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Vecchio 07-08-2014, 14:10   #1
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In particolare, mi rivolgo a coloro che hanno problemi di autostima/autoaccettazione, che incapaci di volersi bene hanno probabilmente proiettato questa frustrazione sulla vita e sugli altri giungendo a maturare idee più o meno disfunzionali che in altre circostanze non avrebbero maturato, come convivono e affrontano questa consapevolezza, di essere i loro atteggiamenti l'eco del non saper/voler/poter rapportarsi genuinamente con se stessi? Non entro nel merito delle cause, altri potrebbero essere stati responsabili di questo cattivo rapporto con se stessi; il problema è l'aver utilizzato una situazione, un contesto, generalizzandolo, come premessa per valutazioni assolute

Io non credo di volermi bene (quanta bassezza nella forma del "non credo"), e seppur in certi periodi anche abbastanza lunghi riesco a trovare modi per aggirare questo problema, con vari espedienti che non fanno altro se non allontanarlo, mascherandolo o spostando l'attenzione su altro, la mia onestà di fondo finisce poi sempre per prevalere sbattendomi in faccia la verità, che cioè tutto il mio modo di rappresentarmi la realtà dipende in primis dal modo in cui mi rappresento me stesso; ossia: io sono il principio e il termine di tutta la mia realtà, e tutto può accadere, ma sarò io a valutarlo e connotarlo secondo quella che è la mia psicologia; non so voi, ma personalmente questa consapevolezza mi getta nell'immobilità più totale; voi come affrontate la questione?
E se ancora non vi siete posti il problema è bene che cominciate a farlo.
Vecchio 07-08-2014, 14:14   #2
Esperto
L'avatar di pokorny
 

Come te... se ho capito bene. Il pensiero mi paralizza, mi getta in uno stato di senso di inutilità e per dimenticarlo scrivo in modo quasi automatico quello che mi capita in testa sui forum di Fobia sociale
Vecchio 07-08-2014, 14:30   #3
Esperto
L'avatar di QuantumGravity
 

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Originariamente inviata da pokorny Visualizza il messaggio
. Il pensiero mi paralizza,
Forse è proprio quello il problema, il tentativo di dare un significato e una spiegazione logica al meccanismo, del resto intrinseco alla natura propria di ogni uomo che può appunto essere solo se stesso, per cui la realtà sembrerebbe un ciclo continuo "proiezione interna/interpretazione/proiezione esterna" il cui centro assoluto è la mente. Però qui si complica, volevo sapere se e come la consapevolezza che il rapporto con se stessi pregiudichi il rapporto con gli altri, viene affrontata.
Vecchio 07-08-2014, 14:34   #4
Esperto
L'avatar di pokorny
 

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Originariamente inviata da QuantumGravity Visualizza il messaggio
Forse è proprio quello il problema, il tentativo di dare un significato e una spiegazione logica al meccanismo, del resto intrinseco alla natura propria di ogni uomo che può appunto essere solo se stesso, per cui la realtà sembrerebbe un ciclo continuo "proiezione interna/interpretazione/proiezione esterna" il cui centro assoluto è la mente. Però qui si complica, volevo sapere se e come la consapevolezza che il rapporto con se stessi pregiudichi il rapporto con gli altri, viene affrontata.
Pensavo di averlo detto... mi paralizzo e non l'affronto. Finché ho avuto abbastanza lavoro e interessi personali mi ci sono gettato a pesce semplicemente per mettere in un angolo questi pensieri. Ora sono emersi, passo le giornate davanti al PC e poco altro, sgranando un giorno dopo l'altro in attesa della fine della mia vita. Non voglio fare un piagnisteo, dico solo come vivo queste cose.

EDIT: c'è anche un motivo ben preciso... come dico sempre per me il nodo più profondo è l'aspetto fisico... per quanto estremamente improbabile si possono anche vincere 10 milioni al superenalotto, ma l'aspetto fisico non si può cambiare. Facile dire che si può andare in palestra, ma io parlo di quel che "fa" la persona... struttura muscoloscheletrica, caratteri fisici, eccetera. Non ha senso pensare di poter cambiare a quel livello, vuol dire essere proprio un altro essere. E poiché non posso e del resto non mi accetto, pace, inutile fare alcunché.

