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Vecchio 12-07-2005, 19:39   #1
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L'avatar di Eutimil
 

Notando che si moltiplicano le richieste d’aiuto di nuovi e vecchi utenti alle quali spesso, per mancanza di tempo o a causa di una visione troppo limitata del problema si finisce con il non rispondere (e non per strafottenza come potrebbe pensare l’utente che si ritrova il suo topic ignorato), ho pensato di rispondere un po’ a tutti senza presunzione, ma solo sulla base della mia esperienza di sociofobico.
Premetto che non mi addentrerò nel campo farmacologico in relazione al quale nè io, nè penso nessun altro utente di questo forum, è in grado di esprimere giudizi o dare consigli non avendo la necessaria competenza.

I miei consigli sono sostanzialmente questi:

1) Sfogarsi fa bene, cercare aiuto altrettanto, commiserarsi no, quindi il lamento deve avere un limite.

2) Coinvolgete nel vs. problema chi vi sta intorno e vi vuole bene, anche la stessa famiglia , sempre però tenendo presente il primo punto; la persona alla quale vi confiderete potrà non capire appieno il vostro problema, non vivendolo in prima persona, ma vi permetterà di non sentirvi soli.

3) Non ignorate il ricorso a specialisti, la natura psicologica della malattia richiede il più delle volte il supporto di farmaci specifici.

4) Datevi obiettivi non troppo pretenziosi e che siano raggiungibili nel breve periodo, il successo legato a questi piccoli obiettivi vi darà l’entusiasmo e la forza per raggiungere quelli più ambiziosi.

5) Tenete sempre presente che internet, soprattutto per i sociofobici, è un’arma a doppio taglio, salva dalla solitudine e nel contempo ingabbia in una realtà virtuale, che appunto non e’ vita; utilizzatelo in maniera intelligente.

6) La socializzazione e’ il vero antidoto contro la fobia sociale. Cercate pertanto forme di socializzazione, “compatibili” con il vs. problema, iniziando quindi dalle forme di vita sociale che comportino reazioni negative “sopportabili”; l’amicizia, quella reale e non virtuale, con un altro sociofobico (eventualmente di questo forum) è un ottimo punto di partenza per passare a forme di socializzazione piu' complete ad esempio con amici di amici, “normali”.

7) Il volontariato può risultare un impegno altruistico ed “egoistico” allo stesso tempo; permette difatti di socializzare con altri volontari non sociofobici (vedi punto 6) e ad imparare le reazioni talvolta “eroiche” di chi meglio di noi sa affrontare le difficoltà che la vita ci pone senza lagnarsi, ed eventualmente sfruttandole intelligentemente per irrobustire il proprio carattere o rendendole addirittura un’esperienza di vita che servirà in futuro una volta guariti.

Mi fermo qui, al punto 7, perché si fa forte la tentazione di riscrivere i dieci comandamenti.


Vivete , bene o male, ma vivete…. questo è il mio consiglio......buona fortuna! :wink:
Vecchio 15-07-2005, 19:21   #2
Guest
 

Ottimi consigli, di persona matura, ma dire che la socializzazione è un ottimo rimedio contro la fobia sociale mi sembra un controsenso, perché chi si considera un fobico sociale in realtà ha uno scarso interesse (per non dire nullo) di socializzare.
Quante volte ad esempio ho letto su questo forum di persone che dichiarano di apprezzare molto la solitudine o che stanno bene quando sono sole. Se è così allora diventa ben difficile che uno possa apprezzare la "moltitudine" e sia spinto a cercare gli altri.


Comunque ai tuoi consigli aggiungo che la premessa per poter cambiare è accettarsi e accettare anche quelle che possono essere le proprie debolezze, le proprie mancanze, ecc...senza di questo non è possibile alcun miglioramento. Ma per arrivare a capirlo occorre tempo, esperienza e maturità.
Vecchio 15-07-2005, 20:57   #3
Banned
 

odio leggere articoli impostati con il metodo dei "dieci comandamenti", soprattutto quando danno ordini di tipo psicologico su cosa sia giusto fare in generale, senza tenere conto - come diceva Insider - delle infinite sfumature che si possono presentare ad ogni persona
Vecchio 16-07-2005, 01:36   #4
Avanzato
L'avatar di Eutimil
 

Quote:
Originariamente inviata da insider

Comunque ai tuoi consigli aggiungo che la premessa per poter cambiare è accettarsi e accettare anche quelle che possono essere le proprie debolezze, le proprie mancanze, ecc...senza di questo non è possibile alcun miglioramento. Ma per arrivare a capirlo occorre tempo, esperienza e maturità.
si condivido, ma poichè "accettare le propri debolezze" potrebbe tradursi in rassegnarsi, preferirei direi conoscerle ed eventualmente combatterle; se quelle stesse debolezze ci rovinano la vita non e' giusto conviverci.

