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28-09-2020, 08:56
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#61
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Banned
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,977
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Mi spiace che il topic abbia triggerato male qualcuno.
Il grande problema di chi fa una vita "a togliere", sono i triggers, non sai più dove girarti a volte.
Io stessa ho aperto sto topic per non triggerarmi su altre cose.
Poi mi sono maltriggerata anche qua
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28-09-2020, 09:12
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#62
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Banned
Qui dal: Jun 2020
Ubicazione: Lazio
Messaggi: 9,562
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Quote:
Originariamente inviata da claire
Molti hanno avuto un percorso lavorativo diverso dal previsto a causa dei problemi psicologici intercorsi.É difficile immaginarsi senza fobie, depressioni e disagi che impediscono, perché li abbiamo da una vita e ci siamo adattati ad essa, scelte e sogni compresi.
Ma siete in grado di dire, se non aveste avuto i problemi limitanti ma solo le vostre risorse e inclinazioni, che lavoro sareste arrivati a fare?
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Non ho problemi limitanti, ero negato a scuola, ero un asino a dirla tutta soprattutto a scienze e matematica, non sono riuscito a diplomarmi e ho lavorato sempre in nero da quando avevo 17 anni fino ad oggi disoccupato. Ho fatto 3 stagioni invernali a raccogliere rape e insalata sotto al freddo, in mezzo al fango, lavoro praticamente spaccaschiena. Per 30€ al giorno. Poi due stagioni come cameriere sottopagato ugualmente ed era un lavoro veramente di merda. Ma il bracciante agricolo credo sia la cosa piu’ brutta e massacrante mai provata.
Se mi fossi diplomato? Starei messo come sto messo adesso, o hai skills veramente alte o rimani indietro e stai disoccupato o trovi qualche lavoretto in nero.
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28-09-2020, 10:10
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#63
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Esperto
Qui dal: Sep 2016
Messaggi: 2,053
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Quote:
Originariamente inviata da Architeuthis-
La cosa divertente è quando ti rendi conto dopo anni di studio che sarebbe stato meglio andare a lavorare subito dopo il diploma, la vita sarebbe stata diversa.
O fai una facoltà come si deve (medicina, ingegneria) o meglio lavorare subito che trovarsi poi senza competenze ad età avanzate.
Certo fossi Harry d'Inghilterra che tanto non dovrà mai fare un cazzo nella vita allora mi divertirei anche io a laurearmi in teologia germanica o storia antica, tutta cultura, ma per una persona normale non funziona così.
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Ma questo in Italia. E magari in certe parti di essa non è proprio così.
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28-09-2020, 10:38
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#64
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Banned
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,977
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Quote:
Originariamente inviata da Architeuthis-
La cosa divertente è quando ti rendi conto dopo anni di studio che sarebbe stato meglio andare a lavorare subito dopo il diploma, la vita sarebbe stata diversa.
O fai una facoltà come si deve (medicina, ingegneria) o meglio lavorare subito che trovarsi poi senza competenze ad età avanzate.
Certo fossi Harry d'Inghilterra che tanto non dovrà mai fare un cazzo nella vita allora mi divertirei anche io a laurearmi in teologia germanica o storia antica, tutta cultura, ma per una persona normale non funziona così.
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Questo vale anche per i non fobici, se può consolare.
L'umanesimo non paga anche se sei megaestro, con le dovute eccezioni.
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28-09-2020, 11:10
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#65
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Esperto
Qui dal: Dec 2017
Ubicazione: Nel mondo virtuale
Messaggi: 2,694
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Uno dei miei problemi maggiori è il fatto di non aver mai capito cosa voler fare da grande. A scuola non ci pensavo mai, vivevo sempre alla giornata senza mettermi un momento a pensare su cosa avrei dovuto puntare più avanti. Solamente alla fine del quinto anno ho dato un'occhiata molto superficiale ai corsi universitari e ho scelto il primo che mi ispirava più degli altri.
Ora ,alla fine della triennale, mi trovo con uno sconforto assurdo, perché di quello che studio non me ne frega nulla ma allo stesso tempo non avrebbe senso fermarsi alla sola triennale.
Al lavoro cercherei il posto con minori responsabilità possibili, già all' uni quando c'erano da fare lavori insieme sono scappato
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28-09-2020, 11:14
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#66
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Esperto
Qui dal: Jul 2016
Messaggi: 1,375
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senza stravolgimenti di personalità, penso, qualcosa legato a biologia/ecologia delle acque dolci, sul solco del 2o tentativo di studio all'uni.
