|
|
21-11-2019, 18:46
|
#61
|
Avanzato
Qui dal: Nov 2016
Messaggi: 306
|
Quote:
Originariamente inviata da Giancarlo96
Sì sì, negli anni mi sono sbloccato un po', ma non credere che abbia fatto miracoli.
Racconto un po' più dettagliatamente l'evoluzione che ho fatto nel relazionarmi con gli altri, scusate se non sono molto sintetico
[...]
|
Penso che la tua storia sia comparabile a quella di molti altri. Il che non significa che non ci sia un problema, sia chiaro. Non sono per il mal comune mezzo gaudio.
Però la maggior parte dei ragazzi non ha facilità nel trovare una compagna. Non fatico a credere che tu sia di bella presenza se davvero sei stato piu volte approcciato, se fossi stato bruttino o anche solo di aspetto medio probabilmente saresti ancora fermo a 0 viste le tue difficoltà (difficoltà che ho anch'io).
Non so cos'altro dirti, se non, come ti è già stato suggerito da altri, provare a sentire uno psicologo, se ritieni che la tua situazione lo richieda. Per me, leggendo la tua storia, non c'è assolutamente nulla di preoccupante o anomalo. Ma solo tu sai come ti senti.
|
|
21-11-2019, 18:53
|
#62
|
Intermedio
Qui dal: Sep 2019
Messaggi: 103
|
Beh guarda, questa è la cosa peggiore che potessi sentirmi dire, se non ho nessun problema significa che sono un coglione e non c'è cura per questo.
|
|
21-11-2019, 19:06
|
#63
|
Intermedio
Qui dal: Sep 2019
Messaggi: 103
|
Sì ok, sinceramente vorrei andare da uno psicologo perchè magari non ci sarà niente di preoccupante in me (ed è vero, ci sono molte persone messe peggio), però sono quasi 6 mesi che sono depresso e sta diventando molto pesante.
Quello che mi blocca dal telefonare e prendere un appuntamento è che ho paura di non riuscire a dire niente.
Qui è facile scrivere quello che penso, nessuno vede la mia faccia e sto usando nomi falsi, ma quando sarò davanti allo psicologo sarò sicuro di riuscire a dirgli quello che mi passa per la testa, anche se non l'ho mai fatto con nessuno in tutta la mia vita?
Sicuramente sarebbe molto più facile parlare con un professionista che non ha niente a che fare con la mia vita, rispetto a parlare con un mio amico, ma non so se ci riuscirei comunque.
è proprio per "allenarmi" a tirare fuori quello che ho dentro che ho iniziato a scrivere su questo forum e ho iniziato a tenere un diario, spero che prima o poi mi deciderò a chiamare uno psicologo.
Basta prendere il telefono e chiamare, lo so, anche andasse male non morirebbe nessuno, lo so. La stessa cosa di dire a una ragazza che mi piace, non potrebbe succedere nulla di male, ma ci sono cose che non riesco a fare...
|
|
21-11-2019, 19:12
|
#64
|
Banned
Qui dal: Mar 2019
Messaggi: 593
|
Quote:
Originariamente inviata da Giancarlo96
Beh guarda, questa è la cosa peggiore che potessi sentirmi dire, se non ho nessun problema significa che sono un coglione e non c'è cura per questo.
