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Originariamente inviata da barclay
Ma, in un sociofobico/evitante, nasce spontanea la domanda: «Ha problemi col sesso o ha problemi nel farlo con me?»
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Questa domanda se la pone chiunque vede atteggiamenti ambigui dall'altro lato.
Secondo me bisogna armarsi di coraggio e fermezza (cosa non semplice) e chiedere "perché non vuoi far sesso con me?", "sono io il problema?" e pretendere risposte dirette ed esplicite.
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Ricapitolando: se uno aspetta troppo è uno zerbino, se uno aspetta poco è un superficiale. Mi sento ASSAI CONFUSO!
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Secondo me è sbagliato ragionare in funzione dell'altra persona.
Si ragiona in funzione dei PROPRI bisogni e li si adatta all'altra persona solo come ultima spiaggia, se s'incontra un muro.
E' anche vero che bisogna avere il coraggio, se una persona che non è in grado di soddisfare i propri bisogni, di porre fine alla relazione.
Troppo spesso le persone si fanno andar bene le cose forzatamente per paura di perdere o lasciarsi scappare l'occasione.
Altrettanto spesso si viene influenzati dal sentimento comune che vuole mettere il sesso come fanalino di coda di una relazione oppure si vuole far passare il concetto che si deve prendere quello che passa il convento.
E' tutto dannatamente soggettivo.
Per me troppo è già un mese d'attesa per un coito e una settimana d'attesa per qualsiasi altra pratica sessuale che vada oltre il bacio o l'accarezzare il corpo altrui.
Per altri probabilmente, e stupidamente per il mio modo di pensare, io passo per un maniaco o non interessato perché ho tempi strettissimi.
Però, come ribadisco spesso, io non faccio sesso col corpo e la mente altrui ma con la mia e, quindi, pur ascoltando i pareri altrui, questi non mi tangono minimamente.
L'esperienza personale poi mi ha dimostrato che esistono anche donne che condividono le mie esigenze e che spesso questi "ultimatum" come li definirebbe qualcuno, sono efficaci e aiutano a risolvere i dubbi dall'altra parte.
Io credo che nelle relazioni serva talvolta il pungolo ad opera di chi nella relazione è la persona più forte e sicura di sé.
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Originariamente inviata da Qwerty
se non si ha pazienza aspettare che la persona e' certa di volerlo fare vul dire che si considera che questa persona non e' meritevole di essere attesa.
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E' anche questione di come si concepisce una relazione in base all'età.
Poi, una relazione è un fatto squisitamente materiale.
Nel mio presente io mi aspetto che una persona che ha una relazione con me viva il sesso con disinvoltura e naturalezza.
Non solo: mi aspetto che la persona ci sia con una certa regolarità e che non subordini il frequentarsi a veti genitoriali o di terze persone o, ancora, che non anteponga il lavoro alla relazione.
Secondo me basare una relazione troppo sull'astrattismo di un sentimento e del merito la porta ad essere la relazione ideale per essere narrata in un romanzo ma alquanto utopica.
Poi, terra terra, chi ti restituisce il tempo "perduto" nell'attesa dell'altra persona?