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28-09-2020, 11:30
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#67
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Banned
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,977
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Quote:
Originariamente inviata da CryingOnMyMind
Uno dei miei problemi maggiori è il fatto di non aver mai capito cosa voler fare da grande. A scuola non ci pensavo mai, vivevo sempre alla giornata senza mettermi un momento a pensare su cosa avrei dovuto puntare più avanti. Solamente alla fine del quinto anno ho dato un'occhiata molto superficiale ai corsi universitari e ho scelto il primo che mi ispirava più degli altri.
Ora ,alla fine della triennale, mi trovo con uno sconforto assurdo, perché di quello che studio non me ne frega nulla ma allo stesso tempo non avrebbe senso fermarsi alla sola triennale.
Al lavoro cercherei il posto con minori responsabilità possibili, già all' uni quando c'erano da fare lavori insieme sono scappato
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Uguale a me a quell'età.
Poi col tempo ho capito perché facevo così.
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28-09-2020, 11:33
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#68
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,122
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Difficile capire cosa si vuole fare da grande quando si vive nell'isolamento. Il desiderio di auto realizzazione è direttamente proporzionale alla socialità. Tutti i ricconi, tycoon, magnati eccetera sono persone ipersociali, mentre la maggioranza degli homeless sono persone con disturbi della sfera affettiva, tra cui quello schizoide secondo uno studio uscito qualche anno fa.
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28-09-2020, 11:37
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#69
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Banned
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,977
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Mah, a uno può piacere fare un lavoro indipendentemente dalla socialità.
Se il tuo sogno è avere una fabbrica di cioccolata, che c'entra la socialità?
Se la risposta è "eh ma se hai dei problemi non puoi sapere cosa in realtà vorresti", è la premessa del topic. Ho chiesto cos'avreste fatto senza problemi, si ipotizza, non ci sono certezze.
In un momento in cui non aveva consapevolezza dei limiti, uno può aver avuto dei sogni, anche chiusi in casa si può desiderare.
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Ultima modifica di claire; 28-09-2020 a 11:46.
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28-09-2020, 11:43
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#70
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Esperto
Qui dal: Nov 2014
Ubicazione: sotto il letto
Messaggi: 4,296
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Sono d'accordo con Muttley.... la fabbrica di cioccolata non te la fai da solo, anche dovessi essere il miglior maestro cioccolataio del mondo. I problemi sociali hanno sempre inficiato anche le mie aspirazioni. Non riuscire a visualizzarsi in un contesto (in nessun contesto) ha minato fin dalla base le mie prospettive. Il pensiero è sempre lo stesso "mi piacerebbe fare questo ma non posso perchè ho questo questo e quest'altro problema", indipendentemente dall'aspirazione/sogno in oggetto. E non penso di essere l'unico...
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Ultima modifica di DownwardSpiral2; 28-09-2020 a 11:45.
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28-09-2020, 11:47
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#71
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,122
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Quote:
Originariamente inviata da claire
Mah, a uno può piacere fare un lavoro indipendentemente dalla socialità.
Se il tuo sogno è avere una fabbrica di cioccolata, che c'entra la socialità?
Se la risposta è "eh ma se hai dei problemi non puoi sapere cosa in realtà vorresti", è la premessa del topic. Ho chiesto cos'avreste fatto senza problemi, si ipotizza, non ci sono certezze.
In un momento in cui non aveva consapevolezza dei limiti, uno può aver avuto dei sogni, anche chiusi in casa si può desiderare.
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La conoscenza di sé avviene anche e soprattutto attraverso la socialità: capisci in cosa sei bravo e quali sono le tue predisposizioni nel momento in cui interagisci col prossimo.
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28-09-2020, 11:53
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#72
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Banned
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,977
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
La conoscenza di sé avviene anche e soprattutto attraverso la socialità: capisci in cosa sei bravo e quali sono le tue predisposizioni nel momento in cui interagisci col prossimo.
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Vabè ma qui mica siamo tutti autistici di livello grave.
Interazioni con il prossimo la maggior parte le ha o le ha avute.Almeno a scuola ci siamo andati e la gente c'era.
E poi uno può desiderare di fare anche quello in cui si scopre non bravo e non predisposto, ne ha tutto il diritto.