|
No bro, a mio parere non sei un coglione, perchè dovresti colpevolizzarti così tanto quando è un problema piuttosto comune non solo qui ma anche tra i ragazzi più "normali" ? Abbiamo appurato che il tuo problema non è l'aspetto fisico e neanche il possibile "carsisma", nell'altro topic leggevo tutte le cose che hai fatto e sono sicuro che rappresentano un'ottimo argomento di conversazione; sono sicuramente attività che non tutti fanno e che ti permettono di distinguerti dalla maggior parte delle persone; poi sei anche determinato, hai il lavoro e hai la macchina, senza considerare una famiglia e degli amici che ti vogliono bene: meglio di così non potrebbe andare, come hai visto hai tutte le carte in regola per poter attrarre una ragazza
Piuttosto, osservando anche la mia situazione credo che il nostro problema sia più dovuto ad un blocco psicologico che ad altro: non siamo capaci di dimostrare affetto. Potrei quindi suggerirti qualche supporto psicologico ? Noi purtroppo qui non possiamo analizzare il problema andando in profondità ma un testa a testa tra te e uno psicoterapeuta potrebbe dare ottimi risultati
|
|
21-11-2019, 19:17
|
#65
|
Intermedio
Qui dal: Sep 2019
Messaggi: 103
|
Quote:
Originariamente inviata da Pima
No bro, a mio parere non sei un coglione, perchè dovresti colpevolizzarti così tanto quando è un problema piuttosto comune non solo qui ma anche tra i ragazzi più "normali" ? Abbiamo appurato che il tuo problema non è l'aspetto fisico e neanche il possibile "carsisma", nell'altro topic leggevo tutte le cose che hai fatto e sono sicuro che rappresentano un'ottimo argomento di conversazione; sono sicuramente attività che non tutti fanno e che ti permettono di distinguerti dalla maggior parte delle persone; poi sei anche determinato, hai il lavoro e hai la macchina, senza considerare una famiglia e degli amici che ti vogliono bene: meglio di così non potrebbe andare, come hai visto hai tutte le carte in regola per poter attrarre una ragazza
Piuttosto, osservando anche la mia situazione credo che il nostro problema sia più dovuto ad un blocco psicologico che ad altro: non siamo capaci di dimostrare affetto. Potrei quindi suggerirti qualche supporto psicologico ? Noi purtroppo qui non possiamo analizzare il problema andando in profondità ma un testa a testa tra te e uno psicoterapeuta potrebbe dare ottimi risultati
|
Sì ma la verità è che alla fine io non ho problemi gravi nell'attirare le ragazze, ma poi appena vedo che sono interessate a me, divento freddo e le faccio desistere.
Grazie per il consiglio dello psicoterapeuta, penso che sia la cosa migliore che potrei fare, ma anche qui ho le mie paranoie (come spiegavo nello scorso post).
Tu hai provato ad andare da uno psicologo/psicoterapeuta?
|
|
21-11-2019, 19:18
|
#66
|
Banned
Qui dal: Mar 2019
Messaggi: 593
|
Quote:
Originariamente inviata da Giancarlo96
Sì ok, sinceramente vorrei andare da uno psicologo perchè magari non ci sarà niente di preoccupante in me (ed è vero, ci sono molte persone messe peggio), però sono quasi 6 mesi che sono depresso e sta diventando molto pesante.
Quello che mi blocca dal telefonare e prendere un appuntamento è che ho paura di non riuscire a dire niente.
Qui è facile scrivere quello che penso, nessuno vede la mia faccia e sto usando nomi falsi, ma quando sarò davanti allo psicologo sarò sicuro di riuscire a dirgli quello che mi passa per la testa, anche se non l'ho mai fatto con nessuno in tutta la mia vita?
Sicuramente sarebbe molto più facile parlare con un professionista che non ha niente a che fare con la mia vita, rispetto a parlare con un mio amico, ma non so se ci riuscirei comunque.
è proprio per "allenarmi" a tirare fuori quello che ho dentro che ho iniziato a scrivere su questo forum e ho iniziato a tenere un diario, spero che prima o poi mi deciderò a chiamare uno psicologo.
Basta prendere il telefono e chiamare, lo so, anche andasse male non morirebbe nessuno, lo so. La stessa cosa di dire a una ragazza che mi piace, non potrebbe succedere nulla di male, ma ci sono cose che non riesco a fare...
|
Ottimo spirito di iniziativa bro ! A piccoli passi vedrai che riuscirai a superare sicuramente questo blocco, rimani determinato
Un problema simile su cosa dire ad un possibile incontro credo che sia comune. Se accadesse mai in futuro, per evitare dei silenzi troppo lunghi e imbarazzanti credo che mi preparerei un foglio prima in cui radunando tutte le mie forze mentali e scriverei delle possibile domande e argomenti, anche tra le più comuni e stupide eh ? Poi c'è facebook e instagram che potrebbero aiutare. Cosa le piace a sta povera crista ? Disegnare ? Ascoltare la musica ? Ama guardare film ? Se si riuscisse a capire si potrebbe facilmente intavolare una discussione perchè se un argomento ci piace si parla tanto anche noi timidi. Credo che una ragazza estroversa non avrebbe alcun problema di sorta, anzi. Per te potrebbe funzionare alla grande visto che hai fatto tantissime cose !
Si, sono andato da uno psicologo. Le prime volte sono stato restio nel parlare perchè come dici tu era per me una persona totalmente estranea ma dopo qualche volta mi sono sbloccato e ora discorro piacevolmente dei miei problemi facendogli una testa tanto. Io credo che siano degli angeli in terra, il mio poi era pazientissimo, ma in generale forse lo sono per lavoro. Pensa che voglia di vivere dopo un'intera giornata a sentire solo problemi ! Avranno anche loro uno psicologo ?
