![]() |
Paura del conflitto
https://www.google.com/amp/s/lamenteemeravigliosa.it/paura-del-conflitto-difenderci/amp/
L'altro giorno mi è successa una cosa e, in quella circostanza, ho capito che la paura del conflitto è ed è sempre stata il mio più grande problema: se per me il conflitto non fosse così stressante e doloroso non avrei i problemi che ho a socializzare: il rapporto con gli altri implica necessariamente il conflitto. Lungi da me capire perché le cose stiano così: forse sono troppo sensibile, troppo fragile psicologicamente dal momento che un qualsiasi attacco o insulto mi venga rivolto mia causa un dolore atroce. Oppure non so. In ogni caso, dopo che ho realizzato ciò, mi sono ritornate alla mente delle frasi: «Secondo me Fallen prima o poi scoppia e fa qualche cazzata» oppure «Fallen sei un ignavo, c'è un girone all'inferno per te». Ho anche capito che non avrei subito bullismo e mi sarei fatto rispettare da tutte le persone che si sono approfittate di me (ovvero, non per fare la vittima, la maggioranza). Quando l'ho capito mi sono sentito ridicolo: ho sempre dato la colpa delle mie disgrazie agli altri -che sono comunque colpevoli, ma la responsabilità non è soltanto loro- senza guardarmi allo specchio. Parallelamente mi sono anche chiesto se avessi un ritardo mentale dato che ci ho messo vent'anni per comprendere questa cazzata. Oppure se avessi il cervello completamente andato, visto che sono in isolamento da quando ho sedici anni e, da allora, soffro di depressione. Comunque ho scritto il thread per sapere se c'è qualcuno che ha il mio stesso problema e , se sì, come lo ha o sta affrontando? |
Re: Paura del conflitto
Capisco perfettamente di cosa parli, ci son cresciuta così e per anni ho tenuto due soli comportamenti: subire finchè non ne potevo più e poi scappare via, o evitare del tutto fin dall'inizio. So anche da dove viene, crescendo con una madre borderline non hai molte alternative, o diventi come lei o ti sposti sul polo apposto. Io ho scelto l'opposto appunto e da bambina mi ha salvata questo atteggiamento, era l'unico modo di disinnescarla: ignorarla, lasciarla perdere, non risponderle. Alla fine si stancava di parlare da sola e si teneva a distanza da me, tanto che sembrava quasi intimorita. :sisi:
Ma ovviamente quando si cresce questo atteggiamento non può funzionare, almeno non con tutti. Non si può evitare sempre il conflitto. E non tutti poi se ne stanno buoni al loro posto, tendono comunque ad invadere i tuoi spazi, ad approfittarsene, le opzioni possono essere diverse. Io non mi arrabbiavo mai, ero assolutamente zen qualunque cosa accadesse, semplicemente mi chiudevo in me stessa ed evitavo. Semplice. Lavorando in terapia ho iniziato a scoprire che ho dei diritti anche io, a sentire la rabbia, a rispondere a tono. Una fatica che levati. E tutt'ora non riesco sempre come vorrei, quando ci riesco invece sto fisicamente molto male per somatizzazioni varie che durano giorni. E' che non le so gestire queste cose, vorrei che nessuno mi rompesse mai le palle, ma questo non è possibile e difendermi mi costa tanto in termini di energie fisiche e mentali. Per lo stesso motivo mi tengo a debita distanza dalla gente che percepisco come aggressiva, ma vedere gli altri come aggressivi è veramente facile per me, suonano campanelli d'allarme ad ogni cosa, basta una parola, una frase che mi suona male e inizio a prendere le distanze di sicurezza. Quote:
La colpa non sta mai da una parte sola. |
Re: Paura del conflitto
Io penso che anche per attuare certe forme di conflitto bisogna avere delle armi appropriate e se per una serie di motivi di queste armi non si dispone ancora non è che si possa fare di più.
In questi articoli da rivista femminile semplificano tutto, anche per negoziare con qualcuno a certi livelli devi avere qualcosa da offrire effettivamente, se in mano non hai nulla e si gioca a carte scoperte il tuo potere di negoziazione è quello che è. C'è il detto popolare che dice "Quando sei incudine stai, quando sei martello dai". Se sei martello ti suggerirei anche io di menare, ma se non sei un martello attuare certe forme di conflitto in certi ambiti potrebbe anche danneggiarti ancora di più, non è detto che si possa esser colpiti solo fisicamente, c'è anche l'ostracismo sociale. Ho visto e osservato situazioni degenerare alle spese della persona che voleva reagire non essendone abbastanza capace davvero, perciò tutti questi scienziati dell'"è meglio reagire sempre" prendono in esame solo i casi di successo, ma ci sono molti casi che degenerano. |
Re: Paura del conflitto
Quote:
Metodo che non consiglio a nessuno, visto che non risolve il problema. L'evitamento non fa che rafforzarsi e autoalimentarsi. |
Re: Paura del conflitto
Io è come se avessi una doppia personalità.
