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Vecchio 11-08-2015, 17:13   #1
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Sempre col nodo in gola,insicuro sul da farsi e con poche cose da dire..non imparare mai dai propri successi e dalle proprie sconfitte..mani che sudano,testa che gira e la gente chissa cosa pensa di me..vita sociale e sentimentale completamente rovinate..paura della propria ombra..pensavo che col tempo le cose si sarebbero attenuate,pensavo he avrei potuto crescere come tutti..invece mi sento un bambinone di 23 anni..solo..cosi..
sono stanco..le cose che ad altri paiono semplici per me sono montagne da scalare e intanto rimugino e mi chiudo..riapro e richiudo..
Vecchio 11-08-2015, 17:16   #2
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chettelodicoaffa
Vecchio 11-08-2015, 17:19   #3
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chettelodicoaffa
Dimmi qualcosa..e' un loop che si ripete..queste cose mi hanno devastato l esistenza..non so davvero piu cosa fare..faccio piccoli passi avanti ma poi ci ricasco in pieno..davvero..davvero..
Vecchio 11-08-2015, 17:24   #4
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Cosa hai cercato o cerchi di fare per migliorare tale situazione?
Ringraziamenti da
Masterplan92 (11-08-2015)
Vecchio 11-08-2015, 17:26   #5
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Cosa hai cercato o cerchi di fare per migliorare tale situazione?
Cerco di essere me stesso..con i miei silenzi e le mie paure ma me stesso..poi cerco di essere piu espansivo..prendo ansiolitici ma non servono..ci ricasco sempre..sono nato cosi..mi sto convincendo di questo..sono nato in un certo modo e devo accettarlo..a 23 anni bisognerebbe essere uomini non bimbi cresciuti..
Vecchio 11-08-2015, 17:27   #6
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mi spiace, offro solo problemi, non soluzioni
Anch'io non riesco ad uscire dal loop, per stare bene con gli altri bisogna uscire da se stessi,negarsi in un certo senso, per un periodo ha funzionato, ogni cosa era come se non mi riguardasse e mi scivolava addosso come l'acqua...
Bisogna costruirsi delle credenze funzionali al proprio benessere, non importa se sono vere o false, il problema è che i vecchi schemi sono molto più solidi e radicati e tornano sempre fuori.
Vecchio 11-08-2015, 17:38   #7
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Cerco di essere me stesso..con i miei silenzi e le mie paure ma me stesso..poi cerco di essere piu espansivo..prendo ansiolitici ma non servono..ci ricasco sempre..sono nato cosi..mi sto convincendo di questo..sono nato in un certo modo e devo accettarlo..a 23 anni bisognerebbe essere uomini non bimbi cresciuti..
Credo che se una persona fosse nata realmente in un determinato modo e ne fosse certo, probabilmente riuscirebbe ad accettarlo.
Quando subentrano la frustrazione, la tristezza, una determinata sintomatologia, significa che un problema alla base c'è.
La consapevolezza è il primo passo per voler cambiare, la domanda è tu vuoi cambiare perchè ritieni ci sia un problema o solo perchè, come dici tu, "la gente chissà cosa pensa di me"? Cosa vuoi da te stesso?

PS: All'età di 17 anni vivevo praticamente da solo, ora ho difficoltà anche a fare la spesa, come vedi non è l'età anagrafica a rendere uomo un individuo.
Vecchio 11-08-2015, 17:41   #8
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Credo che se una persona fosse nata realmente in un determinato modo e ne fosse certo, probabilmente riuscirebbe ad accettarlo.
Quando subentrano la frustrazione, la tristezza, una determinata sintomatologia, significa che un problema alla base c'è.
La consapevolezza è il primo passo per voler cambiare, la domanda è tu vuoi cambiare perchè ritieni ci sia un problema o solo perchè, come dici tu, "la gente chissà cosa pensa di me"? Cosa vuoi da te stesso?

