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Vecchio 19-05-2022, 17:55   #1
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Una risposta ricevuta da Ruoppolo, insieme a questo passaggio letto ieri

"Sono senza infanzia ma le persone, la mia famiglia, pretendono da parte mia l'essere un adulto funzionale.
Io non sono funzionale in alcun modo, nemmeno lontanamente, sono un essere umano incompleto.
Non ho ricevuto amore da parte di queste persone, mi hanno solo messo al mondo, con nulla davanti oltre a un mare di traumi senza considerare che eventualmente sarei diventato "grande
".

mi dà il là per questo topic.

Se guardo alla mia storia, così come alla storia di molti utenti, mi accorgo che quello che ci è mancato non è il nascere con le sembianze di Raoul Bova, oppure figli di produttori cinematografici con residenza a L.A.
Quello che ci è mancato è altro. E' qualcosa di molto più basilare.
La domanda che oggi voglio farvi è la seguente.
Guardate con estrema onestà al vostro passato familiare. Quanti di voi possono dire di avere avuto dei genitori all'altezza? Dei genitori che hanno spiegato al loro figlio come rapportarsi col mondo esterno, che hanno saputo guidarlo quando sembrava aver perso la bussola, che hanno saputo dargli le coordinate di massima per stare al mondo? Un padre e una madre che hanno instillato in lui dei valori che andassero oltre quelli dell'educazione scolastica? Un padre e una madre con cui il dialogo non si limitasse a "Cosa vuoi mangiare stasera a cena?" e "Hai fatto i compiti?"
Quello che voglio dire è che molti di noi sono stati cresciuti da genitori totalmente assenti. I classici genitori che ti fanno trovare la pappa pronta, ti lavano e stirano i vestiti, e non riescono a preoccuparsi di altro. Genitori assolutamente incapaci sia di spiegare ai propri figli come stare al mondo con la schiena dritta, sia di sviluppare in loro alcun senso di autostima.
Anzi, certi genitori tarpano le ali ai propri figli dicendo loro che sono dei falliti e lo saranno per il resto della propria vita. Che sono una delusione continua e che non combineranno mai nulla di buono.

Guardate con altrettanta onestà alla vostra sfera di amicizie. Quanti di voi possono dire di avere avuto degli amici sinceri con cui instaurare rapporti umani profondi che andassero oltre il bere birra, commentare la partita del milan e scambiarsi i giochi della Xbox?
Amici capaci di captare i vostri disagi e da cui eventualmente prendere esempio? Amici che sapessero ascoltarci, consigliarci, starci vicino nei momenti di difficoltà? Amici che vi dicessero che potevate farcela anche quando le cose sembravano andare a rotoli? Amici che vi dicessero tutte quelle cose che non volevate sentirvi dire? Per il vostro bene, per aprirvi gli occhi, per farvi vedere le cose da una prospettiva che non riuscivate a cogliere?

E se guardiamo alla sfera amorosa? Un disastro. Quanti di noi possono dire di aver avuto un approccio all'amore e al sesso, piacevole e armonioso? Quanti di noi possono dire di aver compiuto le famose "tappe" di cui parlavamo pochi giorni fa, per tempo? Quanti possono dire che l'amore è stato un piacevole extra che gli ha permesso di cominciare la giornata col sorriso sulle labbra, e non un guaio, una scalata dell'Everest, un problema da risolvere, o una infinita fonte di dolore?

Molti di noi, al di là di una qualche predispozione più o meno genetica per certi problemi, sono venuti su senza nutrimento e senza un tronco forte e sicuro a cui aggrapparsi. Ma una pianta che cresce senza un sostegno e con poca acqua, viene su storta. Non è in grado di reggersi da sè, finisce per avvolgersi su sè stessa e precipitare a terra.
E i risultati sono sotto gli occhi di tutti, basta sfogliare un topic a caso. Piante rachitiche, malferme, avvizzite, malate. In ultima analisi, morenti.
Ringraziamenti da
David Brent (19-05-2022), edward00767 (21-05-2022), euridice_ (19-05-2022), spezzata (19-05-2022)
Vecchio 19-05-2022, 18:36   #2
Esperto
L'avatar di Trinacria
 