Potrebbe esserti molto utile, io temo che dovrò andare da uno psichiatra ma tu forse hai bisogno solo di una leggera spinta, come il mio pc quando non parte, una botticella e via
|
Ultima modifica di Pima; 21-11-2019 a 19:23.
|
21-11-2019, 19:28
|
#67
|
Intermedio
Qui dal: Sep 2019
Messaggi: 103
|
Quote:
Originariamente inviata da Pima
Si, sono andato da uno psicologo. Le prime volte sono stato restio nel parlare perchè come dici tu era per me una persona totalmente estranea ma dopo qualche volta mi sono sbloccato e ora discorro piacevolmente dei miei problemi facendogli una testa tanto. Io credo che siano degli angeli in terra, il mio poi era pazientissimo, ma in generale forse lo sono per lavoro. Pensa che voglia di vivere dopo un'intera giornata a sentire solo problemi ! Avranno anche loro uno psicologo ?
Potrebbe esserti molto utile, io temo che dovrò andare da uno psichiatra ma tu forse hai bisogno solo di una leggera spinta, come il mio pc quando non parte, una botticella e via
|
Grazie, la tua testimonianza mi da un po' più di forza.
Sinceramente non mi interessa che lo psicologo sia paziente o comprensivo solo perchè lo pago, a me basta che sia disposto ad ascoltare i miei problemi e a capirmi, perchè ne ho davvero bisogno.
Io lo psichiatra preferirei evitarlo (ma tu ovviamente se ne hai bisogno, vacci), per ora il mio ansiolitico è la marijuna e fin quando mi basta vado avanti così.
|
|
27-11-2019, 18:41
|
#68
|
Avanzato
Qui dal: Feb 2010
Ubicazione: Castellammare di Stabia
Messaggi: 306
|
Direi che qui scattano alcuni fattori problematici concomitanti. Da una parte l'emozione della paura che probabilmente si coniuga secondo diverse tipologie di paura che si manifestano secondo un ordine gerarchico ma che, comunque, corrispondono e discendono dall'identità personale tacita (e quindi inconscia) che si forma in ciascuno di noi e che può manifestarsi nell'identità esplicita (in sostanza, l'idea cosciente che abbiamo di noi stessi). Chiaramente se l'identità tacita presenta una o più definizioni del sé in chiave negativa, quella esplicita dà vita a idee di sé inappropriate e disfunzionali, che, nei momenti dei pensieri previsionali, alimentano o rafforzano le emozioni di sofferenza.
Da un'altra parte può anche verificarsi il concorso di un mancato, o insufficiente, apprendimento di modalità relazionali. Così alla paura va ad aggiungersi il non sapere cosa o come fare.
Certamente la paura di un rifiuto, di sbagliare il modo di porsi o comunicare, di incorrere in un giudizio negativo, contribuisce all'insorgenza dell'inibizione ansiogena e il blocco dell'operatività. Eppure, se non si accetta l'idea della possibilità di un insuccesso considerandolo un incidente di percorso e, quindi, evitando di conferirgli gravità eccessiva, si rimane sempre al palo.
Magari ti capita anche di sapere cosa fare ma, sull'onda delle paure, di non considerare quel particolare momento come appropriato, come il momento giusto. In tal caso, se aspetti il momento giusto, quello non arriverà mai. Non esiste il momento giusto, esiste il momento in cui ti manifesti. Questo è il mio pensiero.
|
|
27-11-2019, 19:26
|
#69
|
Intermedio
Qui dal: Sep 2019
Messaggi: 103
|
Quote:
Originariamente inviata da maralgiu
Direi che qui scattano alcuni fattori problematici concomitanti. Da una parte l'emozione della paura che probabilmente si coniuga secondo diverse tipologie di paura che si manifestano secondo un ordine gerarchico ma che, comunque, corrispondono e discendono dall'identità personale tacita (e quindi inconscia) che si forma in ciascuno di noi e che può manifestarsi nell'identità esplicita (in sostanza, l'idea cosciente che abbiamo di noi stessi). Chiaramente se l'identità tacita presenta una o più definizioni del sé in chiave negativa, quella esplicita dà vita a idee di sé inappropriate e disfunzionali, che, nei momenti dei pensieri previsionali, alimentano o rafforzano le emozioni di sofferenza.
|
Scusami ma non mastico i termini "tecnici" e questa parte non l'ho capita molto.
