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02-02-2024, 01:28
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#1
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Esperto
Qui dal: May 2022
Messaggi: 910
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Buonasera, volevo parlare (di nuovo) di un problema che ripresenta continuamente quando sono costretta ad interagire con le persone e che forse qualcun altro ha affrontato...
Le persone, in generale, non hanno una buona opinione di me e per questo motivo si aspettano sempre che io faccia qualcosa per compensare le mie "mancanze", per redimermi dal fatto che ho fallito ripetutamente, sia per come sono nata (brutta, incapace in qualsiasi attività...) che per come ho vissuto (abbandono degli studi, scarsa esperienza lavorativa...).
Se qualcuno mi rivolge la parola sembra che sia per farmi un piacere o per pena nei miei confronti, o comunque si aspetta gratitudine da me, perché dà per scontato che mi sia chiaro che il mio valore come persona è scarso rispetto al suo. A me non è chiaro e non mi piace il fatto che l'unico modo per andare """avanti""" sia fingere di stare al gioco.
So che il discorso è stato già affrontato all'infinito, anche da me, ma non mi sembra che ci sia una soluzione.
Si possono tirare fuori le solite frasi sulla sicurezza in se stessi, che secondo me non portano a nulla se i problemi sono reali.
Se al ristorante ti servono una merdа, possono pure presentartela sul vassoio d'argento e con la musica di accompagnamento, ma il gusto sarà comunque di merdа. Anzi, se te la servono in grande stile ti viene ancora più voglia di rimandarla al cuoco con tanto di insulti, farebbero una miglior figura se ti dicessero umilmente che si scusano tanto ma sfortunatamente non c'era nient'altro che la merdа in cucina.
Non c'è comunque molta differenza tra presentarsi agli altri come se fossimo consapevoli di essere merdе ed esserne effettivamente convinti, ogni scelta è umiliante e infelice e gli altri continueranno in ogni caso a vederti come una merdа e a riflettere su di te la loro opinione merdosа.
Si può dire, per quanto riguarda i problemi di "realizzazione personale" (aka "non morire di fame"), che "ognuno ha i suoi tempi", ma non è vero neanche questo. Il fallimento ed il ritardo nello studio e nel lavoro sono visti da gran parte delle persone come peccati terribili da cui bisogna redimersi con vergogna e con sofferenza. Chi ha questa gravissima colpa, secondo loro, ha il dovere morale di accettare qualsiasi critica in merito, di sentirsi un buono a nulla, di essere profondamente imbarazzato per la sua situazione e soprattutto di accettare la giusta punizione. Se chiedessimo a 100 persone a caso se, a loro parere, sarebbe giusto se qualcuno che è stato NEET per anni trovasse improvvisamente un lavoro interessante (esistono?) e ben pagato, secondo me almeno 90 risponderebbero di no. È come come chiedere perdono per i propri peccati nel momento che intercorre tra il calcio alla sedia e la rottura del collo ed andarsene comunque in paradiso.
"Non farci caso" è come negare la realtà e non credo che porti a molto.
Non lavori, non hai soldi e ti vergogni della tua situazione, trovi lavoro ma devi avere a che fare con gli altri, gli altri interagiscono con te come se dovessi vergognarti di esistere, ti vergogni di esistere, ti rifiuti di vergognarti di esistere, vorresti smettere di vederli ma devi lavorare, se abbandoni il lavoro si ripresenta il problema della disoccupazione...
Non so proprio che fare. Qualcuno qui vive, o ha vissuto in passato, una situazione simile?
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02-02-2024, 09:08
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#2
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Esperto
Qui dal: Oct 2014
Messaggi: 12,190
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Quando sono stato due anni disoccupato, con il rifiuto del lavoro causato dal mobbing, mi sentivo proprio come te. Mi ci è voluto molto tempo per "resettarmi" il cervello, facendo tentativi di breve durata, qualche volta andati pure male. Poi ho avuto culo di trovare un bel posto dove non si comportano di merda. E lì sono ripartito. Lo dico sempre, secondo me la chiave di tutto è un ambiente motivante, incoraggiante, con persone che si sanno comportare.
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02-02-2024, 09:31
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#3
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Esperto
Qui dal: Aug 2018
Messaggi: 7,855
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Io sono neet da sempre, da dieci anni, unica esperienza lavorativa un tirocinio. Forse tra un po' inizierò un lavoro di 4/5 ore al giorno in solitaria, già questo sarebbe un miracolo.
