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Vecchio 02-10-2012, 15:01   #21
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Originariamente inviata da barclay Visualizza il messaggio
Qui ci sta bene la solita citazione sulle terapie d'urto… Curare una persona con l'elettroshock è come prendere a pugni un televisore per aggiustarne la frequenza (F. Basaglia)
parlando da tecnico ti posso assicurare che a volte funziona.
Vecchio 02-10-2012, 16:14   #22
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L'avatar di Yumenohashi
 

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Originariamente inviata da Marco Russo Visualizza il messaggio
parlando da tecnico ti posso assicurare che a volte funziona.
Parlando da profana anch'io posso assicurare che a volte funziona
Vecchio 02-10-2012, 16:59   #23
Esperto
L'avatar di Inosservato
 

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Originariamente inviata da barclay Visualizza il messaggio
Qui ci sta bene la solita citazione sulle terapie d'urto… Curare una persona con l'elettroshock è come prendere a pugni un televisore per aggiustarne la frequenza (F. Basaglia)
hai proprio sbagliato esempio....sinceramente....è mai successo che due pacche ben assestate non abbiano funzionato per aggiustare la tv?
Vecchio 02-10-2012, 17:07   #24
Esperto
L'avatar di barclay
 

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Originariamente inviata da Inosservato Visualizza il messaggio
hai proprio sbagliato esempio....sinceramente....è mai successo che due pacche ben assestate non abbiano funzionato per aggiustare la tv?
UFFAAA! Prendetevela con Basaglia
Vecchio 02-10-2012, 18:10   #25
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L'avatar di Lino_57
 

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Originariamente inviata da barclay Visualizza il messaggio
UFFAAA! Prendetevela con Basaglia
Non preoccuparti: aveva proprio ragione Basaglia: la "botta" al televisore andava bene con i vecchi TV, specie quelli a valvole: spesso era solo un contatto, ed uno scossone poteva far riprendere vita all'elettrodomestico. Purtroppo la mente umana è più complicata del già di per sé complicato TV, e comunque, se il guasto al televisore è di una certa entità, non basta di sicuro una botta... Figuriamoci per un essere umano, al quale la "botta" si dà sotto forma di scarica elettrica (per quanto in anestesia totale)...
Vecchio 02-10-2012, 18:24   #26
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Originariamente inviata da Lino_57 Visualizza il messaggio
Non preoccuparti: aveva proprio ragione Basaglia: la "botta" al televisore andava bene con i vecchi TV, specie quelli a valvole: spesso era solo un contatto, ed uno scossone poteva far riprendere vita all'elettrodomestico. Purtroppo la mente umana è più complicata del già di per sé complicato TV, e comunque, se il guasto al televisore è di una certa entità, non basta di sicuro una botta... Figuriamoci per un essere umano, al quale la "botta" si dà sotto forma di scarica elettrica (per quanto in anestesia totale)...
afaik l'elettrochoc in alcuni casi è ancora usato. Basaglia sicuramente era critico in ragione di una certa leggerezza, all'epoca, nella prescrizione della terapia elettroconvulsiva (robert m. pirsig ne sa qualcosa), ma come poi fu per la legge che porta il suo nome bisogna stare attenti a non gettar via il bambino con l'acqua sporca.
In alcuni casi pugni e calci possono sistemare un computer o un televisore, e in alcuni casi calci metaforici servono pure per determinate persone.
Vecchio 02-10-2012, 23:16   #27
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Finalmente un po' di tempo per rispondere a tutti!

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Originariamente inviata da chris84 Visualizza il messaggio
direi che vale la pena tentare!
se nel corso di anni i lenti miglioramenti non sono serviti, o non ci sono stati, direi che non c'è niente da perdere..
poi si deve valutare da caso a caso
Ma si decide lo strappo? O è una tensione insanabile che si è accumulata nel corso del tempo, e alla fine diventa insostenibile per la persona?
Io ho letto storie molto brutte su questo forum, perciò non pretendo di assurgere a modello di fobico doc, però durante i 18/19 mi sono isolato piuttosto nettamente (scuola, sport, amicizie.. passavo tutto il giorno in chat e basta, uscivo solo per andare dalla psicologa). La mia condizione mi sembrava insostenibile e vergognosa, eppure sapevo che avevo bisogno di riprendermi, e poi volevo quelle cose "normali" che un ragazzo "normale" alla mia età desiderava: una ragazza e fare sesso la prima volta.
Sono stati questi miei desideri a rendermi inevitabile lo "strappo", sotto forma di accettare un incontro con una ragazza che ha insistito tanto per vedermi, io che non volevo neanche scambiare le foto.

