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Vecchio 27-08-2014, 09:03   #1
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Credo che non godano di pari dignita' specie a casa mia.Qui se non hai un arto amputato non vieni riconosciuto.Allora dove andare?Andare al centro di salute mentale una volta al mese, perche' di più non puoi permettertelo. Eppure nella cartella clinica c'è una parolina:psicosi. Che vuoi che sia!!! L'importante è non scoppiare per non rovinare il prezioso tessuto sociale.Il sociale fine ultimo dell'individuo individuato.Ecco io non sono un individuo. Sono un essere informe, morto nella periferia del corpo. Io mi vedo cosi' ,senza vita. Se mi guardo allo specchio, non vedo oltre ad uno scheletro e a della carne appesa ad esso. Sono un mostro creato dalla cellula famiglia. Essa non mi vede, mi vede sano e normale. Mi chiede sopratutto di prendere parte al mondo. Come chiedere di prendere un oggetto ad una persona senza braccia. Che poi magari lo prende coi denti!
Sono un non nato,non fatemi morire prima di nascere...
Vecchio 27-08-2014, 09:38   #2
Esperto
L'avatar di barclay
 

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Originariamente inviata da pesco Visualizza il messaggio
se non hai un arto amputato non vieni riconosciuto.
Voglio proprio vedere cosa ti risponderà Muttley
Vecchio 27-08-2014, 10:29   #3
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Originariamente inviata da pesco Visualizza il messaggio
se non hai un arto amputato non vieni riconosciuto. [...]
Sono un mostro creato dalla cellula famiglia. Essa non mi vede, mi vede sano e normale. Mi chiede sopratutto di prendere parte al mondo.
non che sia così bello venire considerati malati e non normali, magari togliendoti speranze quando sei il primo ad averle (discorso vero sia per problemi fisici sia a maggior ragione psichici).

Ultima modifica di cancellato2824; 27-08-2014 a 10:38.
Vecchio 27-08-2014, 11:16   #4
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Non conosco la situazione familiare dell'autore della discussione.

In generale, però, vedo che la malattia psichica viene considerata spesso come un "capriccio", il disagio come fisiologico di una mancanza di buona volontà.

Ho sentito spesso frasi emblematiche quali "se tu avessi da lavorare come me, ti passerebbe la voglia di essere depresso", "Soffre? Io soffro, che ho dolore fisico, non tu. I soliti capricci dei ventenni".

Poi, si tende a ricondurre la malattia psichica sempre e solo nella pazzia o nella schizofrenia. Molte persone si rifiutano di fare lo sforzo di capire che esistono vari disturbi mentali.
Solitamente concludono dicendo che andrebbero riaperti i manicomi e che le persone, anche psicotiche o fobiche, vanno lasciate perdere perché hanno "problemi al cervello".

Tutta questa logica porta a dover nascondere, come polvere sotto al tappeto, una condizione di malattia psichica perché amici e conoscenti devono vedere la persona come ineccepibile per non subire conseguenze negative a livello sociale del tipo "Hai visto? Il figlio di x è matto. Poveretti..." oppure "Lascialo perdere che, non si sa mai, magari gli viene una crisi e ti fa del male...".

Nella mia esperienza, fortunatamente di spettatore, devo ammettere che non viene riconosciuta dignità alla malattia psichica però, anche se intuisco che non è semplice, non ci si dovrebbe aspettare il consenso o appoggio familiare.
Vecchio 27-08-2014, 11:17   #5
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Originariamente inviata da ila82 Visualizza il messaggio
non che sia così bello venire considerati malati e non normali, magari togliendoti speranze quando sei il primo ad averle (discorso vero sia per problemi fisici sia a maggior ragione psichici).
Si tratta più di reale considerazione che di fittizie "etichette".
E credo sia cosa ben peggiore essere implicitamente costretti a dissimulare una vita normale, a sopprimere l'unica parte autentica del personaggio che abbiamo dovuto costruire. Costa fatica ed energie, che quando si lotta già contro se stessi scarseggiano anche solo per respirare.
Vecchio 27-08-2014, 11:30   #6
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Originariamente inviata da liuk76 Visualizza il messaggio
non ci si dovrebbe aspettare il consenso o appoggio familiare.
Se per consenso e appoggio intendi il fornire una sorta di scusa che mette in condizione di restare passivi a crogiolarsi in dolore e disagi vari, fingendo che la situazione non necessiti di cambiamento alcuno (il non cercare di stimolare reattività, insomma), posso anche concordare. In caso contrario, non comprendo le ragioni della tua affermazione.
Vecchio 27-08-2014, 11:58   #7
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Originariamente inviata da Nitrogen Visualizza il messaggio
In caso contrario, non comprendo le ragioni della tua affermazione.
Intendo nel caso contrario.
La ragione risiede nella mia visione di non indispensabilità della famiglia nel percorso dell'individuo e di distacco dalla stessa, per la componente non materiale, sul finire dell'adolescenza.