Sono talmente abituato ad essere visto come una nullità che mi va bene così, tanto sono socialmente isolato e penso di voler continuare ad esserlo anche in futuro.
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02-02-2024, 12:29
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#4
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Roma
Messaggi: 27,976
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Io ho problemi sul lavoro che da 20anni non riesco a risolvere. Ne ho provate molte, ma non ho aiuto ne solidarietà ne da colleghi, ne da sindacati. Per me questo è un fallimento poiché quasi tutti se non gli va bene un lavoro lo lasciano e cambiano, io no, ho troppa paura.
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02-02-2024, 12:49
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#5
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 434
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Quote:
Originariamente inviata da Chamomile
Buonasera, volevo parlare (di nuovo) di un problema che ripresenta continuamente quando sono costretta ad interagire con le persone e che forse qualcun altro ha affrontato...
Le persone, in generale, non hanno una buona opinione di me e per questo motivo si aspettano sempre che io faccia qualcosa per compensare le mie "mancanze", per redimermi dal fatto che ho fallito ripetutamente, sia per come sono nata (brutta, incapace in qualsiasi attività...) che per come ho vissuto (abbandono degli studi, scarsa esperienza lavorativa...).
Se qualcuno mi rivolge la parola sembra che sia per farmi un piacere o per pena nei miei confronti, o comunque si aspetta gratitudine da me, perché dà per scontato che mi sia chiaro che il mio valore come persona è scarso rispetto al suo. A me non è chiaro e non mi piace il fatto che l'unico modo per andare """avanti""" sia fingere di stare al gioco.
So che il discorso è stato già affrontato all'infinito, anche da me, ma non mi sembra che ci sia una soluzione.
Si possono tirare fuori le solite frasi sulla sicurezza in se stessi, che secondo me non portano a nulla se i problemi sono reali.
Se al ristorante ti servono una merdа, possono pure presentartela sul vassoio d'argento e con la musica di accompagnamento, ma il gusto sarà comunque di merdа. Anzi, se te la servono in grande stile ti viene ancora più voglia di rimandarla al cuoco con tanto di insulti, farebbero una miglior figura se ti dicessero umilmente che si scusano tanto ma sfortunatamente non c'era nient'altro che la merdа in cucina.
Non c'è comunque molta differenza tra presentarsi agli altri come se fossimo consapevoli di essere merdе ed esserne effettivamente convinti, ogni scelta è umiliante e infelice e gli altri continueranno in ogni caso a vederti come una merdа e a riflettere su di te la loro opinione merdosа.
Si può dire, per quanto riguarda i problemi di "realizzazione personale" (aka "non morire di fame"), che "ognuno ha i suoi tempi", ma non è vero neanche questo. Il fallimento ed il ritardo nello studio e nel lavoro sono visti da gran parte delle persone come peccati terribili da cui bisogna redimersi con vergogna e con sofferenza. Chi ha questa gravissima colpa, secondo loro, ha il dovere morale di accettare qualsiasi critica in merito, di sentirsi un buono a nulla, di essere profondamente imbarazzato per la sua situazione e soprattutto di accettare la giusta punizione. Se chiedessimo a 100 persone a caso se, a loro parere, sarebbe giusto se qualcuno che è stato NEET per anni trovasse improvvisamente un lavoro interessante (esistono?) e ben pagato, secondo me almeno 90 risponderebbero di no. È come come chiedere perdono per i propri peccati nel momento che intercorre tra il calcio alla sedia e la rottura del collo ed andarsene comunque in paradiso.
"Non farci caso" è come negare la realtà e non credo che porti a molto.
Non lavori, non hai soldi e ti vergogni della tua situazione, trovi lavoro ma devi avere a che fare con gli altri, gli altri interagiscono con te come se dovessi vergognarti di esistere, ti vergogni di esistere, ti rifiuti di vergognarti di esistere, vorresti smettere di vederli ma devi lavorare, se abbandoni il lavoro si ripresenta il problema della disoccupazione...
Non so proprio che fare. Qualcuno qui vive, o ha vissuto in passato, una situazione simile?
