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12-07-2012, 22:29
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#21
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Esperto
Qui dal: Jun 2012
Ubicazione: NORD
Messaggi: 1,746
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Massimo rispetto per i prof
Ho un ottimo rapporto con i prof, pessimo con i compagni di classe...
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12-07-2012, 22:34
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#22
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,943
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Quote:
Originariamente inviata da Taxi driver
Quando si è insegnanti, molto dipende dalla zona in cui si trova la scuola.
L'esperienza dell'insegnamento può rivelarsi un autentico inferno, specialmente nelle scuole dei quartieri più degradati
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Parlo di scuola dei bambini,infanzia e primaria, ma posso dire che le due scuole dove mi trovo meglio sono in un quartiere degradato della città.Lì ho visto e capito cosa sia l'integrazione vera, sia delle diverse culture sia delle diverse abilità.Le scuolette di campagna(dove vivo io,a 40 km dalla città) sembrano isole felici ma lì si annidano il razzismo peggiore,l'ignoranza più ostinata, per non parlare dei privilegi acquisiti.Non sempre e non in tutte le scuole e ciò che dico non riguarda tutto il personale ovviamente, ma a volte ringrazio di essere così precaria e di girare così tante scuole per poter confrontare realtà differenti e non fossilizzarmi in un'idea statica di scuola.
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12-07-2012, 23:00
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#23
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Esperto
Qui dal: Dec 2011
Ubicazione: Veneto
Messaggi: 1,773
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Quote:
Originariamente inviata da claire
Purtroppo per medie e superiori è più difficile,c'è meno richiesta e ci vogliono almeno i 5 anni...io al momento lavoro solo grazie al diploma superiore,sono in 3a fascia(quella per i non abilitati)e lì resterò per molto tempo,sempre che i tagli alla scuola che piacciono tanto ai governi nuovi e vecchi non mi mandino fuori dai piedi definitivamente.Per fortuna riesco a lavorare tutto l'anno scolastico,fra supplenze lunghe e brevi,una volta ho fatto l'anno intero(che paura!).
Ma ora sei laureato quinquennale'E non puoi metterti in 3a fascia?
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No, ho finito gli esami, ma sono in tesi da tempo immemore. Cmq sì mi avevan detto che con i 5 anni mi avrebbero inserito in 3a fascia (e ovviamente si prospettava un futuro da precario). Quando avrò finito ci penserò.
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13-07-2012, 02:00
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#24
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Banned
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Ovunque... e da nessuna parte...
Messaggi: 6,762
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Quote:
Originariamente inviata da claire
rainy,sono solo solo una maestrina elementare,attualmente sto facendo fare i compiti delle vacanze a un bambino,dubito di poterti essere utile
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e chi ti dice che io non sia uno studente delle elementari?
" Per fare un albero, ci vuole un fiore
per fare un fiore, ci vuole un seme.
Per fare il seme ci vuole..." boh
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13-07-2012, 09:46
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#25
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,943
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Quote:
Originariamente inviata da rainy
e chi ti dice che io non sia uno studente delle elementari?
" Per fare un albero, ci vuole un fiore
per fare un fiore, ci vuole un seme.
Per fare il seme ci vuole..." boh
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il frutto.
alla faccia dei fuori corso!
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13-07-2012, 09:47
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#26
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,943
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Quote:
Originariamente inviata da Viridian
Tengo d'occhio con piacere questa discussione E' un argomento che mi interessa molto!
Nel frattempo, non posso che consigliare a Claire di fare sempre affidamento sulla sua passione per l'insegnamento e di non lasciarsi abbattere dalla prima difficoltà: i ragazzini sanno essere pestiferi, ma comunicare con efficacia un concetto e sentirselo ripetere in maniera attiva e sicura dagli studenti, dev'essere una soddisfazione meravigliosa!
In bocca al lupo - e aggiornaci con le tue "avventure" didattiche quando riprenderanno le scuole, se vuoi!
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grazie!
da settembre vi racconterò fior fior di aneddoti di una supplente sociofobica,c'è da ridere!
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13-07-2012, 10:17
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#27
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 12,727
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Eccomi, ho fatto diversi anni da supplente e partecipo in forum sulla scuola.
Messaggio destinato a chi volesse intraprendere una carriera scolastica:
SIATE REALISTICI!!