Quote:
Originariamente inviata da maralgiu
Da un'altra parte può anche verificarsi il concorso di un mancato, o insufficiente, apprendimento di modalità relazionali. Così alla paura va ad aggiungersi il non sapere cosa o come fare.
Certamente la paura di un rifiuto, di sbagliare il modo di porsi o comunicare, di incorrere in un giudizio negativo, contribuisce all'insorgenza dell'inibizione ansiogena e il blocco dell'operatività. Eppure, se non si accetta l'idea della possibilità di un insuccesso considerandolo un incidente di percorso e, quindi, evitando di conferirgli gravità eccessiva, si rimane sempre al palo.
Magari ti capita anche di sapere cosa fare ma, sull'onda delle paure, di non considerare quel particolare momento come appropriato, come il momento giusto. In tal caso, se aspetti il momento giusto, quello non arriverà mai. Non esiste il momento giusto, esiste il momento in cui ti manifesti. Questo è il mio pensiero.
|
A relazionarmi con gli altri non sono molto bravo, ma dopo che entro in confidenza non ho particolari problemi a comunicare e perdo anche timidezza e impacciataggine: io con queste ragazze che mi piacevano ci parlavo tranquillamente e potevo passare serate intere a ridere e scherzare con loro nella massima naturalezza.
Non penso che il problema sia la paura del rifiuto, perchè sono anche arrivato a un punto dove ero sicuro che se mi fossi esposto, non sarei stato rifiutato.
Non penso nemmeno che sia la paura di un insuccesso, anzi sono sempre stato perfettamente consapevole che non facendo nulla e continuando ad aspettare questo fantomatico "momento giusto", avrei fallito al 100%, perchè come dici giustamente anche tu, questo momento non arriverà mai.
In realtà credo che aspettare questo "momento giusto" fosse solo una scusa che mi inventavo, dopo il lavoro di introspezione che ho fatto nell'ultimo periodo, penso che il mio problema sia il sentirmi inadeguato.
Le ragazze con cui mi sono approcciato e con cui non sono mai riuscito a espormi, sono tutte ragazze decisamente di bell'aspetto, estroverse e che hanno avuto diverse relazioni prima di me.
Io, detto sinceramente, non riesco nemmeno ad immaginarmi con una ragazza del genere al mio fianco, anche se sarebbe il mio sogno, non mi sento al loro livello.
(Adesso dico un po' di cose che non sono belle da dire, ma è questo quello che penso veramente)
L'unica ragazza con cui sono riuscito ad avere una sorta di relazione che è durata un mese, era molto meno bella, intelligente ed esperta in relazioni, in più era quasi senza una vita sociale e, anche se non mi piaceva e ci sono stato insieme esclusivamente perchè mi sentivo solo, almeno con lei sono riuscito a combinare qualcosa.
Questa ragazza l'ho baciata la prima sera che siamo usciti insieme e non ho aspettato nessun "momento giusto", l'ho fatto e basta. Non avevo nemmeno la certezza che ci stesse, anzi tutt'altro.
Il fatto è che io mi sentivo allo stesso livello di questa ragazza (se non pure un po' sopra) e quindi riuscivo a starci insieme e a comportarmi abbastanza normalmente.
In aggiunta c'è il fatto che io non sono assolutamente abituato a mostrare le mie emozioni agli altri, anzi, posso dire di averne proprio paura e non ho ancora capito il vero motivo dietro questa paura.
Se io continuo a temporeggiare invece di fare la prima mossa, non è perchè ho paura di un rifiuto, ma perchè ho paura di farmi vedere in grado di provare sentimenti.
Mi sembrerebbe davvero STRANO far sapere a una ragazza che mi piace, perchè mi sembrerebbe strano far sapere a qualcuno che provo dei sentimenti. ("strano" non è il termine che descrive al meglio la mia sensazione, ma non trovo nessun altro termine)
|
Ultima modifica di Giancarlo96; 27-11-2019 a 19:35.
|
27-11-2019, 19:33
|
#70
|
Esperto
Qui dal: May 2018
Ubicazione: Genova
Messaggi: 2,704
|
Quote:
Originariamente inviata da syd_77
In tutti gli ambiti della vita: studio, lavoro, sport, etc. si raggiungono dei risultati quasi proporzionali allo sforzo profuso. Nelle relazioni no, perché lì c'è un'altro essere umano che deve scegliere.. e una volta che ci ha conosciuto e inquadrato, noi sulla sua scelta abbiamo un potere decisionale che è pari a zero.
|
Ma perchè allora tormentarsi così tanto..se poi in fin dei conti non ci si può fare nulla sulle decisioni altrui? E' davvero così piacevole farsi scegliere dagli altri o meglio sperare che qualcuno ci scelga?? Non si è mai protagonisti a lasciare la propria vita alle decisioni altrui.
