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Vecchio 02-10-2007, 00:32   #1
Esperto
L'avatar di paule
 

Spesso si parla di ansia, di fobia sociale e di depressione. Si parla delle sensazioni penose che si provano e di come fare ad ovviarle. Ma mai, o poco, si dice che cosa, quali preoccupazioni stiano alla base di tutte queste orribili sensazioni. Non parlo di analizzare le cause e i perché, ci vuole una vita e non basta neanche.
Forse è egocentrismo il mio, ma io ho delle preoccupazioni che mi portano all'angoscia e all'ansia, delle preoccupazioni reali, dei problemi concreti.
Devo ammettere che quando ero adolescente avevo angosce senza nome(tipo il tempo che passa) e che in fondo le reggevo anche meglio perché le consideravo parte della mia indole inquieta.
Adesso invece ho grandi angosce pensando al lavoro, a come mantenermi, a come trovare un posto giusto per me in questa società e infine, ma primo tra tutti, un rapporto meno burrascoso con la mia famiglia d'origine.
La mia prima fonte d'angoscia nasce dal fatto che ho sempre cercato un lavoro che mi realizzasse e non un lavoro per campare ed in questo ho fallito, al momento. Anzi, non ho mai cercato un lavoro...ho seguito le mie idee, le mie inclinazioni, senza uno scopo, ma per le cose in sè. E questo oggi non ha quasi nessun rilievo, è come se non avessi fatto mai nulla per il resto del mondo. E quando cerco lavoro mi dicono di cancellare tutto quanto, tutta quanta la mia vita intensamente vissuta.
Insomma le mie angosce hanno dei nomi bene definiti.
Vecchio 02-10-2007, 10:21   #2
Esperto
L'avatar di valmor
 

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Originariamente inviata da paule
Spesso si parla di ansia, di fobia sociale e di depressione. Si parla delle sensazioni penose che si provano e di come fare ad ovviarle. Ma mai, o poco, si dice che cosa, quali preoccupazioni stiano alla base di tutte queste orribili sensazioni.
Io penso che il disturbo sociale può essere considerato in base si alla sensazione in sè, ma poi a quanto questa sia invalidante; considererei inoltre anche le abilità sociali effettive della persona. Infatti quando le sensazioni spiacevoli sono circoscritte, risultano invalidanti solo per qualche cosa, non per tutto.

Le fobie generalizzate invece non sono semplici sensazioni ma per me proprio un modo di essere di quelle persone a cui il mondo sociale non appartiene e non apparterrà mai, e in cui non possono che muoversi come in un deserto, senza una cartina.

Tutto questo per dire, tu dici preoccupazioni alla base delle fobie; io dico invece, preoccupazioni di conseguenza. Siccome per lavorare e studiare bisogna sapersi muovere un pochino, sapersi relazionare, orientare, non saperlo fare o essere inetti socialmente e fobici ti mette nei guai seri, e non possono che scaturire ulteriori ansie e preoccupazioni, oltre alla f.s in sè, su come fare.

Quote:
Originariamente inviata da paule
Non parlo di analizzare le cause e i perché, ci vuole una vita e non basta neanche.
Forse è egocentrismo il mio, ma io ho delle preoccupazioni che mi portano all'angoscia e all'ansia, delle preoccupazioni reali, dei problemi concreti.
Anche io; i problemi concreti, reali, tangibili che comporta la f.s generalizzata e un modo di essere diverso dalla massa.

Quote:
Originariamente inviata da paule
Devo ammettere che quando ero adolescente avevo angosce senza nome(tipo il tempo che passa) e che in fondo le reggevo anche meglio perché le consideravo parte della mia indole inquieta.
Adesso invece ho grandi angosce pensando al lavoro, a come mantenermi, a come trovare un posto giusto per me in questa società e infine, ma primo tra tutti, un rapporto meno burrascoso con la mia famiglia d'origine.
Personalmente devo dire che l'angoscia di trovare un posto giusto (o anche solo un posto) nella società, o di ottenere uno status sociale, di inserirmi non mi appartiene; molti mi giudicheranno male per questo, e io me ne frego altamente, di questo sono convinto.

