Questo è un trauma che non avevo ancora vissuto, o più probabilmente erano almeno quindici anni che non vivevo.
Sicuramente in vita mia uno dei problemi minori è stata la mia atavica solitudine. Non ci ho mai dato grande peso; l'ho sempre considerata per lo più una mia scelta, dovuta in larga parte ad altre circostanze che mi hanno spinto a prendere la decisione di chiudermi con me stesso.
Sono evitante e ho sempre considerato tutte le persone che mi circondano cattive, almeno fino a prova contraria; e quindi non ho mai creduto dovessi avere a che fare con persone cattive aggiungendo problemi a quelli che ho già.
Di recente, spinto dall'obbligo dello psicologo di fare qualcosa di attivo che mi avrebbe dovuto aiutare con la depressione, ho avuto modo di conoscere nuove persone, e di appurare che alcune di esse lo sono veramente, cattive, di quella cattiveria gratuita, e ho sofferto molto.
Ma di contro, ho conosciuto anche persone più positive, che mi hanno dato una possibilità, che si sono aperte con me e di cui credo di essermi potuto fidare.
La mia
misantropia non aiuta ad apprezzare tutte queste persone; trovo comunque qualcosa di negativo anche in chi dimostra coi fatti che mi accetta, o poco o
nullo entusiasmo nel frequentarle.
Ma ce n'è stata una con la quale questa misantropia non ha avuto modo di attecchire. Era troppo positiva, dal mio punto di vista interessante, diciamo anche buona; una persona con cui ho condiviso in pochi mesi tante cose, normali chiacchierate, serate; era ben disposto con me e per un motivo o per un altro credo mi stimasse sinceramente per le mie qualità, che io per primo non ho mai negato esistano.
E io ero contento, perché la cosa era reciproca. Per uno come me trovare una persona che veramente
apprezzi e che ti fa stare bene, e essere felice di incontrare è un
caso raro, forse unico e quindi per una volta pensavo veramente di avere capito l'essenza di quel detto che "chi trova un amico trova un tesoro", e inoltre penso di aver capito che il confine tra il sentimento di una vera, ipotetica amicizia e quello dell'amore possa risultare veramente labile e sovrapponibile, e probabilmente l'unica cosa che manca nella prima è l'attrazione fisica e sessuale.
Sta di fatto che le cose sono cambiate; da un momento all'altro.
Ci sono state tante ipotesi sui motivi, e non tutte vertono in un vero e proprio abbandono da parte sua; magari l'ho deluso, o forse è stata semplice noia; oppure (e questa è stata la spiegazione ufficiale) aveva altro da fare. Ma l'unica cosa che so è che quello che consideravo un feeling che difficilmente sarebbe potuto scomparire per scelta individuale, si è dissolto.
Siamo stati giorni e giorni in cui ci sentivamo quotidiamanente e nei quali era evidente che l'interesse fosse reciproco, mentre negli ultimi tempi l'ho cercato solo io e da parte sua mai una volta; ne abbiamo parlato ed è sempre stato più che ben disposto a tranquillizzarmi, ci siamo anche visti ogni tanto; per cui avrei dovuto veramente tranquillizzarmi e rallegrarmene, mentre invece ho continuato ogni tanto a manifestare
la parte peggiore di me, quella paranoica, ansiosa, oppressiva e ossessiva nei suoi confronti, e mi odio per questo, perché probabilmente ha peggiorato le cose. Ma se non l'avessi fatto non so se le cose sarebbero cambiate, anche se lui sostiene che adesso è diventato più difficile pensare di avere un normale e sano rapporto di amicizia con me che ho dimostrato tutto questo eccessivo attaccamento. D'altronde imbarazza anche me scrivere di queste emozioni, anche perché probabilmente le avevo vissute soltanto una volta (ma in altri termini) in vita mia.
Certo, da queste parole sembrerebbe che io ho tante colpe, e infatti io me le do tutte e questo è uno dei miei grandi problemi, pensare che qualsiasi cosa mi succeda sia
responsabilità mia, e
odiarmi con tutto me stesso per questo motivo. Pensare di essere bravissimo a perdere le poche cose belle che ho e sentirmi un vero e proprio fallito, anche quando tutto sembra volgere in positivo.
E questo è veramente un trauma da cui sto facendo troppa, troppa fatica a rialzarmi. Non credo di avere fatto delle cose così meschine da essere punito in un certo modo ma l'ho preso in considerazione; sono più sicuro che lui abbia altri interessi, altre persone a cui tenere cura e che io nella scala di importanza sia in netto secondo piano e che le cose siano andate così non per sua scelta, ma perché era naturale che andassero così, ma sono delusissimo lo stesso, perché dopotutto avevo la presunzione di considerarmi ormai abbastanza importante anche per lui.
Io ero felice della mia solitudine che consideravo cronica e innocua, ma quando ti scopri ad apprezzare una persona è troppo difficile tornarci.
Ti chiedi cosa hai sbagliato,
ti scervelli coi sensi di colpa e non capisci e pensi non capirai mai come sia possibile che tu vorresti offrire del bene agli altri, un'amicizia sincera e reale, ma che anche questo viene rifiutato.