Ma fare qualcosa per propria scelta che piaccia veramente e dire a se stessi: scelgo io di fare questo perchè mi piace e mi da soddisfazione...e sono io che decido...ed è tutto nelle mie mani e su questo sono gli altri ad avere un potere decisionale pari a zero. E' davvero così strano e impossibile come atteggiamento?
|
|
27-11-2019, 19:34
|
#71
|
Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
|
Quote:
Originariamente inviata da Saturnino
E' davvero così piacevole farsi scegliere dagli altri o meglio sperare che qualcuno ci scelga??
|
Per me sì, molto (ovviamente da altri che reputo a me affini). Sì, sono schizzato, ok.
Quote:
Originariamente inviata da Saturnino
Non si è mai protagonisti a lasciare la propria vita alle decisioni altrui.
|
In una relazione o in un'amicizia conta la compatibilità reciproca, non esiste il concetto di "essere protagonisti" da soli, per quanto mi riguarda. In altri ambiti sì.
|
Ultima modifica di Winston_Smith; 27-11-2019 a 19:36.
|
27-11-2019, 19:40
|
#72
|
Esperto
Qui dal: May 2018
Ubicazione: Genova
Messaggi: 2,704
|
Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
Per me sì, molto. Sì, sono schizzato, ok.
|
Non so come sia per te...però di sicuro io ho un rapporto un po' particolare e diciamo molto conflittuale in questo tipo di situazioni....e ho notato che, alcune condizioni che per altri risultano piacevoli...per me no lo sono affatto..anzi diventano un grande fastidio.
|
|
28-11-2019, 11:10
|
#73
|
Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Roma
Messaggi: 28,042
|
Quote:
Originariamente inviata da Saturnino
Ma perchè allora tormentarsi così tanto..se poi in fin dei conti non ci si può fare nulla sulle decisioni altrui? E' davvero così piacevole farsi scegliere dagli altri o meglio sperare che qualcuno ci scelga?? Non si è mai protagonisti a lasciare la propria vita alle decisioni altrui.
Ma fare qualcosa per propria scelta che piaccia veramente e dire a se stessi: scelgo io di fare questo perchè mi piace e mi da soddisfazione...e sono io che decido...ed è tutto nelle mie mani e su questo sono gli altri ad avere un potere decisionale pari a zero. E' davvero così strano e impossibile come atteggiamento?
|
non è impossibile, ma non è probabile che succeda, perché a me relazionarmi con le donne piace. non so se purtroppo o per fortuna ne ho il ricordo.. era meglio non averlo dal momento che poi non puoi più farci niente.. e quindi sostituire con altro per me è una specie di palliativo. faccio e posso fare tante cose, ma mi rimarrà sempre quella mancanza e quel senso di solitudine affettiva, di quel tipo di affetto, che è diverso da quello di parenti, amici, etc.
|
|
28-11-2019, 18:38
|
#74
|
Avanzato
Qui dal: Feb 2010
Ubicazione: Castellammare di Stabia
Messaggi: 306
|
Quote:
Originariamente inviata da Giancarlo96
Originariamente inviata da maralgiu Visualizza il messaggio
Direi che qui scattano alcuni fattori problematici concomitanti. Da una parte l'emozione della paura che probabilmente si coniuga secondo diverse tipologie di paura che si manifestano secondo un ordine gerarchico ma che, comunque, corrispondono e discendono dall'identità personale tacita (e quindi inconscia) che si forma in ciascuno di noi e che può manifestarsi nell'identità esplicita (in sostanza, l'idea cosciente che abbiamo di noi stessi). Chiaramente se l'identità tacita presenta una o più definizioni del sé in chiave negativa, quella esplicita dà vita a idee di sé inappropriate e disfunzionali, che, nei momenti dei pensieri previsionali, alimentano o rafforzano le emozioni di sofferenza.
