Lo strappo
Inizio a pensare che in certi casi di blocchi non sia possibile migliorarsi senza uno "strappo". Una violazione profonda (e dolorosa!) dei propri limiti, una violenza imposta o autoimposta.
E' una mossa pericolosa e che se malsvolta può probabilmente portare al peggiorare dei blocchi, ma calibrata adeguatamente (come? boh!) può far superare l'ostacolo iniziale che preclude ogni azione necessaria per ulteriori miglioramenti. Ad esempio per diventare socialmente adeguati, è necessario interagire socialmente, ma se siamo chiusi in casa da anni e solo la presenza di una persona non conosciuta ci terrorizza, l'unica soluzione che vedo è "lo strappo". Trovare il modo più delicato e soft possibile per incontrare una persona non conosciuta che ci dà abbastanza fiducia da riuscire a sostenere l'interazione. Ma per quanto delicato e soft il modo, stiamo sempre parlando di una violenza. Secondo me i lenti miglioramenti in certi casi non sono possibili, che ne pensate? |
Re: Lo strappo
Quando uno è introverso di base gli strappi servono solo a faticarlo..la base resta la stessa..diverso per un estroverso un pochino timido..per quelli sono d'accordo che vada bene
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Re: Lo strappo
direi che vale la pena tentare!
se nel corso di anni i lenti miglioramenti non sono serviti, o non ci sono stati, direi che non c'è niente da perdere.. poi si deve valutare da caso a caso |
Re: Lo strappo
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per quanto riguarda i rapporti sociali superflui non ce bisogno di forzare la mano a tutti i costi |
Re: Lo strappo
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Non è una questione di quanto uno è timido. Io mi sento un "estroverso mancato", ma se mi conoscevi 10 anni fa ero un disastro, quando parlavo con le persone non le potevo vedere negli occhi, dovevo fissare il vuoto per poterci parlare. Però in questa condizione non mi ci sono mai riconosciuto, io da piccolo ero quello che salutava tutti e andava dai bambini a dire "vuoi giocare con me?", tant'è che un prete del catechismo disse a mia madre "questo bambino da grande avrà moltissimi amici!". Mai previsione fu più infausta :D |
Re: Lo strappo
Strappo mi sembra quasi sinonimo di dimostrazione
del tipo "vedi ora che hai provato capisci che nessuno ti ha mangiato" se ho capito il significato di ciò che hai scritto dico che secondo me non funziona, o meglio, mettersi alla prova, "trasgredire" (i propri limiti) , tentare, per me sono sempre stati rimedi temporanei se una mia amica invita Tizio a casa il blocco forse, dopo averlo conosciuto, cede ma se il giorno dopo questa amica invita Caio io sono punto e a capo, mi sento esattamente come il giorno prima prima di conoscere Tizio, perchè la dimostrazione l'ho avuta solo nei confronti di Tizio e non di tutte le persone esistenti. Un altro esempio che mi viene in mente è quello di iscrivermi ad un qualunque corso, se per un mese frequento il corso di pittura probabilmente il blocco del primo giorno, col passare di altri 29, un po' si attenua, ma se il mese dopo m'iscrivo al corso di recitazione, nuove persone, nuovo ambiente ecc il primo giorno mi sentirò esattamente come il primo giorno al corso di pittura, quindi fondamentalmente non c'è stato alcun progresso. Credo che gli "strappi" siano solo un metodo da affiancare ad uno principale che non so quale possa essere, forse la terapia. Perdonami se questa risposta non c'entra niente con ciò che hai scritto : / |
Re: Lo strappo
"lo strappo nel cielo di carta"
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Re: Lo strappo
Azzardo una ipotesi:supponiamo che io non stia bene come sto: ogni giorno ne ho la prova.Rispetto a questa premessa ci sono due possibilità:
1-Assumo come ineluttabile questa condizione in quanto naturale,allora è inutile per definizione ed etimologia lottare,non ci si può opporre. 2-Sono convinto che questa mia situazione non è destinata necessariamente a ripetersi all'infinito;perché passi da una situazione ad un'altra, è però funzionale l'azione:senza azione non ho,in altri termini, nessuna possibilità di trasformazione( intesa quest'ultima come punto di attacco al vero sé). Se si propende per la seconda,allora metterai in atto delle strategie per giungere a quel cambiamento(ripeto non intenso come distorsione del proprio essere o di ciò che avverti come tale):ti muoverai a piccoli passi o procederai per strappi?A mio parere la domanda è mal posta o meglio è sbagliata:per quanto si possano prevedere e attuare tappe di avvicinamento ad un' azione(premessa del passaggio da una situazione ad un'altra),quest'ultima attua e implica sempre e comunque uno strappo:c'è un prima e un dopo,c'è una situazione A e una B. Esempio:vorresti uscire con una ragazza. Situazione A-non sono ancora uscito con quella ragazza Situazione B-sono uscito con quella ragazza Tra le due situazioni, ipotizziamo,la conoscenza virtuale o reale (facciamo finta sia la stessa cosa ),ma questa fase di mezzo cos'è?E' ancora A,quindi in realtà non hai attuato nessun cambiamento ovvero c'è solo un 'illusione di cambiamento.E come si fa passare da A a B?attraverso un'azione coerente con i tuoi desideri o attese,ovvero attraverso the snatch. P.S sto cercando di capirmi,mi scuso in anticipo se non sono stato chiaro. |