Io non ho mai cercato l'approvazione e l'appoggio dei miei dopo i 20 anni e nemmeno mi è mai interessato assecondare le loro aspettative.
Ogni difficoltà avuta l'ho risolta autonomamente.
A parte il coabitare con loro ed un appoggio economico per ragioni di comodità (la componente materiale a cui mi riferisco), mi sono sempre considerato distaccato da loro nella mia vita e ho fatto le mie scelte solo pensando a me.
Ciò, intendiamoci, può coesistere con l'affetto e col legame che ho. Rimangono sempre persone importanti e, al bisogno e se non è in conflitto con i miei interessi, io ci sono e sono al primo posto ma la mia "tranquillità psichica" non dipende dal loro modo di porsi e di reagire nei miei confronti.
Vecchio 27-08-2014, 12:14   #8
Esperto
L'avatar di Noriko
 

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Originariamente inviata da liuk76 Visualizza il messaggio

Tutta questa logica porta a dover nascondere, come polvere sotto al tappeto, una condizione di malattia psichica perché amici e conoscenti devono vedere la persona come ineccepibile per non subire conseguenze negative a livello sociale del tipo "Hai visto? Il figlio di x è matto. Poveretti..." oppure "Lascialo perdere che, non si sa mai, magari gli viene una crisi e ti fa del male...".

.
Esatto è proprio così, devi dimostrare sempre che segui le regole, altrimenti "sei matto", secondo l'opinione comune.
Vecchio 27-08-2014, 12:21   #9
Esperto
L'avatar di Noriko
 

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Originariamente inviata da liuk76 Visualizza il messaggio
Intendo nel caso contrario.
La ragione risiede nella mia visione di non indispensabilità della famiglia nel percorso dell'individuo e di distacco dalla stessa, per la componente non materiale, sul finire dell'adolescenza.

Io non ho mai cercato l'approvazione e l'appoggio dei miei dopo i 20 anni e nemmeno mi è mai interessato assecondare le loro aspettative.
Ogni difficoltà avuta l'ho risolta autonomamente.
A parte il coabitare con loro ed un appoggio economico per ragioni di comodità (la componente materiale a cui mi riferisco), mi sono sempre considerato distaccato da loro nella mia vita e ho fatto le mie scelte solo pensando a me.
Ciò, intendiamoci, può coesistere con l'affetto e col legame che ho. Rimangono sempre persone importanti e, al bisogno e se non è in conflitto con i miei interessi, io ci sono e sono al primo posto ma la mia "tranquillità psichica" non dipende dal loro modo di porsi e di reagire nei miei confronti.
Quello che scrivi e giustissimo e lo condivido, ma nello stesso tempo rifletto sul disagio di una persona che sta male, la quale molte volte è costretta ad essere dipendente dalle figure genitoriali, visto che i servizi non danno sufficienti appoggi.
Vecchio 27-08-2014, 12:39   #10
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Originariamente inviata da liuk76 Visualizza il messaggio
Intendo nel caso contrario. [...]
Per quanto concerne approvazione e/o assecondare aspettative e loro desideri, mi sento di condividere il tuo pensiero.
Ma sul piano affettivo, la vedo in modo ben differente. Per me, l'appoggio della famiglia è importante e, forse, addirittura necessario. E fermo restando che le difficoltà nella vita vanno comunque affrontate da soli (almeno, quasi tutte), così come è da evitare l'influenza di terzi nelle proprie scelte, il sostegno della famiglia lo vedo come una sorta di dimostrazione d'affetto.
Quindi, non riesco a scinderli in componenti del tutto distinte né a far prescindere da esse la tranquillità psichica.
Tutto questo è, naturalmente, una mia personale opinione suffragata più o meno dalla mia esperienza. Non intendo in alcun modo mettere in discussione l'affetto ed il legame che tu sei riuscito a costruire con i tuoi.
Ti ringrazio per avermi reso più chiaro il tuo pensiero.
Vecchio 27-08-2014, 12:57   #11
Avanzato
L'avatar di Walla
 

Io ho notato che i problemi fisici sono sempre tenuti in considerazione (a meno che uno non faccia un dramma perchè si è scheggiato un'unghia) mentre i problemi psichici non esistono mai. Conosco gente che ha paura dei piccioni e prende per il c**o chi è aracnofobico. Perchè poi? Non è la stessa cosa? No, la paura dei piccioni è seria e va compresa, la paura dell'altro è una cavolata perchè io non ce l'ho. Tutti i problemi psichici, piccoli o grandi, che non si hanno in prima persona vengono derisi come fossero atteggiamenti sciocchi e infantili dati da poca grinta e risolvibili in cinque minuti, basta volerlo. Di domande idiote del tipo: "Cosa ci provi a socializzare? Neanche ci provi!" ne ho fin sopra i capelli.
Vecchio 27-08-2014, 13:19   #12
Esperto
L'avatar di super unknown
 

