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29-08-2020, 01:28
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#161
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Banned
Qui dal: Jul 2014
Messaggi: 7,147
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non mi sento all'altezza della perentorietà dell'ultimo post (e anche un po' in colpa), vedetelo più sfumato
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Ultima modifica di alien boy; 29-08-2020 a 01:30.
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29-08-2020, 01:54
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#162
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Trani
Messaggi: 9,521
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Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
Spiacente, ma stai facendo un lavoro inutile di ricerca del dettaglio "rivelatore" IMO.
In tutta la lettera non viene detto con chiarezza cos'è che "manca", se ci fai caso, o almeno così mi sembra. Non so se sia dovuto al suo particolare stato d'animo o se al suo intento di lanciare un ultimo j'accuse "epocale", ma i riferimenti ai singoli episodi della sua vita sono davvero minimi e occupano uno spazio infinitesimo (i colloqui di grafico "inutili", le ragazze che non lo calcolano), quindi credo sia inutile/impossibile stabilire cosa di preciso è mancato. Tu citi il suo "massimo" come se si trattasse della figa e del macchinone, ma lui questo non l'ha detto. Il periodo completo è questo, per la cronaca:
Non posso passare la vita a combattere solo per sopravvivere, per avere lo spazio che sarebbe dovuto, o quello che spetta di diritto, cercando di cavare il meglio dal peggio che si sia mai visto per avere il minimo possibile. Io non me ne faccio niente del minimo, volevo il massimo, ma il massimo non è a mia disposizione.
Ecco, ora cos'è il minimo e cos'è il massimo? Sicuro di saperlo? E se il minimo fosse un'esistenza abbrutita e priva di ogni gratificazione e realizzazione personale, puro esistere (combattere solo per sopravvivere, non per altro) e il massimo fosse invece qualcosa di meglio, una vita degna di essere vissuta?
Sicuro che sia "realistico" tollerare il minimo e "irrealistico" reputarlo intollerabile dopo qualche tempo? E' più "realistico" resistere a un dolore sordo, sfiancante, continuo, ogni giorno della tua vita, andare controcorrente ogni istante di ogni giorno o abbandonarsi alla corrente e (sperare di) trovare finalmente pace?
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Ha scritto anche questo:
Tutte balle. Se la sensibilità fosse davvero una grande qualità, sarebbe oggetto di ricerca. Non lo è mai stata e mai lo sarà, perché questa è la realtà sbagliata, è una dimensione dove conta la praticità che non premia i talenti, le alternative, sbeffeggia le ambizioni, insulta i sogni e qualunque cosa non si possa inquadrare nella cosiddetta normalità. Non la posso riconoscere come mia.
Non lo so, a me magari pare che nn pretetendesse la normalità, ma qualcosa di più, giusto qualcosa eh
Diciamo che quello che io vedo é un sentirsi superiore agli altri, ma che gli altri non riconoscano questa sua superiorità. E lui non lo accetta. Fine?
No, questo nasconde più in profondità la necessità di essere visto e riconosciuti i suoi reali bisogni, bisogni che da bambino con tutta probabilità, non sono stati visti ma che da adulto cercava come un bambino.
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29-08-2020, 06:02
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#163
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Esperto
Qui dal: Mar 2011
Ubicazione: bardo
Messaggi: 4,403
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Quote:
Non è assolutamente questo il mondo che mi doveva essere consegnato.
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Si evince che aveva un'immagine di una società ideale meritocratica, una società ricca in espansione, una società inclusiva, una società che premia i sognatori e gli ambiziosi, una società dove tutti vincono.
Penso che ad un certo punto si sia scontrato con una realtà molto diversa e non ha retto la delusione.
Magari il problema è stato ricevere un'educazione in cui le spinte motivazionali ti portano a proiettarti un un futuro utopico illusorio e successivamente a fronte dei fallimenti l'incapacità di adattarsi proiettando nuovi possibili obiettivi più modesti.
