qualche consiglio. Ma mica detto di riuscire a comprendere davvero una persona,specialmente da uno schermo
Ho aggiunto alla fine "io ne sono uscito così" perché mi ricordo grosso modo come sia sentirsi inferiori a TUTTI gli altri e arrivare al punto di evitare qualsiasi confronto. Non ho affermato che sia semplice o che in un pomeriggio,magari con qualche formula magica,si possa risolvere tutto. Son percorsi lunghi,tortuosi e faticosi,spesso sembra anche di fare 1 passo avanti e 2 indietro,personalmente ci ho messo qualche anno,magari altre persone ci avrebbero messo 1/4 del tempo,altri il doppio. Non siamo tutti uguali né reagiamo allo stesso modo davanti allo stesso stimolo.
In ogni caso faccio tesoro del tuo consiglio, peserò meglio le parole la prossima volta,non sono certamente qui per fare polemica o far star peggio qualcuno
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Ultima modifica di Daytona; 31-03-2019 a 21:18.
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31-03-2019, 20:34
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#14
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Esperto
Qui dal: Sep 2018
Messaggi: 2,473
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Stesso problema ma nel mio caso non è legato all'autostima quanto alla consapevolezza che sono senza amici ormai da parecchi anni ed è come se malgrado sappia di avere qualità alla fine il mio carattere spinge sempre per chiudere i rapporti, e quando incontri nuove persone non sono mai totalmente isolate come me e quindi quando alzo la testa in risposta a qualche maltrattamento sono sempre accerchiato inevitabilmente.
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31-03-2019, 22:02
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#15
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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Quote:
Originariamente inviata da Fallen
Dovresti essere più specifico: in quali contesti, secondo te, è giusto accettare un attacco ai propri confronti?
C'è una frase, attribuita se non sbaglio a Mao:
"Se nessuno ci attacca, non attaccheremo di conseguenza"
La frase che hai citato potrebbe essere intesa anche come "se puoi prevaricare fallo": io non approfitterei mai della debolezza altrui per prevaricare.
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Ma non è che accetti l'attacco, se ti attaccano non puoi affatto scegliere o meno di essere attaccato, la cosa problematica è come reagire in modo efficace per limitare il più possibile i danni.
Il contrattacco assertivo non è detto che sia la migliore strategia in ogni caso, dipende da quali armi disponi.
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31-03-2019, 22:05
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#16
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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Quote:
Originariamente inviata da Stregatta13
Aspetta. Ovviamente non parlavo di estremi, ma di piccoli scontri che possono accadere ogni giorno, incomprensioni con la famiglia, gli amici, gli sconosciuti, chi vuoi. Gli anassertivi si comportano in modo tale da subire l'altro anche su sciocchezze.
Ovvio che se mentre cammino per strada vengo aggredita da 5 uomini, non è che me la sono andata a cercare o sono anassertiva o masochista, nè ho i mezzi per potermi difendere.
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Ma anche per un'aggressione verbale guarda che ci si trova nella stessa situazione.
Se dialetticamente sei una pippa, il fatto che tu apra bocca e voglia aver ragione in una certa situazione non conta nulla.
Su qualsiasi piano si pone lo scontro bisogna disporre di armi adeguate per contrattaccare, se si vuol contrattaccare. Vuoi rispondere ad un'offesa verbale con un'offesa verbale? Devi poi essere capace effettivamente di farlo, di colpire, non è che col solo atteggiamento riesci.
Ho osservato anche in certe dinamiche i tentativi di risposta offensivi andare a vuoto e divenire altri agganci per chi aveva fatto partire l'offensiva e rincarare la dose e le prese in giro in pubblico.
Reagire in certi contesti quando non si hanno certi strumenti per me può essere ancora più controproducente, dipende.
Per me è valida l'idea relativa al fatto che se hai gli strumenti più che adeguati per colpire di rispondere all'attacco (e in tal caso direi che è condivisibile questa idea), in caso contrario bisogna cercare altre strategie, non si può essere assertivi, bisogna parare i colpi in altri modi come il pugile che alza la guardia e non attacca, indietreggia senza avere un atteggiamento di dominanza, non se lo può permettere adesso a differenza dell'avversario.
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Ultima modifica di XL; 31-03-2019 a 22:33.