Ce ne sono di persone per niente socievoli, casa-lavoro che svolgono il lavoro che gli piace, sapevano quello che volevano, avevano le risorse per svolgerlo e l'hanno fatto.
Cosa c'entrino i magnati boh, mica tutti devono desiderare quello.
Dal tuo discorso sembra che tutti vorrebbero essere dei ricconi, se uno ha altri desideri non sono veri, sono dettati dai disturbi.
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Ultima modifica di claire; 28-09-2020 a 11:57.
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28-09-2020, 12:01
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#73
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Banned
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,977
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Quote:
Originariamente inviata da DownwardSpiral2
Sono d'accordo con Muttley.... la fabbrica di cioccolata non te la fai da solo, anche dovessi essere il miglior maestro cioccolataio del mondo. I problemi sociali hanno sempre inficiato anche le mie aspirazioni. Non riuscire a visualizzarsi in un contesto (in nessun contesto) ha minato fin dalla base le mie prospettive. Il pensiero è sempre lo stesso "mi piacerebbe fare questo ma non posso perchè ho questo questo e quest'altro problema", indipendentemente dall'aspirazione/sogno in oggetto. E non penso di essere l'unico...
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Ma infatti lo dico.
A volte i problemi sono talmente pervasivi e disturbanti anche nell'infanzia, che non permettono nemmeno di desiderare liberamente.
Ma questo non vale sempre e per tutti, una persona non socievole può essere perfettamente in grado di sapere cosa vuole, non è che se uno sogna di fare l'infermiere e non il Donald Trump è perché ha basse aspirazioni dettate dai suoi problemi.
Questa logica io non la condivido.
So di non aver mai aspirato a ricchezze e fama, perché la mia idea di successo nella vita è diversa e per niente malata.
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28-09-2020, 12:10
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#74
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Esperto
Qui dal: Nov 2014
Ubicazione: sotto il letto
Messaggi: 4,296
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Quote:
Originariamente inviata da claire
Ma infatti lo dico.
A volte i problemi sono talmente pervasivi e disturbanti anche nell'infanzia, che non permettono nemmeno di desiderare liberamente.
Ma questo non vale sempre e per tutti, una persona non socievole può essere perfettamente in grado di sapere cosa vuole, non è che se uno sogna di fare l'infermiere e non il Donald Trump è perché ha basse aspirazioni dettate dai suoi problemi.
Questa logica io non la condivido.
So di non aver mai aspirato a ricchezze e fama, perché la mia idea di successo nella vita è diversa e per niente malata.
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Sì certo,sono d'accordo con quanto hai scritto. Purtroppo però anche le aspirazioni più terra-terra possono venire schiacciate se non hai fede in te stesso, nelle tue competenze e nella tua capacità di venderle a qualcuno, fattori che se presenti possono compensare la mancanza di propensione alla socialità.
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28-09-2020, 12:31
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#75
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Banned
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,977
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Quote:
Originariamente inviata da DownwardSpiral2
Sì certo,sono d'accordo con quanto hai scritto. Purtroppo però anche le aspirazioni più terra-terra possono venire schiacciate se non hai fede in te stesso, nelle tue competenze e nella tua capacità di venderle a qualcuno, fattori che se presenti possono compensare la mancanza di propensione alla socialità.
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Certo, siamo d'accordo.
Se si è profondamente insicuri già da molto giovani, non si desidera nemmeno più.
Io non ho memoria di quando ho smesso di pensare a quello che voglio e non voglio, ragionando sempre e in tutto in termini di "posso-non posso".
Quando le psicologhe mi chiedevano cosa mi piace, di trovare le cose che mi piacciono, io facevo una fatica enorme.
Troppi limiti e poche possibilità, a quello che vuoi non riesci a pensarci.
E quando lo capisci é peggio, perché tanto ormai le cose si sono messe talmente male che sapere cosa desideri non serve a nulla, tanto oggettivamente non puoi.
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28-09-2020, 12:55
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#76
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Esperto
Qui dal: Sep 2016
Messaggi: 2,053
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Quote:
Originariamente inviata da DownwardSpiral2
Sono d'accordo con Muttley.... la fabbrica di cioccolata non te la fai da solo, anche dovessi essere il miglior maestro cioccolataio del mondo. I problemi sociali hanno sempre inficiato anche le mie aspirazioni. Non riuscire a visualizzarsi in un contesto (in nessun contesto) ha minato fin dalla base le mie prospettive. Il pensiero è sempre lo stesso "mi piacerebbe fare questo ma non posso perchè ho questo questo e quest'altro problema", indipendentemente dall'aspirazione/sogno in oggetto. E non penso di essere l'unico...