PS: All'età di 17 anni vivevo praticamente da solo, ora ho difficoltà anche a fare la spesa, come vedi non è l'età anagrafica a rendere uomo un individuo.
Io voglio cambiare per me ma sono convinzioni e pensieri e comportamenti talmente radicati che sono come macigni..il mio cervello puo fare finta di resettare ma poi ritorna al punto di partenza..sembrano davvero insormontabili
Vecchio 11-08-2015, 17:45   #9
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Io voglio cambiare per me ma sono convinzioni e pensieri e comportamenti talmente radicati che sono come macigni..il mio cervello puo fare finta di resettare ma poi ritorna al punto di partenza..sembrano davvero insormontabili
Fare finta di niente significa evitare il problema, bisogna andare in fondo a questi comportamenti, vedere su cosa si basa questa insicurezza, questa paura che dici di provare.
Che risposta ti sei dato? Qualche evento, un episodio, ci dovrà pur essere qualcosa che ti ha reso in questo modo, oppure sei sempre stato così?
Tuttavia parli di "relazioni rovinate" di conseguenza qualcosa prima c'era.
Vecchio 11-08-2015, 17:50   #10
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Fare finta di niente significa evitare il problema, bisogna andare in fondo a questi comportamenti, vedere su cosa si basa questa insicurezza, questa paura che dici di provare.
Che risposta ti sei dato? Qualche evento, un episodio, ci dovrà pur essere qualcosa che ti ha reso in questo modo, oppure sei sempre stato così?
Tuttavia parli di "relazioni rovinate" di conseguenza qualcosa prima c'era.
Da che mi ricordi l ansia sociale l ho sempre avuta..al liceo ricordo che c era questa ragazzina che mi scriveva e a cui piacevo..avevo 15 anni..la cosa che mi bloccava non era tanto stare con lei quanto il terrore che gli altri mi vedessero in sua compagnia..ricordo silenzi imbarazzanti con le sue amiche..mi disse che cercava un uomo,non uno che la evitasse e parlasse poco..questi sono solo esempi per dire che da che ho memoria questi problemi sono sempre esistiti e mi hanno condizionato anche successivamente..gli altri per me non sono fonte di piacere ma fonte essenzialmente di disagio..
Vecchio 11-08-2015, 17:56   #11
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Da che mi ricordi l ansia sociale l ho sempre avuta..al liceo ricordo che c era questa ragazzina che mi scriveva e a cui piacevo..avevo 15 anni..la cosa che mi bloccava non era tanto stare con lei quanto il terrore che gli altri mi vedessero in sua compagnia..ricordo silenzi imbarazzanti con le sue amiche..mi disse che cercava un uomo,non uno che la evitasse e parlasse poco..
Questo può essere un buon inizio per cercare di andare a fondo...da come descrivi questo episodio, l'attrazione non era reciproca, piuttosto ti vergognavi all'eventualità che gli altri ti vedessero insieme a lei, perchè? Gli altri chi poi? Compagni di classe, amici, genitori, mondo esterno in generale?

Alla base di ogni relazione sentimentale vi è una cosa, la ragazza/donna vuole sentirsi protetta, rassicurata, avere la sicurezza di poter contare sempre su questa persona...la timidezza diciamo che gioca un ruolo davvero sfavorevole al cosidetto primo approccio.
Vecchio 11-08-2015, 18:00   #12
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Questo può essere un buon inizio per cercare di andare a fondo...da come descrivi questo episodio, l'attrazione non era reciproca, piuttosto ti vergognavi all'eventualità che gli altri ti vedessero insieme a lei, perchè? Gli altri chi poi? Compagni di classe, amici, genitori, mondo esterno in generale?

Alla base di ogni relazione sentimentale vi è una cosa, la ragazza/donna vuole sentirsi protetta, rassicurata, avere la sicurezza di poter contare sempre su questa persona...la timidezza diciamo che gioca un ruolo davvero sfavorevole al cosidetto primo approccio.
Non solo al primo approccio,pure dopo..io ho una paura fottuta delle relazioni in generale..
mi vergognavo che mi vedessero mentre facevo cose che per loro erano naturali..mi vedevo come da fuori..una sorta di derealizzazione..mi vergognavo dei successi che avrei potuto ottenere..
Vecchio 11-08-2015, 18:02   #13
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Non solo al primo approccio,pure dopo..io ho una paura fottuta delle relazioni in generale..
Questo era abbastanza ovvio, cercavo di esprimere una modesta opinione ed analisi in merito all'episodio da te descritto.
Ringraziamenti da
Masterplan92 (11-08-2015)
Vecchio 11-08-2015, 18:17   #14
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Non solo al primo approccio,pure dopo..io ho una paura fottuta delle relazioni in generale..
mi vergognavo che mi vedessero mentre facevo cose che per loro erano naturali..mi vedevo come da fuori..una sorta di derealizzazione..mi vergognavo dei successi che avrei potuto ottenere..
Non sai quanto ti capisco...."è come se" (classica frase da derealizzato) ogni successo grande o minuscolo che sia creasse un'aspettativa degli altri nei tuoi confronti (ma è l'aspettativa di te stesso nei confronti dell'aspettativa che gli altri hanno su di te) che non ti senti in grado di sostenere, quindi diventa "logicamente"(???) meglio...evitare .
Vecchio 11-08-2015, 18:19   #15
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Non sai quanto ti capisco...."è come se" (classica frase da derealizzato) ogni successo grande o minuscolo che sia creasse un'aspettativa degli altri nei tuoi confronti (ma è l'aspettativa di te stesso nei confronti dell'aspettativa che gli altri hanno su di te) che non ti senti in grado di sostenere, quindi diventa "logicamente"(???) meglio...evitare .
Esattamente questo..
Vecchio 11-08-2015, 18:21   #16
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Originariamente inviata da Masterplan92 Visualizza il messaggio
Sempre col nodo in gola,insicuro sul da farsi e con poche cose da dire..non imparare mai dai propri successi e dalle proprie sconfitte..mani che sudano,testa che gira e la gente chissa cosa pensa di me..vita sociale e sentimentale completamente rovinate..paura della propria ombra..pensavo che col tempo le cose si sarebbero attenuate,pensavo he avrei potuto crescere come tutti..invece mi sento un bambinone di 23 anni..solo..cosi..
sono stanco..le cose che ad altri paiono semplici per me sono montagne da scalare e intanto rimugino e mi chiudo..riapro e richiudo..
La fobia sociale, per quanto grave, è solo una delle tante cose che possono capitare nella vita, e neanche la peggiore..la vita è dura, però ancora tempo ne hai per riprenderti.
Vecchio 11-08-2015, 18:23   #17
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Originariamente inviata da syd_77 Visualizza il messaggio
La fobia sociale, per quanto grave, è solo una delle tante cose che possono capitare nella vita, e neanche la peggiore..la vita è dura, però ancora tempo ne hai per riprenderti.
La fobia sociale e una non vita..ti distrugge lentamente..
Vecchio 11-08-2015, 18:34   #18
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Chiediti cosa c'è di positivo nella tua vita. Metti un attimo da parte il fatto di temere gli altri e il loro giudizio. Ci sarà qualcosa che ti piace, qualcosa che sei bravo a fare. E se non c'è, ci sarà sicuramente una potenzialità che non hai ancora sfruttato. Ci saranno delle persone che ti vogliono bene o che te ne hanno voluto.
Questi sono i pilastri su cui partire. Avere una maggiore consapevolezza di cosa abbiamo di buono ci fa capire, anzitutto che noi non siamo i nostri problemi ma molto altro, e poi che in quanto persone abbiamo una nostra dignità e meritiamo di trattarci bene e di essere felici.
Vecchio 11-08-2015, 18:35   #19
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L'avatar di DownwardSpiral2
 

