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20-09-2017, 03:58
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#1
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Intermedio
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Tra il dire e il fare
Messaggi: 267
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Mi sento uno stupido,perché non si può passare la vita ad avere paura degli altri,e anche se sembra una frase fatta,penso sempre che la vita è una sola e non voglio sprecarla,eppure a periodi alterni ricasco in tutte queste paranoie,ansie e problemi vari.Prima la cosa che mi confortava era che le mie ansie e paranoie rimanevano solo mie ,nessuno se ne accorgeva e potevo farci i conti la notte,da solo,ora le cose sono cambiate e tutto è alla luce del sole... Razionalmente,realizzo che non avrei nulla di cui aver paura dato non ho nessun problema grave,ne fisico ne familiare eppure continuo a farmi paranoie insensate sempre pensando agli altri e al loro stupido giudizio.Penso che in fin dei conti ci voglia solo un po' di "cattiveria" in più come ce l'hanno gli altri ,il loro fottuto giudizio non conta niente e se vogliono ridere che ridano pure perche empatia,sensibilità e valori più grandi per me valgono più di mille persone insensibili che giudicano male e deridono chi non è come loro. Bisogna solo capire che quando ci facciamo abbattere dai giudizi e pensieri degli altri,stiamo regalando loro la nostra VITA ,non soldi non oggetti ma emozioni,pensieri e tempo ... La vita è nostra e nessuno ce la deve condizionare ,ogni volta che mi succede mi sale una rabbia assurda..e penso che devo cambiare, che devo poter vivere in serenità come tutti.
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20-09-2017, 04:56
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#2
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Near Milan
Messaggi: 3,973
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Quote:
Originariamente inviata da Lazy
Mi sento uno stupido,perché non si può passare la vita ad avere paura degli altri,e anche se sembra una frase fatta,penso sempre che la vita è una sola e non voglio sprecarla,eppure a periodi alterni ricasco in tutte queste paranoie,ansie e problemi vari.Prima la cosa che mi confortava era che le mie ansie e paranoie rimanevano solo mie ,nessuno se ne accorgeva e potevo farci i conti la notte,da solo,ora le cose sono cambiate e tutto è alla luce del sole... Razionalmente,realizzo che non avrei nulla di cui aver paura dato non ho nessun problema grave,ne fisico ne familiare eppure continuo a farmi paranoie insensate sempre pensando agli altri e al loro stupido giudizio.Penso che in fin dei conti ci voglia solo un po' di "cattiveria" in più come ce l'hanno gli altri ,il loro fottuto giudizio non conta niente e se vogliono ridere che ridano pure perche empatia,sensibilità e valori più grandi per me valgono più di mille persone insensibili che giudicano male e deridono chi non è come loro. Bisogna solo capire che quando ci facciamo abbattere dai giudizi e pensieri degli altri,stiamo regalando loro la nostra VITA ,non soldi non oggetti ma emozioni,pensieri e tempo ... La vita è nostra e nessuno ce la deve condizionare ,ogni volta che mi succede mi sale una rabbia assurda..e penso che devo cambiare, che devo poter vivere in serenità come tutti.
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Alla parte in neretto non ti resta che crederci con tutto te stesso, metterci rabbia, lasciare da parte la sensibilità e la bontà d'animo ed essere consapevole che se la mettiamo pure in questo ragionamento ci facciamo sempre e solo del male...perdoniamo, accettiamo e subiamo.
Io sono riuscito ad interiorizzarla ed utilizzarla il più spesso possibile, proprio partendo dal fatto che altrimenti lede me stesso. Ero stufo di farmi del male, e di subire la freddezza e la strafottenza degli altri, tanto per il 90% delle persone la sensibilità, la gentilezza ecc. sono uno spreco, è come dare le perle ai porci. Devi riversare questa rabbia che sicuramente da qualche parte hai accumulato, ma che spesso negli introversi e timidi è ben nascosta e tramutata apparentemente in paura e nel fatto che non c'è nulla da arrabbiarsi, perché gli altri son migliori è un dato di fatto...CAZZATE. Noi siamo meglio degli altri perché la bontà d'animo è cosa rara, e visto che non'è apprezzata, usiamo la stessa moneta...non si tratta di cambiare radicalmente modo di essere, perché sarebbe impossibile, ma di cambiare modo di fare, e solo parzialmente modo d'essere. E' questione di abitudine, di rigore, e di intrasigenza. Gli altri SONO così noi impariamo ad ESSERLO per il nostro bene. Prima lo capiamo meglio è.