Ultima modifica di pokorny; 07-08-2014 a 14:39.
Vecchio 07-08-2014, 14:51   #5
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L'avatar di QuantumGravity
 

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Originariamente inviata da Lidia Visualizza il messaggio
Quoto tutto.
Io so benissimo di essere il mio peggior nemico. E non riesco a far niente per evitarlo, anzi mi ritrovo sempre di più in questo circolo vizioso in cui sono infelice a causa dell'autostima pari allo zero assoluto che ho di me stessa e, il fatto stesso di rendermene conto, mi fa stare ancora più male perchè mi rendo conto di essere un'ingrata bambina viziata.
E' un problema che coinvolge molti come vedi; e del resto, non so nemmeno io da che parte iniziare ad affrontarlo.
Quote:
Originariamente inviata da pokorny Visualizza il messaggio
Pensavo di averlo detto... mi paralizzo e non l'affronto. Finché ho avuto abbastanza lavoro e interessi personali mi ci sono gettato a pesce semplicemente per mettere in un angolo questi pensieri. Ora sono emersi, passo le giornate davanti al PC e poco altro, sgranando un giorno dopo l'altro in attesa della fine della mia vita. Non voglio fare un piagnisteo, dico solo come vivo queste cose.

EDIT: c'è anche un motivo ben preciso... come dico sempre per me il nodo più profondo è l'aspetto fisico... per quanto estremamente improbabile si possono anche vincere 10 milioni al superenalotto, ma l'aspetto fisico non si può cambiare. Facile dire che si può andare in palestra, ma io parlo di quel che "fa" la persona... struttura muscoloscheletrica, caratteri fisici, eccetera. Non ha senso pensare di poter cambiare a quel livello, vuol dire essere proprio un altro essere. E poiché non posso e del resto non mi accetto, pace, inutile fare alcunché.
Ci ho messo un sacco a rispondere perché effettivamente non so cosa dire; è una questione così vasta e personale che risulta impossibile provare a dare suggerimenti di alcun tipo. Comunque pensare che da ciò si sviluppi tutto il resto, che da un "non mi piace la mia faccia", "non mi piace il mio corpo" ecc, dipenda la possibilità di realizzarsi, che da ciò appunto tutto perda di colore e valore, lascia esterrefatti; autolesionismo, disfattismo, pessimismo, pazzoidi e tutto il peggio che c'è in giro forse è solo uno sfogo di ciò, dell'impossibilità di essere ciò che si vorrebbe essere, di un rapporto malsano con se stessi
Vecchio 07-08-2014, 15:03   #6
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L'avatar di Suttree
 

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Originariamente inviata da QuantumGravity Visualizza il messaggio
tutto il mio modo di rappresentarmi la realtà dipende in primis dal modo in cui mi rappresento me stesso; ossia: io sono il principio e il termine di tutta la mia realtà, e tutto può accadere, ma sarò io a valutarlo e connotarlo secondo quella che è la mia psicologia; non so voi, ma personalmente questa consapevolezza mi getta nell'immobilità più totale; voi come affrontate la questione?
E se ancora non vi siete posti il problema è bene che cominciate a farlo.
Il fatto che tu l'abbia capito, secondo me, è già un notevole passo avanti.
Io sto affrontando la cosa facendo psicoterapia cognitivo-comportamentale.
Per ora l'autostima non è migliorata di molto ma in altri ambiti ho riscontrato dei miglioramenti.
Vecchio 07-08-2014, 15:16   #7
Esperto
L'avatar di pokorny
 

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Originariamente inviata da QuantumGravity Visualizza il messaggio
[...] che da ciò appunto tutto perda di colore e valore, lascia esterrefatti; autolesionismo, disfattismo, pessimismo, pazzoidi e tutto il peggio che c'è in giro forse è solo uno sfogo di ciò, dell'impossibilità di essere ciò che si vorrebbe essere, di un rapporto malsano con se stessi
E' vero, lo vedo benissimo in me stesso... Per fortuna non faccio male a nessuno, del resto sono nato così e non sono mai riuscito a lavorare su questa cosa, vedo bene anche il motivo ma mi pare inutile scrivere per poi non risolvere nulla...
Vecchio 07-08-2014, 17:55   #8
Banned
 

Non riesco a capirti. Se volevi dire con questa mentalita anche se concquisto il mondo non lo valuto come tale e quindi perche sforzarsi a farlo , non ci sono arrivata.
Sempre in tema di rapporto con se stessi , sto cercando di valutare me stessa e di voler anche bene ( di conseguenza) usando gli stessi paramatri che uso quando giudico uno sconosciuto. Questo e per calmarmi un po quando sono sola ma in presenza degli altri cade tutto.

