Non dimentichiamo poi la nostra eccentrica vecchia zia inglese: Oscar Wilde. Come prosatore non era proprio immenso, ma la sua causticità aforistica resta impareggiabile, oltretutto è semplicissimo da leggere in originale.
E De Quincey, prosatore sublime, giustamente celebrato da Baudelaire: e plagiato giustappunto dal pigro dandy Wilde, che ne mimò sfacciatamente atmosfere e stile nei capitoli finali del
Dorian Gray, dove ci si immerge nell'aria spessa delle più sordide fumerie d'oppio di Soho...