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20-09-2017, 07:47
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#3
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,197
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Ma essere migliori o peggiori rispetto a cosa?
A me poi alla fine non interessa nemmeno essere migliore in qualche senso, il vero problema per me è che socialmente se certe cose non le sai fare vieni escluso da qualsiasi comunità e qualsiasi forma d'amore.
Per questo poi a me discorsi del tipo io sono migliore/loro sono peggiori e viceversa non mi interessano nemmeno più di tanto.
Mi interessa in concreto il fatto che se io sono fatto così e così non posso vivere o ottenere certe cose (a differenza di altri), da questo dipende poi la mia rabbia. Questo tipo di gerarchie o regole (se non fai o sei questo non ottieni quest'altro) non le ho create di certo io con la mia mente, ci sono ed esistono in giro.
Io non posso dirmi semplicemente che sono cazzate se ho davanti agli occhi quel che vedo. Se queste regole saltassero per aria potrei convincermi che sono tutte cazzate, ma fino ad ora a me sembra stiano sempre in piedi.
Non capisco nemmeno cosa ci sia da capire ancora in tutto questo giochetto.
C'è forse una forma di invidia nei confronti dell'esistenza di altre persone perché nella nostra poi mancano certe cose, la gerarchia migliore/peggiore la viene a creare quel che si può ottenere essendo fatti in certi modi, noi vogliamo ottenere certe cose ed osserviamo che per ottenerle si DEVE esser fatti in certi modi (che magari non riusciremo a reggere e magari ci infastidiscono anche).
In tutto questo per me c'è un senso di costrizione, perché regole del tipo "Se non fai così non ottieni questo" non ce le siamo creati da soli. Mi fanno ridere quesi tizi della TCC che parlano di DOVERIZZAZIONI, come se una persona volesse andare a lavorare perché s'è creata un dovere mentale. Magari va a lavorare (facendo magari qualcosa che detesta) perché le servono dei soldi e se non ci va questi non li ottiene e non saprebbe come attenerli in altri modi, ma non ci va volentieri né perché si è creata un dovere mentale per sfizio.
Se le abbiamo create da soli regole del genere allora perché poi anche chi dice che son tutte cazzate poi suggerisce ad una persona che dovrebbe (verbo dovere sempre) cambiare in certi sensi se desidera ottener certe cose? Questa poi non è una doverizzazione?
C'è un'enorme incoerenza in certi discorsi per me, per questo non riescono ad attecchire e nemmeno il singolo riesce poi a convincersi di queste cose. Se io sono migliore adesso (migliore nel senso mio di prima e non astratto e scollato da tutto il resto, perché in tal senso si potrebbe sostenere tutto e il contrario di tutto) perché vengo preferito ad altri, mi pagano uno schifo, e vengo trattato così male?
Chiaro che si è preoccupati di non essere all'altezza o non venir ritenuti amabili, in tal senso una persona magari si sente peggiore, ma è un senso sociale e condiviso di peggiore (dipende da molte variabili esterne), non è affatto soggettivo.
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Ultima modifica di XL; 20-09-2017 a 08:43.
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20-09-2017, 12:05
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#4
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Near Milan
Messaggi: 3,973
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Invece imho è gran parte soggettivo.
Ovviamente ci sono casi e casi...c'è l'auto-esclusione sociale principalmente per timori vari, e c'è l'auto-esclusione per molti rifiuti da parte degli altri che ci fanno considerare non adatti, non competenti in materia di socializzazione.