Ultima modifica di cancellato13248; 07-08-2014 a 18:11.
Vecchio 07-08-2014, 18:39   #9
Esperto
L'avatar di pokorny
 

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Originariamente inviata da Architeuthis Visualizza il messaggio
Bisogna anche arrivare ad essere consapevoli della propria oggettiva inferiorità rispetto agli altri in molti ambiti,anche se è difficile da accettare,
insomma non partire dal presupposto che sia solo un problema di autostima e basta,magari è anche questo un punto di partenza per provare a stare meglio (si fa per dire) con sè stessi..
E' esattamente così... e per quanto mi riguarda, le rare volte che vado un po' più a fondo con l'introspezione trovo in me essenzialmente invidia per il prossimo. In parte giustificata perché non esiste campo in cui sia/abbia fatto qualcosa di appena superiore alla media (nel caso migliore), ma come dici, ci si dovrebbe accettare e punto, nuova pagina.
Vecchio 07-08-2014, 19:51   #10
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L'avatar di Pablo's way
 

Sempre saputo che mi mancano le basi...
Vecchio 07-08-2014, 21:25   #11
Esperto
L'avatar di QuantumGravity
 

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Originariamente inviata da Architeuthis Visualizza il messaggio
Bisogna anche arrivare ad essere consapevoli della propria oggettiva inferiorità rispetto agli altri in molti ambiti,anche se è difficile da accettare, insomma non partire dal presupposto che sia solo un problema di autostima e basta, magari è anche questo un punto di partenza per provare a stare meglio (si fa per dire) con sè stessi..
Certo è importante saper riconoscere i propri limiti, tuttavia, quando una persona fosse veramente a posto con se stessa, che bisogno avrebbe di fare paragone con gli altri? Anche se effettivamente riconoscesse dei tratti in lei qualitativamente poco adatti a determinate cose, potrebbe comunque apprezzare altre sue caratteristiche, e sentirsi appagato e realizzato nelle cose a lui più congeniali.

Quote:
Originariamente inviata da Era Visualizza il messaggio
Non riesco a capirti. Se volevi dire con questa mentalita anche se concquisto il mondo non lo valuto come tale e quindi perche sforzarsi a farlo, non ci sono arrivata.
.
Non proprio così in verità; però anche questo scenario è possibile.

Quote:
Originariamente inviata da pokorny Visualizza il messaggio
non esiste campo in cui sia/abbia fatto qualcosa di appena superiore alla media (nel caso migliore), ma come dici, ci si dovrebbe accettare e punto, nuova pagina.
Ma perché avete sta mentalità? Che se uno non diventa un portento, non emerge dalla media matematica in qualcosa, deve considerarsi un fallito? Ma il piacere di fare le cose così, senza competizione non lo considerate? Mi ricordo anche i miei genitori quando mi comprarono la chitarra e io mi limitavo a strimpellarla senza fare progressi, mi dissero di smettere di perdere tempo; ma oh, a me piaceva così. Davvero, smettete di guardare gli altri, o comunque di farlo in questi termini.

Quote:
Originariamente inviata da _Diana_ Visualizza il messaggio
E' vero. Tragicamente capisco la tua voglia di immobilità, però è la cosa più insana che tu possa fare.

Io che di autostima ne ho poca, tendo da sempre a sminuire tutti questi miei pensieri, come tante altre cose, solo perchè sono consapevole che se non lo faccio, è la morte mia. Questo mio autocontrollo (evitamento di pensieri disfunzionali) sì, mi aiuta a buttarmi nelle situazioni, però consuma parecchie energie. E' già stato un bel passo l'aver preso coscienza del mio non volermi bene, visto che prima la vivevo molto passivamente, ma ecco, merda, questo è solo l'inizio...

ed ora chemmidici? chessifa?