Dovrete andare in pensione a 65 anni se non più tardi; se pensate di passare una vita lavorando in quel settore senza poterne uscire, siete degli incoscienti.
La scuola è la fabbrica degli esaurimenti.
Dovete mettere il piede in due scarpe. Non c'è nulla da fare, dovete fare un altro lavoro in contemporanea, altrimenti arriverete a 30 anni senza altre esperienze e non potrete più lavorare altrove.
La fregatura di molti di noi e che sviluppa tardi e quindi capisce tardi dove deve stare. Ad esempio, le persone molto riflessive è facile che siano più adatte per un lavoro manuale che però scartano perché hanno il diploma o perché essendo riflessive pensano di dovere fare un lavoro di ragionamento.
Ci vuole tempo per capire il lavoro adatto a noi e purtroppo, se si finisce l'università a 24 anni, non hai tutto questo tempo per capirlo.
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13-07-2012, 10:29
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#28
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 12,727
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Quote:
Originariamente inviata da claire
curiosità:sono una nuova iscritta e mi chiedevo se in questo forum ci sono altri insegnanti,maestri/supplenti ecc...
Due sono le cose che m'incuriosiscono:essendo per me il lavoro l'unica attività sociale(nonchè unica attività in assoluto) come affrontate i mesi estivi?Inattivi come me?
Come conciliate un lavoro di così forte impatto sociale con la fs?Quali sono i problemi più grossi?
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I mesi estivi servono a ricaricarsi, ma allo stesso tempo trovare un altro lavoro, non di animazione o come istruttore.
Non sono sociofobico, sono sì introverso e insegnare è stato un incubo; è stato come fare una gara di scrittura tra destri naturali, dove io ero l'unico a dover usare la sinistra.
La scuola è un ambiente logorante, soprattutto se come me, non hai una buona dialettica e tendi a estraniarti nei momenti di stanchezza (la caratteristica riconosciuta di tutti gli introversi è il fatto di doversi chiudere in sé dopo un po' che socializzano).
Quello che fa sbagliare scelta, entrando a lavorare nel corpo docente, è la presunzione che l'aspetto sociale abbia un ruolo secondario all'interno della lezione, cioè è un qualcosa in più, un 20-40%. Mi sono accorto invece che è il 95%. L'insegnante non è altro che un venditore: deve sapersi vendere e farli voler bene. Chi ha problemi di comunicazione, va incontro al burn-out, in primis perché comunica non maggiore fatica e inoltre perché il feedback può essere moooolto deludente.
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13-07-2012, 14:44
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#29
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Esperto
Qui dal: Jul 2011
Messaggi: 3,267
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Quote:
Originariamente inviata da Tristezza
Se penso ai miei prof delle medie... Altro che rispetto e ammirazione, il menefreghismo più totale! Gente che rubava lo stipendio e traumatizzava i ragazzini più deboli
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Perché purtroppo in Italia non si sa cosa sia la meritocrazia.
Proprio ieri ho saputo di una ragazzo in lizza per un posto da ricercatore sorpassato dai soliti raccomandati che nemmeno hanno sostenuto l'esame.
Io sarei favorevole ad un sistema alla finlandese; l'accesso alla professione è a numero chiuso e coloro che vi accedono sono selezionati tra i migliori. Il mio è un discorso meramente pragmatico, anch'io prima di lasciar l'università sognavo di diventare professore, credo però che il numero chiuso sia l'opzione migliore, detta in termini brutali se la richiesta è ogni anno di 1.000 (tanto per fare un numero) nuovi insegnati e poi invece ogni anno ho 20.000 nuovi insegnanti il problema del precariato non si risolverà mai.
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13-07-2012, 14:50
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#30
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Banned
Qui dal: Nov 2010
Messaggi: 718
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Non chiedete a me cosa penso degli insegnanti XD XD XD XD XD
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13-07-2012, 14:50
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#31
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Esperto
Qui dal: Jul 2011
Messaggi: 3,267
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Quote:
Originariamente inviata da Warlordmaniac
Mi sono accorto invece che è il 95%. L'insegnante non è altro che un venditore: deve sapersi vendere e farli voler bene. Chi ha problemi di comunicazione, va incontro al burn-out, in primis perché comunica non maggiore fatica e inoltre perché il feedback può essere moooolto deludente.
