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Vecchio 01-01-2023, 19:32   #1
Esperto
L'avatar di Levin
 

Secondo voi è meglio nascondere i propri stati d'animo, soprattutto quelli diciamo così negativi, come tristezza paura timidezza eccetera
oppure nascondere la propria inadeguatezza
o è meglio mostrarsi per quello che si è, evitando patetiche e controproducenti maschere?
Io non lo so più
Ringraziamenti da
Giovedì (02-01-2023), Mr.Ripley (02-01-2023)
Vecchio 01-01-2023, 19:59   #2
Super Moderator
L'avatar di dystopia
 

Secondo me è meglio descrivere in parte il proprio stato d'animo agli altri, se c'è confidenza sufficiente, perché se una persona è molto emotiva questo fatto di nascondere alla lunga può causare un crollo. Per esempio in un gruppo di persone che stanno per sostenere un esame è frequente sentire delle frasi che descrivono lo stato d'animo, e vengono dette anche per sdrammatizzare, si tende a ridere anche troppo per esorcizzare la preoccupazione. Oppure se sei arrabbiato con qualcuno potresti provare a dirglielo in modo scherzoso, in questo modo si potrebbe evitare un litigio pesante. Vedo fare parecchio queste cose nella vita reale, sono anche un sistema di sicurezza che rende tutto più semplice. Invece in situazioni formali, per esempio un colloquio, certe cose è pericoloso dirle o anche esprimerle in modo sbagliato, perché potrebbe diventare un autogol.
Ringraziamenti da
grey80 (01-01-2023)
Vecchio 01-01-2023, 20:17   #3
Super Moderator
L'avatar di dystopia
 

Una volta mi è capitato di mascherare il mio modo di essere, ho cercato di fare un lavoro che non c'entra niente con il mio carattere, e dopo pochissimo mi sono sentita molto sotto pressione e sono crollata. Quindi è molto importante conoscere la propria indole, per non commettere errori. Infatti io sono molto timida e tutte le volte che, ingenuamente, mi sono forzata a cercare lavoro nella ristorazione o nella vendita sono crollata subito, perché certi miei atteggiamenti involontari si vedono da lontano, ce l'ho scritto in fronte. Il mascheramento nuoce soprattutto a te stesso.
Ringraziamenti da
Mr.Ripley (02-01-2023)
Vecchio 01-01-2023, 20:26   #4
Intermedio
 

Dipende dalle situazioni. Con persone che si conoscono poco e con cui non si ha grosso interesse ad approfondire, non ha senso mostrarsi più di tanto.

Con chi si ritiene più adatto, perché più empatico, più simile a te o semplicemente perché può darti un consiglio utile, allora è meglio mostrare anche i lati più fragili della propria personalità.
Vecchio 01-01-2023, 20:28   #5
Esperto
L'avatar di Barracrudo
 

Allora dipende se sei uomo conviene che le nascondi le debolezze, se sei donna puoi anche mostrarle un po' di più e aprirti un po' di più diciamo che e più socialmente accettata la debolezza femminile ma in ogni caso debolezza, essere deboli è una caratteristica negativa in questo mondo e le caratteristiche negative meglio cercare di cambiarle in meglio e se non ci si riesce meglio nasconderle ai più.
Vecchio 01-01-2023, 20:30   #6
Esperto
L'avatar di Stan Kezza
 

Quote:
Originariamente inviata da dystopia Visualizza il messaggio
Una volta mi è capitato di mascherare il mio modo di essere, ho cercato di fare un lavoro che non c'entra niente con il mio carattere, e dopo pochissimo mi sono sentita molto sotto pressione e sono crollata. Quindi è molto importante conoscere la propria indole, per non commettere errori. Infatti io sono molto timida e tutte le volte che, ingenuamente, mi sono forzata a cercare lavoro nella ristorazione o nella vendita sono crollata subito, perché certi miei atteggiamenti involontari si vedono da lontano, ce l'ho scritto in fronte. Il mascheramento nuoce soprattutto a te stesso.
Per un timido certi lavori sono una prova tremenda, creano ansia e pressioni difficili da sopportare. Ma dipende anche da che stadio è la timidezza, e da che periodo si sta vivendo. Pensa che il mio primo lavoro è stato - cercare di - vendere enciclopedie porta a porta! Naturalmente andavo in giro con una faccia da becchino e nessuno mi faceva entrare, per cui giravo tutto il giorno e mi bruciavo le zone in questo modo; il lavoro (per cui non essendo riuscito a vendere niente non ho guadagnato una lira) è durato solo una decina di giorni, ma una volta, una sola, sono riuscito a fare un colloquio, quindi a entrare in una casa. Cosa che mi ha dato molta fiducia per un certo tempo. Ho fatto anche il barista per diversi anni, e anche se mi domando ancora come ci sono riuscito, ci sono riuscito e anche questo in un certo senso è stato terapeutico. Se penso a com'ero allora e come sono oggi devo ringraziare anche quei lavori.
Ovviamente, come dicevo, non vale per tutti, non sempre almeno.
Vecchio 01-01-2023, 20:35   #7
Esperto
 

