Allora, io sono cresciuta in una casa ben nutrita di libri, visto che sono figlia di un'allora professoressa di lettere di scuole superiori e di un padre appassionato di storia.
Ricordo che nell'estate della prima elementare mia madre mi fece leggere "
Pippi Calzelunghe", il primo libro che abbia mai letto per intero; purtroppo poi mia sorella (sadica ragazzina di 12 anni) mi somministrò un quiz di comprensione del testo, per saggiare quanto avevo appreso nel corso della lettura...sob!
Ho continuato a leggere durante le elementari, sempre stimolata dall'esempio materno, che insisteva affinché io leggessi; la mia formazione è iniziata essenzialmente con la letteratura classica per ragazzi: "Piccole donne", "Tom Sawyer", "Huckleberry Finn", "La piccola principessa", "
Il giardino segreto"
"Violetta la timida" (mitico!!!) ecc. Ricordo che non vidi l'ora di leggere
"Il mago di oz", visto che l'omonimo film del '33 era il mio film preferito ai tempi dell'asilo e sognavo di leggere al più presto le avventure di Dorothy dalle rosse scarpette!
Non leggevo invece autori contemporanei per ragazzi, come R. Dahal....
Nell'adolescenza mi sono formata coi classici, letti anche grazie alla scuola. Non capisco perché tutto ciò che passa attraverso l'istituzione scolastica debba per forza essere pedante, noioso o esempio di pessima letteratura, come appunto sostiene il sor Muttley. Mi sembra che ci sia la tendenza, fondata su un luogo comune, che ciò che propone la scuola sia per forza barboso o noioso e che quindi ci respingerà senz'altro.
Io ho adorato i libri letti per la scuola come "
I promessi sposi", "Madame Bovary", "Le novelle" di Maupassant, "
Eugenie Grandet" di Balzac, "
UnA Vita violenta" di Pasolini e molto, molto altro. Queste letture, anche se imposte, le ho fatte profondamente mie, sono diventate parte del mio bagaglio culturale di riferimento e hanno aiutato a formare la mia coscienza personale. Tra i capolavori indiscussi letti a scuola per me c'è "La coscienza di Zeno" e mi ha appassionato tantissimo, anche perché i personaggi un po' inetti, privi delle certezze degli eroi o dei padri hanno sempre conquistato la mia piena simpatia.
In parallelo con le letture scolastiche ho coltivato per conto mio altri classici, soprattutto quelli vittoriani inglesi, di cui sono appassionata. Penso all'immenso e sensibilissimo Dickens, a Thackeray e alle sorelle Bronte, la cui austerità mista a passionalità mi ha sempre affascinato profondamente. Non vedo l'ora di leggerne la biografia, scritta dalla Gaskell, scrittrice anch'essa dell'epoca. Mi sono sempre sentita simile a una Bronte, nella mia adolescenza; cupa, insignificante all'apparenza, silenziosa sì, ma ròsa da una passionalità nascosta, invisibile agli occhi dei più....
Diciamo che non penso che necessariamente ciò che si spaccia come alternativo o ribelle ci dia necessariamente di più di un'opera considerata classica, perché, come dice anche il critico De benedetti, Balzac uomo era sì un conservatore, ma un profondo innovatore e anticonformista nel modo di tratteggiare in maniera sferzante e complessa la società francese dell'epoca, in tutta la sua ipocrisia e meschinità.
Comunque tra i miei autori preferiti rientrano senz'altro: Proust, Marquez, E. Morante, Nabokov, T. Mann, Dickens, le sorelle Bronte, Dostoevsky, George Eliot ecc.