Sicuramente la fobia sociale non è la cosa più grave che ti possa affliggere, allo stesso tempo però sapersi relazionare è un po' l'A dell' ABC della vita umana.Essendo l'uomo animale sociale (così dicono), di conseguenza sei condannato all'infelicità (o quantomeno ad una permanente insoddisfazione di sé, che credo sia condizione necessaria per la felicità, ma anche serenità se vogliamo volare" basso" (magari!!!)).
Voglio dire: può un fobico sociale essere felice? Qualunque cosa tu riesca a realizzare sarà una soddisfazione esclusivamente personale, non potrai mai essere soddisfatto a pieno perché in un certo non sarà mai "sicuro" del successo che raggiungi, anche nelle piccole cose, c'è un costante senso di " ma io non riesco/non posso fare questo", e anche se ce la fai è come se non l'avessi fatto tu.
Comunque credo che questa condizione sia stata inasprita non poco da questi tempi infami che stiamo vivendo, suppongo che una volta parlassero i fatti più delle bocche e in generale delle apparenze (i sipari del nulla per lo più, questo bisogna inscriverselo nel cervello).
Vecchio 11-08-2015, 18:58   #20
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Sicuramente la fobia sociale non è la cosa più grave che ti possa affliggere, allo stesso tempo però sapersi relazionare è un po' l'A dell' ABC della vita umana.Essendo l'uomo animale sociale (così dicono), di conseguenza sei condannato all'infelicità (o quantomeno ad una permanente insoddisfazione di sé, che credo sia condizione necessaria per la felicità, ma anche serenità se vogliamo volare" basso" (magari!!!)).
Voglio dire: può un fobico sociale essere felice? Qualunque cosa tu riesca a realizzare sarà una soddisfazione esclusivamente personale, non potrai mai essere soddisfatto a pieno perché in un certo non sarà mai "sicuro" del successo che raggiungi, anche nelle piccole cose, c'è un costante senso di " ma io non riesco/non posso fare questo", e anche se ce la fai è come se non l'avessi fatto tu.
Comunque credo che questa condizione sia stata inasprita non poco da questi tempi infami che stiamo vivendo, suppongo che una volta parlassero i fatti più delle bocche e in generale delle apparenze (i sipari del nulla per lo più, questo bisogna inscriverselo nel cervello).
Ma certo, un tempo magari si diceva che una persona fobica sociale era "schiva" alle brutte lo chiamavano "orso" ma cmq gli veniva riconosciuta una dignità, poteva avere una famiglia, un lavoro, magari non manageriale, ma semplicemente normale..ora che nei lavori devi "saperti vendere" "fare lavoro di squadra"..in poche parole FARE IL PAGLIACCIO è ovvio che è più penalizzante.
Ringraziamenti da
DownwardSpiral2 (11-08-2015)
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