Re: Lo strappo
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(non che voglia accusare nessuno di non essersi mai buttato, sia chiaro). |
Re: Lo strappo
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Re: Lo strappo
Io sono convinta piuttosto che per cambiare davvero deve accadere qualcosa di profondamente sconvolgente nell'animo, diciamo una sorta di "trauma". Non deve essere necessariamente qualcosa di negativo, forse esagero ma non credo che buttarsi sia sufficiente, o almeno non funziona per tutti. Nonostante abbiamo in comune l'introversione e la fs non significa che tutti affrontiamo le situazioni sociali alla stessa maniera.
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Re: Lo strappo
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Re: Lo strappo
il problema dello strappo è che dovrebbe essere istantaneo "ok esco" e in una frazione di secondo ti ritrovi dalla tua stanza in mezzo alla piazza o al locale già vestito di tutto punto; altrimenti è sufficiente che passino 30 secondi perché lo slancio venga frenato dalle mille paure e ansie e paranoie.
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Re: Lo strappo
Certo un trauma puo veramente far cambiare, ma se non arriva o se arriva tardi come si fa? Quindi per forza bisogna effettuare questo strappo ed e meglio farlo senza pensare nel modo sbagliato . PEr gestirle meglio credo che bisogna allenarsi a pensare in un determinato modo.
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Re: Lo strappo
Mmm... capisco molto bene quanto dice Marco.
Personalmente.. sono un tipo da strappi. Ma prima analizzo moooolto attentamente la situazione, e in genere ho un piano molto preciso. Quindi... è come se premettessi una fase passiva-analitica ad una breve ed esplosiva che cambia le cose. Per un paio d'anni studiai alle superiori il modo di liberarmi da alcune cose che mi infastidivano del mio essere. Diplomato, sfruttai il nuovo ambiente accademico per concretizzare il progetto.. con un relativo successo. Il problema è che la mente non cancella niente, per quel che ne so. Quindi qualsiasi trauma, qualsiasi strappo, tende a trasformarsi in qualcosa d'altro. Che può essere più adatta alla persona, o no. Per questo si tende ad affidarsi a professionisti che sappiano come funzionano queste trasformazioni. Non si tratta solo di lobbismo. Io ho corso il rischio, perché mi sentivo un "esperto". A volte penso che mi sia andata davvero di lusso. Non lo consiglierei. :pensando: P.S. curiosamente... anche scrivere sul forum è uno "strappo" per me. Penso a cosa scrivere leggendo l'argomento, rifletto, costruisco mentalmente la cosa... Poi scrivo di getto, e invio. La differenza è che se qui sbaglio qualcosa.. poi posso editare, e lo faccio. O cancellare, e lo strafaccio. Nella vita non funziona così. <- non sono sicuro di questa affermazione... forse anche nella vita si può "editare" in qualche modo... uhm... |
Re: Lo strappo
Si,la penso pure io cosi,e anzi ne ho appena fatto uno di strappo...è stato un po' goffo,però anche se è andato non benissimo,mi ha comunque dato sensazioi,sia prima che dopo,molto positive
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Re: Lo strappo
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Re: Lo strappo
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Re: Lo strappo
nel mio caso sono spesso andati a vuoto i piccoli passi. hanno rappresentato una ulteriore procrastinazione del problema. servivano a me psicologicamente per stare tranquilla pensando che mancasse ancora tanto tempo prima di giungere al "doloroso", "faticoso" obiettivo. che puntualmente veniva poi tralasciato.
quindi di norma preferisco "superarmi" con tutto ciò che comporta |
Re: Lo strappo
Qui ci sta bene la solita citazione sulle terapie d'urto… Curare una persona con l'elettroshock è come prendere a pugni un televisore per aggiustarne la frequenza (F. Basaglia) :cool:
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