04-07-2016, 19:08
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#1
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Principiante
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Voglio dire due parole sulla paura. È lei l'unico vero avversario. Solo la paura può sconfiggere la vita. È un'avversaria intelligente e perfida, io lo so bene. Non ha dignità, non rispetta leggi né regole, non ha pietà.
Cerca i tuoi punti deboli, e li scova con facilità. Comincia dalla mente, sempre. Fino a un attimo prima sei calmo, controllato, felice. Poi la paura, travestita da piccolo dubbio innocente, si intrufola nella tua mente come una spia. Il dubbio incontra lo scetticismo, che prova a buttarlo fuori. Ma lo scetticismo è un soldato di fanteria con poche risorse. Il dubbio se ne sbarazza facilmente. Diventi inquieto. Entra in campo la ragione. Sei rassicurato: la ragione possiede le armi tecnologiche più avanzate. Ma, con tua grande sorpresa, nonostante la sua superiorità tattica e una serie di vittorie inconfutabili, la ragione viene messa al tappeto. Ti senti vulnerabile, impotente. L'angoscia si trasforma in terrore.
Poi la paura invade completamente il corpo, il quale, nel frattempo, ha subodorato che qualcosa non va. I polmoni volano via come uccelli e il fegato se la squaglia quatto come un serpente. La lingua stramazza stecchita come un opossum, le mandibole cominciano a galoppare sul posto. Le orecchie diventano sorde. I muscoli sono scossi da brividi quasi fossero in preda alla malaria, e le ginocchia si sciolgono come burro. Il cuore è troppo teso, lo sfintere troppo rilassato. Solo gli occhi funzionano bene. Prestano sempre la dovuta attenzione alla paura.
Ti affretti a prendere decisioni avventate. Liquidi i tuoi ultimi alleati: la speranza e la fiducia. Ecco che ti sei sconfitto da solo. La paura - un semplice sentimento - ha trionfato.
È difficile da spiegare. La paura, la vera paura, quella che ti scuote fino alle ossa, quella che provi quando sei a faccia a faccia con la morte, si annida nella tua memoria come una cancrena: minaccia di far marcire tutto, anche le parole per esprimerla. Dunque devi sforzarti di parlarne. Se non lo fai, se la paura diventa un'oscurità inespressa che cerchi di evitare e che forse riesci persino a dimenticare, ti esponi ai suoi attacchi futuri. Perché hai lasciato che ti colonizzasse.
"Vita di Pi", Yann Martell
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Ho letto ieri queste parole in un romanzo meraviglioso e mi hanno colpito forte come un pugno. Sarei curiosa di leggere le vostre riflessioni in merito.
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