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29-08-2020, 07:48
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#164
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Banned
Qui dal: Mar 2008
Messaggi: 14,153
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Comunque spesso le famiglie sottovalutano la personalità di un figlio non si può pretendere una grande carriera titoli lauree top model popolarità da un ragazzo timido introverso magari pure autistico, lo si deve temprare gradualmente attraverso fatiche sconfitte se alla prima difficoltà gli dicono ci siamo mamma e papà la personalità uno non se la fortifica mai, magari famiglie con meno aspettative invece i figli con meno pressioni riescono a venire su in maniera diversa poi ogni caso è a se, a casa mia i miei hanno 2 caratteri forti e sono venuti 2 figli deboli, e una concatenazione di cause, non è detto genitori forti figli forti
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29-08-2020, 07:59
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#165
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Banned
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 5,525
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Quote:
Originariamente inviata da Blue Sky
Tralasciando alcuni commenti che di senso della misura ne hanno avuto poco, e che comunque ho letto da entrambe le direzioni.
ciò che apprezzo del tuo punto di vista è la comprensione per quella cosa che, per semplicità, definiamo entro la sfera del "disfunzionale". Questa comprensione, in fin dei conti, è una comprensione per l'umanità. Essendo noi esseri umani, questo tipo di sguardo non è mai da disdegnare.
In fondo tu sei quello che ha detto, nella sostanza, "ragazzi, ricordate che stiamo leggendo la lettera di una persona che dopo averla scritta, poggiata la penna, si è tolta la vita".
Ciò su cui ho delle perplessità è il rischio di "buttare il bambino con l'acqua sporca" (modo di dire che ultimamente mi capita spesso di utilizzare). Il pensiero rivolto alla ricerca della "funzionalità", adattività, maturità ecc. è un'istanza che a mio parere rimane necessaria per chiunque.
Bene non viverla in maniera normativa, bene non viverla in maniera prepotente, bene criticare gli approcci arroganti e in ultima istanza stupidi. Però io continuo a credere che il binomio funzionale/disfunzionale abbia una sua validità nel leggere le situazioni psicologiche e fornire delle indicazioni che vale la pena cercare di seguire, pur adattandole alla propria realtà.
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Grazie dell'apprezzamento.
Sono d'accordo con le tue riflessioni. Il punto, secondo me, è che non è facile capire in ogni situazione specifica cosa sia e non sia funzionale. E' relativamente semplice se consideriamo solo i fattori esterni, basandoci su un modello di persona standard. Se teniamo conto delle psicologie individuali, le esperienze fatte, i bisogni appagati e quelli inappagati, ecco che ciò che è funzionale per alcuni, per altri può essere una catastrofe.
Prendi il senso di giustizia. Per una persona sicura di sé, consapevole delle proprie potenzialità reali e in pace con i propri limiti, mediarlo o superarlo è una buona idea. Per una con tendenze depressive, il risultato può essere un crollo: "se al mondo non c'è giustizia, non mi aspetterà che infelicità". Per una molto apprensiva, può essere un'ansia clamorosa ("devo controllare tutto e non posso"), e così via.
Prima di fare ogni passettino "in avanti", bisogna essere pronti: psicologicamente, emotivamente. Idee e atteggiamenti criticabili in astratto, nel concreto hanno una funzione, servono uno scopo, mantengono un equilibrio.
Non tenerne conto e applicare a tutti indistintamente lo stesso metro, con le varie formulette astratte del caso, significa sostanzialmente prendere gli altri a pesci in faccia, ridurli a macchiette (le suddette persone standard, che non mi pare esistano) e banalizzare le loro vite. E' un po' come andare a dire a un credente che è un idiota e un immaturo, perché "Dio non l'hai mai visto, come fai a credere che esista? Al mondo sei da solo, lascia perdere gli amici immaginari, sveglia!!1!".
Detto magari da una persona che nella fede troverebbe appagamento a bisogni profondi reali, ma che se lo nega perché "è irrazionale". E senza rendersi conto del paradosso costituito dal fatto che i giudizi di immaturità si applicano, se si applicano, non solo al trentenne sconosciuto, ma anche a persone di statura intellettuale e morale rilevante, nei cui confronti sarebbe opportuna un po' di cautela. Mi viene in mente Borges che, buddista, credeva alla reincarnazione (tra le varie cose, bell'ansiolitico e antidoto al problema dell'ingiustizia terrena: funzionalmente, una variante della pretenziosità). Mi viene in mente Franz Fanon, a cui usciva il fumo dalle orecchie da quanto era arrabbiato nei confronti del "sistema". Anche loro degli adolescenti confusi e un po' cretini, a cui appioppare qualche formuletta paternalistica?