Con l'esperienza bisogna imparare a capire quando è il caso di esseri sinceri e quando mascherarsi.
Ringraziamenti da
grey80 (01-01-2023)
Vecchio 01-01-2023, 20:49   #8
Super Moderator
L'avatar di dystopia
 

Quote:
Originariamente inviata da Stan Kezza Visualizza il messaggio
Per un timido certi lavori sono una prova tremenda, creano ansia e pressioni difficili da sopportare. Ma dipende anche da che stadio è la timidezza, e da che periodo si sta vivendo. Pensa che il mio primo lavoro è stato - cercare di - vendere enciclopedie porta a porta! Naturalmente andavo in giro con una faccia da becchino e nessuno mi faceva entrare, per cui giravo tutto il giorno e mi bruciavo le zone in questo modo; il lavoro (per cui non essendo riuscito a vendere niente non ho guadagnato una lira) è durato solo una decina di giorni, ma una volta, una sola, sono riuscito a fare un colloquio, quindi a entrare in una casa. Cosa che mi ha dato molta fiducia per un certo tempo. Ho fatto anche il barista per diversi anni, e anche se mi domando ancora come ci sono riuscito, ci sono riuscito e anche questo in un certo senso è stato terapeutico. Se penso a com'ero allora e come sono oggi devo ringraziare anche quei lavori. Ovviamente, come dicevo, non vale per tutti, non sempre almeno.
Hai ragione, dipende anche se ti trovi in un momento difficile in cui la timidezza si acutizza, oppure se sei più aperto al cambiamento. Ho fatto un tirocinio come segretaria e il lavoro prevedeva di fare telefonate per fissare appuntamenti per assistenza tecnica, e parlare al telefono già mi risulta più semplice, anche perché avevo uno schema fisso di cose da chiedere. Invece quando ho lavorato nella ristorazione mi facevano notare che non mi veniva spontaneo sorridere, che avevo la postura chiusa ecc
Vecchio 01-01-2023, 20:52   #9
Esperto
L'avatar di Kitsune
 

Le maschere sono interfacce di compatibilità. Sono necessarie per stringere rapporti con persone caratterialmente diverse da noi o nascondere propri stati emotivi alterati dalle situazioni. Maschera perché richiama il teatro, la finzione.
Fingere non è facile è spossante, più la maschera è incompatibile con la reale identità più sarà stressante portarla.
Non c'è bisogno di portare maschere quando siamo tra persone compatibili.
Non c'è bisogno di portare maschere quando si ritorna ad un equilibrio personale, al proprio umore.
Non c'è bisogno di portare maschere se tagliamo i ponti con i rapporti che le richiedono.
Purtroppo spesso sono necessarie, non se ne può fare a meno se si vuole una vita sociale.
Normalmente la maschera nasconde il proprio volto, la vera identità.. ma ci sono casi in cui la vera identità nemmeno esiste e la maschera è tutto quello che si ha per poter interagire con gli altri.
Vecchio 01-01-2023, 21:02   #10
Esperto
L'avatar di Stan Kezza
 

