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10-05-2022, 16:38
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#21
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Esperto
Qui dal: Jan 2017
Ubicazione: Toscana/Bologna
Messaggi: 4,785
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Quote:
Originariamente inviata da idk
Dipende molto dall'indole dell'individuo. Più sei tendenzialmente conformista e più la tappa riveste un senso e un ruolo centrale, meno lo sei e più tendi a mischiare le carte e seguire binari devianti.
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si possono anche voler seguire delle proprie tappe che non sono quelle tanto comuni e diffuse, sarebbero comunque delle tappe.
oppure si possono avere desideri effettivamente comuni che tanti altri hanno, ma averceli perché si sentono veramente e non soltanto per il bisogno di adeguarci alla società...
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10-05-2022, 18:22
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#22
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Esperto
Qui dal: May 2021
Messaggi: 2,090
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Quote:
Originariamente inviata da spezzata
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Mi è sembrato di leggere me stesso nelle ultime frasi, mi dispiace molto...
Una cosa che soffro molto è non avere mai avuto l'occasione di aprirmi con una persona, aver avuto sempre paura di far vedere il vero me, e da quello deriva il vuoto totale di anni perduti per sempre, l'adolescenza non vissuta ti rimane dentro e te la porti per tutta la vita, gli anni migliori... Però che bisogna farci? Abbiamo perso le tappe della gente comune, ma esistiamo e non l'abbiamo scelto, a na certa dovremmo metterci l'animo in pace, e usare ciò che abbiamo a disposizione al meglio... Si vabbè io predico bene e razzolo male anzi malissimo, però in certi momenti mi chiedo davvero, se uno non ha niente a disposizione cosa fa? Ti butti di getto in situazioni, magari con uno xanax in circolo, e poi? Dopo come trovi il coraggio di affrontare i cambiamenti? Come fa la gente ad attuare cambiamenti di relazioni dall'oggi al domani? Sarò io alieno, ma a me sembra tutto così difficile ed estenuante...
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10-05-2022, 18:33
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#23
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Intermedio
Qui dal: Mar 2022
Messaggi: 251
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Esistono ma non sono uguali per tutti, ognuno ha le sue all'interno del proprio percorso di vita.
Una tappa per come la vedo io è un punto di svolta per il quale da quel momento in avanti le cose non sono più come erano prima, sia nel bene che nel male, e quindi ti cambiano.
Riesco ad identificarne 2-3 nella mia vita, dopo le quali il mio percorso è effettivamente cambiato.
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10-05-2022, 20:22
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#24
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Esperto
Qui dal: Jun 2020
Ubicazione: Lazio
Messaggi: 9,568
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Mah, io vivo e lascio che le cose se devono accadere accadano da sé anche perché sono apatico, stanco, senza amici da anni, quindi zero voglia di vivere.
Però c'è da dire che si è fottuti eccome se non si fanno certe cose entro una determinata età.
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10-05-2022, 20:28
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#25
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Esperto
Qui dal: Jan 2020
Ubicazione: Atlanta
Messaggi: 14,163
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Esistono le inc**ate quelle sì
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11-05-2022, 04:22
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#26
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Banned
Qui dal: Mar 2008
Messaggi: 14,136
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Mi spiace molto ma spezzata a meno di 30 anni mi pare,spero faccia in tempo a ritagliarsi dei momenti di rivalsa felici.in nord Europa lasciano le case a 20 anni per cercare gloria,solo qui vedi gente di 40 anni con la mamma,i figli non sono il continuo dei genitori.lo trovo vergognoso
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11-05-2022, 12:29
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#27
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Esperto
Qui dal: Sep 2016
Messaggi: 2,690
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Se io arrivassi alla mia età senza aver mai camminato per via di una condizione medica disabilitante e, un giorno, la scienza medica scoprisse un modo per farmi camminare, cosa dovrei fare? Rinunciare a questa possibilità perché non ho potuto vivere le esperienze che due gambe funzionanti avrebbero potuto farmi fare in giovane (tipo diventare un corridore professionista ma anche solo vincere una corsa campestre o giocare al campetto con gli amici)?