Queste due macro-categorie però possono avere un confine molto sottile e possono essere anche intersecate in una stessa persona.
Il vederla in modo soggettivo ci può permettere di riversare la rabbia nel volerci riuscire, una rabbia positiva, e non invece sprecarla su temi filosofici e generalisti "il mondo è inadatto a me", "sono nato diverso e sarà per sempre così", questi pensieri non devono esistere altrimenti non si và da nessuna parte, il miglioramento può sempre esserci in ognuno di noi, se si hanno sempre questi pensieri che diventano convinzioni ci si taglia le gambe da soli.
Non c'è nulla di diverso...ci sono traumi che ci cambiano e che ci rendono inadatti, ma questo non vuol dire che possiamo lavorarci sopra e migliorare la situazione.
Poi è ovvio che l'aspettativa di sè stessi è fondamentale. Che non saremo mai super-socialosi e mondani è abbastanza palese, l'aspettativa non può essere alta, altrimenti si sviluppa altra rabbia passiva x l'irraggiungibile.
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Ultima modifica di Crystal; 20-09-2017 a 12:07.
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20-09-2017, 13:09
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#5
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Esperto
Qui dal: May 2015
Messaggi: 3,144
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Il discorso è giusto se si realizza di non avere altri problemi oltre al timore del giudizio (cosa di cui già in buona parte ho imparato a fregarmene, eccetto forse se si toccano argomenti più "intimi"... come ad esempio la sessualità, lì possono essere "dolori")
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Ultima modifica di iturbe89; 20-09-2017 a 13:30.
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20-09-2017, 15:08
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#6
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Esperto
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: Infinitamente nel tuo pensiero.
Messaggi: 3,181
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Questi pensieri li hanno un po' tutti solo che in alcuni sono molto accentuati.
Secondo me può dipendere dal essere stati molto criticati e aver ricevuto una educazione anche fuori dalla famiglia es scuola, molto pretenziosa. Essere cresciuti con responsabilità non adatte all'età.
E avere delle fragilità emotive con la conseguenza di una maggiore sensibilità.
Poi non essere accettati-amati veramente porta a queste conseguenze.
Siamo sempre alla ricerca della perfezione perché secondo noi (sbagliando) essere bravi, significa apprezzamento e amore.
Secondo me queste tensioni, imbarazzi, paure e vergogne del giudizio altrui si appianano con la vera accettazione-affetto.
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Ultima modifica di Noriko; 20-09-2017 a 15:15.
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20-09-2017, 15:16
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#7
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,197
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Quel che volevo dire è che anche il discorso "loro non sono meglio" neanche serve se poi tu non sei persuaso a vivere in certi modi e non avere certi tipi di relazioni ed in fondo non ti sta bene. Queste regole qua poi sono oggettive non è che le puoi cambiare col pensiero, puoi cambiare te stesso (in una certa misura) per adattarlo alle regole, ammesso che poi dal tuo punto di vista ne valga la pena e la cosa non vada troppo in conflitto con altro.
Chiaro che se ti sta bene avere certe aspettative e vivere in certi modi non si pone alcun problema, puoi star bene anche se abiti in un cassonetto della spazzatura.
Spesso penso che le persone che vengono etichettate come malate di mente il più delle volte abbiano ragione in qualche modo, son matte solo perché dicono qualcosa che è vero in modo strambo (anche perché ai più la cosa risulta disturbante e fastidiosa).
Marco Messeri è un bravo attore, impersona spesso personaggi disadattati.
Non dico di arrivare a questi livelli, ma poi nemmeno una persona si può raccontare di star bene se bene poi non sta e che si risolve tutto abbassando le aspettative quando poi magari sa benissimo che ce le ha e son parte di lei anche tutte queste aspettative e questi desideri.
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Ultima modifica di XL; 20-09-2017 a 15:41.