Scusami ma non mastico i termini "tecnici" e questa parte non l'ho capita molto.
|
Sulla paura: La paura non si manifesta in una sola forma, ma in vari tipi di paure “annidate”, disposte secondo un ordine gerarchico e che vanno da un livello inconscio a quello conscio. La paura più “superficiale”, cioè quella che si percepisce di più, è una paura che scaturisce da altre paure sottostanti. Le emozioni sono alla base di ogni perturbazione degli organismi animali, quindi non puoi non provarle. A esempio, se ti percepisci, come dici tu, inadeguato, ogni volta che in una situazione relazionale, per la mente ti passa questa idea di te, si innesca la paura verso diverse cose o conseguenze.
sulle identità tacita ed esplicita. Quando si parla del sé, si parla di identità. Esistono due livelli di identità, quella detta “tacita” è legata alla corrispondente “conoscenza tacita”, cioè una forma di conoscenza di natura squisitamente biologica che un organismo vivente acquisisce in modo automatico e che non è logica, non è elaborata con la ragione, con processi di valutazione. La conoscenza tacita è inconscia perché la sua natura è di origine biologica, è propria delle attività biologiche neurali. Anche l’identità tacita è legata a questi processi. L’identità esplicita è collegata alla conoscenza esplicita. Ambedue sono il risultato dell’evoluzione del cervello che osserviamo solo nella specie umana e grazie allo sviluppo della neocorteccia. Identità esplicita e conoscenza esplicita sono il risultato della comparsa della coscienza così come la conosciamo (è chiamata coscienza di ordine superiore) e che è stata possibile per via della dimensione sociale della nostra specie e della nascita del linguaggio verbale (la coscienza di ordine superiore si stima sia comparsa tra i 100.000 e i 10.000 anni fa, quindi è recente). La conoscenza esplicita è verbale ed è il risultato di elaborazione “logica” della mente, non è un processo automatico, ma un processo intenzionale. L’identità esplicita è, dunque, l’identità che conferiamo a noi stessi grazie alla nostra attività di pensiero ed è verbale. Così è più chiaro?
Quote:
Originariamente inviata da Giancarlo96
A relazionarmi con gli altri non sono molto bravo, ma dopo che entro in confidenza non ho particolari problemi a comunicare e perdo anche timidezza e impacciataggine: io con queste ragazze che mi piacevano ci parlavo tranquillamente e potevo passare serate intere a ridere e scherzare con loro nella massima naturalezza.
|
È tipico della timidezza. Quando si approfondisce la conoscenza delle persone, vengono meno i timori legati all’incertezza. Si conosce di più l’altro/a, e quindi si sa meglio fino a quali limiti spingersi. La paura scompare o si riduce drasticamente.
Quote:
Originariamente inviata da Giancarlo96
Non penso che il problema sia la paura del rifiuto, perchè sono anche arrivato a un punto dove ero sicuro che se mi fossi esposto, non sarei stato rifiutato.
Non penso nemmeno che sia la paura di un insuccesso, anzi sono sempre stato perfettamente consapevole che non facendo nulla e continuando ad aspettare questo fantomatico "momento giusto", avrei fallito al 100%, perchè come dici giustamente anche tu, questo momento non arriverà mai.
|
Come ti dicevo, la paura si manifesta in più forme, alcune sono percepite coscientemente altre no, anzi, gran parte di esse sono inconsce o tangenti allo stato cosciente. Tutte le volte che viviamo una situazione “ansiogena”, come per te è quella di andare oltre il bacio e verso la sessualità, la mente è pervasa da pensieri che passano velocemente (in frazioni di secondo o microsecondo) e che sono di due tipi principali: quelli che attingono, nella nostra memoria, l’idea profonda che abbiamo di noi stessi (assai legate alla conoscenza tacita) e quelli che fanno previsioni (pensieri previsionali). Queste due tipologie di pensiero vengono chiamate “pensieri automatici” che, nelle ansie sociali, sono sempre negativi. I pensieri automatici previsionali fanno una previsione delle conseguenze che possono verificarsi se attui una tua intenzione (a esempio provare ad agire in direzione della sessualità).
Allora, considerandoti inadeguato, come pensi vada a finire un tuo tentativo di andare oltre? Direi che se sei inadeguato vai incontro a un insuccesso. Capisci perché citavo il timore dell’insuccesso? Quali possono essere le conseguenze negative se ti spingi oltre con la ragazza e la cosa fallisce? Da questa risposta esce già fuori un’altra paura anche se non ci hai mai fatto caso (paure inconsce). E quali sono le ulteriori conseguenze su te stesso a questa conseguenza? Probabilmente la solitudine. E qual è la conseguenza della solitudine se non la sofferenza? Direi che la paura più profonda è quella di soffrire. Ho ipotizzato questa sequenza per darti l’idea che le paure sono diverse e a cascata.