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A me quasi nessuno dice nulla ma mi sento il peggior fallito per la mia situazione e in effetti è così, però al contempo nessuno mi dà l'accesso al suicidio assistito quindi datemi un lavoro da scimmia oppure andate a fanculo
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02-02-2024, 12:57
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#6
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Banned
Qui dal: Jan 2024
Messaggi: 156
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Inizialmente ero neet poi mi sono sbloccata grazie al servizio civile e al psico, anche la pedata al culo ha contribuito.
ho un lavoro che mi piace, ma con gli imprevisti dietro l'angolo che accentuano la mia dag.
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02-02-2024, 13:14
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#7
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Banned
Qui dal: Mar 2008
Messaggi: 14,153
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A me non frega più nulla di nulla vivo altrove e sono sereno..ci sono cose non dipeso dalla mia volontà.limportante e avere entrate al mese..e me le sono garantite.evitate di confrontarvi con altri pensate al vostro percorso..
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02-02-2024, 13:49
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#8
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Esperto
Qui dal: Dec 2023
Ubicazione: Medellìn
Messaggi: 1,039
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Quote:
Originariamente inviata da Chamomile
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"Il fallimento ed il ritardo nello studio e nel lavoro sono visti da gran parte delle persone come peccati terribili da cui bisogna redimersi con vergogna e con sofferenza." questa è la mentalità media della nostra bella società postmoderna e individualista, ma il problema è di chi lo pensa. Molte persone realizzate che ho consociuto hanno abbandonato gli studi, o hanno iniziato in "ritardo" a lavorare.
"Se qualcuno mi rivolge la parola sembra che sia per farmi un piacere o per pena nei miei confronti, o comunque si aspetta gratitudine da me, perché dà per scontato che mi sia chiaro che il mio valore come persona è scarso rispetto al suo." Persone di merda che meriterebbero di lavorare in una miniera ottocentesca, bisogna reagire prima o poi, altrimenti si è complici del proprio malessere. Reagire può voler dire anche solo andarsene da un momento all'altro, senza farsi più vedere, e non mettersi a discutere o lottare.
"Se chiedessimo a 100 persone a caso se, a loro parere, sarebbe giusto se qualcuno che è stato NEET per anni trovasse improvvisamente un lavoro interessante (esistono?) e ben pagato, secondo me almeno 90 risponderebbero di no." problema loro, se ragionano di merda non ci si può fare niente.
"Non lavori, non hai soldi e ti vergogni della tua situazione, trovi lavoro ma devi avere a che fare con gli altri, gli altri interagiscono con te come se dovessi vergognarti di esistere, ti vergogni di esistere, ti rifiuti di vergognarti di esistere, vorresti smettere di vederli ma devi lavorare, se abbandoni il lavoro si ripresenta il problema della disoccupazione...". Prova a cambiare lavoro. Piuttosto scegli un lavoro di merda, senza fissarti di trovare il lavoro interessante (magari poi comunque lo trovi ), ma non fermarti in un posto se l'ambiente fa schifo e stai male. Si lavora per permettersi di vivere meglio, non per star male con in tasca la busta paga. Per il benessere personale, per le persone che mi sembra di aver capito che siamo in questo forum, meglio un lavoro di merda ma con colleghi belli, o perlomeno umani, che un lavoro affine ai propri interessi ma in un ambiente schifoso.
Sette decimi dei lavori che ho fatto erano lavori di merda, ma veramente di merda. Ognuno ha le sue caratteristiche personali, ci sono lavori che per me sono di merda che per un altro non sono male. Ma molti lavori che ho fatto io sono di merda per tutti. Ma avere un ambiente bello al lavoro (o anche solo colleghi che non rompevano i coglioni e mi trattavano da essere umano) è sempre stato un punto di forza. Poi i litigi ci sono stati, ma sono inevitabili, se si ha un pò di testa si litiga e poi si risolve. E quando ho vissuto situazioni personali schifose, come quelle che descrivi tu, da un minuto all'altro ho detto "sai che c'è, vaffanculo te e vaffanculo questo lavoro, ora me ne vado e non torno mai più qui, non aspetto neanche la fine della giornata", e non me ne sono MAI pentito.