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20-09-2017, 16:17
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#8
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Esperto
Qui dal: Nov 2014
Ubicazione: sotto il letto
Messaggi: 4,296
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Discussione interessante, son d'accordo un po' con tutti... forse i termini "migliore/peggiore" non rendono al meglio quello che secondo me intendeva Lazy, è più questione di imparare a gestire e in molti casi a dissimulare (per necessità) la propria diversità/eccesso di sensibilità, che un confronto "qualitativo". Però sono d'accordo anche con XL... come si fa ad inventarsi di stare bene se non reprimendo quello che ci passa dentro,al mero scopo di sopravvivere ( se non si trova alcun riscontro di conformità tra il proprio mondo e la realtà esterna)? E come può questo non comportare un vissuto di grande disagio interiore (invalidando di fatto la propria convinzione di star bene)?
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Ultima modifica di DownwardSpiral2; 20-09-2017 a 16:35.
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20-09-2017, 18:46
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#9
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Near Milan
Messaggi: 3,973
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Quote:
Originariamente inviata da DownwardSpiral2
Discussione interessante, son d'accordo un po' con tutti... forse i termini "migliore/peggiore" non rendono al meglio quello che secondo me intendeva Lazy, è più questione di imparare a gestire e in molti casi a dissimulare (per necessità) la propria diversità/eccesso di sensibilità, che un confronto "qualitativo". Però sono d'accordo anche con XL... come si fa ad inventarsi di stare bene se non reprimendo quello che ci passa dentro,al mero scopo di sopravvivere ( se non si trova alcun riscontro di conformità tra il proprio mondo e la realtà esterna)? E come può questo non comportare un vissuto di grande disagio interiore (invalidando di fatto la propria convinzione di star bene)?
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Ma non esiste "inventare" di stare bene e mentire a se stessi..."reprimere" come dici giustamente tu significa stare male in un altro modo, anzi probabilmente due volte...E' ovvio che il riavvicinamento alla società ed al non avere paura di affrontare gli altri, passa dalla rielaborazione del trauma/i, che causano uno schema che causa la paura. La razionalità di giudizio degl'altri e di se stessi deve esserci per forza. E' l'irrazionalità che crea la fobia che deve sparire. Poi al netto di quella uno può stare bene, uno benino, uno discretamente...ecc. ma il miglioramento c'è e va ricercato.
Così da un giorno all'altro non si diventa nulla.
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20-09-2017, 19:56
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#10
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Esperto
Qui dal: Oct 2016
Messaggi: 2,418
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parole sante
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20-09-2017, 20:22
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#11
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Esperto
Qui dal: Apr 2009
Ubicazione: Provincia di Torino
Messaggi: 6,235
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Io continuo a essere convinto che gli altri siano meglio (rispetto a me, ovviamente).
Più atletici, più vivaci, con più interessi, meno imbranati, più bravi a comunicare.
Mi salvo solo sul piano dell'intelligenza (o almeno così dicono).
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20-09-2017, 20:56
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#12
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Esperto
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: qui vicino
Messaggi: 31,210
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Quote:
Originariamente inviata da Suttree
Io continuo a essere convinto che gli altri siano meglio (rispetto a me, ovviamente).
Più atletici, più vivaci, con più interessi, meno imbranati, più bravi a comunicare.
Mi salvo solo sul piano dell'intelligenza (o almeno così dicono).
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ma no, meglio o peggio lo decidiamo noi applicando dei parametri nostri, influenzati dalla società moderna oppure da nostre inclinazioni particolari
ad esempio c'è quello che nel tuo caso si sente superiore al mondo perchè è intelligente
sbaglia pure lui, non esiste meglio o peggio, ognuno è diverso ed ognuno ha la possibilità di avere un posto nel mondo
poi chiaro che sono ragionamenti a mente fredda, a livello inconscio è molto più difficile evitare confronti o autovalutazioni distorte
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20-09-2017, 21:41
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#13
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Esperto
Qui dal: Nov 2014
Ubicazione: sotto il letto
Messaggi: 4,296
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Quote:
Originariamente inviata da Crystal
Ma non esiste "inventare" di stare bene e mentire a se stessi..."reprimere" come dici giustamente tu significa stare male in un altro modo, anzi probabilmente due volte...E' ovvio che il riavvicinamento alla società ed al non avere paura di affrontare gli altri, passa dalla rielaborazione del trauma/i, che causano uno schema che causa la paura. La razionalità di giudizio degl'altri e di se stessi deve esserci per forza. E' l'irrazionalità che crea la fobia che deve sparire. Poi al netto di quella uno può stare bene, uno benino, uno discretamente...ecc. ma il miglioramento c'è e va ricercato.