O forse dovrei dire che in fondo, dopo tutti questi anni, di camminare non me ne importa poi molto, in fondo sto bene così...cioé non è che sto bene, ma questa è l'unica vita che conosco e la preferisco con le sue limitazioni alle incognite di una vita nuova.
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Io non rinuncerei mai caro Muttley, poi chiaro per certe cose sarei pure disposto a sacrificare un po' tutto.
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11-05-2022, 12:54
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#28
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Banned
Qui dal: May 2021
Messaggi: 2,259
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Quote:
Originariamente inviata da vikingo
Mi spiace molto ma spezzata a meno di 30 anni mi pare,spero faccia in tempo a ritagliarsi dei momenti di rivalsa felici.in nord Europa lasciano le case a 20 anni per cercare gloria,solo qui vedi gente di 40 anni con la mamma,i figli non sono il continuo dei genitori.lo trovo vergognoso
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in nord europa lo fanno perchè sono aiutati a farlo dallo stato, c'è un welfare che funziona, in italia non lo si fa perchè semplicemente non si può, lavori precari, affitti altissimi, stipendi bassissimi, come fa a mantenersi un giovane? in norvegia lo stato ti paga tutto, facile andarsene così, in italia l'unico welfare è la famiglia, senza famiglia sei completamente rovinato
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11-05-2022, 14:23
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#29
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Banned
Qui dal: May 2021
Messaggi: 2,259
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Quote:
Originariamente inviata da spezzata
Ci rendiamo conto del paradosso? Molti di noi nati in posti diversi come fai esempio tu, avrebbero avuto vite assai diverse: migliori (Norvegia, Danimarca, Olanda ecc...) o peggiori (Nord Corea per fare un esempio drastico). Però no, se sei nato dove sei nato e hai i problemi che hai nel trovare il tuo incastro nella società (quindi non lavori, non hai casa, ecc..), sei un disadattato, sei tu il problema, non la società, l'ambiente dove sei cresciuto. Se ci aggiungi anche la famiglia inadatta alla crescità di un figlio siamo arrivati alla frutta. La verità è che non solo il nostro stato non ti ha dato mai niente ma non ti darà mai niente e punterà sempre il dito contro il singolo individuo, frutto della famiglia, dell'educazione o della mancanza di essa (scolastica e non) e della società in cui è cresciuto (società adatta solo a determinati tipi di persone "o ti conformi alla massa o sei fuori"). Inoltre, nascere non è una scelta ma vivere è obbligatorio, è tutto un'assurdità. Ridicolo. Secondo me i nostri geni contano.. ma ben poco, quello che fa la differenza è l'ambiente (e tutto il suo contorno) in cui si nasce e si cresce. E se l'ambiente è negativo (non abbraccia la diversità, non ripara chi è rotto bensì distrugge chi è già spezzato) dovunque ti giri, andrai ben poco lontano.
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Concordo pienamente, ti capisco pure quando parli della famiglia che ti ha distrutto e tarpato le ali perchè è successo anche a me così, anche io progettavo di andare fuori sede per cambiare vita, di fare una determinata facoltà, anche perchè coi lavori manuali sono un disastro. Fossimo in Norvegia (ad esempio), lo stato ci avrebbe pagato totalmente gli studi, e mi pare forse perfino l'alloggio, o forse solo una parte, ma comunque...invece in Italia la famiglia è l'unico welfare esistente, l'unica cosa che ti può aiutare, se ce l'hai di merda sei fottuto. E la vita è così, è quasi tutta fortuna, è già destino quando ancora si è dei feti, perchè dipende quasi totalmente da ambiente, momento storico, genetica e dove nasci, come dicevano i naturalisti.