Quindi questo tuo "val la pena tentare" mi fa riflettere, siamo sicuri?
Siamo sicuri che ci sia una decisione dietro questo genere di azioni, e non siamo invece prede dei nostri desideri, delle nostre paure, delle nostre tensioni e delle nostre contraddizioni interne?

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Originariamente inviata da Inosservato Visualizza il messaggio
questo metodo a mio parere è necessario solo in alcuni ambiti che io ritengo fondamentali, primo fra tutti il lavoro e lo studio (perlomeno a livello scuola dell'obbligo)
per quanto riguarda i rapporti sociali superflui non ce bisogno di forzare la mano a tutti i costi
Mah, nel mio caso è stato proprio il bisogno di rapporti sociali a far insorgere lo strappo.
Secondo te ce l'avrei potuta fare anche senza di questo, con regolarità?

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Originariamente inviata da Aree Visualizza il messaggio
Strappo mi sembra quasi sinonimo di dimostrazione
del tipo "vedi ora che hai provato capisci che nessuno ti ha mangiato"

se ho capito il significato di ciò che hai scritto dico che secondo me non funziona, o meglio, mettersi alla prova, "trasgredire" (i propri limiti) , tentare, per me sono sempre stati rimedi temporanei
se una mia amica invita Tizio a casa il blocco forse, dopo averlo conosciuto, cede ma se il giorno dopo questa amica invita Caio io sono punto e a capo, mi sento esattamente come il giorno prima prima di conoscere Tizio, perchè la dimostrazione l'ho avuta solo nei confronti di Tizio e non di tutte le persone esistenti.
Un altro esempio che mi viene in mente è quello di iscrivermi ad un qualunque corso, se per un mese frequento il corso di pittura probabilmente il blocco del primo giorno, col passare di altri 29, un po' si attenua, ma se il mese dopo m'iscrivo al corso di recitazione, nuove persone, nuovo ambiente ecc il primo giorno mi sentirò esattamente come il primo giorno al corso di pittura, quindi fondamentalmente non c'è stato alcun progresso.

Credo che gli "strappi" siano solo un metodo da affiancare ad uno principale che non so quale possa essere, forse la terapia.

Perdonami se questa risposta non c'entra niente con ciò che hai scritto : /
In effetti 10 anni fa ero in terapia. Penso che tu possa aver ragione, è un buono spunto di riflessione.
In un altro thread dicevo che commettere errori senza capirli era come per una vespa continuare a tentare di uscire da una finestra sbattendo contro il vetro.
Lo strappo può essere un tentativo fruttuoso o infruttuoso, ma senza la capacità di capitalizzare successi e insuccessi al fine di ottenere una crescita personale, uno può fare tutti gli strappi che vuole e non gli serviranno niente... sostieni quello?
Mi sa che ti devo dare ragione.

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Originariamente inviata da berserk Visualizza il messaggio
Azzardo una ipotesi:supponiamo che io non stia bene come sto: ogni giorno ne ho la prova.Rispetto a questa premessa ci sono due possibilità:

1-Assumo come ineluttabile questa condizione in quanto naturale,allora è inutile per definizione ed etimologia lottare,non ci si può opporre.

2-Sono convinto che questa mia situazione non è destinata necessariamente a ripetersi all'infinito;perché passi da una situazione ad un'altra, è però funzionale l'azione:senza azione non ho,in altri termini, nessuna possibilità di trasformazione( intesa quest'ultima come punto di attacco al vero sé).

Se si propende per la seconda,allora metterai in atto delle strategie per giungere a quel cambiamento(ripeto non intenso come distorsione del proprio essere o di ciò che avverti come tale):ti muoverai a piccoli passi o procederai per strappi?A mio parere la domanda è mal posta o meglio è sbagliata:per quanto si possano prevedere e attuare tappe di avvicinamento ad un' azione(premessa del passaggio da una situazione ad un'altra),quest'ultima attua e implica sempre e comunque uno strappo:c'è un prima e un dopo,c'è una situazione A e una B.

Esempio:vorresti uscire con una ragazza.