Imo, chi fa così prende anche se stesso a pesci in faccia e gli farebbe bene smettere di costringersi alla virtù della funzionalità, ogni tanto.
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Ultima modifica di Angus; 29-08-2020 a 08:16.
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29-08-2020, 08:46
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#166
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Esperto
Qui dal: Jun 2020
Ubicazione: Lazio
Messaggi: 9,565
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Già sono passati 3 anni che non c’è più...
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29-08-2020, 09:27
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#167
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
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Quote:
Originariamente inviata da alien boy
se spetta di diritto non credo che sia qualcosa di materialmente intollerabile. Certo non deve combattere per averlo, su quello ha ragione, ma invece per risolvere insoddisfazioni e problemi psicologici lo Stato o la società non può fare molto se i singoli coinvolti non fanno la loro parte (anch'io sono passivo rispetto alla risoluzione di certi problemi, ma non so di cosa di preciso potrei incolpare la società). La ragazza non si può pretendere, su questo non ci piove.
Non gli ho dato mica la colpa di qualcosa
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Non si può pretendere, ma neanche si può pretendere che tutti considerino "realistica" una prospettiva di vita con il deserto relazionale perenne. E questo può valere anche per gli altri ambiti di realizzazione personale (piramide di Maslow).
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29-08-2020, 09:31
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#168
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
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Quote:
Originariamente inviata da Equilibrium
Ha scritto anche questo:
Tutte balle. Se la sensibilità fosse davvero una grande qualità, sarebbe oggetto di ricerca. Non lo è mai stata e mai lo sarà, perché questa è la realtà sbagliata, è una dimensione dove conta la praticità che non premia i talenti, le alternative, sbeffeggia le ambizioni, insulta i sogni e qualunque cosa non si possa inquadrare nella cosiddetta normalità. Non la posso riconoscere come mia.
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E mica gli posso dare tutti i torti, non mi sembra affatto un quadro "irrealistico".
Quote:
Originariamente inviata da Equilibrium
Non lo so, a me magari pare che nn pretetendesse la normalità, ma qualcosa di più, giusto qualcosa eh
Diciamo che quello che io vedo é un sentirsi superiore agli altri, ma che gli altri non riconoscano questa sua superiorità. E lui non lo accetta. Fine?
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Ha descritto una situazione realistica, secondo me, e ha semplicemente parlato di una sua caratteristica individuale che non viene riconosciuta nell'appiattimento e nel pragmatismo generale. E come lui può capitare a tanti, l'omologazione semplifica e prevale sulla varietà.
Però certo se bisogna trovare il capo d'accusa, la manifestazione di superbia che ha pagato con la vita, tutto fa brodo.
Quote:
Originariamente inviata da Equilibrium
No, questo nasconde più in profondità la necessità di essere visto e riconosciuti i suoi reali bisogni, bisogni che da bambino con tutta probabilità, non sono stati visti ma che da adulto cercava come un bambino.
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E ridalli con la storia del bambino viziato, il riconoscimento dei propri bisogni NON E' UN CAPRICCIO.
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29-08-2020, 09:45
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#169
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
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Quote:
Originariamente inviata da Angus
Imo, chi fa così prende anche se stesso a pesci in faccia e gli farebbe bene smettere di costringersi alla virtù della funzionalità, ogni tanto.
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Che poi cos'è la funzionalità ridotta all'osso, scevra di qualsiasi finalità e aspirazione (non avere aspettative! non puoi pretendere nulla! cresci, non pestare i piedi come i bambini viziati!)?
Beh, è il produci, consuma, crepa (cit.), un'esistenza puramente meccanica e totalmente funzionale. Da macchina e non da uomo, per quanto mi riguarda.
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29-08-2020, 10:14
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#170
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Esperto
Qui dal: Nov 2012
Ubicazione: Toscana
Messaggi: 5,034
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Io penso che ragionare sulla lettera di un suicida abbia nella maggior parte dei casi poco senso, data l'enormità del gesto, le motivazioni hanno un senso principalmente per quella persona, nella sua testa e difficilmente possono essere comprese da chi da fuori osserva senza niente sapere e magari con una mente "funzionale". Da fuori un gesto del genere spesso non può che apparire sproporzionato e incomprensibile.