Quote:
Originariamente inviata da insider
dire che la socializzazione è un ottimo rimedio contro la fobia sociale mi sembra un controsenso, perché chi si considera un fobico sociale in realtà ha uno scarso interesse (per non dire nullo) di socializzare.
Quante volte ad esempio ho letto su questo forum di persone che dichiarano di apprezzare molto la solitudine o che stanno bene quando sono sole. Se è così allora diventa ben difficile che uno possa apprezzare la "moltitudine" e sia spinto a cercare gli altri.
qui non condivido; il fobico non ha uno scarso interesse di socializzare, anzi direi il contario si sente "fobico" proprio perche' desidera la socializzazione, ma la teme al tal punto tale da evitarla ed affermare ipocritamente di amare la solitudine; quando i fobici dicono di star bene da soli esprimono semplicemente il benessere derivante dal non affrontare la situazione temuta ...chi ama la solitudine stai certo che non scrive su questo forum.... si bea del suo isolamento e non si lamenta.

ciao insider.
Vecchio 16-07-2005, 01:47   #5
Avanzato
L'avatar di Eutimil
 

Quote:
Originariamente inviata da Anonymous
odio leggere articoli impostati con il metodo dei "dieci comandamenti"
ti spiego in dieci punti perche' ho impostato cosi' il mio post :lol:

scherzi a parte... ritengo che chi chiede aiuto desidera dei consigli, (sbagliati o giusti che siano poi sta a lui valutarli), chiari e sintetici per tenerli eventualmente bene a mente, se traducevo i sette punti in un discorso diveniva la solita risposta di tipo consolatorio che lascia il tempo che trova


Quote:
Originariamente inviata da Anonymous
soprattutto quando danno ordini di tipo psicologico su cosa sia giusto fare in generale, senza tenere conto - come diceva Insider - delle infinite sfumature che si possono presentare ad ogni persona
a parte che non erano ordini ma appunto consigli, come li daresti tu dei suggerimenti volendo considerare "le infinite sfumature che si possono presentare ad ogni persona"? facendo un discorso talmente generico da non servire a nulla o peggio non rispondendo ad una richiesta di aiuto?
Vecchio 17-07-2005, 10:36   #6
Intermedio
 

Eutimil non immagini quanto mi costi doverti smentire :wink:
Io ho notato che anche in situazioni non temute ne farei volentieri a meno della compagnia altrui spesso di gruppi numerosi e in questo contesto non riuscirei a resistere oltre alcune ore
Questo aldilà del fatto che possa provare ansia o meno ho bisogno dei miei momenti di assoluta solitudine dove potermi interamente concentrare su ciò che mi interessa realmente
E' vero come dici tu che molti socialfobici temono una determinata situazione ma vorrebbero tanto parteciparvi, evidentemente non è il mio caso
Ciò che mi preme maggiormente è quello di non provare terrore e che la situazione temuta si tramuti in semplice seccatura
Non ho alcuna intenzione di cambiare la mia natura (sempre che sia possibile)
Spero di essere stato abbastanza chiaro :wink:
Vecchio 18-07-2005, 10:25   #7
Guest
 

Guarda io la vedo così. La socializzazione presuppone il desiderio o il bisogno di socializzare. E tutti tendono e cercano di soddisfare i propri bisogni in un modo o nell'altro. Uno che non ama la solitudine non farà una vita isolata e cercherà di stare con gli altri perché per lui sarà di gran lunga preferibile allo stare da solo.
Una persona invece che preferisce la solitudine farà una vita solitaria.
Poi certo anche il solitario dei più solitari può sentire il "peso" della propria condizione e sentire il bisogno di compagnia (abbiamo tutti il bisogno di sentirci amati da qualcuno/a!); come del resto chi sta sempre in mezzo agli altri a volte può sentire l'esigenza di "staccare" ed avere momenti da dedicare solo a se stesso. Ma questo non cambia la natura delle scelte di fondo. Alla fine il tipo di vita che uno fa è il compromesso migliore in quel dato momento che soddisfa meglio le proprie esigenze e i propri bisogni.