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31-03-2019, 22:22
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#17
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Esperto
Qui dal: Jan 2019
Ubicazione: Provincia di Bologna
Messaggi: 5,151
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La paura del conflitto è presente, ma più di tutte la paura del giudizio che ne può scaturire da tale confronto.
Poi c'è il desiderio di cercare di avere la situazione sotto il totale controllo, di prevedere e calcolare ogni possibile conseguenza ( cosa impossibile). Partendo da questi presupposti è inevitabile l'evitamento e l'emarginazione sociale. Ovviamete parlo per me stesso.
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31-03-2019, 23:01
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#18
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 5,106
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Quote:
Originariamente inviata da XL
Ma anche per un'aggressione verbale guarda che ci si trova nella stessa situazione.
Se dialetticamente sei una pippa, il fatto che tu apra bocca e voglia aver ragione in una certa situazione non conta nulla.
Su qualsiasi piano si pone lo scontro bisogna disporre di armi adeguate per contrattaccare, se si vuol contrattaccare. Vuoi rispondere ad un'offesa verbale con un'offesa verbale? Devi poi essere capace effettivamente di farlo, di colpire, non è che col solo atteggiamento riesci.
Ho osservato anche in certe dinamiche i tentativi di risposta offensivi andare a vuoto e divenire altri agganci per chi aveva fatto partire l'offensiva e rincarare la dose e le prese in giro in pubblico.
Reagire in certi contesti quando non si hanno certi strumenti per me può essere ancora più controproducente, dipende.
Per me è valida l'idea relativa al fatto che se hai gli strumenti più che adeguati per colpire di rispondere all'attacco (e in tal caso direi che è condivisibile questa idea), in caso contrario bisogna cercare altre strategie, non si può essere assertivi, bisogna parare i colpi in altri modi come il pugile che alza la guardia e non attacca, indietreggia senza avere un atteggiamento di dominanza, non se lo può permettere adesso a differenza dell'avversario.
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Eh, ma così passi la vita a subire.
Chiariamoci, se una persona mi insulta io i mezzi per rispondergli li ho, magari non so usarli, ma se posso parlare posso anche rispondere a tono e farmi rispettare.
Se una persona per strada mi da una coltellata già è diverso, perchè magari sono fisicamente più debole e non vado in giro armata.
Non li metterei sullo stesso piano.
E anche qui, ho possibilità di essere aggredita per strada? Sì, ma magari nella vita non mi capiterà mai (speriamo), ma ho possibilità di non avere mai nessuno scontro con nessuno? Direi che è impossibile, quindi se voglio (sottolineo se) smettere di subire certe situazioni, farò in modo di imparare a gestirle, anche se non mi piacciono.
Poi chiaro che la scelta sia personale eh. Non è che devi, ma puoi farlo.
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31-03-2019, 23:03
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#19
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Trani
Messaggi: 9,521
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Sicuramente lavorare sull autostima ti protegge dalla dipendenza del giudizio altrui, lo stress poi è dovuto al fatto probabilmente che a uno stimolo ti parte il disco del pensiero ossessivo, che tormentone
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31-03-2019, 23:28
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#20
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Principiante
Qui dal: Mar 2019
Messaggi: 82
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Quote:
Originariamente inviata da XL
Ma non è che accetti l'attacco, se ti attaccano non puoi affatto scegliere o meno di essere attaccato, la cosa problematica è come reagire in modo efficace per limitare il più possibile i danni.
Il contrattacco assertivo non è detto che sia la migliore strategia in ogni caso, dipende da quali armi disponi.
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Non hai capito, è ovvio che non puoi scegliere di essere attaccato (lol). Intendevo dire che in certi contesti è ovvio evitare il conflitto: se il mio professore mi sfotte perché ho dato una risposta sbagliata a una sua domanda, non ci penso nemmeno a entrare in conflitto con lui. Ed è anche ovvio che, se facendo una stima delle conseguenze che potrebbe avere reagire a un comportamento che reputo un attacco nei miei confronti, prevedo che una mia reazione possa avere degli effetti nefasti ai miei danni, ugualmente non ci penso nemmeno a reagire sconsideratamente (piuttosto cerco una strategia per farmi rispettare comunque in un altro modo).
Il problema, che forse non hai afferrato, è che la strategia dell'evitamento -giusta da adottare nei casi da me citati- è per me la prassi: non è una scelta ma un obbligo.
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Ultima modifica di Fallen; 31-03-2019 a 23:41.
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