Il mondo esterno delle relazioni lo lascio agli estroversi, non mi entusiasma; vivo da non inserito, introverso, cosciente della mia diversità, e a volte conento dei lati positivi di questa; guardo la società dall'esterno senza desiderio di entrarci, preferisco una vita interiore burrascosa ma che comunque mi appartiene e che un valore ce l'ha, anche nel dolore e nella confusione.

La frustrazione o l'inettitudine per me è inevitabile quando chi appartiene intimamente ad un altro mondo che non a quello sociale e delle relazioni, magari un mondo interiore, seppur come dici tu pieno di turbamenti, si trova per mantenersi o per lavoro a buttarsi nell'arena, e qui o le prende di brutto, o mostra la propria inettitudine, e non può che sentirsi come in un paese straniero.

:roll: :roll:
Vecchio 02-10-2007, 14:32   #3
Esperto
L'avatar di gerrard
 

Per me analizzare le preoccupazioni che stanno alla base della mia ansia e della mia depressione significa analizzarne le cause .
Non credo che i due termini siano scindibili in modo netto .
Le mie frustarzioni hanno avuto sempre un identità ben definite:
prima di tutto la paura di non piacere esteticamente,di non trovare mai un affetto(profezia che si è autoavverata),e di conseguenza rimanere sempre solo.
Poi una generale paura di non essere all'altezza di ciò che faccio ,o ancora meglio di ciò che desidererei fare ,dallo studio ,a domani trovare un lavoro decente,qualsiasi esso sia.
A volte mi trovo a guardare i barboni di Bologna e di pensare"io non posso non voglio non devo diventare come loro"
Spesso credo che le mie opinioni non contino nulla ,o di non riuscire a capire adeguatamente ciò che mi ruota attorno
Vecchio 02-10-2007, 19:06   #4
Esperto
L'avatar di gio1
 

Preoccupazione come causa e come conseguenza di una sensazione:
La mia condizione ansiogena è duplice, sperimento una sorta di ansia cronica, più o meno intensa che non mi abbandona un istante. Non conosco la/le possibili cause ma è sicuramente fonte di molte preoccupazioni. In tal caso queste preoccupazioni sono la diretta conseguenza di uno stato ansioso.
L’altra forma di ansia è una sorta di razione, per esempio si manifesta se devo fare determinate cose, in questo caso alla base di tale sensazioni ci stanno delle preoccupazioni che ben conosco e che si ripetono. In tal caso la preoccupazione è la causa del problema
Vecchio 02-10-2007, 21:49   #5
Esperto
L'avatar di vetro
 

A proposito di lavoro:

http://www.la7.it/blog/post_dettagli...=1064#commenti
Vecchio 02-10-2007, 22:35   #6
Intermedio
L'avatar di schizzo
 

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Vecchio 02-10-2007, 22:38   #7
Esperto
L'avatar di vetro
 

Quote:
La mia preoccupazione più grande ( qualcuno l'avrà capito.....eh eh eh) è quella di non essere all'altezza degli altri, quindi paura di non riuscire là dove gli altri riescono più facilmente e di essere giudicato negativamente o peggio deriso. Questa è la causa scatenante di tutte le mie ansie e di tutte le mie rinunce,passate, presenti e future.
Non nasciamo preparati ad affrontare le cose.Possiamo imparare,sforzarci,darci da fare per imparare a farle bene e con meno ansia.
Vecchio 02-10-2007, 23:43   #8
Intermedio
L'avatar di schizzo
 

Quote:
Originariamente inviata da vetro
Quote:
La mia preoccupazione più grande ( qualcuno l'avrà capito.....eh eh eh) è quella di non essere all'altezza degli altri, quindi paura di non riuscire là dove gli altri riescono più facilmente e di essere giudicato negativamente o peggio deriso. Questa è la causa scatenante di tutte le mie ansie e di tutte le mie rinunce,passate, presenti e future.
Non nasciamo preparati ad affrontare le cose.Possiamo imparare,sforzarci,darci da fare per imparare a farle bene e con meno ansia.

In certi periodi della mia vita sono riuscito pure a migliorare la mia condizione,però poi sono tornato a essere sempre quello di prima.
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