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Vecchio 30-09-2013, 12:38   #1
Esperto
L'avatar di utopia?
 

mi ritrovo con un "grosso problema", tra mille virgolette

ecco, molti si lamentano del fatto di "lasciarsi sottomettere da chiunque", di non essere in grado di affrontare il prossimo

ho passato da sottomesso, devo dirlo, gran parte della mia infanzia e degli anni fino ai 15-16, quando decisi finalmente di mollare "la massa" alla quale correvvo affannosamente dietro senza ottenere nulla, anzi, perdendoci soltanto

il mio problema ora è diventato l'opposto...non riesco a farmi "sottomettere" da nesuno, non riesco a sottostare a nessuno, e chiunque prova anche minimamente a sottomettermi o a "darmi ordini" si ritrova davanti...un muro

dov'è il problema? sui luoghi di lavoro
non riesco ad accettare che mi si tratti come un sottoposto, come uno che sta "sotto" a qualcun altro
"perchè io sono il capo e devi fare quello che dico io", "perchè sul luogo di lavoro il superiore ha ragione anche quando ha torto"
ecco, non ci riesco...è tanto semplice eppure...

ma non solo lì, allargo il discorso: ho passato, per fare un esempio, una settimana a fare "agricoltura" (ero lì a dare una mano gratis) con vecchiotti scorbutici proprietari dei campi che non facevano che ordinarmi di andare più svelto e di fare quel che mi dicevano, neanche per favore
risultato: mi son inimicato tutti i vecchiotti del campo, e quindi anche gli altri giovincelli che mi consigliavano di sottostare ai vecchiotti "perchè il lavoro andava fatto" e perchè "quei vecchiotti son così lasciali perdere"
il fatto che "eran proprio così" non li autorizzava a trattare i presenti da loro schiavetti, diamine, e mi inimicai tutti i presenti fino alla fine del periodo di raccolto

e potrei fare altre decine di esempi...non ne ho voglia


forse ora verrete a dirmi che il mio è un problema di "rispetto delle autorità"
ma per me un autorità è ben altro che uno che, avendo il "titolo" di "autorità", si arroga la superbia di comandare il prossimo


quanto secondo voi è considerabile un problema questa cosa?
e, soprattutto, qualcuno di voi si ritrova con lo stesso problema?
Vecchio 30-09-2013, 13:01   #2
Esperto
L'avatar di barclay
 

Quote:
Originariamente inviata da tizio Visualizza il messaggio
quanto secondo voi è considerabile un problema questa cosa?
Dipende: quando qualcuno cerca di darti ordini o ti tratta comunque come un subordinato, reagisci con rabbia o molli tutto e te ne vai?
Vecchio 30-09-2013, 13:40   #3
Esperto
L'avatar di Warlordmaniac
 

La soluzione è a monte. Nel momento in cui sei bullizzato, hai già perso. Più che la qualità della reazione, quello che conta è il modo di comportarti per prevenire certi affronti.

Ad un certo punto, come fai, fai male. "Troppo buono" è un concetto che non esiste, perché se il troppo buono reagisce, lo prende in quel posto comunque. E lui lo sa.
Bisogna saperci fare.
Vecchio 30-09-2013, 14:38   #4
Esperto
L'avatar di Lino_57
 

Mah, bisogna vedere che cosa intendi tu per "sottomettere"...
In un rapporto di lavoro, in ogni caso, c'è chi impartisce disposizioni e chi ha l'obbligo di assolverle, pena la cessazione del rapporto di lavoro. Per i lavori in campagna, è ovvio che il "vecchio" ti spronerà a fare presto... non lo devi sentire come una sua prevaricazione (a meno che non ti insulti o ti frusti).
Comunque, sì, un eccesso di suscettibilità potrebbe essere un problema, in campo lavorativo...
Vecchio 30-09-2013, 15:05   #5
Esperto
L'avatar di utopia?
 

ma non mi arrabbio, non mi innervosisco
cioè, se chi ho davanti mi sta dicendo qualcosa che capisco poco o che pcondivido poco, chiedo spiegazioni e/o comunque mi sento di dire la mia opinione a proposito...
e passo per, ecco la parola che tutti mi attribuiscono, "polemico"

ma se "nessuno ha chiesto la tua opinione" e "il capo ha ragione anche quando ha torto"...fatico a stare in un sistema del genere, che sopprime l'apertura della mentalità e il buon principio dei compromessi e dell'ascoltare per risolvere assieme le questioni, oltre che il concetto di lavoro come "collaborazione per il raggiungimento di un obiettivo comune", sostituendolo con la condivisione di un unico principio assoluto giusto o sbagliato che esso sia a cui sottoporsi con prostrazione...

lo trovo assurdo, e nei vari ambienti dove sono stato finora questo portava sempre a un atmosfera ansiosa, litigiosa, problematica...
non da parte mia, io osservo soltanto per lo più, quanto da parte di "colleghi" che abbandonavano il lavoro o finivano col passare ore lavorative in ansia, tensione, stress, tutto controproducente

m'è andata male a capitare finora solo in ambienti lavorativi negativi? può darsi, però non posso fare a meno a questo punto di avere un opinione come questa...
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