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M'hai fatto venire in mente un testo che lessi tempo fa.
L'autore consigliava agli insegnati di cercar di coinvolgere tutti i sensi.
Spesso magari uno studente è definito come poco impegnato ma in realtà lui e l'insegnate comunicano su piani diversi.
L'insegnante può comunicare molto con il suono delle parole, mentre lo studente può avere una memoria di tipo visivo.
In parole povere ad esempio per una lezione di storia si consigliava di far immaginare ai ragazzi la scena, i suoni ecc per coinvolgere tutti i tipi di memoria.
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13-07-2012, 18:19
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#32
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,943
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Quote:
Originariamente inviata da Warlordmaniac
I mesi estivi servono a ricaricarsi, ma allo stesso tempo trovare un altro lavoro, non di animazione o come istruttore.
Non sono sociofobico, sono sì introverso e insegnare è stato un incubo; è stato come fare una gara di scrittura tra destri naturali, dove io ero l'unico a dover usare la sinistra.
La scuola è un ambiente logorante, soprattutto se come me, non hai una buona dialettica e tendi a estraniarti nei momenti di stanchezza (la caratteristica riconosciuta di tutti gli introversi è il fatto di doversi chiudere in sé dopo un po' che socializzano).
Quello che fa sbagliare scelta, entrando a lavorare nel corpo docente, è la presunzione che l'aspetto sociale abbia un ruolo secondario all'interno della lezione, cioè è un qualcosa in più, un 20-40%. Mi sono accorto invece che è il 95%. L'insegnante non è altro che un venditore: deve sapersi vendere e farli voler bene. Chi ha problemi di comunicazione, va incontro al burn-out, in primis perché comunica non maggiore fatica e inoltre perché il feedback può essere moooolto deludente.
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forse hai ragione,ma non saprei davvero mettermi a fare altro.
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13-07-2012, 18:31
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#33
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Esperto
Qui dal: May 2011
Messaggi: 1,628
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Quote:
Originariamente inviata da Otago
Perché purtroppo in Italia non si sa cosa sia la meritocrazia.
Proprio ieri ho saputo di una ragazzo in lizza per un posto da ricercatore sorpassato dai soliti raccomandati che nemmeno hanno sostenuto l'esame.
Io sarei favorevole ad un sistema alla finlandese; l'accesso alla professione è a numero chiuso e coloro che vi accedono sono selezionati tra i migliori. Il mio è un discorso meramente pragmatico, anch'io prima di lasciar l'università sognavo di diventare professore, credo però che il numero chiuso sia l'opzione migliore, detta in termini brutali se la richiesta è ogni anno di 1.000 (tanto per fare un numero) nuovi insegnati e poi invece ogni anno ho 20.000 nuovi insegnanti il problema del precariato non si risolverà mai.
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Alcuni sono raccomandati, altri semplicemente ci sanno fare.
Non so precisamente di che parli, ma per entrare all'università arruffianarsi qualche professore è necessario. Non si va avanti in sordina, lì dentro sono spietati ed oltre a studiare (se punti in alto) devi anche leccare qualche culo. E' la prassi.
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14-07-2012, 01:48
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#34
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 12,727
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I mesi estivi servono a ricaricarsi, ma allo stesso tempo trovare un altro lavoro, non di animazione o come istruttore.
Non sono sociofobico, sono sì introverso e insegnare è stato un incubo; è stato come fare una gara di scrittura tra destri naturali, dove io ero l'unico a dover usare la sinistra.
La scuola è un ambiente logorante, soprattutto se come me, non hai una buona dialettica e tendi a estraniarti nei momenti di stanchezza (la caratteristica riconosciuta di tutti gli introversi è il fatto di doversi chiudere in sé dopo un po' che socializzano).
Quello che fa sbagliare scelta, entrando a lavorare nel corpo docente, è la presunzione che l'aspetto sociale abbia un ruolo secondario all'interno della lezione, cioè è un qualcosa in più, un 20-40%. Mi sono accorto invece che è il 95%. L'insegnante non è altro che un venditore: deve sapersi vendere e farsi voler bene. Chi ha problemi di comunicazione, va incontro al burn-out, in primis perché comunica con maggiore fatica e inoltre perché il feedback può essere moooolto deludente.