Questo pensiero mi deprime, ma allo stesso tempo mi rincuora, perchè se conosco quello che ha fatto la LUISS e ora prende 2000 euro al mese, so che non è perchè lui è un genio e io un idiota, ma perchè lui ha avuto la famiglia che l'ha sostenuto, e in sto caso anche parecchio...insomma alla fine non è colpa nostra, quindi sti cavoli, non bisogna sentirsi in difetto, anche noi se avessimo avuto una famiglia normale saremmo da un'altra parte, di sicuro migliore
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11-05-2022, 16:38
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#30
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Esperto
Qui dal: Sep 2016
Messaggi: 2,690
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Quote:
Originariamente inviata da spezzata
Ci rendiamo conto del paradosso? Molti di noi nati in posti diversi come fai esempio tu, avrebbero avuto vite assai diverse: migliori (Norvegia, Danimarca, Olanda ecc...) o peggiori (Nord Corea per fare un esempio drastico). Però no, se sei nato dove sei nato e hai i problemi che hai nel trovare il tuo incastro nella società (quindi non lavori, non hai casa, ecc..), sei un disadattato, sei tu il problema, non la società, l'ambiente dove sei cresciuto. Se ci aggiungi anche la famiglia inadatta alla crescità di un figlio siamo arrivati alla frutta. La verità è che non solo il nostro stato non ti ha dato mai niente ma non ti darà mai niente e punterà sempre il dito contro il singolo individuo, frutto della famiglia, dell'educazione o della mancanza di essa (scolastica e non) e della società in cui è cresciuto (società adatta solo a determinati tipi di persone "o ti conformi alla massa o sei fuori"). Inoltre, nascere non è una scelta ma vivere è obbligatorio, è tutto un'assurdità. Ridicolo. Secondo me i nostri geni contano.. ma ben poco, quello che fa la differenza è l'ambiente (e tutto il suo contorno) in cui si nasce e si cresce. E se l'ambiente è negativo (non abbraccia la diversità, non ripara chi è rotto bensì distrugge chi è già spezzato) dovunque ti giri, andrai ben poco lontano.
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Altri esempi drastici : Groenlandia (con tutto quel freddo), Africa nei paesi in cui si muore di fame. Poi ci sono alcuni paesi borderline, in cui non sai se la vita sarebbe migliore o peggiori se fossi nato là, ad esempio uno che conosco si è trasferito in Polonia dove guadagna meno, ma la vita costa un terzo e quindi è più ricco. Solo il potere di acquisto fa la felicità.
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11-05-2022, 19:38
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#31
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Esperto
Qui dal: May 2019
Messaggi: 622
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Quote:
Originariamente inviata da Hor
Ora, è vero che ci sono cose che si possono fisiologicamente fare solo a una determinata età: una donna non può partorire a settant'anni, un uomo non può pretendere di fare bungee jumping a novant'anni, un bambino di sei anni non potrà mai laurearsi in ingegneria aerospaziale. Ma tolti questi casi estremi, ci sono davvero delle tappe fisse nella vita?
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Questa è un'eccezione e probabilmente non era la prima volta che faceva bungee jumping, però per dare un po' di "ottimismo"...
Permesso di quotare accordato
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11-05-2022, 20:33
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#32
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Esperto
Qui dal: Oct 2013
Messaggi: 13,443
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anche io sono stato a scoppio ritardato, ora vivo la vita di ventenne.
ci sono dei passaggi obbligati che se manchi o ritardi ti porteranno a sentirti diverso rispetto agli altri.
scuola, patente, fidanzata, amici. se a 20 anni non hai esperienza in una di queste cose hai ritardato una tappa. se a 30, 40, 50 non lo hai fatto probabilmente per la gente comune la tua vita sarà considerata manchevole e con delle lacune incolmabili.
a volte non ci penso alle mie lacune, però a volte vorrei affrontarle di botto ma non ce la faccio e torno al punto di partenza.