Io mi considero piuttosto fortunata da questo punto di vista. I miei genitori sono l'unica buona che c'è nella mia vita. A loro non posso rimproverare niente. Forse un po' a mia madre, che avrebbe sempre voluto vedermi diversa da come sono, ma questo suo desiderio non è stato la causa dei miei problemi, semmai la conseguenza.
Per quanto riguarda gli amici, non so nemmeno se ho mai avuto degli amici e se invece non siano sempre stata solo delle conoscenze.
La sfera sentimentale non è mai esistita quindi non saprei dire.
Vecchio 19-05-2022, 18:59   #3
Hor
Esperto
L'avatar di Hor
 

Io sono un caso particolare, visto che sono (tra il resto) autistico, e quindi la gran parte dei miei problemi nell'interazione col Mondo è (come si dice) cablata in profondità nel cervello, di probabile origine genetica e non nell'educazione che ho o non ho ricevuto.
Certo, avere dei genitori consapevoli di questa mia condizione, capaci di affrontarla e di guidarmi come si deve per elaborare insieme gli inevitabili problemi che questa condizione comporta, avrebbe aiutato... e invece un po' perché sono cresciuto quando di autismo si sapeva molto meno di adesso, un po' perché ho avuto dei genitori "negazionisti" e svalutanti in quanto a problemi psicologici (del tipo che la psicologia è una sciocchezza, che bisogna arrangiarsi, che è questione di forza di volontà, che i problemi che hai sono solo cose che ti immagini, che ti comporti in maniera particolare solo per avere attenzioni, ecc. ecc.), un po' perché l'ambiente famigliare in cui sono cresciuto aveva anche dei grossi problemi di disfunzionalità... un po' per tutte queste cose, insomma, non sono mai stato guidato negli ambienti sociali come si sarebbe dovuto fare, ma semplicemente "buttato" via via in varie situazioni sociali in cui dovevo arrangiarmi da solo a capire "come si fa", col risultato di essere sempre stato male con gli altri fin da piccolo.
Nel mio caso più che di figure di riferimento avrei avuto bisogno di genitori consapevoli della mia condizione e di un ambiente familiare non velenoso come invece è stato.

Per quanto riguarda amici e simili, ho sempre avuto la forte tendenza a non cercare figure a cui fare riferimento, da imitare, da prendere a modello, ecc.
Anche coi pochi insegnanti che, nel corso della scuola dell'obbligo, ho stimato mi sono sempre posto come se fossero persone a me pari, con cui scambiare idee e punti di vista e non a cui aggrapparmi acriticamente.
Sono sempre stato e sono tutt'ora estremamente individualista e cerco (forse persino troppo) di fare riferimento solo a me stesso. In genere non mi piacciono le persone gregarie, quelle che dipendono da figure forti da cui prendono senza neanche pensarci le idee, i punti di vista, gli stili di vita, ecc.
Nella mia vita ho incontrato spesso persone di questo tipo, persone gregarie, e in diversi casi queste persone hanno preso me come modello (specie all'università, dove ho trovato un ambiente abbastanza a me consono), facendo di me una sorta di "guru", ma io mi sono sempre trovato a disagio in questo ruolo e quando qualcuno me lo affibbia cerco di mantenere le distanze.
Ringraziamenti da
spezzata (20-05-2022)
Vecchio 19-05-2022, 19:09   #4
Esperto
L'avatar di pokorny
 

Quote:
Originariamente inviata da Nitch Visualizza il messaggio
Guardate con estrema onestà al vostro passato familiare. Quanti di voi possono dire di avere avuto dei genitori all'altezza? Dei genitori che hanno spiegato al loro figlio come rapportarsi col mondo esterno, che hanno saputo guidarlo quando sembrava aver perso la bussola, che hanno saputo dargli le coordinate di massima per stare al mondo? Un padre e una madre che hanno instillato in lui dei valori che andassero oltre quelli dell'educazione scolastica? Un padre e una madre con cui il dialogo non si limitasse a "Cosa vuoi mangiare stasera a cena?" e "Hai fatto i compiti?"
Io. Mio padre era assente ma perché cercava di costruire il futuro dell'intera famiglia e questo lo percepivo fin da piccolo, comunque la sera era sempre a casa ed era presente. Chiaro la perfezione non esiste e di disfunzionalità ce ne sono state ma sono state quasi sempre all'interno della fisiologia della specie, non della sua patologia. Sono io che sono proprio "nato male", punto.