Credo che ci voglia rispetto e basta.
Ognuno di noi ha provato la sgradevole sensazione dell'aprirsi all'altro, raccontando i propri tormenti e ricevere non dico scherno e irrisione, ma banalizzazione e incomprensione. Io mi rendo conto riflettendo sui miei problemi come possano sembrare sciocchezze da fuori e vedo la reale sproporzione tra l'enormità che rappresentano per me e il quasi nulla per chi, anche con uno sforzo sincero di comprensione, si dispone ad ascoltarli.
In fondo spesso dietro al suicidio ci sta anche questo, lo smarrimento di fronte a quella barriera di incomprensione che genera profonda solitudine.
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29-08-2020, 10:35
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#171
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Trani
Messaggi: 9,521
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Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
E mica gli posso dare tutti i torti, non mi sembra affatto un quadro "irrealistico".
Ha descritto una situazione realistica, secondo me, e ha semplicemente parlato di una sua caratteristica individuale che non viene riconosciuta nell'appiattimento e nel pragmatismo generale. E come lui può capitare a tanti, l'omologazione semplifica e prevale sulla varietà.
Però certo se bisogna trovare il capo d'accusa, la manifestazione di superbia che ha pagato con la vita, tutto fa brodo.
E ridalli con la storia del bambino viziato, il riconoscimento dei propri bisogni NON E' UN CAPRICCIO.
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Ma tu aridagli con la storia del bambino viziato.
Prendo atto che utilizzi una cosa che ho scritto decontestualizzata (tralaltro l ho pure specificato) per poi arrivare ad avere una ragione.
Sei abile, prendo atto pure di questo.
Il capriccio é la manifestazione, la parte superficiale, quella che si manifesta.
Quello che c'è sotto un capriccio spesso nasconde un bisogno, un bisogno di essere visto e riconosciuto (in buona sostanza, amato) che é fondamentale per lo sviluppo.
Non significa per forza che Michele sia stato viziato, ma che sicuramente nel suo sviluppo gli sia mancata qualcosa.
https://www.lastampa.it/mamme/2013/0...ini-1.36077601
https://lamenteemeravigliosa.it/evit...i-capricciosi/
Il problema sta nel modo poi in cui un bambino che non é stato visto e riconosciuto si porta nell età adulta.
Con tutte le conseguenze che si porta poi da adulto. Egocentrismo, insicurezza, malessere quale angoscia, ansia, frustrazione perenne per dirne alcune
Con conseguenze sul suo comportamento e del come si rapporta poi con gli altri e di come vede se stesso con gli altri, di quali siano i suoi limiti, di come accetta o non accetta la realtà, di capire quali siano i suoi reali bisogni, di riconoscere se stessi, di riconoscere chi é(questo ce scritto anche nella lettera).
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29-08-2020, 10:59
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#172
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Esperto
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 7,641
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Quote:
Originariamente inviata da FolleAnonimo
Non c'è privilegio, secondo me, in una vita "normale", vivere di normalità produce l'opposto, la miseria e la rabbia di chi pretende.
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Non c'è privilegio in assenza di libertà.
Hai citato la "rabbia di chi pretende".. ma la rabbia non è solo prerogativa delle vite "normali".
Secondo te non ero arrabbiata? Non provavo un senso di ingiustizia? Certo. E' solo che questi sentimenti erano inutili. Ho visto piatti rotti a martellate da altre persone per sfogare il nervoso a casa mia... e dopo? Dopo bisognava pure ricomprarli.
La rabbia non guarisce le malattie, non restituisce una vita serena, non la puoi nemmeno usare per una raccolta punti.. al massimo complica solo le cose, in particolare se non si trova modo e maniera di incanalarla in qualcosa di costruttivo.
Quote:
Originariamente inviata da FolleAnonimo
E più ti racconti e più è evidente una certa forza che hai maturato sempre di più, non potevi scegliere e adesso non hai bisogno di chiedere.
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Mi sopravvaluti, non è forza.