Famiglia a parte, la gente non acetta l'egocentrismo dei malati psichici, poi ti puoi lamentare quanto vuoi, ma questo è!
Vecchio 27-08-2014, 14:11   #13
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Tornando alla famiglia, non penso sia -il distacco dal cordone ombelicale-un atto a carico esclusivo del figlio...
è un processo complesso che mette in gioco cariche emotive notevoli specie per alcuni soggetti in determinati ambienti. Spesso sono i genitori ad andare contro un processo di distacco che dovrebbe essere naturale.
Vecchio 27-08-2014, 14:16   #14
Esperto
 

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Originariamente inviata da super unknown Visualizza il messaggio
Famiglia a parte, la gente non acetta l'egocentrismo dei malati psichici, poi ti puoi lamentare quanto vuoi, ma questo è!
Invece quelli che hanno delle invalidità fisiche sono tutti degli eroi che non fanno una piega per i loro problemi e si dedicano al volontariato 24 ore su 24...

Ci sono troppi trogloditi in giro che non concepiscono che si possa soffrire pur non avendo dolori fisici, probabilmente è una questione di intelligenza e di capacità di astrazione.
Vecchio 27-08-2014, 14:21   #15
Esperto
L'avatar di super unknown
 

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Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Invece quelli che hanno delle invalidità fisiche sono tutti degli eroi che non fanno una piega per i loro problemi e si dedicano al volontariato 24 ore su 24...

Ci sono troppi trogloditi in giro che se non concepiscono che si possa soffrire pur non avendo dolori fisici, probabilmente è una questione di intelligenza.
Ho i vostri stessi problemi ma con più anni di voi, e mi sono reso conto di quanto possiamo essere egocentrici e di come veniamo percepiti.

Inteligenza? Come quella del luogo comune, solo il maschio alfa si accoppia?
Vecchio 27-08-2014, 14:23   #16
Esperto
 

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Originariamente inviata da super unknown Visualizza il messaggio
Ho i vostri stessi problemi ma con più anni di voi, e mi sono reso conto di quanto possiamo essere egocentrici e di come veniamo percepiti.
Il passaggio dalla prima persona singolare a quella plurale e la presunzione di "avere più anni di voi" (voi chi? qua c'è gente anche over 50) mi sembrano un pelo azzardati.
E ripeto, egocentrici lo possono essere tutti.

Quote:
Originariamente inviata da super unknown Visualizza il messaggio
Inteligenza? Come quella del luogo comune, solo il maschio alfa si accoppia?
Non afferro il nesso.
Vecchio 27-08-2014, 14:41   #17
Esperto
L'avatar di muttley
 

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Originariamente inviata da barclay Visualizza il messaggio
Voglio proprio vedere cosa ti risponderà Muttley
Disturbo della personalità ≠ psicopatologia. Non so quale sia il caso di Pesco ma devo dire che, avendolo conosciuto un poco, non mi pare proprio di identificare nel suo caso gli estremi per una diagnosi psicopatologica. Insomma, per dirla tutta, a me pari una persona normalissima, anzi oserei dire più avanti nel suo percorso di miglioramento di molti di noi. Però il problema qui sottolineato non mi pare sia l'accento posto sul suo disagio psichico, ma sull'incapacità della sua famiglia di accettarlo come realtà invalidante. Al che posso solo dire, come ho sempre sostenuto, che le nostre convinzioni devono esulare il più possibile dalle conferme altrui. Se tu pensi di stare male, arriva un certo punto in cui dovresti rinunciare all'idea che anche la tua famiglia sia d'accordo con te. Può essere importante riuscire a modificare il loro pensiero, ma non deve diventare indispensabile, perché potresti anche non riuscirci mai...i presupposti di indispensabilità creano facilmente frustrazione, non è quindi il caso di insistere ulteriormente. Loro hanno idee differenti dalle tue, ciò non li rende persone cattive, impara ad accettare anche l'eventualità di non poterli cambiare e concentra i tuoi sforzi sulle tue cure personali.
Vecchio 27-08-2014, 14:46   #18
Esperto
 

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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Loro hanno idee differenti dalle tue, ciò non li rende persone cattive
Dipende dal tipo di idee.
Vecchio 27-08-2014, 15:28   #19
Esperto
L'avatar di Wrong
 

Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Invece quelli che hanno delle invalidità fisiche sono tutti degli eroi che non fanno una piega per i loro problemi e si dedicano al volontariato 24 ore su 24...
Concordo. Essendo da entrambe le parti posso confermare.
Vecchio 27-08-2014, 15:38   #20
Esperto
L'avatar di Noriko
 

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Originariamente inviata da super unknown Visualizza il messaggio
Ho i vostri stessi problemi ma con più anni di voi, e mi sono reso conto di quanto possiamo essere egocentrici e di come veniamo percepiti
La percezione dell'egocentrismo in certi casi può voler dire, autismo, chiusura in sé stessi e sofferenza che fa dimenticare il mondo intero.

Non è una parola accusatoria, almeno per me, il significato che gli attribuisco è paura, angoscia e tormento che non fa alzare gli occhi e vedere oltre.
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