Quello che posso rimproverare a posteriori ai miei è che alla fine della fiera il fare figli ha avuto una specie di sfumatura simile a quella di un investimento. Appena è stato chiaro (ma parliamo dei quaranta anni e passa) che non avevo realizzato il minimo sindacale che effettivamente è un minimo dato che non hanno mai avuto aspettative irreali, sono stato buttato in un angolo. Altro che assenza; si è trattato quasi di una reazione punitiva tanto che l'ultima cosa che ci siamo detti con mio padre è stato un vaffa l'uno all'altro.

Però che devo pretendere? Sono esseri umani e i figli li si fanno essenzialmente per questo investimento in senso lato; nella civiltà cinese almeno il meccanismo è più trasparente dato che il figlio serve ad assicurare la continuità della stirpe che a sua volta serve a eseguire i riti per gli antenati che altrimenti se la passerebbero male e romperebbero le scatole ai vivi (sì è un gigantesco serpente che si morde la coda, converrete). Nella civiltà europea è diventato meno ovvio ma c'era anche da noi.

Nel momento in cui l'investimento non si è ripagato è normale o meglio umanamente comprensibile cambiare atteggiamento; doloroso per chi subisce ma questo non cambia la sostanza delle cose. Bisogna anche avere la capacità di ammettere che in alcune circostanze il problema è il nostro modo di essere, quello che abbiamo fatto e quello che non abbiamo fatto.

Resta il solito problema sul tappeto: nessuno di quelli che non ce l'hanno fatta ha chiesto di nascere e lì sì, la famiglia ha dei doveri. Nel mio caso non potevo pretendere che mi assicurassero la continuità di tutta la mia vita, anche se qualcuno potrebbe giustamente pensare diversamente.
Vecchio 19-05-2022, 19:17   #5
Hor
Esperto
L'avatar di Hor
 

Aggiungo che anche i miei genitori, come quelli di FolleAnonimo, hanno sempre pensato di "non aver mai sbagliato nulla".
In famiglia non c'è mai stata una possibilità di dialogo sui loro metodi educativi, quel che veniva dall'alto era indiscutibile e andava subìto, e io, per come sono fatto, ho recepito fin da piccolissimo questo andazzo, chiudendomi in me stesso e vivendo sempre più l'ambiente famigliare in "modalità sopravvivenza" finché non sono riuscito ad andare a vivere da solo.
L'unica volta in cui, molto tempo dopo, e una volta adulto ho cercato di intavolare una discussione in modo del tutto pacifico coi miei genitori su quello che hanno fatto o non fatto quando noi figli eravamo piccoli, mio padre ha "risposto" facendo finta di niente, non dicendo niente, come se, appunto, non ci fosse nulla di cui discutere, mentre mia madre è scattata immediatamente sulla difensiva snocciolando tutta una serie di frasi in cui assolveva completamente i suoi metodi educativi. È stata l'unica e ultima volta in cui ho cercato di parlare coi miei genitori di queste cose, e in cui ho capito che ogni tentativo avrebbe portato a un dialogo tra sordi.
Ringraziamenti da
spezzata (20-05-2022)
Vecchio 19-05-2022, 20:10   #6
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Sì, condivido, per me è assolutamente così. Soprattutto il titolo del topic è qualcosa di veramente tragico, non avere un punto di riferimento è veramente brutto. Nessuno a cui chiedere consigli, nessuno a cui ispirarsi, necessità di crearsi una personalità totalmente da soli. Tutto questo porta poi ad avere uno stile attaccamento che allontana le persone, e a perdere così le poche persone che ci vogliono bene, o addirittura a non accorgersi della loro esistenza. C'è anche una forma di idealizzazione, almeno per me, perchè se sei abituato a stare in mezzo a gente assurda, quando poi incontri una persona un minimo normale, la idealizzi un sacco. Mi sarebbe piaciuto molto avere la classica mamma con cui confidarsi e che ti offre un rifugio sicuro, un padre da prendere come esempio a cui imparare le cose, ma purtroppo
Vecchio 19-05-2022, 20:30   #7
Esperto
L'avatar di pokorny
 