Quote:
Originariamente inviata da dystopia Visualizza il messaggio
Hai ragione, dipende anche se ti trovi in un momento difficile in cui la timidezza si acutizza, oppure se sei più aperto al cambiamento. Ho fatto un tirocinio come segretaria e il lavoro prevedeva di fare telefonate per fissare appuntamenti per assistenza tecnica, e parlare al telefono già mi risulta più semplice, anche perché avevo uno schema fisso di cose da chiedere. Invece quando ho lavorato nella ristorazione mi facevano notare che non mi veniva spontaneo sorridere, che avevo la postura chiusa ecc
Anche nella ristorazione, dipende: se si tratta di un piccolo bar/ristorante con clientela prevalentemente fissa allora è dura, ma se si tratta di un luogo affollato con clientela prevalentemente di passaggio (io ho cominciato così) allora potrebbe essere una buona 'palestra'. Sempre che il datore di lavoro ti dia fiducia oppure non gliene importi niente della postura e cose così.
Ringraziamenti da
Levin (02-01-2023)
Vecchio 01-01-2023, 21:29   #11
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da Kitsune Visualizza il messaggio
Le maschere sono interfacce di compatibilità. Sono necessarie per stringere rapporti con persone caratterialmente diverse da noi o nascondere propri stati emotivi alterati dalle situazioni. Maschera perché richiama il teatro, la finzione.
Fingere non è facile è spossante, più la maschera è incompatibile con la reale identità più sarà stressante portarla.
Non c'è bisogno di portare maschere quando siamo tra persone compatibili.
Non c'è bisogno di portare maschere quando si ritorna ad un equilibrio personale, al proprio umore.
Non c'è bisogno di portare maschere se tagliamo i ponti con i rapporti che le richiedono.
Purtroppo spesso sono necessarie, non se ne può fare a meno se si vuole una vita sociale.
Normalmente la maschera nasconde il proprio volto, la vera identità.. ma ci sono casi in cui la vera identità nemmeno esiste e la maschera è tutto quello che si ha per poter interagire con gli altri.
Giustissimo.
Vorrei solo aggiungere che ci sono amplissimi margini soggettivi. C’é chi, anche per motivi patologici, non ha difficoltà ad indossare queste maschere, fino all’eccesso, fino ad arrivare ad una vita di menzogna. E c’è chi invece carica su ogni gesto un severo giudizio del proprio tribunale interno, un vagliare costantemente la propria coerenza, magari per autoflagellarsi inconsciamente. Ed é quasi altrettanto pesante come situazione.

Quante volte la fobia sociale nasce dalla speranza delusa della non corrispondenza del mondo esterno alla nostra interiorità? Da una sfida alla nostra identità morale? E fino a che punto siamo disposti a fare compromessi?
Vecchio 01-01-2023, 22:22   #12
Esperto
 

Dipende dal contesto.
Se sei in una situazione che non ti permette di mostrare determinate emozioni e atteggiamenti da "disadattati", come può essere una situazione inerente al lavoro o simili, io credo che sia meglio ingoiare il rospo e se proprio è necessario indossare una maschera.
Se si tratta invece di contesti più informali ed in generale nella quotidianità allora il mio consiglio è di provare ad essere se stessi.
Nel caso se anche in quella versione non ci si sente a proprio agio, magari potrebbe essere utile lavorare a finché si raggiungo lo stato ottimale.
Chiaramente com'è già stato detto, sempre per quanto è possibile.
Vecchio 01-01-2023, 22:23   #13
XL
Esperto
L'avatar di XL
 

Conviene mascherare in diversi ambienti, visto che chi siamo non è detto che stia bene a tutti, per evitare continui attacchi e rotture di palle io preferisco mascherare gli stati d'animo e nascondere certe cose.
Non percepisco condivisione o accettazione, poi oltre al mio stato negativo devo sorbirmi anche il rimbrotto di qualche coglione in giro.
Siccome non mi fido al 100% di nessuno, credo che nessuno avrà mai accesso a tutte le informazioni sul mio conto, cioé magari ci riesce pure ma non perché gli ho raccontato io tutto.

Ultima modifica di XL; 01-01-2023 a 22:47.
Vecchio 01-01-2023, 22:31   #14
Banned
 

Conviene sforzarsi di essere felici, di cantare e di ballare, anche solo nella mente.

Oggi avrei motivi per essere incazzato come un cinghiale braccato ma mi sono sforzato di non farlo apparire a casa e a lavoro, che vantaggio avrei a cedere nello sconforto?

Purtroppo anche oggi e ieri tantissimi messaggi negativi qua sul forum, è come se certe persone godano dell'autocommiserazione
Vecchio 01-01-2023, 22:55   #15
Esperto
L'avatar di pokorny
 

Non ho alcun dubbio che sia nel massimo interesse personale nascondere il più possibile.
Ringraziamenti da
Mr.Ripley (02-01-2023)
Vecchio 01-01-2023, 23:02   #16
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da Schlemiel Visualizza il messaggio
Conviene sforzarsi di essere felici, di cantare e di ballare, anche solo nella mente.