Queste situazioni ti possono portare a sviluppare problemi psicologici e comportamentali. Ti assicuro, raramente se ne esce indenni. E non ne sono uscita indenne nemmeno io.. infatti scrivo qui. Un saluto ai miei attacchi di panico, all'ansia e agli amici che non ci sono taac
Dici che non ho bisogno di chiedere.. eppure avrei tante cose da chiedere. Semplicemente evito perché è inutile. Nessuno può restituirmi l'adolescenza e parte della vita adulta. Nessuno può farsi carico dei miei traumi grandi quanto marmottine (e non lo vorrei nemmeno). Nessuno può sistemarmi l'esistenza. Tra l'altro sono grande, sta a me metterci una pezza o convivere con la questione come meglio posso.
Quote:
Originariamente inviata da FolleAnonimo
E se avessi vissuto una vita tutta l'opposto piena di una serena normalità?
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Se avessi vissuto una vita tutta l'opposto piena di una serena normalità?
Immagino una vita lontano da qui con un lavoro interessante, degli amici.. un moroso no (cerco di essere realista, ecco).
E la felicità? Non lo so, vai a capire. La gente spesso non è felice. Magari mi sarei lamentata per la vicina, una vacanza mancata, forse avrei sentito la nostalgia di casa. Si può essere fortunati senza capirlo del tutto, ecco.
Quote:
Originariamente inviata da FolleAnonimo
Io dico che si cresce male vivendo senza sfide
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Le sfide.. non le sfighe .
Le sfighe non ti mettono alla prova, semplicemente stanno lì e ti dicono "noi non ce andiamo andiamo, buona convivenza".
Io non avevo sfide.. sapevo già cosa sarebbe successo. Non c'era una via di uscita, una possibilità di vittoria.
Le sfide dovrebbero invece permetterti di misurarti e - secondo come - ottenere un risultato positivo.
Guardami, sono iscritta qui.. non ho amici, un moroso, l'ultima volta che sono uscita a prendere un caffè con una persona della mia età era il 2002. L'ultima vacanza l'ho fatta all'età di 11 anni. Di positivo non c'è nulla
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Ultima modifica di Xchénnpossoreg?; 29-08-2020 a 11:14.
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29-08-2020, 11:03
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#173
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 7,883
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Quote:
Originariamente inviata da Equilibrium
di riconoscere se stessi, di riconoscere chi é(questo ce scritto anche nella lettera).
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mah, io identita' l'ho inteso nel senso che la societa' non permette la formazione di un'identita', perche' tu non sei Michele il grafico che tutti nel paese conoscono e in qualche modo accettano , ma per i piu' uno sconosciuto, un nessuno, e quei pochi che vagamente ti conoscono han magari la percezione falsa e stereotipata che hai dovuto dargli per farti accettare, e poi ora sei un impiegato di una certa azienda per due mesi, ora sei un disoccupato, ora in un'altra azienda a fare tutt'altro
poi si puo' dire "ah, ma l'identita' bisogna trovarla in noi" e quel che vuoi pero' diciamo che la societa' attuale non contribuisce
per esempio mi pare lui si riconosca in un anticonformista, un grafico e una persona con ideali, sogni e principi
pero' la societa' se ne frega di cosa lui si senta mi pare per lo piu' dalla societa' gli arrivi/arrivasse come messaggio " ciao Mr Nessuno lo strano lo sfigatello ancora a fare l'alternativo e il rivoluzionario, maturare e diventare adulto no? quando accetterai che nessuno ti deve niente e te ne farai una ragione di non essere apprezzato capendo che le tue qualita' te le vedi tu ma evidentemente se non han riconoscimento vuol dire che sei solo un presuntuoso ? "
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Ultima modifica di cancellato2824; 29-08-2020 a 11:19.
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29-08-2020, 11:07
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#174
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Trani
Messaggi: 9,521
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Quote:
Originariamente inviata da Angus
Grazie dell'apprezzamento.
Sono d'accordo con le tue riflessioni. Il punto, secondo me, è che non è facile capire in ogni situazione specifica cosa sia e non sia funzionale. E' relativamente semplice se consideriamo solo i fattori esterni, basandoci su un modello di persona standard. Se teniamo conto delle psicologie individuali, le esperienze fatte, i bisogni appagati e quelli inappagati, ecco che ciò che è funzionale per alcuni, per altri può essere una catastrofe.