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11-05-2022, 21:52
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#33
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Esperto
Qui dal: Oct 2014
Messaggi: 12,385
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Quote:
Originariamente inviata da FolleAnonimo
E questo vale anche per tutto il resto.
Se non hai lavorato che hai fatto? Ti sei laureato un paio di volte? Hai suonato in una rock band in giro per l'Europa?
Non ci arrivano, non comprendono cosa significa non fare niente.
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Ma tutto il ragionamento a monte è senza senso per me...anche se una persona non ha fatto niente, e le andava bene così, dove sta il problema? Bisognerebbe guardare solo e soltanto il presente, com'è la persona in quel momento? simpatica? antipatica? rispetta gli altri? non li rispetta?
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11-05-2022, 22:08
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#34
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Esperto
Qui dal: Oct 2013
Messaggi: 13,443
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Quote:
Originariamente inviata da Nightlights
Ma tutto il ragionamento a monte è senza senso per me...anche se una persona non ha fatto niente, e le andava bene così, dove sta il problema? Bisognerebbe guardare solo e soltanto il presente, com'è la persona in quel momento? simpatica? antipatica? rispetta gli altri? non li rispetta?
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poi vai a un colloquio di lavoro o a un primo appuntamento e ti fanno il terzo grado chiedendoti financo il nome della maestra dell'asilo.
finché uno vive nella propria mente ok, ma il contatto con la realtà è brusco e col presente ci puoi parlare i primi secondi, poi il maledetto passato lo devi cacciarlo sul piatto.
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11-05-2022, 22:13
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#35
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Esperto
Qui dal: Oct 2014
Messaggi: 12,385
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Quote:
Originariamente inviata da FolleAnonimo
Cosa hai studiato? Che lavoro fai? Quali sono i tuoi passatempi?
Il desiderio di conoscere le tue tappe, valutarti come essere umano, misurare il rispetto che ti devono dare.
E quando non ti chiedono più niente arrivano gli sguardi confusi e innoriditi, sei diventato il sub-umano.
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Si potrebbe rispondere: ho studiato poco e svogliatamente, al momento lavoro perchè è necessario, oppure non lavoro perchè non è necessario, i miei passatempi sono internet e vedere come la pensano gli altri...oppure se ce n'è qualcuno in particolare dirlo anche...ma senza vergogna...le persone che valutano gli altri in questo modo non sono degne di considerazione, sono le qualità umane che contano per riuscire ad avere rapporti di qualità (ti parlo da persona che ha lavorato, e non lavorato, ha studiato ma "non si applicava abbastanza" ecc...).
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11-05-2022, 22:18
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#36
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Esperto
Qui dal: Oct 2014
Messaggi: 12,385
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Quote:
Originariamente inviata da Varano
poi vai a un colloquio di lavoro o a un primo appuntamento e ti fanno il terzo grado chiedendoti financo il nome della maestra dell'asilo.
finché uno vive nella propria mente ok, ma il contatto con la realtà è brusco e col presente ci puoi parlare i primi secondi, poi il maledetto passato lo devi cacciarlo sul piatto.
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Nel caso di un colloquio lavorativo un pò di manfrina bisogna farla ovviamente, ma fuori da lì fingere o inventarsi storie non serve a niente. Nei rapporti informali, se si nota che la persona che si ha di fronte vuole sentirsi raccontare cose strabilianti e via dicendo, si può anche spararle grosse, lo fanno tutti che ti credi...
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11-05-2022, 22:35
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#37
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Esperto
Qui dal: Oct 2014
Messaggi: 12,385
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Quote:
Originariamente inviata da FolleAnonimo
È una valutazione molto comoda se non per il fatto che queste realtà nascono proprio nei momenti più critici.
(Primo l'esempio del colloquio di lavoro dove è obbligatorio risultare necessari).
Ma anche nella conoscenza casuale, quando sei alla canna del gas e non vuoi fare scappare quella persona che per miracolo ti si è avvicinata.