Quote:
Originariamente inviata da Giancarlo96
In realtà credo che aspettare questo "momento giusto" fosse solo una scusa che mi inventavo, dopo il lavoro di introspezione che ho fatto nell'ultimo periodo, penso che il mio problema sia il sentirmi inadeguato.
|
Generalmente, l’idea di inadeguatezza è quella che appare in superficie, è una idea generica che non punta il dito verso qualcosa di preciso. È probabile che a essa sottostante vi sia una idea di incapacità (da stabilire in cosa) o di inabilità nella socializzazione (da stabilire in che misura), o ambedue insieme. Direi che devi ancora scavare parecchio dentro te stesso. In questo lavoro sono molto utili le tecniche cognitivo comportamentali.
Quote:
Originariamente inviata da Giancarlo96
Le ragazze con cui mi sono approcciato e con cui non sono mai riuscito a espormi, sono tutte ragazze decisamente di bell'aspetto, estroverse e che hanno avuto diverse relazioni prima di me.
Io, detto sinceramente, non riesco nemmeno ad immaginarmi con una ragazza del genere al mio fianco, anche se sarebbe il mio sogno, non mi sento al loro livello.
|
Certo. Lo capisco benissimo. Del resto se ti senti inadeguato, è inevitabile che senti di non poter competere. Tuttavia, ciò che percepiamo o pensiamo di noi stessi non sono indicativi della realtà in termini di capacità e abilità, ma sono indicativi di uno stato e di una condizione emotiva. In altre parole non è affatto detto che tu sia inadeguato.
Quote:
Originariamente inviata da Giancarlo96
L'unica ragazza con cui sono riuscito ad avere una sorta di relazione che è durata un mese, era molto meno bella, intelligente ed esperta in relazioni, in più era quasi senza una vita sociale e, anche se non mi piaceva e ci sono stato insieme esclusivamente perchè mi sentivo solo, almeno con lei sono riuscito a combinare qualcosa.
Questa ragazza l'ho baciata la prima sera che siamo usciti insieme e non ho aspettato nessun "momento giusto", l'ho fatto e basta. Non avevo nemmeno la certezza che ci stesse, anzi tutt'altro.
Il fatto è che io mi sentivo allo stesso livello di questa ragazza (se non pure un po' sopra) e quindi riuscivo a starci insieme e a comportarmi abbastanza normalmente.
|
Certo. Con lei veniva meno il senso di inadeguatezza e tutte le paure connesse.
Quote:
Originariamente inviata da Giancarlo96
In aggiunta c'è il fatto che io non sono assolutamente abituato a mostrare le mie emozioni agli altri, anzi, posso dire di averne proprio paura e non ho ancora capito il vero motivo dietro questa paura.
|
Spesso, questo atteggiamento si apprende in ambito familiare attraverso assunti, leit motiv culturali familiari, precetti. Apprendimento che, sostanzialmente, si acquisisce durante l’infanzia, la fanciullezza, nell’età prescolare. Purtroppo proprio in periodi della vita in cui non si hanno gli strumenti per invalidarli. Alla fine diventano persino parte della cultura da adulto.
Quote:
Originariamente inviata da Giancarlo96
Se io continuo a temporeggiare invece di fare la prima mossa, non è perchè ho paura di un rifiuto, ma perchè ho paura di farmi vedere in grado di provare sentimenti.
|
Come ti dicevo c’è sempre un coacervo di paure alcune sono inconsce. Tieni presente che il rifiuto ha delle conseguenze dentro una persona: perdita di autostima, sofferenza emotiva, rafforzamento del senso di inadeguatezza (cosa che a te peserebbe visto che già ti percepisci inadeguato), giudizio negativo altrui, solitudine, ecc
Quote:
Originariamente inviata da Giancarlo96
Mi sembrerebbe davvero STRANO far sapere a una ragazza che mi piace, perchè mi sembrerebbe strano far sapere a qualcuno che provo dei sentimenti. ("strano" non è il termine che descrive al meglio la mia sensazione, ma non trovo nessun altro termine)
|
Questo mi fa pensare che veramente hai subito da bambino un “cannoneggiamento” di assunti negativi sulla manifestazione dei sentimenti. Ma può anche essere che in famiglia (forse tua madre) almeno un componente genitoriale non è abituato a manifestare o dichiarare le emozioni e che, quindi, le reprime.
|
Ultima modifica di maralgiu; 28-11-2019 a 18:45.