Situazione A-non sono ancora uscito con quella ragazza

Situazione B-sono uscito con quella ragazza

Tra le due situazioni, ipotizziamo,la conoscenza virtuale o reale (facciamo finta sia la stessa cosa ),ma questa fase di mezzo cos'è?E' ancora A,quindi in realtà non hai attuato nessun cambiamento ovvero c'è solo un 'illusione di cambiamento.E come si fa passare da A a B?attraverso un'azione coerente con i tuoi desideri o attese,ovvero attraverso the snatch.

P.S sto cercando di capirmi,mi scuso in anticipo se non sono stato chiaro.
intendi dire che la mia percezione di (dis)continuità è distorta, e quella che vedo come discontinuità in realtà non è altro che una discontinuità dalla granularità maggiore rispetto a tutte le discontinuità presenti in un discorso? E' un buono spunto di riflessione.
Alla fine tra il compiere l'azione x e il non compierla non esistono vie di mezzo.
Non posso ad esempio uscire di casa a metà.
Lo strappo tuttavia in questo caso potrebbe essere ridefinito come quell'azione che rappresenta il superamento di un gradino di difficoltà dall'altezza insolitamente maggiore rispetto ai consuetudinari.
Io ero chiuso in casa e passavo le giornate in chat, ma andavo ogni fine settimana dalla psicologa col motorino. Ho ripreso con la scuola, è stato anche quello un piccolo strappo. Ho trovato lavoro. Ho provato ad uscire con gli amici di mia sorella, quando ho iniziato a star meglio.
Il fatto è che il circolo virtuoso si è alimentato solo grazie a quel passo da gigante per me che è rappresentato dall'aver incontrato una ragazza che mi piaceva e mi atterriva allo stesso tempo. Una ragazza che neanche volevo vedere in foto.
Lo strappo è quella lacerazione da cui poi passa tutto il resto. Fare amicizia con gente che mi veniva presentata, da lì in poi, è diventato triviale. Prima di quell'episodio, era un casino.

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Originariamente inviata da cenerella Visualizza il messaggio
Io sono convinta piuttosto che per cambiare davvero deve accadere qualcosa di profondamente sconvolgente nell'animo, diciamo una sorta di "trauma". Non deve essere necessariamente qualcosa di negativo, forse esagero ma non credo che buttarsi sia sufficiente, o almeno non funziona per tutti. Nonostante abbiamo in comune l'introversione e la fs non significa che tutti affrontiamo le situazioni sociali alla stessa maniera.
sì, penso anche io che serva qualcosa di negativo. Rispondendo a chris mi sono reso conto che bisogna ci sia una tensione interiore.
Non necessariamente a un trauma, credo più nel potenziale delle piccole cose, dei piccoli episodi. Un malessere continuo e opprimente, che si somma di giorno in giorno, fino a diventare insostenibile.
Vecchio 02-10-2012, 23:16   #28
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Originariamente inviata da lonely heart Visualizza il messaggio
Anche io la penso così poi magari divento peggio, ho sempre pensato che ci vuole qualcosa che mi sconvolga un pò, e che mi faccia scattare qualcosa dentro... Io intendo questo come "strappo"
tensione.... ritorniamo lì.

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Originariamente inviata da Raskolnikov Visualizza il messaggio
il problema dello strappo è che dovrebbe essere istantaneo "ok esco" e in una frazione di secondo ti ritrovi dalla tua stanza in mezzo alla piazza o al locale già vestito di tutto punto; altrimenti è sufficiente che passino 30 secondi perché lo slancio venga frenato dalle mille paure e ansie e paranoie.
A me aiuta in questi casi depersonalizzarmi. E' un lavoro di "meditazione" che faccio quando non riesco a concludere niente. Immagino di essere un oggetto, di essere una azione, di essere una marionetta che fa le cose che deve fare.
Non è certo facile, ci metto un paio di giorni minimo per entrare in questa modalità.
Ed è assai stancante, non duro tanto.

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Originariamente inviata da miakeli Visualizza il messaggio
Certo un trauma puo veramente far cambiare, ma se non arriva o se arriva tardi come si fa? Quindi per forza bisogna effettuare questo strappo ed e meglio farlo senza pensare nel modo sbagliato . PEr gestirle meglio credo che bisogna allenarsi a pensare in un determinato modo.
ma se non senti la tensione, la carica esplosiva, lo strappo non ti convincerà.
Man mano che rispondo a tutti mi rendo conto che lo strappo non è qualcosa che si può pianificare a tavolino.