Anche fosse satana, o la persona più antipatica che puoi immaginare, non ti puoi permettere di rifiutarla a un certo punto.
Crolla tutta la logica, i castelli di carta, non c'è più nessuna dignità, ne hai bisogno e basta.
E cosa fai? Ti metti a dire a quella persona, senza vergogna, che sei disagiato?
Stare zitti sarà sempre la regola d'oro, al massimo.
Ma sarai messo alle strette, e io non ho studiato perché ero svogliato, e non lavoro perché non è necessario.
Io sono cosi perché non riesco a essere diverso da come sono.
I miei passatempi non sono interessi, tutto quello che faccio lo dimentico il giorno dopo.
Esiste solo il presente che nessuno vuole.
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Nel caso lavorativo, dire che si ha bisogno di lavorare per sopravvivere NON VUOL DIRE essere disagiati. E' la realtà del mondo in cui si vive, non c'è nulla di cui vergognarsi. Tutto il resto è vita privata, e in quel contesto purtroppo la realtà è dura e in certi casi diventa necessario fare buon viso a cattivo gioco, cioè fare in maniera che gli altri rompano le scatole il meno possibile. Lo so benissimo anch'io.
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11-05-2022, 22:37
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#38
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Esperto
Qui dal: May 2021
Messaggi: 2,090
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Quote:
Originariamente inviata da FolleAnonimo
È una valutazione molto comoda se non per il fatto che queste realtà nascono proprio nei momenti più critici.
(Primo l'esempio del colloquio di lavoro dove è obbligatorio risultare necessari).
Ma anche nella conoscenza casuale, quando sei alla canna del gas e non vuoi fare scappare quella persona che per miracolo ti si è avvicinata.
Anche fosse satana, o la persona più antipatica che puoi immaginare, non ti puoi permettere di rifiutarla a un certo punto.
Crolla tutta la logica, i castelli di carta, non c'è più nessuna dignità, ne hai bisogno e basta.
E cosa fai? Ti metti a dire a quella persona, senza vergogna, che sei disagiato?
Stare zitti sarà sempre la regola d'oro, al massimo.
Ma sarai messo alle strette, e io non ho studiato perché ero svogliato, e non lavoro perché non è necessario.
Io sono cosi perché non riesco a essere diverso da come sono.
I miei passatempi non sono interessi, tutto quello che faccio lo dimentico il giorno dopo.
Esiste solo il presente che nessuno vuole.
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Ma io credo che nelle nostre situazioni l'unica è mentire, a meno che non sia una persona la quale sai per certo che non ti giudicherà, o inizierà a guardarti storto. Io con alcune persone ho detto "sto cercando lavoro" due anni fa, dopo qualche mese si sono accorti che ero disagiato e hanno cominciato a prendermi per il culo, funziona così dalle mie parti e penso ovunque, mai farsi vedere con certi vissuti, incomprensibili dai più, come biasimarli, per gli altri è tutto naturale, come fai a spiegare certe robe? Preferiscono un vissuto criminale paradossalmente, è più accettato del non fare nulla tra le quattro mura domestiche e avere paura dei propri simili all'esterno.
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11-05-2022, 23:20
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#39
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Esperto
Qui dal: Oct 2013
Messaggi: 13,443
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una volta una ragazza mi ha chiesto domande molto intime, mettendomi alle strette. da lì ho capito che o sei un bravissimo attore oppure è finita.
se vi chiedono il posto più strano dove lo avete fatto, le vostre pratiche sessuali preferite, vorrei vedervi mentire a sangue freddo.
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12-05-2022, 08:31
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#40
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Esperto
Qui dal: Aug 2016
Messaggi: 2,261
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Non esistono ufficialmente, ma non si può pensare per esempio di laurearsi a 32 anni, e di pensare che gli altri la vedano come una cosa normale perchè abbiamo "i nostri tempi".
Ci sono tappe, imposte dalla biologia o dalla società in cui bene o male viviamo, che non si possono ignorare più di tanto.
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