Per me socializzare significa comunicare, aprirsi agli altri, condividere. Tutto questo può essere reso difficile non da chissà quali fobie, ma dal fatto di non riuscire a trovare persone che possano avere interessi comuni, che suscitino simpatia, con le quali sintonizzarsi e affiatarsi. Questo è per me il vero problema.

Se la socializzazione fosse impedita dalla fobia come dici tu, non vedo, ad esempio, come quelli con cui ho parlato in questo forum da un anno a questa parte possano essersi fidanzati o sposati; come potrebbero lavorare? come potrebbero studiare, dare esami, laurearsi?
Tutti chi più chi meno, affrontano situazioni sociali e hanno occasioni per conoscere e socializzare. Se poi uno le occasioni non le coglie, per come la vedo io, è perché non è interessato a coglierle, non perché sarebbe impedito non si sa bene da cosa.


Che poi accettarsi sarebbe rassegnarsi non esiste. Ma tu citami un utente in questo forum che parli bene di se stesso o per lo meno che mostri di apprezzare qualche lato del proprio carattere.
Ho letto più spesso persone denigrarsi, svalutarsi, sminuire le proprie capacità, considerarsi degli imbecilli o quasi.
E poi ci si stupisce che le persone sono insicure? Che le persone sono fragili? E come potrebbe non essere? Se non credi in te stesso,
chi ci potrà mai credere al posto tuo? Se uno non cerca di apprezzarsi e di trovare dei risvolti positivi nel proprio modo di essere,
non vedo che fiducia in se stesso possa mai acquisire.

Quando si ha meno di trentanni queste cose difficilmente si possono capire; ma col tempo ci si arriva, fidati che ci arrivano tutti prima
o poi ad amarsi un pochino; anche se mi stupisco leggere di gente che i trenta li ha passati da un pezzo ancora con problemi di autostima.

Saluti!
:wink:
Vecchio 18-07-2005, 20:09   #8
Avanzato
L'avatar di Eutimil
 

Quote:
Originariamente inviata da Black81
Eutimil non immagini quanto mi costi doverti smentire :wink:
Io ho notato che anche in situazioni non temute ne farei volentieri a meno della compagnia altrui spesso di gruppi numerosi e in questo contesto non riuscirei a resistere oltre alcune ore
Questo aldilà del fatto che possa provare ansia o meno ho bisogno dei miei momenti di assoluta solitudine dove potermi interamente concentrare su ciò che mi interessa realmente
E' vero come dici tu che molti socialfobici temono una determinata situazione ma vorrebbero tanto parteciparvi, evidentemente non è il mio caso
Ciò che mi preme maggiormente è quello di non provare terrore e che la situazione temuta si tramuti in semplice seccatura
Non ho alcuna intenzione di cambiare la mia natura (sempre che sia possibile)
Spero di essere stato abbastanza chiaro :wink:
Black non sai quanto mi costi smentire la tua smentita :wink:

Penso però che affermi qualcosa che possa valere per tutti e non solo per te…chi non ama avere dei “momenti” di solitudine in cui potersi concentrare sui propri interessi o semplicemente abbandonarsi ai propri pensieri; però arrivare a dire che ci sia un’ aspirazione generale degli utenti del forum, mi permetto di ricomprendere anche te, ad una vita all’insegna della solitudine e dell’isolamento mi sembra francamente una forzatura. La stessa lettura dei post di questo forum, basta leggere gli ultimi, sembrano avvalorare la mia tesi; non mi sembrano proprio quelli di aspiranti eremiti, quanto piuttosto di persone ingabbiate dalla fobia sociale e che devono decidere costantemente tra l’optare tra una faticosa battaglia contro le proprie fobie ed un ovattato isolamento tanto piacevole per noi fobici, sono il primo a riconoscerlo, quanto deleterio per il nostro futuro, cosa facilmente prevedibile se si guarda un po’ più in la del proprio naso.