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
La conoscenza di sé avviene anche e soprattutto attraverso la socialità: capisci in cosa sei bravo e quali sono le tue predisposizioni nel momento in cui interagisci col prossimo.
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Quote:
Originariamente inviata da claire
Vabè ma qui mica siamo tutti autistici di livello grave.
Interazioni con il prossimo la maggior parte le ha o le ha avute.Almeno a scuola ci siamo andati e la gente c'era.
E poi uno può desiderare di fare anche quello in cui si scopre non bravo e non predisposto, ne ha tutto il diritto.
Ce ne sono di persone per niente socievoli, casa-lavoro che svolgono il lavoro che gli piace, sapevano quello che volevano, avevano le risorse per svolgerlo e l'hanno fatto.
Cosa c'entrino i magnati boh, mica tutti devono desiderare quello.
Dal tuo discorso sembra che tutti vorrebbero essere dei ricconi, se uno ha altri desideri non sono veri, sono dettati dai disturbi.
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Una cosa è avere problemi sociali (dettati da disturbi della personalità etc etc), un'altra cosa è essere riservati o introversi. Ho conosciuto molte persone molto introverse e riservate, la differenza è che appunto non hanno problemi sociali.
Il "successo" (sia a livelli bassi, che a livelli alti) è dettato dalle capacità sociali, ma questa è roba vecchia. Il modello di società attuale premia chi conosce molte persone, "chi ci sa fare", chi ha molti amici, etc.
In questo contesto già persone molto introverse sono svantaggiate rispetto a quelle molto estroverse, perché i primi devono andare contro la loro natura ed adattarsi a ciò che la società richiede, per avere successo. Ovviamente non hanno carenze a livello di abilità, devono solo esercitarsi.
I secondi sono invece avvantaggiati perché il modello da seguire è in linea con le proprie preferenze e le proprie necessità.
Figuriamoci se invece pensiamo a quelli che hanno "problemi" nella sfera relazionale, di natura psicologica, che hanno deficit e fanno fatica a vivere anche le relazioni sociali più comuni.
Come già detto da Matty (se non sbaglio) dunque il successo non deriva tanto da roba come abilità di logica, rapidità di pensiero, QI, etc, ma appunto dalle skills sociali, relazionali, in tutti i campi. Potrei fare 1000 esempi che ho visto con i miei occhi e che ho vissuto.
Infatti, prendendo un caso estremo, agli individui con autismo spesso gli si attribuisce un "intelligenza" superiore alla norma, però tuttavia non riescono a farcela da soli nella vita, non riescono a seguire corsi universitari, a lavorare normalmente, hanno bisogno di supporto nella vita di tutti i giorni. Figuriamoci avere "successo".
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28-09-2020, 16:17
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#77
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Banned
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,977
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Quote:
Originariamente inviata da Alakazam
Una cosa è avere problemi sociali (dettati da disturbi della personalità etc etc), un'altra cosa è essere riservati o introversi. Ho conosciuto molte persone molto introverse e riservate, la differenza è che appunto non hanno problemi sociali.
Il "successo" (sia a livelli bassi, che a livelli alti) è dettato dalle capacità sociali, ma questa è roba vecchia. Il modello di società attuale premia chi conosce molte persone, "chi ci sa fare", chi ha molti amici, etc.
In questo contesto già persone molto introverse sono svantaggiate rispetto a quelle molto estroverse, perché i primi devono andare contro la loro natura ed adattarsi a ciò che la società richiede, per avere successo. Ovviamente non hanno carenze a livello di abilità, devono solo esercitarsi.
I secondi sono invece avvantaggiati perché il modello da seguire è in linea con le proprie preferenze e le proprie necessità.
Figuriamoci se invece pensiamo a quelli che hanno "problemi" nella sfera relazionale, di natura psicologica, che hanno deficit e fanno fatica a vivere anche le relazioni sociali più comuni.
Come già detto da Matty (se non sbaglio) dunque il successo non deriva tanto da roba come abilità di logica, rapidità di pensiero, QI, etc, ma appunto dalle skills sociali, relazionali, in tutti i campi. Potrei fare 1000 esempi che ho visto con i miei occhi e che ho vissuto.