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Originariamente inviata da Allocco Visualizza il messaggio
Mmm... capisco molto bene quanto dice Marco.
Personalmente.. sono un tipo da strappi.
Ma prima analizzo moooolto attentamente la situazione, e in genere ho un piano molto preciso.
Quindi... è come se premettessi una fase passiva-analitica ad una breve ed esplosiva che cambia le cose.

Per un paio d'anni studiai alle superiori il modo di liberarmi da alcune cose che mi infastidivano del mio essere.
Diplomato, sfruttai il nuovo ambiente accademico per concretizzare il progetto.. con un relativo successo.

Il problema è che la mente non cancella niente, per quel che ne so.
Quindi qualsiasi trauma, qualsiasi strappo, tende a trasformarsi in qualcosa d'altro. Che può essere più adatta alla persona, o no.
Per questo si tende ad affidarsi a professionisti che sappiano come funzionano queste trasformazioni.
Non si tratta solo di lobbismo.
Io ho corso il rischio, perché mi sentivo un "esperto". A volte penso che mi sia andata davvero di lusso. Non lo consiglierei.


P.S. curiosamente... anche scrivere sul forum è uno "strappo" per me.
Penso a cosa scrivere leggendo l'argomento, rifletto, costruisco mentalmente la cosa...
Poi scrivo di getto, e invio.

La differenza è che se qui sbaglio qualcosa.. poi posso editare, e lo faccio. O cancellare, e lo strafaccio.
Nella vita non funziona così. <- non sono sicuro di questa affermazione... forse anche nella vita si può "editare" in qualche modo... uhm...
l'analisi... la fase analitica come strumento per creare tensione... e quindi caricare lo strappo... senza dover necessariamente passare da un trauma o da un periodo negativo. Ottimo spunto!

Quote:
Originariamente inviata da Mr Bean Visualizza il messaggio
Si,la penso pure io cosi,e anzi ne ho appena fatto uno di strappo...è stato un po' goffo,però anche se è andato non benissimo,mi ha comunque dato sensazioi,sia prima che dopo,molto positive
l'importante è riuscire a capitalizzare successi e insuccessi. Non è così banale come può sembrare: gli errori fanno male e spesso preferiamo dimenticarceli che capire dove abbiamo sbagliato, e i successi a volte non li riconosciamo come frutto del nostro merito, ma come fortuna o caso.

Quote:
Originariamente inviata da Manuela.tr Visualizza il messaggio
nel mio caso sono spesso andati a vuoto i piccoli passi. hanno rappresentato una ulteriore procrastinazione del problema. servivano a me psicologicamente per stare tranquilla pensando che mancasse ancora tanto tempo prima di giungere al "doloroso", "faticoso" obiettivo. che puntualmente veniva poi tralasciato.
quindi di norma preferisco "superarmi" con tutto ciò che comporta
I piccoli passi difficilmente hanno aiutato pure me, per questo credo nei balzi e negli strappi!






Questo thread mi sta dando tanto, devo davvero ringraziarvi tutti per le risposte estremamente profonde e riflessive che ho letto.
Vecchio 02-10-2012, 23:40   #29
Avanzato
L'avatar di Rhoda
 

E' lo stesso presupposto che stava alla base della "cura" con l'elettroshock

...o del cazzottone (alla Fonzie) sulla vecchia televisione di famiglia quando faceva i capricci

Vale comunque la pena tentare
Vecchio 02-10-2012, 23:42   #30
Avanzato
L'avatar di Rhoda
 

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Originariamente inviata da barclay Visualizza il messaggio
Qui ci sta bene la solita citazione sulle terapie d'urto… Curare una persona con l'elettroshock è come prendere a pugni un televisore per aggiustarne la frequenza (F. Basaglia)
Ma no! Ho scritto la stessa identica cosa di Barclay, non avevo letto proprio tutti quanti i post della discussione!!

...vabbè, allora forse c'è qualcosa di vero
Vecchio 03-10-2012, 00:50   #31
Esperto
L'avatar di dentromeashita
 

beh io ho provato,ma poi non reggo a lungo termine,mi son strappato io,impari a nuotare si,ma poi vedi che fai fatica e sprofondi,...nel mio caso meglio tornare alla gradualità del...mettere le marcie una alla volta ....
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