Oggi avrei motivi per essere incazzato come un cinghiale braccato ma mi sono sforzato di non farlo apparire a casa e a lavoro, che vantaggio avrei a cedere nello sconforto?
Beh va be dai. Secondo me è sano avere una via di mezzo. Almeno per quanto riguarda la sfera famigliare o comunque più intima. Avere momenti di sconforto, di tristezza ed avere comportamenti facilmente fraintendibili ad un occhio profano ( quindi praticamente tutte le persone con cui non abbiamo un legame abbastanza profondo da capire il nostro stato d'animo) è assolutamente normale e azzardo, necessario.
Mi è capitato di leggere alcuni dei tuoi interventi e sembri una persona dotata di molto autocontrollo. Non so se è caratteriale o dipende da un fattore anche legato alla fede, ma comunque ho notato questo. Hai la tendenza a cercare sempre di spargere positività e coscienza e questo è positivo. Ma credo che non dovresti reprimere le tue emozioni così tanto. Certo, è giusto il tuo ragionamento. Bisogna cerare di andare avanti e se ci sono delle problematiche affrontarle e superare il problema. Piangersi addosso è inutile. Ma direi che se hai dei momenti dove tutta la positività viene a meno, non c'è bisogno di imporsi di essere felici sempre.
Quote:
Purtroppo anche oggi e ieri tantissimi messaggi negativi qua sul forum, è come se certe persone godano dell'autocommiserazione
Ecco su questo invece sono pienamente d'accordo.

Del tipo " Ti prego dimmi quanto sono speciale e quanto la società è cattiva nei miei riguardi..."
Il punto è che qui su ( su un forum online ), ricevono le conferme di ciò e accrescono questo atteggiamento che è deleterio in primis per loro stessi, ma sembra che dipenda sempre e comunque da fatti/circostanze/disgrazie che rendono impossibile anche il semplice agire.

Nella realtà a questo atteggiamento ( o per lo meno nella mia) a una tale richiesta e/o esternazione le risposte sono ben diverse.

-"Ti prego dimmi quanto sono speciale ....."
risposta : - " Non sei speciale, come non lo è 80% della popolazione, sveglia".
Vecchio 01-01-2023, 23:20   #17
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da CongaBlicoti_96 Visualizza il messaggio
Beh va be dai. Secondo me è sano avere una via di mezzo. Almeno per quanto riguarda la sfera famigliare o comunque più intima. Avere momenti di sconforto, di tristezza ed avere comportamenti facilmente fraintendibili ad un occhio profano ( quindi praticamente tutte le persone con cui non abbiamo un legame abbastanza profondo da capire il nostro stato d'animo) è assolutamente normale e azzardo, necessario.
Mi è capitato di leggere alcuni dei tuoi interventi e sembri una persona dotata di molto autocontrollo. Non so se è caratteriale o dipende da un fattore anche legato alla fede, ma comunque ho notato questo. Hai la tendenza a cercare sempre di spargere positività e coscienza e questo è positivo. Ma credo che non dovresti reprimere le tue emozioni così tanto. Certo, è giusto il tuo ragionamento. Bisogna cerare di andare avanti e se ci sono delle problematiche affrontarle e superare il problema. Piangersi addosso è inutile. Ma direi che se hai dei momenti dove tutta la positività viene a meno, non c'è bisogno di imporsi di essere felici sempre.


Ecco su questo invece sono pienamente d'accordo.

Del tipo " Ti prego dimmi quanto sono speciale e quanto la società è cattiva nei miei riguardi..."
Il punto è che qui su ( su un forum online ), ricevono le conferme di ciò e accrescono questo atteggiamento che è deleterio in primis per loro stessi, ma sembra che dipenda sempre e comunque da fatti/circostanze/disgrazie che rendono impossibile anche il semplice agire.

Nella realtà a questo atteggiamento ( o per lo meno nella mia) a una tale richiesta e/o esternazione le risposte sono ben diverse.

-"Ti prego dimmi quanto sono speciale ....."
risposta : - " Non sei speciale, come non lo è 80% della popolazione, sveglia".
Il fatto è che ragionando ho capito che la mia fede mi spinge verso atteggiamenti che funzionano, mi sforzo di vedere scintille di bene in ogni situazione per il semplice motivo che prima di tutto è vero e poi che il male attira altro male mentre il bene attira altro bene, i miei discorsi sembrano strani a chi si aspetta un tornaconto materiale dai suoi comportamenti, per me invece va bene fare la cosa giusta e essere positivo, se le cose vanno comunque male, come capita quasi sempre a me, non mi sposto di una virgola dal mio vederci soddisfazione nel comportarsi bene.

Ho sempre avuto una pazienza notevole che mi ha consentito di superare delusioni e umiliazioni a getto continuo, ma vivevo nello sconforto, la capacità di superarle col sorriso l'ho acquisita da poco e vale molto di più di qualsiasi bene materiale.