In attesa di ricevere sue gradite smentite La saluto, porgendo i più cordiali saluti :wink:
Vecchio 18-07-2005, 22:17   #9
Intermedio
L'avatar di alberto
 

a me capita a volte di sentire il bisogno di starmene per conto mio,ma da qui ad arrivare a dire che mi piace la solitudine ce ne passa.
Vecchio 18-07-2005, 22:55   #10
Intermedio
L'avatar di aperonzolo
 

l'uomo inteso come razza umana è nato per vivere con quelli della sua stessa specie,non da solo.
E da qui traetene la conclusione.
Vecchio 18-07-2005, 23:30   #11
Avanzato
L'avatar di Eutimil
 

Ed ora tocca a te Insider! :twisted:


Quote:
Originariamente inviata da insider
Per me socializzare significa comunicare, aprirsi agli altri, condividere. Tutto questo può essere reso difficile non da chissà quali fobie, ma dal fatto di non riuscire a trovare persone che possano avere interessi comuni, che suscitino simpatia, con le quali sintonizzarsi e affiatarsi. Questo è per me il vero problema.
tutto vero insider...ma solo per i non fobici...i problemi di socializzazione dei fobici sono ben'altri e mi sembra riduttivo e, permettimi, superficiale, ridurli ad un semplice problema di "sintonia".

Quote:
Originariamente inviata da insider


Se la socializzazione fosse impedita dalla fobia come dici tu, non vedo, ad esempio, come quelli con cui ho parlato in questo forum da un anno a questa parte possano essersi fidanzati o sposati; come potrebbero lavorare? come potrebbero studiare, dare esami, laurearsi?
Tutti chi più chi meno, affrontano situazioni sociali e hanno occasioni per conoscere e socializzare. Se poi uno le occasioni non le coglie, per come la vedo io, è perché non è interessato a coglierle, non perché sarebbe impedito non si sa bene da cosa.
appunto insider...ti ricordi quando scrivevo che i fobici si trovano quotidianamente ad un bivio...l'isolamento o la "difficile e faticosa" socializzazione; i fidanzati, sposati , laureati ecc. sono quelli che a costo di sofferenze hanno affrontato le proprie paure ed in qualche maniera stanno piantando semi i cui frutti vedranno soltanto con il passar del tempo e a costo di altre sofferenze, ma li vedranno prima o poi...il fatto che tu stesso ti chieda perche' c'e' chi ha l'occasione di socializzare e non la coglie senza darti e darmi una spiegazione, mi convince ulteriormente che esista un altro mondo di fobici, quelli ai quali mi sono rivolto con questo topic, che, forse anche per l'età come dici tu, si adagiano in un mondo in cui la solitudine, tutt'altro che desiderata, si trasforma però in un guscio prottettivo che mostra le sue insidie, solo quando si è piu' in la con l'età, quando e' troppo tardi e si incomincia a rimpiangere di non aver percorso l'altra via....


Quote:
Originariamente inviata da insider
... Che poi accettarsi sarebbe rassegnarsi non esiste. Ma tu citami un utente in questo forum che parli bene di se stesso o per lo meno che mostri di apprezzare qualche lato del proprio carattere. :
qui non mi hai compreso....accettarsi è un'ottima cosa...accettare le proprie fobie direi proprio di no, se quelle stesse fobie impediscono, pur nella consapevolezza dei propri limiti, la crescita e la possibilita' di realizzazione della propria persona; gli utenti di cui parli sono proprio quelli che hanno "tristemente" accettato se stessi, ma come delle persone incapaci e inferiori...annullandosi per rassegnazione e non riconoscendosi tutte quelle potenzialita' che ognuno, in misura maggiore o minore, comunque ha.

ti saluto :wink:
Vecchio 18-07-2005, 23:36   #12
Avanzato
L'avatar di Eutimil
 

Quote:
Originariamente inviata da alberto
a me capita a volte di sentire il bisogno di starmene per conto mio,ma da qui ad arrivare a dire che mi piace la solitudine ce ne passa.
Quote:
Originariamente inviata da aperonzolo
l'uomo inteso come razza umana è nato per vivere con quelli della sua stessa specie,non da solo.
E da qui traetene la conclusione.