Se avessi la possibilità di vivere senza lavorare lo farei, non sono uno che dice "se non lavori sei un coglione". Non lavorare è bello, lavorare è da schiavi, almeno che tu non faccia un lavoro che ti piace (che anche qui ci sarebbe una grande parentesi), in quel caso è tutto un altro discorso. Ma il mondo è quello che è, per sopravvivere ogni tanto bisogna fare lavori da schiavi. Quindi, se io fossi in te, per quel poco che posso immaginare della tua situazione, se avessi un minimo di risparmi che mi permettono di stare qualche mese senza lavorare manderei affanculo le persone di merda che ti fanno sentire così e cerchere un altro lavoro. Anche un lavoro "base", che tanto poi si può sempre lasciare, ma che magari è in un posto in cui incontri persone con cui è degno lavorare, e magari anche bello.
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Ultima modifica di Pablo Escoalbar; 02-02-2024 a 13:52.
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02-02-2024, 15:03
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#9
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Esperto
Qui dal: Aug 2020
Ubicazione: Verona
Messaggi: 6,125
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Non credo che la gente sia così critica nei tuoi (o nostri) confronti, alla fin dei conti che gliene frega se te lavori, non lavori, hai studiato o meno.
Secondo me è più una percezione negativa perpetrata da tuoi genitori che ti ha condizionato il tuo modo di vedere il mondo.
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02-02-2024, 15:25
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#10
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Esperto
Qui dal: Aug 2018
Messaggi: 7,855
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Quote:
Originariamente inviata da Maffo
Non credo che la gente sia così critica nei tuoi (o nostri) confronti, alla fin dei conti che gliene frega se te lavori, non lavori, hai studiato o meno.
Secondo me è più una percezione negativa perpetrata da tuoi genitori che ti ha condizionato il tuo modo di vedere il mondo.
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Frega eccome alla gente, finché lavori e sei inserito non te ne rendi conto forse.
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02-02-2024, 15:47
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#11
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Esperto
Qui dal: Aug 2020
Ubicazione: Verona
Messaggi: 6,125
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Originariamente inviata da Crepuscolo
Frega eccome alla gente, finché lavori e sei inserito non te ne rendi conto forse.
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Non ti preoccupare che ci son passato anch'io, alla grande ci son passato anche se non l'ho mai raccontato (ne mai lo farò).
Ed è proprio perché ci son passato che penso che alle volte noi siamo i peggiori nemici di noi stessi, e l' isolamento in alcuni casi contribuisce farti sentire come se tutti ce l'avessero con te, anche se la situazione in realtà potrebbe esser diversa, questo volevo dire
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02-02-2024, 16:01
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#12
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Esperto
Qui dal: Aug 2018
Messaggi: 7,855
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Quote:
Originariamente inviata da Maffo
Non ti preoccupare che ci son passato anch'io, alla grande ci son passato anche se non l'ho mai raccontato (ne mai lo farò).
Ed è proprio perché ci son passato che penso che alle volte noi siamo i peggiori nemici di noi stessi, e l' isolamento in alcuni casi contribuisce farti sentire come se tutti ce l'avessero con te, anche se la situazione in realtà potrebbe esser diversa, questo volevo dire
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A me lo dicevano chiaramente che non facevo niente e stavo sempre in casa.
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02-02-2024, 17:48
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#13
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Esperto
Qui dal: Feb 2019
Ubicazione: WindGap
Messaggi: 6,016
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io non sono mai stata neet sulla carta per più di qualche mese, ma ho attraversato periodi prolungati di tempo in cui sostanzialmente ero bloccata in un ciclo infinito di iniziare una cosa-mollarla-stare senza fare nulla qualche mese-iniziare una cosa-mollarla-stare senza fare nulla qualche mese....che è praticamente la stessa cosa, forse peggio perchè sembri completamente inaffidabile. sostanzialmente sono arrivata a un punto della mia vita in cui sono talmente tanto spaventata dalla possibilità di non riuscirmi a mantenere in futuro o allontanarmi dalla mia situazione famigliare in cui il pensiero che mi vedano come una persona fallita e strana è passato completamente in secondo piano. quando comunque mi ritrovo a interagire con persone e non voglio domande scomode mi limito a dirgli che ''prima di (attuale facoltà che ho quasi finito) ho lavorato'' e poi cambio argomento il più in fretta possibile, senza spiegare questo ciclo infinito di iniziare-mollare-iniziare-mollare-iniziare-mollare.