Nella vita reale ho un atteggiamento estremamente evitante. Ho sempre evitato ogni conflitto. Se uno mi insulta, faccio finta di niente e vado via. Da molti anni non ho più contatti con nessuno, ma se ad esempio sono in macchina e vengo insultata per qualcosa, faccio finta di niente (augurandogli le peggio cose tra me e me). Apparentemente sembro sempre pacifica e imperturbabile, ma dentro sono un vulcano. Alla minima osservazione, me la lego al dito, ho voglia di distruggere l'avversario e lo cancello silenziosamente dalla mia vita. Nel virtuale emerge il mio lato respresso, aggressivo. E quando capitava di avere relazioni virtuali con sporadici incontri reali, tendevo a sembrare molto tranquilla di persona per poi sputare veleno via messaggi o email. Il problema nel mio caso è che di persona non mi so spiegare e che mi sentirei una pazza a perdere il controllo. Nel virtuale sono più me stessa, quindi se sono arrabbiata o mi sento offesa, si nota. Di persona sono piuttosto inespressiva e apparentemente fredda. |
Re: Paura del conflitto
Quote:
Se un ragazzino cattura una lucertola e la tortura, questo implica in automatico che la lucertola è consenziente e masochista? Se si possiedono strumenti adeguati per controllare l'altro e impedirgli di pisciarti in testa in vari sensi e non li si usa è un conto, ma se questi strumenti non li possiedi (ancora) non sei masochista, risulti soltanto debole nei confronti di forme di potere maggiore, e ce ne possono essere tante. Per ferire qualcuno in svariati modi non c'è bisogno del suo consenso, basta essere più forti e acuminati delle barriere che questa persona riesce ad erigere. Il sadico può esistere e come in modo indipendente dai masochisti, il sadico deve solo possedere determinate forme di potere per esercitare il suo sadismo. |
Re: Paura del conflitto
Quote:
|
Quote:
come me è una fatica degna di quella degli Argonauti, dato che si tratta di risolvere un problema strutturale serio: io leggendo le tue parole -come penso succederebbe a chiunque con il mio stesso problema- mi sono sentito incompreso e i miei problemi sminuiti. Quote:
Quote:
C'è una frase, attribuita se non sbaglio a Mao: "Se nessuno ci attacca, non attaccheremo di conseguenza" La frase che hai citato potrebbe essere intesa anche come "se puoi prevaricare fallo": io non approfitterei mai della debolezza altrui per prevaricare. |
Re: Paura del conflitto
Gli unici che non hanno paura del conflitto son quelli che compiacciono gli altri sempre e comunque, i lecchini.
|
Re: Paura del conflitto
Quote:
Ovvio che se mentre cammino per strada vengo aggredita da 5 uomini, non è che me la sono andata a cercare o sono anassertiva o masochista, nè ho i mezzi per potermi difendere. |
Re: Paura del conflitto
Quote:
Il discorso autostima che faceva Daytona non è mica sbagliato. Certo che non è facile, ma di quello si parla. Se rafforzi la tua autostima imparerai a relazionarti con gli altri nel bene come nel male, ma bisogna lavorare su se stessi, altrimenti gli automatismi non riuscirai a cambiarli. |
Re: Paura del conflitto
Stesso problema ma nel mio caso non è legato all'autostima quanto alla consapevolezza che sono senza amici ormai da parecchi anni ed è come se malgrado sappia di avere qualità alla fine il mio carattere spinge sempre per chiudere i rapporti, e quando incontri nuove persone non sono mai totalmente isolate come me e quindi quando alzo la testa in risposta a qualche maltrattamento sono sempre accerchiato inevitabilmente.
|
Re: Paura del conflitto
Quote:
Il contrattacco assertivo non è detto che sia la migliore strategia in ogni caso, dipende da quali armi disponi. |
Re: Paura del conflitto
Quote:
Se dialetticamente sei una pippa, il fatto che tu apra bocca e voglia aver ragione in una certa situazione non conta nulla. Su qualsiasi piano si pone lo scontro bisogna disporre di armi adeguate per contrattaccare, se si vuol contrattaccare. Vuoi rispondere ad un'offesa verbale con un'offesa verbale? Devi poi essere capace effettivamente di farlo, di colpire, non è che col solo atteggiamento riesci. Ho osservato anche in certe dinamiche i tentativi di risposta offensivi andare a vuoto e divenire altri agganci per chi aveva fatto partire l'offensiva e rincarare la dose e le prese in giro in pubblico. Reagire in certi contesti quando non si hanno certi strumenti per me può essere ancora più controproducente, dipende. Per me è valida l'idea relativa al fatto che se hai gli strumenti più che adeguati per colpire di rispondere all'attacco (e in tal caso direi che è condivisibile questa idea), in caso contrario bisogna cercare altre strategie, non si può essere assertivi, bisogna parare i colpi in altri modi come il pugile che alza la guardia e non attacca, indietreggia senza avere un atteggiamento di dominanza, non se lo può permettere adesso a differenza dell'avversario. |
Re: Paura del conflitto
La paura del conflitto è presente, ma più di tutte la paura del giudizio che ne può scaturire da tale confronto.
