Quote:
Originariamente inviata da claire
Molti hanno avuto un percorso lavorativo diverso dal previsto a causa dei problemi psicologici intercorsi.É difficile immaginarsi senza fobie, depressioni e disagi che impediscono, perché li abbiamo da una vita e ci siamo adattati ad essa, scelte e sogni compresi.
Ma siete in grado di dire, se non aveste avuto i problemi limitanti ma solo le vostre risorse e inclinazioni, che lavoro sareste arrivati a fare?
|
In questo momento sarei in qualche cantiere islandese, norvegese o simil-nord a dirigere i lavori dei progetti da me eseguiti, magari anche un bel ponte strallato da 600 m di luce o un grattacielo da un paio di centinaia di metri, non oltre. Non sarei l'ingegnere alfa (e a maggior ragione l'ingegner Cane) come era mio padre a cui bastava un'occhiata affinché 60 persone facessero quello che lui voleva, ma penso che con altre qualità avrei compensato a sufficienza per "esserci"; non dico rispettato ma sicuramente nemmeno quello "messo sotto": una persona che va lì, fa il suo lavoro, non crea problemi e non ne subisce oltre il limite fisiologico, e finita la giornata se ne torna a casa non troppo incaxxato.
Credo che questi numeri e le valutazioni di cui sopra rappresentino più o meno il limite mentale massimo delle capacità derivanti puramente dalle connessioni neuronali (intendo: non sarei stato mai l'erede spirituale di Morandi o Eiffel) sfruttate al massimo grazie a un carattere "positivo" e con una vita in cui ci sia stata una percentuale preponderante di cose andate bene. Ovviamente quando si hanno problemi strutturali di carattere la compromissione della vita sociale è solo il primo sintomo di qualcosa di più profondo: se si perde la fiducia in sé stessi è chiaro che le capacità con cui uno nasce ne vengono stroncate con effetti valanga di vario genere che tutti conosciamo benissimo.
Ora come ora non sarei capace di calcolare nemmeno un muretto di sostegno. Spero di morire, ora che ci penso