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02-02-2024, 17:56
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#14
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Esperto
Qui dal: Oct 2013
Messaggi: 13,523
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Quote:
Originariamente inviata da Chamomile
Buonasera, volevo parlare (di nuovo) di un problema che ripresenta continuamente quando sono costretta ad interagire con le persone e che forse qualcun altro ha affrontato...
Le persone, in generale, non hanno una buona opinione di me e per questo motivo si aspettano sempre che io faccia qualcosa per compensare le mie "mancanze", per redimermi dal fatto che ho fallito ripetutamente, sia per come sono nata (brutta, incapace in qualsiasi attività...) che per come ho vissuto (abbandono degli studi, scarsa esperienza lavorativa...).
Se qualcuno mi rivolge la parola sembra che sia per farmi un piacere o per pena nei miei confronti, o comunque si aspetta gratitudine da me, perché dà per scontato che mi sia chiaro che il mio valore come persona è scarso rispetto al suo. A me non è chiaro e non mi piace il fatto che l'unico modo per andare """avanti""" sia fingere di stare al gioco.
So che il discorso è stato già affrontato all'infinito, anche da me, ma non mi sembra che ci sia una soluzione.
Si possono tirare fuori le solite frasi sulla sicurezza in se stessi, che secondo me non portano a nulla se i problemi sono reali.
Se al ristorante ti servono una merdа, possono pure presentartela sul vassoio d'argento e con la musica di accompagnamento, ma il gusto sarà comunque di merdа. Anzi, se te la servono in grande stile ti viene ancora più voglia di rimandarla al cuoco con tanto di insulti, farebbero una miglior figura se ti dicessero umilmente che si scusano tanto ma sfortunatamente non c'era nient'altro che la merdа in cucina.
Non c'è comunque molta differenza tra presentarsi agli altri come se fossimo consapevoli di essere merdе ed esserne effettivamente convinti, ogni scelta è umiliante e infelice e gli altri continueranno in ogni caso a vederti come una merdа e a riflettere su di te la loro opinione merdosа.
Si può dire, per quanto riguarda i problemi di "realizzazione personale" (aka "non morire di fame"), che "ognuno ha i suoi tempi", ma non è vero neanche questo. Il fallimento ed il ritardo nello studio e nel lavoro sono visti da gran parte delle persone come peccati terribili da cui bisogna redimersi con vergogna e con sofferenza. Chi ha questa gravissima colpa, secondo loro, ha il dovere morale di accettare qualsiasi critica in merito, di sentirsi un buono a nulla, di essere profondamente imbarazzato per la sua situazione e soprattutto di accettare la giusta punizione. Se chiedessimo a 100 persone a caso se, a loro parere, sarebbe giusto se qualcuno che è stato NEET per anni trovasse improvvisamente un lavoro interessante (esistono?) e ben pagato, secondo me almeno 90 risponderebbero di no. È come come chiedere perdono per i propri peccati nel momento che intercorre tra il calcio alla sedia e la rottura del collo ed andarsene comunque in paradiso.
"Non farci caso" è come negare la realtà e non credo che porti a molto.
Non lavori, non hai soldi e ti vergogni della tua situazione, trovi lavoro ma devi avere a che fare con gli altri, gli altri interagiscono con te come se dovessi vergognarti di esistere, ti vergogni di esistere, ti rifiuti di vergognarti di esistere, vorresti smettere di vederli ma devi lavorare, se abbandoni il lavoro si ripresenta il problema della disoccupazione...
Non so proprio che fare. Qualcuno qui vive, o ha vissuto in passato, una situazione simile?
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Io fino ai 30 anni ho navigato sulla soglia di galleggiamento, laurea a 25, crisi, neet un anno, poi stage pagati due lire.
Conta il presente, ora ne ho 34 e ho battuto ogni più rosea previsione.
Non mi guardo mai indietro, so di avere svoltato e so che per molti non sarà mai abbastanza,.ma i risultati sono tangibili e clamorosi nel loro piccolo
Inviato dal mio moto g32 utilizzando Tapatalk
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02-02-2024, 17:57
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#15
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Intermedio
Qui dal: Aug 2023
Messaggi: 115
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Quote:
Originariamente inviata da Keith
Io ho problemi sul lavoro che da 20anni non riesco a risolvere. Ne ho provate molte, ma non ho aiuto ne solidarietà ne da colleghi, ne da sindacati. Per me questo è un fallimento poiché quasi tutti se non gli va bene un lavoro lo lasciano e cambiano, io no, ho troppa paura.