EDIT: ho dovuto fare delle correzioni.
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14-07-2012, 09:42
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#35
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Esperto
Qui dal: Jul 2011
Messaggi: 3,267
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Quote:
Originariamente inviata da chomsky
Alcuni sono raccomandati, altri semplicemente ci sanno fare.
Non so precisamente di che parli, ma per entrare all'università arruffianarsi qualche professore è necessario. Non si va avanti in sordina, lì dentro sono spietati ed oltre a studiare (se punti in alto) devi anche leccare qualche culo. E' la prassi.
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Il ragazzo che si è visto fregare il posto è uno che oltre alla specialistica ha più master ed un dottorando, ha lavorato sempre nel mondo universitario ed anche all'estero. Si è visto letteralmente passare avanti da raccomandati e non da gente brava.
Io fossi in lui sarei rimasto all'estero.
Secondo me l'università italiana è tutta da rifare, un bel danno è stato fatto con quella riformaccia 3+2, laurea breve più specialistica.
Bisogna poi trovare un modo per svecchiare, non è possibile che la maggiorparte degli insegnanti siano delle mummie.
All'estero iniziano ad insegnare in ambito universitario già a 27 anni.
Non so, io vedo molto critica la situazione dell'università italiana, ma credo però che vi sia anche molta ipocrisia da parte di chi ci lavora, fanno sempre riferimento all'estero per le condizioni di lavoro, non sottolineano però che negli altri paesi bisogna lavorare duramente altrimenti è facile anche perdere il posto di lavoro.
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14-07-2012, 12:13
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#36
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Intermedio
Qui dal: Mar 2012
Messaggi: 110
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Ho fatto l'insegnante per un totale di circa 3 anni non consecutivi.
Principalmente in istituti tecnici e professionali.
Mi sarebbe piaciuto continuare ma, dopo i tagli della gelmini, le cattedere sono diminuite e per noi precari di terza fascia sono rimaste le briciole. Per cui ho cercato lavoro in altri ambiti e, fortunatamente, sono riuscito a trovarlo.
Per fortuna (o purtroppo) la mia fobia sociale è molto concentrata nei rapporti stretti di amicizia e di amore, per cui non ha avuto grosso impatto nella mia esperienza di insegnamento.
Ovviamente ho vissuto situazioni difficilissime in cui gestire la classe è stato quasi impossibile, soprattutto nei famigerati IPSIA. Devo dire, però, che me la sono cavata molto meglio di alcuni miei colleghi palesemente estroversi.
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14-07-2012, 13:28
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#37
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Banned
Qui dal: Jun 2012
Ubicazione: Milano
Messaggi: 9,206
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Quote:
Originariamente inviata da claire
curiosità:sono una nuova iscritta e mi chiedevo se in questo forum ci sono altri insegnanti,maestri/supplenti ecc...
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Diciamo che mi posso includere alla lontana...
Attualmente, per ragioni di attività lavorativa principale incompatibile, non svolgo più ma, negli anni precedenti, ho svolto l'attività d'istruttore sportivo in attività extrascolastiche organizzate presso tutta una serie di scuole primarie statali.
Attività molto appagante.
Quote:
Due sono le cose che m'incuriosiscono:essendo per me il lavoro l'unica attività sociale(nonchè unica attività in assoluto) come affrontate i mesi estivi?Inattivi come me?
Come conciliate un lavoro di così forte impatto sociale con la fs?Quali sono i problemi più grossi?
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Non essendo FS mi risulta difficile rispondere a ciò.
Devo dire che, però, è condizione comune di molti quella di svolgere un'attività lavorativa che coincide anche con l'unica attività sociale.
Io, al di fuori dei contatti sociali con i colleghi in orario di lavoro, passo il grosso del mio quotidiano e dei miei we in totale inattività sociale.
Per quanto concerne la FS posso ipotizzare, intuitivamente, che il lavoro riesca a venir conciliato per via, appunto, del contesto: probabilmente trattandosi di "conosciuto" fa venir meno la condizione di una fobia, ovvero lo "sconosciuto". Inoltre la passione, il vederlo come un'attività lavorativa prima che sociale può mitigare l'effetto.
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