Così da un giorno all'altro non si diventa nulla.
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Hai ragione, ho usato il termine "inventare" perché, dopo un periodo estremamente positivo rispetto agli anni precedenti ( e non ci ho messo un giorno per renderlo tale), ora che sto ripiombando (diciamola tutta...ci sto di nuovo dentro fino al collo ) nei vecchi schemi sto rivalutando questa esperienza positiva come il frutto di una serie di convinzioni imposte, dettate da una necessità "fisiologica" di sblocco strettamente legata, oltre che alla salute del mio organismo (fisico-psichica), alla sopravvivenza nel futuro prossimo e remoto (che in questo momento sarei tentato di chiamare "lucida rassegnazione allo stato di cose").Effettivamente durante quel periodo il mio stato di benessere era quanto mai reale, e mai mi sarei sognato di poterlo rielaborare come una costruzione artificiosa, probabilmente a parlare così è la disfunzionalità del mio vecchio schema, di cui uno dei pilastri è appunto il sabotaggio dei momenti positivi. Volevo scrivere una serie di cose sul fatto che oltre agli aspetti irrazionali delle fobie (nel mio caso dell'evitamento e dell'ansia) ci sono una serie di aspetti decisamente razionali estremamente negativi, per riallacciarmi a quello che ha scritto XL, che a mio parere nessuna psicoterapia potrà mai scalfire, perché mica tutto è frutto di una distorsione cognitiva, ma stavo facendo un po' di casino e ho cancellato.
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Ultima modifica di DownwardSpiral2; 20-09-2017 a 21:44.
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20-09-2017, 23:53
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#14
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Via da qui
Messaggi: 1,688
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Quote:
Originariamente inviata da Suttree
Io continuo a essere convinto che gli altri siano meglio (rispetto a me, ovviamente).
Più atletici, più vivaci, con più interessi, meno imbranati, più bravi a comunicare.
Mi salvo solo sul piano dell'intelligenza (o almeno così dicono).
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Credo dipenda dal tipo di intelligenza di cui si è dotati, le social skill sono importanti ma se supportate da una sufficiente intelligenza sociale allora sei a cavallo.
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21-09-2017, 08:41
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#15
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Near Milan
Messaggi: 3,973
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Quote:
Originariamente inviata da DownwardSpiral2
nei vecchi schemi sto rivalutando questa esperienza positiva come il frutto di una serie di convinzioni ... probabilmente a parlare così è la disfunzionalità del mio vecchio schema
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Ti capisco perché anche a me succedeva/succede la stessa cosa, anche se i momenti bui in cui getto merda sui passi positivi fatti sono molto corti (ore-giorni)...
La prossima volta che rivedrai positivo prova con tutto te stesso non a farti sorprendere dalla positività delle cose, ma a credere fortemente che sei stato tu a poterle avere, e non'è stata una manna dal cielo, convinci la tua mente e te stesso che sei stato tu con una cazzo di fatica immane a raggiungere quegli stati mentali non'è stato il caso oppure un "permesso premio" della fobia e della tua parte che ragiona in modo disfattista...prendila come una sfida. Tu hai ragione, sempre, non la tua parte pessimista e amorale.
E anche ora, che è difficilissimo, prova ad infilarci spesso pensieri come:" no, adesso non sono io, io sono un ragazzo sereno, questi problemi li conosco, li ho affrontati e li ho battuti in passato", al momento ti sembreranno inutili, senza senso e penosi, ma alla lunga possono servire. Metticeli spesso anche se ti fanno sentire quella sensazione di pena che da un fastidio terribile.
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