Quote:
Originariamente inviata da Hor Visualizza il messaggio
Aggiungo che anche i miei genitori, come quelli di FolleAnonimo, hanno sempre pensato di "non aver mai sbagliato nulla".
Beh, quello è ovvio. Ho detto con sincerità che fino a una certa età non ho avuto di che lamentarmi. Ma dopo mio padre è diventato feroce e più volte ha sconfinato nella cattiveria gratuita. Ma ovviamente non sbagliava mai, e per mia madre era un santo i cui errori sono stati secondari e poi "è roba passata non se ne deve parlare più", come se fossero passate anche le conseguenze.

Credo che un'ammissione di aver avuto un "concorso di colpa" da parte di un genitore sia il classico caso su un milione e quel caso è probabilmente l'effetto di assuzione di droga
Vecchio 19-05-2022, 21:05   #8
Esperto
L'avatar di vikingo
 

Sono d'accordo genitori egoisti ti danno 4 soldi famiglia conservatrice,non dobbiamo dare problemi..una mamma col carattere che dovrebbe avere un uomo.un padre con la sua smodata diplomazia,per me e un senza palle clamoroso..il lavoro sporco dovevo sempre farlo io..famiglia che non ha neanche i social,mia mamma forse è Asperger pure lei..mi fermo qui,perché poi mi danno del cinico.pero si vive nel presente e il passato deve servire a migliorarsi e a provare di raggiungere gli obiettivi prefissati
Vecchio 19-05-2022, 21:23   #9
Esperto
L'avatar di Darby Crash
 

Quote:
Originariamente inviata da Nitch Visualizza il messaggio
Guardate con estrema onestà al vostro passato familiare. Quanti di voi possono dire di avere avuto dei genitori all'altezza?
Per i primi sette anni i genitori sono stati sempre a litigare fra loro. Mio padre c'era poco o nulla. Mia madre era presente ma col suo solito modo di fare apprensivo-ansioso.
Dopo la separazione, mio padre ho iniziato a vederlo 3-4 volte al mese. Con mia madre il rapporto è proseguito evolvendosi negativamente soprattutto a partire dalle scuole medie: mi dà il cibo, mi dà qualche soldo; per il resto è buona solo a preoccuparsi e a sgridarmi. A fatica riesce a badare a se stessa. A volte nemmeno ha voglia di alzarsi da letto e su un mobile giacciono da giorni bollette ancora da aprire.

Quote:
Guardate con altrettanta onestà alla vostra sfera di amicizie. Quanti di voi possono dire di avere avuto degli amici sinceri con cui instaurare rapporti umani profondi che andassero oltre il bere birra, commentare la partita del milan e scambiarsi i giochi della Xbox?
A partire dai 19 anni ho cercato esclusivamente amicizie sincere e profonde. Qualche piccolo risultato l'ho ottenuto. Peccato che soltanto uno di questi amici viva nella mia città e che per diverse ragioni sia sempre oggettivamente molto impegnato. Comunque non lo posso definire una figura di riferimento.

Quote:
E se guardiamo alla sfera amorosa? Un disastro.
Se quella mi fosse andata bene, oggi non sarei a scrivere qui. Credo che il mio malessere sia stato aggravato molto dalle frustrazioni e dagli insuccessi in ambito sentimentale. Ragazze che conoscevo online, con cui mi confidavo, instauravo rapporti anche intimi, ma che poi sparivano o sceglievano altri ragazzi invece che me, addirittura talvolta raccontandomi le esperienze con gli altri ragazzi e quanto loro fossero attraenti.

..

Teoricamente anche gli psicoterapeuti possono svolgere le funzioni di una figura di riferimento. Ma neanche con questi mi è andata bene, ovviamente
Vecchio 20-05-2022, 00:56   #10
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Avrei tante cose da dire ma non vorrei monopolizzare il thread.
Ho scritto un wall of text e mi scuso, se non avrete voglia di leggerlo capisco.