Per me tutti sono speciali, i problemi sorgono quando ci sentiamo speciali e screditiamo gli altri, il sentimento comune è che non si sta ricevendo quello che si merita, a me mi basta essere vivo e già sono soddisfatto, anzi sono afflitto da sentimenti di inettitudine rispetto a quanto potrei fare per gli altri e il pochissimo che faccio, ho vissuto una vita con pensieri come: ma io non ho questo e quell'altro si, pensavo che fossero fortunati e io sfigato, se si sposta la concentrazione su cosa si fa in concreto per realizzare i propri desideri si capisce invece che spesso siamo negligenti, e scarichiamo la coscienza parlando di sfortuna, anche qua non vedo cosa possa portare di buono ad essere fatalisti.
Vecchio 01-01-2023, 23:31   #18
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da Schlemiel Visualizza il messaggio
Il fatto è che ragionando ho capito che la mia fede mi spinge verso atteggiamenti che funzionano, mi sforzo di vedere scintille di bene in ogni situazione per il semplice motivo che prima di tutto è vero e poi che il male attira altro male mentre il bene attira altro bene, i miei discorsi sembrano strani a chi si aspetta un tornaconto materiale dai suoi comportamenti, per me invece va bene fare la cosa giusta e essere positivo, se le cose vanno comunque male, come capita quasi sempre a me, non mi sposto di una virgola dal mio vederci soddisfazione nel comportarsi bene.

Ho sempre avuto una pazienza notevole che mi ha consentito di superare delusioni e umiliazioni a getto continuo, ma vivevo nello sconforto, la capacità di superarle col sorriso l'ho acquisita da poco e vale molto di più di qualsiasi bene materiale.

Per me tutti sono speciali, i problemi sorgono quando ci sentiamo speciali e screditiamo gli altri, il sentimento comune è che non si sta ricevendo quello che si merita, a me mi basta essere vivo e già sono soddisfatto, anzi sono afflitto da sentimenti di inettitudine rispetto a quanto potrei fare per gli altri e il pochissimo che faccio, ho vissuto una vita con pensieri come: ma io non ho questo e quell'altro si, pensavo che fossero fortunati e io sfigato, se si sposta la concentrazione su cosa si fa in concreto per realizzare i propri desideri si capisce invece che spesso siamo negligenti, e scarichiamo la coscienza parlando di sfortuna, anche qua non vedo cosa possa portare di buono ad essere fatalisti.
Beh complimenti e ancora di più se questo modo di agire ti aiuta comunque ad andare avanti. Non è scontato. Restando in tema di fede, si potrebbe dire che hai la pazienza di Giobbe.. (ironico, ma nemmeno così tanto alla fine)


Per quanto riguarda il discorso sull'essere speciali sono completamente d'accordo con te. Nel senso che in ogni caso penso che un minimo per avere certe conferme bisognerebbe lavorare concretamente , invece di sentirsi sempre degli sfortunati.
Vecchio 01-01-2023, 23:40   #19
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da CongaBlicoti_96 Visualizza il messaggio
Beh complimenti e ancora di più se questo modo di agire ti aiuta comunque ad andare avanti. Non è scontato. Restando in tema di fede, si potrebbe dire che hai la pazienza di Giobbe.. (ironico, ma nemmeno così tanto alla fine)


Per quanto riguarda il discorso sull'essere speciali sono completamente d'accordo con te. Nel senso che in ogni caso penso che un minimo per avere certe conferme bisognerebbe lavorare concretamente , invece di sentirsi sempre degli sfortunati.
Giobbe pare fosse una figura retorica, avendo avuto gioie per gran parte della sua vita e avendole perse tutte di colpo ha avuto una pazienza incomparabile, tra l'altro io sono sempre stato sano, esistono anche versioni apocrife del libro di Giobbe dove gli interrogativi cambiano, è un testo che rileggo molto spesso.
Ringraziamenti da
CongaBlicoti_96 (01-01-2023)
Vecchio 01-01-2023, 23:52   #20
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da Schlemiel Visualizza il messaggio
Giobbe pare fosse una figura retorica, avendo avuto gioie per gran parte della sua vita e avendole perse tutte di colpo ha avuto una pazienza incomparabile, tra l'altro io sono sempre stato sano, esistono anche versioni apocrife del libro di Giobbe dove gli interrogativi cambiano, è un testo che rileggo molto spesso.
Si si è un detto abbastanza vetusto, ma da quel che ricordo si rifaceva appunto a queste vicende. Sono un po' ignorante in merito, ma se non ricordo male, avevo letto appunto che in alcuni testi apocrife dell'antico, ci fossero dei riferimenti completamente opposti e forvianti rispetto la versione cristiana. Ma ti ripeto, non sono una grande esperta. Probabilmente è una figura più di rilevanza per la cultura giudaico-cristiana (?)
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