ARRIVANO I NOSTRI!!!
Vecchio 19-07-2005, 14:28   #13
Guest
 

Le cose che ho scritto sulla socializzazione si applicano a chiunque. Le difficoltà possono nascere tra le altre cose, come scriveva anche cody, dal non trovare le persone interessanti, dal non trovare ersone con cui condividere determinati interessi o il proprio modo di vedere le cose. A me non pare proprio che questo sia un modo superficiale di vedere il problema. Poi può esserci una sorta di eccesso di pudore, vergogna o paura nell'esprimere e manifestare i propri sentimenti un cosa che riguarda soprattutto le persone molto chiuse. Io vedo queste cose. Se uno non socializza è perché gli manca come prima cosa la volontà. Non vedo quali altre conclusioni dovrei trarne.
Quello che uno dice o racconta a se stesso conta fino ad un certo punto, perché le persone tendono spesso non solo ad esagerare i propri problemi, ma a giustificarli attribuendo cause che spesso non hanno niente a che vedere col problema. Sono i fatti che parlano e danno informazioni.

Guarda non si tratta di accettare il cancro e rassegnarsi a morire. Accettarsi nel senso di apprezzarsi un pochino, di vedere del buono in se stessi. Posso garantirti che in questo modo si prende fiducia e sicurezza in se stessi e si migliora il rapporto con gli altri. Se poi uno preferisce coltivare la propria disistima e spandersi merda addosso be' faccia pure.
:wink:
Vecchio 19-07-2005, 20:00   #14
Principiante
L'avatar di PolpoPaolo
 

Quote:
Io vedo queste cose. Se uno non socializza è perché gli manca come prima cosa la volontà. Non vedo quali altre conclusioni dovrei trarne.


Posso provare a mettere un punto fermo? :wink:
La volontà umana NON è onnipotente. E'una funzione dell'io, cioè una parte della coscienza, cioè una frazione ancora più piccola della mente intera.
La volontà può essere annullata da vari meccanismi o disfunzioni, per esempio le fobie. Accade così che un timido desideri socializzare ma non ci riesca, spesso soffrendone e senza sapere il perchè .....e chi non è d'accordo alzi la mano!
Vecchio 20-07-2005, 17:23   #15
Guest
 

Adesso anche la timidezza è diventata una malattia da curare? Non è più un elemento caratteriale coi suoi pregi e difetti? E' la croce da portare sul monte calvario?

Eh già il timido non può socializzare, non può avere amici, scherziamo? Non riesce ad avere amici, figuriamoci la fidanzata! Eh no PRIMA bisogna guarire dalla timidezza, PRIMA bisogna guarire dalla fobia, POI finalmente tutto sarà facile: amici, ragazze, tutti ai tuoi piedi, che diamine!

La volontà umana non è onnipotente, ma se la metti sul piano dei desideri, possiamo sbizzarrirci e sognare tante cose, anche irrealizzabili o fuori dalla nostra portata.

:wink:
Vecchio 20-07-2005, 23:21   #16
Principiante
L'avatar di PolpoPaolo
 

Ohhhh....allora....una cosa l'abbiamo assodata, che la volontà umana non è onnipotente.
Lì dove non è attiva la volontà che cosa c'è al suo posto? Non può mica esserci il nulla, il numero zero, deve esserci un'altra forza motivazionale che ti fa assumere un altro comportamento rispetto a quello che volevi tu. Chiamiamola volontà 2.
Ora, la volontà 1 è quella dell'uomo libero, la volontà 2 è quella dell'uomo incatenato.
Ciascuna di esse opera nel suo tempo per cui dire "PRIMA bisogna guarire dalla timidezza, PRIMA bisogna guarire dalla fobia, POI finalmente tutto sarà facile" come pure ho letto, vorrebbe dire sequenziare i tempi, quando abbiamo appena detto e dimostrato che ciascuna delle due volontà opera nel suo tempo e lì dove c'è l'una non c'è l'altra; mentre l'altra affermazione " eh, già il timido non può socializzare, non può avere amici, scherziamo" deve essere scartata perchè priva di "gradualità".

Vietare i trattamenti sanitari obbligatori è una conquista di civiltà, e qui non si parla di una lieve timidezza-elemento-caratteriale, ma proprio della fobia sociale e propagandare la condizione dell'uomo incatenato o la rassegnazione alla medesima, proprio qui mi pare hmm criticabile.