Ho già raccontato degli aneddoti su di me ma vorrei anche parlare dell'infanzia dei miei genitori, che non è stata di certo facile.
I miei genitori sono stati e sono dei pessimi genitori però capisco perché sono così.
Non li giustifico e non li perdono, perché sanno perfettamente quando fanno del male. Lo fanno di proposito.
Tuttavia lo fanno perché non possono fare altrimenti, non hanno scelto loro di essere così.

Anche loro hanno avuto i loro traumi e il loro comportamento è dovuto ai problemi che le loro famiglie gli hanno creato. E così sarà stato per i loro genitori, i loro nonni e così via.
Io posso solo spezzare questa catena di sofferenza evitando di riprodurmi, affinché nessuno abbia da rinfacciarmi il proprio dolore, tantomeno un ipotetico figlio che sarebbe la persona che amerei di più al mondo e la cui sofferenza non potrei mai perdonarmi.

I miei sono ormai ultrasessantenni e sono nati e cresciuti in un epoca e una zona in cui la vita era paragonabile a quella di un villaggio di un paese del terzo mondo.
A quei tempi in tanti non avevano la corrente elettrica o l'acqua corrente in casa e in molte case non c'erano nemmeno le piastrelle sul pavimento, che era in terra battuta. Capitava che i bambini morissero per una banalità, perché non si poteva andare all'ospedale, ad esempio. Si camminava scalzi, si andava a cercare la frutta nelle campagne perché si aveva fame e in casa non c'era da mangiare. I bambini spesso non venivano mandati a scuola perché dovevano badare ai fratelli minori, o andare a lavare i panni al torrente, a badare al bestiame, a far legna o a lavorare come garzoni o come sguattere.
E finite le medie, ma spesso anche prima, se vuoi mangiare vai a lavorare, e lo stipendio lo dai a noi che ci serve, finché non vai a vivere per conto tuo.
Può sembrare strano ma è così.
Ancora negli anni 50/60 certe zone del nostro paese erano come può essere oggi un villaggio di una zona sottosviluppata di un paese africano.
Lo so che sembra assurdo ma è così.
L'infanzia che i miei genitori hanno vissuto é fatta di queste esperienze.
Di famiglie in cui spesso manca persino il cibo.
Famiglie in cui nascono 15 figli e magari ne muoiono 6 per motivi banali.
Di figli che nascono a 9 mesi di distanza l'uno dall'altro.
Di padri che se ne vanno di casa per settimane lasciando la moglie e i figli soli a badare a sé stessi, senza una lira, in una catapecchia, con i ladri che vengono di notte a rubare i maiali che hanno nel cortile, perché sanno che la moglie é sola e se ne possono approfittare, e la mamma che imbraccia il fucile e spara per spaventare i ladri.
Di mariti che sperperano lo stipendio col poker e le amanti e lasciano i figli morire di fame o che si portano le amanti a casa come niente fosse e fanno assistere a queste scene i propri figli.
Come può uscirne sano un bambino o una bambina che vivono esperienze del genere? È ovvio che ambienti di questo tipo creano personalità problematiche che, a loro volta, riprodurranno dinamiche simili nelle famiglie che andranno a creare.


Mio padre ha mollato la sua prima moglie (con la quale si ubriacava ed era anche violento) quando era incinta e avevano già un altro figlio per mettersi con mia madre.
Che razza di uomo è uno che molla moglie e figli così, di punto in bianco? Con questi figli non ha alcun rapporto da anni (ah, se potessero sapere quello che si sono risparmiati! Magari immaginano anche che fra lui e me e i miei fratelli c'é un buon rapporto).
Per lui l'importante è lavorare, che la gente sappia che è un gran lavoratore e basta quello.
Agli estranei si mostra gentile e affabile ma la vera faccia la mostra solo in casa, come una specie di dott Jackyll e Mr. Hide.
Abbiamo sempre vissuto come dei pezzenti e anche quando i soldi c'erano perché prendeva un bello stipendio, sparivano nel nulla.
Anzi, più volte l'ho sentito vantarsi della sua povertà, a lui lo rende orgoglioso! (Che razza di condizionamenti deve aver subito la sua mente da bambino per arrivare ad avere pensieri simili).
A lui basta avere da bere e da fumare ed è soddisfatto. L'importante è che ci siano i soldi per quello, le esigenze dei figli o della moglie contano meno di zero.