Io penso che potrei andare avanti così eh, però so che devo lavorare su delle alternative quando questo meccanismo si sarà rotto (se non lo è già).
Non è tanto "voglia", è piuttosto la reazione apparentemente più logica alla scoperta che tutte le valutazioni che si possono fare, partono da premesse, buone o meno buone e che non può essere diversamente. Ugualmente finisco per sminuire quindi i miei pensieri, perché appunto ne riconosco la relatività e la parzialità di giudizio, che esprime solo un contesto limitato e niente più. E' una crisi meta-rappresentativa, mi rappresento me stesso che si rappresenta se stesso e interagisce nel mondo dopo aver elaborato un determinato bagaglio di esperienze
Vecchio 07-08-2014, 21:58   #12
Banned
 

A me riesce impossibile credere a qualunque principio la cui validità non mi sia dimostrata oltre ogni irragionevole dubbio. E quindi mi blocco, perché non appena mi formo un'opinione comincio a decostruirla, finché non rimane nulla.
Vecchio 07-08-2014, 22:15   #13
Esperto
L'avatar di QuantumGravity
 

Quote:
Originariamente inviata da anahí Visualizza il messaggio
A me riesce impossibile credere a qualunque principio la cui validità non mi sia dimostrata oltre ogni irragionevole dubbio. E quindi mi blocco, perché non appena mi formo un'opinione comincio a decostruirla, finché non rimane nulla.
Certo, comprendo, è esattamente ciò che intendevo.. e oltre forse, visto che resto scettico anche difronte alle eventuali dimostrazioni.
Forse dovremmo darci una calmata e prenderla un po' più come un gioco
Vecchio 07-08-2014, 22:24   #14
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da QuantumGravity Visualizza il messaggio
Certo, comprendo, è esattamente ciò che intendevo.. e oltre forse, visto che resto scettico anche difronte alle eventuali dimostrazioni.
Forse dovremmo darci una calmata e prenderla un po' più come un gioco
Penso anch'io, cioè la consapevolezza che di un gioco si tratta non dovrebbe impedire di giocarci. Cioè, uno che gioca a calcio non è che si ferma a pensare "ma perché seguo queste regole, che valore intrinseco ha il gol" ecc.
E' che la smania di osservare le cose con distacco al posto di viverle è difficile da sradicare...ma non impossibile dai.
Vecchio 07-08-2014, 22:30   #15
Principiante
 

Beh la mia mancanza di autostima condiziona la mia vita per i diversi rapporti che ho con le persone... e soprattutto con me stesso.. il pensare di essere inutile e che ogni volta che penso di saper far qualcosa è un niente rispetto a quello che dovrei fare mi rende microscopico.. diciamo che nonostante tutto penso ci sia una cosa che nn so spiegarmi che tende a farmi andare avanti anche se io sono il primo a non volerlo fare proprio perchè ho paura di tutto questo..
Vecchio 07-08-2014, 22:40   #16
Esperto
L'avatar di pokorny
 

Quote:
[...] Ma perché avete sta mentalità? Che se uno non diventa un portento, non emerge dalla media matematica in qualcosa, deve considerarsi un fallito? Ma il piacere di fare le cose così, senza competizione non lo considerate? Mi ricordo anche i miei genitori quando mi comprarono la chitarra e io mi limitavo a strimpellarla senza fare progressi, mi dissero di smettere di perdere tempo; ma oh, a me piaceva così. Davvero, smettete di guardare gli altri, o comunque di farlo in questi termini.
E' un po' un cortocircuito mentale... ho questa mentalità perché ci sono nato. E sì, un po' mi considero un fallito ORA, non quando avevo la speranza/prospettiva di proseguire nell'università. Insomma, il senso di invidia l'ho sempre avuto ma ci sono stati periodi in cui non emergeva.

A ciascuno serve una sfera in cui realizzarsi; non pretendevo mica di diventare direttore di dipartimento, anche solo ricercatore mi sarebbe bastato. Tu con la chitarra sei OK? Io col piano no, nessuna delle mie registrazioni è decente, c'è qualche stecca in ognuna. Quello che dici tu varrebbe se pretendessi di suonare Listz e soci, non con pezzi semplici coi quali mi cimento.

Alla fine, se il carattere e le circostanze congiurano nello stesso verso, la frustrazione e l'invidia possono sorgere in certe circostanze. Non dico mica che sia una buona cosa, ma nemmeno si può dominare del tutto con la volontà come mi pare tu inviti a fare. Sarebbe molto bello per me se fosse possibile.
Vecchio 07-08-2014, 23:48   #17
Intermedio
L'avatar di Neith
 

Non mi voglio bene e lo so.
Tuttavia,ho notato che gli altri,quelli che si vogliono bene e hanno un buon rapporto con sé stessi si confrontanno continuamente tra di loro,si rapportano agli altri,per loro è un modo di migliorarsi,è una sfida per fare meglio......siamo noi che viviamo chiusi nella nostra realtà,incapaci di tirarci fuori.....
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