Sono o non sono stato chiaro, diamine?
:?:
Vecchio 20-07-2005, 23:33   #17
Avanzato
L'avatar di Eutimil
 

Ciao Insider,

Insisto. Penso sia riduttivo spiegare la fobia sociale come eccesso di timidezza, difficoltà di trovare persone interessanti, disistima e mancanza di volontà; queste possono essere le cause scatenanti o le componenti caratteriali di una persona fobica, ma una volta "ammalatisi" di fobia sociale a mio parere il problema diviene più complesso.
Hai voglia di dire ad una persona fobica che la sua è una malattia immaginaria, di abbandonare la timidezza, di cercare persone interessanti o di fare leva sulla volontà...puoi immaginarti benissimo il risultato di tali consigli....
Io penso piuttosto, che il fobico se vuole veramente uscirne debba piuttosto riconoscersi "malato", facendolo però in maniera intelligente e costruttiva e non piangendosi addosso o sminuendosi.
Mi spiego meglio, il riconoscersi "malato" permette in qualche maniera di azzerare la vita affannosa e incomprensibile condotta da "finto sano", permette di ripartire da zero, a questo punto però, nella piena consapevolezza delle proprie fobie; il fobico a quel punto deve combattere battaglie, piccole ma mirate (in relazione alla propria fobia), non puntando troppo in alto ma con l'intenzione di sgretolare lentamente, con pazienza e spinto dall'entusiasmo delle piccole vittorie che ne deriveranno, una "malattia" che è tutt'altro che immaginaria, ma che con intelligenza si puo' sconfiggere.

Questo era il senso dei miei consigli con i quali ho aperto questo topic.

Ti saluto.
Vecchio 20-07-2005, 23:40   #18
Esperto
L'avatar di Lilith
 

Quote:
Originariamente inviata da insider
Eh no PRIMA bisogna guarire dalla timidezza, PRIMA bisogna guarire dalla fobia, POI finalmente tutto sarà facile: amici, ragazze, tutti ai tuoi piedi, che diamine! :wink:
Casomai il percorso contrario: ogni passo fatto NONOSTANTE la fobia è un passo fatto CONTRO la fobia.


Quanto al confine fra una fobia (da combattere) e un tratto caratteriale (da accettare) per me è puramente pragmatico:
se sto da sola e sto bene, è il mio carattere, se ci sto di cacca perché vorrei fare altro e non ci riesco, è fobia
Se mi sudano le mani ad entrare in un ufficio postale sono timida, se lascio andare i bollettini in protesto ho un problema da risolvere (anzi, ne ho due: la fobia e l'ufficiale giudiziario).
Vecchio 20-07-2005, 23:49   #19
Avanzato
L'avatar di Eutimil
 

Quote:
Originariamente inviata da Lilith
se sto da sola e sto bene, è il mio carattere, se ci sto di cacca perché vorrei fare altro e non ci riesco, è fobia).
perfetto Lilith!


Quote:
Originariamente inviata da Lilith
se lascio andare i bollettini in protesto ho un problema da risolvere (anzi, ne ho due: la fobia e l'ufficiale giudiziario).
Vecchio 21-07-2005, 07:58   #20
Guest
 

A volte mi chiedo fino a che punto sia utile discutere, quando ognuno legge, estrapola, capisce quello che vuole. Quando si dice problemi di comunicazione...

Polpopaolo, tu parli sempre in modo astratto. Scrivi che il timido desidera ma non può socializzare. Allora dimmi tu come può farlo, se non comincia mai, se non inizia materialmente da qualcuno e senza un principio di volontà.

Lilith la mia era IRONIA! Visto che rifiutate in genere proprio la gradualità e continuate a scrivere in tutte le salse, che il fobico non può far questo e quello che gli impedisce di far questo e quest'altro, senza mai per altro parlare di quali atteggiamenti e pensieri che possono aiutare a cambiare.
Se uno non accetta qualcosa di se stesso o prova a cambiare ciò che non gli piace, dandosi un tempo non indefinito, oppure se ne fa una ragione e cambia strada.

Eutimil, non so dove avrei scritto che la fobia è un eccesso di timidezza. Io rispondevo a polpopaolo che l'aveva tirata in ballo. Ma comunque, tu sei del filone malattia. per me non è tale, anzi per me è deleterio porsi come malati. Poi come ripeto sempre ognuno la pensi ed agisca come gli pare.
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