Mia madre, se fosse stata normale, non si sarebbe messa con uno come mio padre.
Si è cercata uno uguale caratterialmente a suo padre: un narcisista patologico che tratta i familiari come oggetti di cui disporre a piacimento, anaffettivo e falso.
Io sono stato quello che si è preso tutto il carico emotivo negativo di questa relazione tossica idiota fra due pazzi.

Se mio padre è stato assente la presenza di mia madre é sempre stata ingombrante quanto una montagna.
Anche lei è piuttosto anaffettiva e infatti quando sono nati i miei fratelli me li ha mollati e mi sono ritrovato a fargli io da mamma.
Dovevo cullarli quando piangevano, fargli fare la nanna, preparargli il biberon, la pappa e tutte queste cose.
Ero entusiasta di avere dei fratellini però vissi molto male questo scaricamento di responsabilità su di me. Infondo anche io ero ancora un bambino e non avevo certo voglia di fare da balia ai miei fratelli.
Credo abbia avuto degli episodi di depressione post partum. Probabilmente è successo lo stesso anche con me.
Quando ho visto questo documentario


ho pensato a quante volte mi sarà capitata qualcosa del genere, quando ero piccolino.

Mia madre ha sempre fatto di tutto per sabotarmi.
Ogni volta che facevo ciò che mi piaceva fare, lei faceva di tutto per distruggere quel momento.
Leggevo? Mi spaccava i libri.
Mi dedicavo al mio hobby? Mi distruggeva tutto.
Giocavo? Non andava bene.
Ogni qualvolta mi vedeva felice e spensierato faceva di tutto per farmi riprecipitare nel baratro.
Voleva che facessi altro, ma niente le andava bene.
Qualsiasi cosa facessi o provassi a fare era puntualmente ostacolata.

Quanto mi ha fatto soffrire non poter far nulla, anche le cose più banali, se a lei girava di mettermi il bastone fra le ruote.
Mi ha creato un senso di impotenza che mi porto appresso ancora oggi.
Vedersi negata la possibilità di fare delle cose belle, innocenti, formative, non pericolose o dannose senza alcun motivo se non per suo capriccio e non poter far nulla per difendermi mi ha distrutto.
Erano torture psicologiche gratuite che non mi meritavo.
E ha continuato per anni, e ancora continua, seppur con meno successo, dato che non gliela do vinta facilmente oggi.
Ha voluto infliggermi le stesse sofferenze che ha vissuto lei come figlia.

Quando andavo al liceo spesso non mi dava nemmeno i soldi per la merenda.
Non avevo neanche un ombrello e quando pioveva mi inzuppavo.
Quante volte sono andato a scuola col giubbotto bianco imbottito di piume che puzzava di cane bagnato ed era diventato marrone perché si bagnava e non ne avevo un altro da mettermi. Per non parlare delle scarpe: si può immaginare la puzza di un paio di scarpe che si inzuppano d'acqua e vengono indossate tutti i giorni.

Chi è il genitore sano di mente che manda il figlio a scuola senza comprargli un cazzo di ombrello per quando piove?
In giubbotto e un paio di scarpe di ricambio?
Senza neanche i soldi per comprarsi un panino (perché non voleva che, con 1 euro di merda che mi dava, quando me lo dava, mi comprassi le sigarette).
Neanche fossi un senzatetto.
Quante umiliazioni ho dovuto subire.
Altro che bullismo.
Il bullismo l'ho subito dai miei genitori.

E mio padre allora arrivava a prendere anche più di 2500 euro di stipendio, quindi tutto ciò non era per mancanza di soldi ma per menefreghismo e sadismo.
Vecchio 20-05-2022, 04:57   #11
Esperto
L'avatar di Laurence
 

I miei genitori non mi hanno spiegato come affacciarsi al mondo esterno e come rapportarmi agli altri.
Normalmente un bambino dovrebbe ricevere affetto e amore dal proprio genitore, permettergli di crescere con serenità in modo tale da avere quel poco di autostima quando si ritroverà ad affrontare le prime difficoltà della giungla urbana.

