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Originariamente inviata da claire
Per spinta non intendo voglia di scalare le montagne eh.
Siamo tutti vivi, la spinta può essere anche solo ad alzarsi e farsi un caffè, per i messi peggio che però non mollano.
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Però questa qua è una spinta in positivo, mica uno si fa un caffè per paura di qualcosa?
Secondo me le spinte in positivo son migliori di quelle in negativo, le spinte negative (devi far così altrimenti...) possono generare un certo senso di costrizione.
Quando mi faccio un caffè io son spinto dal piacere della bevanda, non tanto dall'orribile paura dell'assenza di qualcosa, non sento nel farlo che in assenza del caffè rischio chissà cosa, per questo poi magari me la godo questa cosa qua, riuscissi a far così con tutto, avrei risolto la mia esistenza.
Non so descrivere bene questo stato psicologico del sentirsi in qualche maniera liberi.
Per cose di poco conto di questo tipo mi sento libero e paradossalmente è più probabile che riesca a trarre piacere perché le faccio volentieri e non come se sentissi che qualcuno o qualcosa mi punge il culo dietro per farmi andare avanti.
Quand'è che ci si sente liberi?
Per me è una cosa molto importante questa qua, far qualcosa con questo senso di costrizione psicologico a me non ha fatto mai bene, va bene talvolta far qualcosa per paura, quando ci sono pericoli imminenti, ma non la si può usare come una spinta per fare altro secondo me, ci si ammala così.