Prendi il senso di giustizia. Per una persona sicura di sé, consapevole delle proprie potenzialità reali e in pace con i propri limiti, mediarlo o superarlo è una buona idea. Per una con tendenze depressive, il risultato può essere un crollo: "se al mondo non c'è giustizia, non mi aspetterà che infelicità". Per una molto apprensiva, può essere un'ansia clamorosa ("devo controllare tutto e non posso"), e così via.
Prima di fare ogni passettino "in avanti", bisogna essere pronti: psicologicamente, emotivamente. Idee e atteggiamenti criticabili in astratto, nel concreto hanno una funzione, servono uno scopo, mantengono un equilibrio.
Non tenerne conto e applicare a tutti indistintamente lo stesso metro, con le varie formulette astratte del caso, significa sostanzialmente prendere gli altri a pesci in faccia, ridurli a macchiette (le suddette persone standard, che non mi pare esistano) e banalizzare le loro vite. E' un po' come andare a dire a un credente che è un idiota e un immaturo, perché "Dio non l'hai mai visto, come fai a credere che esista? Al mondo sei da solo, lascia perdere gli amici immaginari, sveglia!!1!".
Detto magari da una persona che nella fede troverebbe appagamento a bisogni profondi reali, ma che se lo nega perché "è irrazionale". E senza rendersi conto del paradosso costituito dal fatto che i giudizi di immaturità si applicano, se si applicano, non solo al trentenne sconosciuto, ma anche a persone di statura intellettuale e morale rilevante, nei cui confronti sarebbe opportuna un po' di cautela. Mi viene in mente Borges che, buddista, credeva alla reincarnazione (tra le varie cose, bell'ansiolitico e antidoto al problema dell'ingiustizia terrena: funzionalmente, una variante della pretenziosità). Mi viene in mente Franz Fanon, a cui usciva il fumo dalle orecchie da quanto era arrabbiato nei confronti del "sistema". Anche loro degli adolescenti confusi e un po' cretini, a cui appioppare qualche formuletta paternalistica?
Imo, chi fa così prende anche se stesso a pesci in faccia e gli farebbe bene smettere di costringersi alla virtù della funzionalità, ogni tanto.
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Mi piace questo modo carino di dire le cose
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29-08-2020, 11:41
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#175
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Trani
Messaggi: 9,521
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Quote:
Originariamente inviata da ila82
mah, io identita' l'ho inteso nel senso che la societa' non permette la formazione di un'identita', perche' tu non sei Michele il grafico che tutti nel paese conoscono e in qualche modo accettano , ma per i piu' uno sconosciuto, un nessuno, e quei pochi che vagamente ti conoscono han magari la percezione falsa e stereotipata che hai dovuto dargli per farti accettare, e poi ora sei un impiegato di una certa azienda per due mesi, ora sei un disoccupato, ora in un'altra azienda a fare tutt'altro
poi si puo' dire "ah, ma l'identita' bisogna trovarla in noi" e quel che vuoi pero' diciamo che la societa' attuale non contribuisce
per esempio mi pare lui si riconosca in un anticonformista, un grafico e una persona con ideali, sogni e principi
pero' la societa' se ne frega di cosa lui si senta mi pare per lo piu' dalla societa' gli arrivi/arrivasse come messaggio " ciao Mr Nessuno lo strano lo sfigatello ancora a fare l'alternativo e il rivoluzionario, maturare e diventare adulto no? quando accetterai che nessuno ti deve niente e te ne farai una ragione di non essere apprezzato capendo che le tue qualita' te le vedi tu ma evidentemente se non han riconoscimento vuol dire che sei solo un presuntuoso ? "
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Sicuramente nn basta buttarsi e fare le cose, entrare nella società serve ANCHE per capire quali siano i limiti e quali siano le regole.
Non basta questo ovviamente serve anche andare in profondità ai problemi ma soprattutti prendere atto di avere un problema. Di sviscerarlo e capirlo.