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che lavoro fai?
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02-02-2024, 18:00
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#16
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Esperto
Qui dal: Feb 2019
Ubicazione: WindGap
Messaggi: 6,016
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laurea a 25 anni +neetagine di breve durata+ stage e svolta a trentanni però ormai è praticamente la normalità, almeno con molte lauree umanistiche.
concordo sul concentrarsi solo sul presente.
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02-02-2024, 18:06
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#17
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Esperto
Qui dal: Aug 2016
Messaggi: 2,263
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Lavoro/scuola e amore/relazioni sociali sono i due ambiti dove per le persone non puoi fallire.
Quando ti chiedono da piccolo "Che cosa vorresti fare da grande?" o "Ce l'hai il/la fidanzatino/a?" sembrano domande innocenti ma in realtà fanno capire che per valere qualcosa per la maggior parte delle persone bisogna essere accompagnati e con un lavoro.
Io mi sentivo uno schifo quando non riuscivo a laurearmi (perlopiù in una facoltà umanistica, vista già di suo come un parcheggio). Praticamente ero considerato meno di una merda schiacciata.
Adesso da quel punto di vista sono "a posto" (almeno dal punto di vista di "visibilità esterna", poi in realtà non mi piace il lavoro ma altro non saprei fare e non ho le palle per cambiare col rischio quasi sicuro di trovarmi in una situazione peggiore), resta l'ambito sentimentale/relazionale che resterà per sempre a zero, e che comunque ti fa sembrare agli occhi della gente un perfetto fallito, fossi anche il CEO di Apple.
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02-02-2024, 18:24
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#18
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Esperto
Qui dal: Aug 2018
Messaggi: 7,855
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Io sono un caso estremo (pure all'interno del forum) senza lavoro e senza relazioni, l'unica cosa che posso fare è nascondermi come un topo di fogna ed evitare il più possibile i rapporti con le altre persone.
Mi piacerebbe vivere isolato come quei tizi che si vedono nei film americani, che abitano dentro le roulotte in mezzo ai boschi, dove nessuno mi vedrebbe.
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02-02-2024, 18:26
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#19
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Esperto
Qui dal: Oct 2013
Messaggi: 13,523
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Quote:
Originariamente inviata da Svalvolato
Lavoro/scuola e amore/relazioni sociali sono i due ambiti dove per le persone non puoi fallire.
Quando ti chiedono da piccolo "Che cosa vorresti fare da grande?" o "Ce l'hai il/la fidanzatino/a?" sembrano domande innocenti ma in realtà fanno capire che per valere qualcosa per la maggior parte delle persone bisogna essere accompagnati e con un lavoro.
Io mi sentivo uno schifo quando non riuscivo a laurearmi (perlopiù in una facoltà umanistica, vista già di suo come un parcheggio). Praticamente ero considerato meno di una merda schiacciata.
Adesso da quel punto di vista sono "a posto" (almeno dal punto di vista di "visibilità esterna", poi in realtà non mi piace il lavoro ma altro non saprei fare e non ho le palle per cambiare col rischio quasi sicuro di trovarmi in una situazione peggiore), resta l'ambito sentimentale/relazionale che resterà per sempre a zero, e che comunque ti fa sembrare agli occhi della gente un perfetto fallito, fossi anche il CEO di Apple.
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Concordo che non basta un lavoro normale per essere visti come persone rispettabili, però che ne sanno loro che l'alternativa era magari finire imbottito di farmaci in qualche reparto di psichiatria oppure in mezzo a una strada per davvero.
Poteva andare meglio? Con le premesse che c'erano a 13 anni magari sì, mi aspettavo una vita migliore di quella che faccio attualmente.
Ma a un certo punto ero davvero spacciato, a 26-27 anni ero messo molto male.
Inviato dal mio moto g32 utilizzando Tapatalk
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02-02-2024, 18:27
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#20
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,151
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Quote:
Originariamente inviata da Svalvolato
Io mi sentivo uno schifo quando non riuscivo a laurearmi (perlopiù in una facoltà umanistica, vista già di suo come un parcheggio). Praticamente ero considerato meno di una merda schiacciata
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Ti sentivi uno schifo ok, ma in che senso eri considerato quello che hai scritto? Ti piovevano addosso commenti di un certo tipo in continuazione?
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