Io però sono stato il capro espiatorio di due individui profondamente inadatti alla formazione di un altro essere umano: un padre alcolizzato e una madre aggressiva, non facevano altro che litigare e io ero lo sfogatoio perfetto per entrambi.
Ho subito abusi fisici, da calci a schiaffi così forti da perdere denti durante l'infanzia.
Abusi psicologici, vietarmi di piangere o esprimere emozioni altrimenti venivo picchiato, con tanto di prese in giro se avevo qualunque tipo di reazione.
A scuola dovevo mentire riguardo i vari lividi, ma eventualmente lo stesso mi hanno affidato a un assistente sociale: rinchiuso in un ospedale con l'assistente sociale e lo psichiatra una volta a settimana.
No, non è servito a niente e anzi, ha anche peggiorato. Ha solo contribuito ulteriormente alla mia sensazione di diversità rispetto agli altri bambini, insieme alle tantissime etichette che si sono aggiunte nel corso degli anni riguardo la mia condizione mentale.
Non sono mai riuscito a integrarmi a scuola, gli altri bambini non parlavano mai con me e io non provavo nemmeno a interagire perché non sapevo cosa fare.
Da bambino restavo sveglio la notte perché credevo che i miei erano intenzionati a uccidermi durante il sonno. Ormai anche oggi resto sveglio di notte, non per paura di loro visto che fisicamente non sono più un pericolo per me, resto sveglio perché l'insonnia si è radicata.
Sono la pecora nera della famiglia, il figlio incapace e l'ultima ruota del carro, quello da nascondere per non infangare il cognome.
Mi hanno buttato in questo mondo offrendo solo odio e violenza, lasciandomi con il cuore infranto e figuriamoci, non so nemmeno come crescere un figlio.

Non ho l'infanzia dietro ma ora sono un adulto, ho la barba, peli bianchi. Ma ho lo sviluppo emotivo di un bambino, se non inferiore.
I miei genitori non pensano di aver sbagliato nulla, che i miei problemi sono inesistenti e che la colpa è solo mia se oggi sono questo.

Le mie relazioni con le persone sono un disastro, amichevoli e non.
Non so mantenere amicizie, capita sempre che sono io a sparire per colpa del mio malessere che diventa più prepotente e mi impedisce di conversare.
O capita che sarà l'altra persona ad allontanarsi o a non cercarmi più, poiché percepisce che sono una persona negativa e da evitare per salvaguardare il proprio benessere.

Con i miei coetanei non so so mai cosa dire.
Capitava di uscire con un gruppo di persone con l'interesse comune di andare a ubriacarsi, ma alla base non gli interessava di me e sono solo stato usato. Ero solo qualcuno in più da aggiungere al gruppo, un numero al quale nessuno importava il suo stato d'animo.

Nell'ambito romantico, io non interesso per qualcosa di duraturo.
Non sono qualcosa per cui vale la pena investire del tempo. Non riesco a fidarmi, penso sempre che dietro ci sia un secondo fine con l'interesse di arrivare a consumare e non a creare un legame affettivo con me.
Sono solo visto come qualcosa per robe effimere, esperienze vuote, che a me non interessano.
Non aiuta che il contatto fisico, per colpa degli abusi durante l'infanzia, è qualcosa di traumatico.
Se è difficile anche solo stringere la mano a qualcuno senza nausearsi, vi lascio immaginare quanto sia difficile anche solo pensare all'atto sessuale.

Ho problemi con l'intimità, a esprimere il mio affetto che è percepito come finto, meccanico.
Non sarò mai la prima scelta per una relazione romantica, ci sono tante altre alternative che non hanno alcun tipo di problema, ragazzi che possono offrire di più che semplice compagnia vuota e che possono fare tutto quello che si fa in una relazione.
Io invece rischio solo di fare del male e a incatenare a me una ragazza, che non potrà mai vivere una vita di coppia serena per colpa dei miei problemi.
Sono un mostro che fa male a sé stesso e agli altri, che ha paura di essere abbandonato e che vuole affetto.