Il forum per esempio da la possibilità di confrontarsi e capirsi, di analizzare e andare in fondo ai problemi e alle loro origini. Osservare e vedere che certe dinamiche, certi vissuti sono simili ai nostri, ma bisogna capirli in profondità i problemi, per vedere nel profondo una persona ce prima bisogno che questa operazione la si faccia con sé stessi. È scoprire andando oltre l apparenza. Scoprire se stessi.
La lettera di Michele é lo spunto che possono avere molti che leggono e non intervengono per porsi qualche domanda.
Quella lettera alla fine mi piace pensare che possa avere avuto uno scopo, é arrivata fino a questo forum, dopo tre anni da che Michele é morto. Almeno la sua storia può aiutare a capirci meglio. E un tassello, qualcosa.
Michele non é stato capito da nessuno, e sicuramente nn può essere visto da una persona che nn é capace di guardare se stessa.
Per questo c'è bisogno di una persona talmente maturata che nella realtà é rara che esiste.
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Ultima modifica di Equilibrium; 29-08-2020 a 11:43.
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29-08-2020, 11:44
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#176
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Roma
Messaggi: 28,052
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Quote:
Originariamente inviata da Xchénnpossoreg?
Per esempio io non ho amici, una relazione e non ho potuto frequentare l'università per via di problemi gravi in famiglia. E quindi? Quindi faccio quello che posso con le carte che mi sono rimaste in mano. Mi piacerebbe avere una vita diversa, un lavoro più vicino alle mie passioni, un po' di serenità? Certamente. Però la vita è questa e devo farmene una ragione. Bisogna accontentarsi.
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Certo.. anche se non tutti riescono ad accontentarsi. Anche io non ho relazioni e non ho amici, e, almeno per quanto mi riguarda è una situazione da pelle d'oca, che soprattutto in alcuni momenti dell'anno è raggelante, e ti potrebbe portare a fare "il gesto", cosa a cui sono anche andato vicino, però ho fatto un'attimo il punto della situazione e sono giunto ad una sorta di armistizio con me stesso.
Accettare per ora la situazione, con dignità, sempre in ogni momento e nel frattempo cercare di fare nuove amicizie quando se ne presenta l'occasione, magari mettendo da parte alcuni miei paletti ed essendo un po' più umile ed allo stesso tempo propositivo.. sto cercando di cambiare.
Capisco però che è una vita a dir poco imbarazzante, non lo nego, ma sto cercando anche di dipingerla a me stesso, e soprattutto agli altri come un po' meno peggio di quel che è.
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29-08-2020, 12:11
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#177
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Esperto
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 7,641
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Quote:
Originariamente inviata da syd_77
Certo.. anche se non tutti riescono ad accontentarsi.
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Eh...
Posso non accontentarmi di mezza fetta di torta.
Però quando c'è solo quella mezza cosa si fa?
Si può sempre tentare di cucinare un nuovo dolce, è la scelta migliore. Certo la garanzia della riuscita non c'è ma forse ne vale comunque la pena. E nel caso mancassero gli ingredienti? Senza zucchero non si può fare nulla e quindi pace.
È un peccato, sì. Posso passare il tempo dicendo "torta,torta,torta", sognando la torta, disegnando la torta, bramando la torta ma tutto questo mi porterà solo ad altra frustrazione. È umano, comprensibile ma niente.. se manca lo zucchero tocca farsene una ragione. E chissà, magari nel frigo ci sono delle polpette oltre alla fetta di torta. Tutto sommato si possono mangiare comunque.
Poi vai a sapere, in futuro forse ci sarà modo di preparare un dessert.. comunque buon zucchero a tutti
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Ultima modifica di Xchénnpossoreg?; 29-08-2020 a 12:21.
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29-08-2020, 12:30
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#178
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Esperto
Qui dal: Nov 2008
Ubicazione: Jupiter and Beyond the Infinite
Messaggi: 19,230
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Ma chi è che ha le polpette già pronte nel frigo? XD
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29-08-2020, 12:35
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#179
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Trani
Messaggi: 9,521
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Quote:
Originariamente inviata da Xchénnpossoreg?
Poi vai a sapere, in futuro forse ci sarà modo di preparare un dessert.. comunque buon zucchero a tutti
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29-08-2020, 12:37
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#180
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Trani
Messaggi: 9,521
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Eccoli potete chiudere il topic, si vuole discutere di argomenti seri e questi pensano solo a magnà
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