Infatti, prendendo un caso estremo, agli individui con autismo spesso gli si attribuisce un "intelligenza" superiore alla norma, però tuttavia non riescono a farcela da soli nella vita, non riescono a seguire corsi universitari, a lavorare normalmente, hanno bisogno di supporto nella vita di tutti i giorni. Figuriamoci avere "successo".
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Ci sono persone con autismo che invece riescono .
E anche persone isolate.
Se vuoi fare il medico e sei bravo negli studi, puoi farcela anche se non hai amici.
Non ti sono richieste conoscenze ( tranne se vuoi fare il raccomandato ma non è che ce la fanno solo i raccomandati) ma di essere bravo nello studio, competente e superare esami e concorsi.
Poi ovviamente occorrono le skills minime per affrontare il lavoro.
Ma uno non diventa medico, insegnante, bidello, impiegato statale solo se ha ha gli amici, questo è un po' raccontarsela.
I contatti sociali e la socievolezza saranno indispensabili per un certo tipo di carriere, dove serve il contatto, l'aggancio, il saper vendere.
Ma non a tutti interessa questo
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28-09-2020, 16:22
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#78
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Esperto
Qui dal: Mar 2008
Ubicazione: In the clouds...
Messaggi: 1,185
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Si, ma ci sono i capi che ti cazziano se non porti a casa i risultati.
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Ma eri entrato nell'azienda grazie a tuo padre o ricordo male?
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28-09-2020, 16:48
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#79
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Esperto
Qui dal: Mar 2008
Ubicazione: In the clouds...
Messaggi: 1,185
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Sai che per me è una domanda difficile? E ti spiego perchè:
mi sono sentita schiacciata sin da bambina, non mi veniva permesso di esplorare il mondo in modo libero, in modo tale da indirizzarmi spontaneamente verso la cura delle mie naturali inclinazioni.
Sono stata invece sempre molto "plagiata"a seguire determinate direzioni; ad esempio pur essendo sempre stata portata per le materie umanistiche, sono stata comunque obbligata a fare il liceo scientifico.
Poi da grande ho scelto sì una materia umanistica all'università, ma ero ormai così "condizionata" dalle mie paure da non riuscire a capire realmente dentro me stessa cosa mi piacesse e cosa no. Tornassi indietro, farei sempre una facoltà umanistica, ma di tipo diverso da quella scelta da me: sceglierei qualcosa di più particolare e o stimolante, come lingue orientali, psicologia o archivistica.
Però ho fatto scelte sbagliate sia pressata dalla famiglia, sia spinta dalle mie paure a non affrontare certi ostacoli che mi hanno precluso quello che forse era più vicino alle mie corde.
Il problema principale però è questo: ho sempre fatto fatica a riconoscere cosa mi piacesse veramente, appunto perchè sono stata condizionata, negli anni, sia dalla famiglia, sia dalla paura, evidenziando una chiara difficoltà a fare scelte libere e sentite.
La bassa autostima mi porta ad essere indolente e ho perso recentemente una ghiotta occasione lavorativa appunto perché ho dato l'impressione di essere poco interessata alla cosa o poco convinta. Così è stata scelta una tizia più "aggressive" e decisa di me.
Negli ultimi dieci-dodici anni ho scoperto che mi piace scrivere di letteratura; tutti ma proprio tutti mi dicono di coltivare questo aspetto o di provare a inviare i miei pezzi a riviste letterarie; eppure la scarsa fiducia - unitamente a una sorta di "noia e fatica esistenziale" - mi porta inevitabilmente a volare basso e a sentire la fatica per qualsiasi cosa io faccia o provi a fare....boh...
Sono arrivata a un punto che non posso prendermela più con nessuno perché sono io che mi auto-saboto.
Ogni tanto mi dico che vorrei fare un dottorato, ma anche qui non capisco se lo sceglierei per il piacere di farlo o solo per dimostrare a me stessa di sapermi sfidare e mettere in gioco, rispondendo inconsciamente al modello genitoriale che ha sempre voluto vedermi dedita allo studio e alla ricerca.....mi sento alquanto contorta e confusa...
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28-09-2020, 17:15
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#80
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,122
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Quote:
Originariamente inviata da clizia
Ma eri entrato nell'azienda grazie a tuo padre o ricordo male?
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Era solo uno stage, dovevo restare lì sei mesi e basta. E comunque non è che solo perché sei figlio di un ex dipendente non ti possono cazziare.
E' stato nelle altre aziende che sono accadute le cose peggiori comunque.
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