Poi c'è il desiderio di cercare di avere la situazione sotto il totale controllo, di prevedere e calcolare ogni possibile conseguenza ( cosa impossibile). Partendo da questi presupposti è inevitabile l'evitamento e l'emarginazione sociale. Ovviamete parlo per me stesso. |
Re: Paura del conflitto
Quote:
Chiariamoci, se una persona mi insulta io i mezzi per rispondergli li ho, magari non so usarli, ma se posso parlare posso anche rispondere a tono e farmi rispettare. Se una persona per strada mi da una coltellata già è diverso, perchè magari sono fisicamente più debole e non vado in giro armata. Non li metterei sullo stesso piano. E anche qui, ho possibilità di essere aggredita per strada? Sì, ma magari nella vita non mi capiterà mai (speriamo), ma ho possibilità di non avere mai nessuno scontro con nessuno? Direi che è impossibile, quindi se voglio (sottolineo se) smettere di subire certe situazioni, farò in modo di imparare a gestirle, anche se non mi piacciono. Poi chiaro che la scelta sia personale eh. Non è che devi, ma puoi farlo. |
Re: Paura del conflitto
Sicuramente lavorare sull autostima ti protegge dalla dipendenza del giudizio altrui, lo stress poi è dovuto al fatto probabilmente che a uno stimolo ti parte il disco del pensiero ossessivo, che tormentone:D
|
Quote:
Il problema, che forse non hai afferrato, è che la strategia dell'evitamento -giusta da adottare nei casi da me citati- è per me la prassi: non è una scelta ma un obbligo. |
Re: Paura del conflitto
Quote:
Se possiedi i mezzi per schiacciare una persona come una formica avresti paura di certe conseguenze? Io di entrare in conflitto con delle formiche non ho molta paura, casomai invadessero casa le schiaccerei e poi userei degli insetticidi (difenderei territorio e vivande), già le api e vespe inizierebbero a spaventarmi un po' e il mio grado di cautela salirebbe, dovesse entrare in casa una vipera sarei molto più cauto e probabilmente chiamerei altri per occuparsi della cosa. Ovvio che mi infastidisce avere un animale infestante in casa, ma come spaventarlo o aggredirlo per farlo desistere e buttarlo fuori senza beccarmi una puntura o un morso può essere un problema. Se è una prassi perché hai pochi mezzi, devi acquisire i mezzi per affrontare queste situazioni, non basta l'atteggiamento. In alcuni casi in cui i mezzi non sai acquisirli puoi usare al più altri (altre persone) perché si occupino della cosa. Di entrare in conflitto con certe persone in certi contesti io ho meno paura rispetto ad altre situazioni, non è così costante la cosa per me, per questo ho l'impressione che dipende da questi fattori. In certi territori e con certi avversari mi sento più ferrato, in altri mi sento (ma credo di esserlo davvero) più debole. Per questo torno al detto popolare "quando sei incudine stai, quando sei martello dai". Perché alcune persone nella vita di tutti i giorni non aggrediscono in certi modi altri ed in rete si trasformano? Perché in rete si sentono più sicure e protette nei confronti di certe conseguenze (rispetto alle quali si sentono deboli nell'altro contesto), e spostando lo scontro e il conflitto su un altro piano le stesse persone che in certi contesti risultano indifese, siccome le armi per colpire e reagire le possiedono in quest'altro ambito, non evitano più il conflitto. Certe persone da difensive e poco assertive potrebbero trasformarsi addirittura in offensive. Adesso non stai entrando in conflitto col mio modo di interpretare la cosa? Se era una prassi probabilmente non saresti intervenuto proprio. |
Quote:
La questione non si riduce a un mero bilancio delle forze delle parti contrapposte e, dunque, a una stima delle conseguenze che il conflitto possa avere: indipendentemente da chi ho davanti il conflitto genera in me reazioni fisiche devastanti (tachicardia, nausea ecc..) che non riesco a gestire e il sapere il perché di tali reazioni (come avere avuto genitori tirannici o possedere una bassa autostima) non ha alcun effetto su di esse, al pari di chi ha la fobia sociale: sapere che in certi contesti è palesemente irrazionale avere paura (tipo mangiare in pubblico) non risolve il problema, come pure sapere da cosa è causata. E comunque nell'altro 3d avevo ragione: le persone come te tendono ad approfittare se vedono che possono, come parecchie che ho incontrato nella mia vita: il mio non era pessimismo od ossessione era realismo. |
Tutti gli orari sono GMT +2. Attualmente sono le 12:54. |
Powered by vBulletin versione 3.8.8
Copyright ©: 2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.