Non ho parlato di tutto e non ho intenzione di farlo, quindi cosa resta?
Non riesco a prendermi cura di me stesso, non ho autostima né ha mai avuto possibilità di formarsi l'autostima perché i miei genitori hanno sempre fatto di tutto per farmi sentire inferiore: non mi sento intelligente, non penso di essere una brava persona, non penso di essere simpatico o di essere una persona che può interessare, un essere indesiderabile.

La vita passata in compagnia di terapeuti, psichiatri, ha chiarito che ho due disturbi particolarmente debilitanti e che rendono difficile relazionarsi alle persone, a relazionarsi con il mondo.
Su questo forum ho letto giudizi particolarmente negativi riguardo le persone che condividono uno dei miei disturbi, rafforzando la mia convinzione di non dare un nome a questi due spettri.
Ed è meglio tenerli nascosti, perché sono già abbastanza strano agli occhi altrui e venire a conoscenza di queste due cose non farà che allontanarli ulteriormente, la percezione che hanno le persone di chi ha queste cose è di evitarli.

L'unica cosa che conosco davvero è l'odio.
Ringraziamenti da
Ruoppolo (20-05-2022)
Vecchio 20-05-2022, 19:13   #12
Esperto
L'avatar di Keith
 

Io ho avuto dei genitori che non mi hanno fatto mai mancare nulla di materiale, ma mai che ti spiegassero come bisogna stare al mondo e perché è meglio fare in un modo che in un altro. Mi dicevano "fai così che va bene, fai così che è meglio" ma mai la motivazione. Paradossalmente sono state più maestri di vita figure secondarie come il padre di un mio amico che era uno che ti diceva come funziona la gente, come ti devi rapportare con la gente, infatti il figlio è venuto su normale.
Però poi ci sono tantissimi genitori, soprattutto quelli di una volta che non ci parlavano proprio con i figli, anche molto peggio dei miei, i cui figli però sono venuti su normali.
Dipende molto anche da noi, dai nostri livelli di autismo che non ci permettono di ottenere informazioni dall'ambiente circostante, da problematiche fisiche genetiche che si ripercuotono a livello psicologico, etc.
Vecchio 20-05-2022, 22:27   #13
Intermedio
L'avatar di MakeMeBad
 

Quote:
Originariamente inviata da FolleAnonimo Visualizza il messaggio
Sottolineo questa parte del tuo intervento per dire che non sono d'accordo, mi sembra una giustificazione a decine di anni squallidi.
Tutto questo dolore mi ha tolto la possibilità di vivere normalmente.
Non ha amplificato niente, ha azzoppato tutta la mia esistenza, mi ha reso un sub-umano.
Ritengono fortunati gli altri a non vivere questa miseria, senza ambizioni e senza interesse, una caraffa vuota.
Non c'è giustificazione o ricompensa per chi viene cresciuto cosi.
Non c’era da essere d’accordo o meno, chiedevo chi come me sentisse questa sensazione.
Non è né una giustificazione ne una ricompensa.
È qualcosa che sento dentro di me.
Io scrivo la mia opinione e non sono qui per imporre i miei pensieri sugli altri.
Pensa ciò che vuoi.
Vecchio 04-06-2022, 20:07   #14
Banned
 

Confermo faccio parte della scheda di persone cresciute male a causa di una famiglia disfunzionale. Ci son situazioni peggiori eh, tipo genitori violenti, ubriaconi, dediti al gioco d'azzardo etc. ma comunque la mia non é stata c'ero un'infanzia idilliaca.
Da piccolo mi piaceva andare al corso di tennis e mio padre non mi ci portó piu perché mi riteneva incapace (e giá perché a 8 anni già dovevo giocare come Berrettini...). Una piccolezza ma tali dinamiche erano le stesse anche in altri siti. Son cresciuto con la.convinzione di essere sbagliato diverso... Il che é vero, ma é pur vero che son cresciuto così perché alla fine i se la pianta non la raddrizzi in tempo cresce sempre più storta..

Detto questo, non sono convinto che pure fossi nato in una famiglia perfetta, la mancanza di sembianze di Roul Bova non si fosse fatta sentire. La bruttezza é un problema fattuale. Ora ho sono brutto e spciofobico. Se fosse nato in una famiglia perfetta sarei stato solo brutto, con tutti i problemi sessuali che ciò comporta
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