|
30-12-2019, 14:29
|
#75
|
Intermedio
Qui dal: Dec 2019
Messaggi: 245
|
Io ho sempre avuto problemi quando interessavo, o potenzialmente potevo interessare ad una ragazza/donna. Davanti a me posso avere anche Federica Nargi o Diletta Leotta, non avrei nessun problema a parlare con loro, nessun problema di timidezza, il problema si manifesta quando si mostrano interessate, allora divento un imbranato ed idiota totale, ho sempre finito per essere l'eterno amico, con una paura di tutto, il sesso prima di tutto.
|
|
30-12-2019, 15:13
|
#76
|
Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Roma
Messaggi: 28,042
|
Quote:
Originariamente inviata da Cemetery Gates
Davanti a me posso avere anche Federica Nargi o Diletta Leotta
|
Ciao Anche se non ci conosciamo ancora, ti posso chiedere la cortesia di avvertirmi nel caso ti dovesse capitare di trovartele davanti? XD, ti aiuterei io, non ti preoccupare, però in cambio una delle due, a tua scelta, me la devi lasciare
|
|
30-12-2019, 15:22
|
#77
|
Intermedio
Qui dal: Dec 2019
Messaggi: 245
|
Quote:
Originariamente inviata da syd_77
Ciao Anche se non ci conosciamo ancora, ti posso chiedere la cortesia di avvertirmi nel caso ti dovesse capitare di trovartele davanti? XD, ti aiuterei io, non ti preoccupare, però in cambio una delle due, a tua scelta, me la devi lasciare
|
Ciao, assolutamente si, sono per la condivisione dei beni e la circolazione della merce.
|
|
07-01-2020, 09:53
|
#78
|
Avanzato
Qui dal: Feb 2010
Ubicazione: Castellammare di Stabia
Messaggi: 306
|
Sei riuscito a percepire l'interessamento di questa ragazza verso di te. Ma lei aspetta che sia tu a fare qualcosa, a farle capire che anche a te interessa. Invitala a una cena o altro, dove andare da soli e non in compagnia di altri. Baciala, così, anche all'improvviso. Manifestale i tuoi sentimenti. Dato che sei timido con lei, faresti bene a dirle che sei timido e che non ti riesce facile a esplicitare con lei pensieri ed emozioni, che in queste situazioni vai in difficoltà. Questo modo si chiama "apertura"
|
|
07-01-2020, 12:01
|
#79
|
Intermedio
Qui dal: Sep 2019
Messaggi: 103
|
Quote:
Originariamente inviata da maralgiu
Sei riuscito a percepire l'interessamento di questa ragazza verso di te. Ma lei aspetta che sia tu a fare qualcosa, a farle capire che anche a te interessa. Invitala a una cena o altro, dove andare da soli e non in compagnia di altri. Baciala, così, anche all'improvviso. Manifestale i tuoi sentimenti. Dato che sei timido con lei, faresti bene a dirle che sei timido e che non ti riesce facile a esplicitare con lei pensieri ed emozioni, che in queste situazioni vai in difficoltà. Questo modo si chiama "apertura"
|
Beh sì, è quello che ho cercato di fare per circa 4 mesi quando ci frequentavamo e ci vedavamo da soli circa 2 o 3 volte a settimana, se vuoi capire meglio la situazione leggi il post #56 di questo thread.
Lo so benissimo che lei aspetta che sia io a fare qualcosa, ma già quando avevo l'autostima al massimo non riuscivo a fare niente, poi sono scivolato nella depressione e adesso è ancora più difficile.
Lei mi ha visto essere sempre più depresso e non ha mai fatto nulla, cioè vedeva che stavo male, mi cercava e mi stava vicino, ma anche se ci vedavamo spesso non mi ha mai chiesto "Cosa c'è che non va in questo periodo?" o cose simili, faceva finta che tutto fosse normale, come se fosse ancora come quando ridevamo e scherzavamo per tutta la sera, solo che io non ridevo più.
Ovviamente non posso fargliene una colpa, risolvere i miei problemi è un mio compito, però anche se non era obbligata ad aiutarmi, le sarei stato molto grato se l'avesse fatto.
Comunque tutto questo discorso ormai è inutile, come è ovvio che sia questa ragazza si è trovata un fidanzato e adesso sto facendo di tutto per evitare di incontrarla perchè mi fa male anche solo vederla.
Il problema è che questa ragazza esce con il mio gruppo di amici, quindi praticamente mi sto isolando e non sto uscendo nemmeno più con i miei amici perchè non voglio vederla.
|
|
07-01-2020, 15:16
|
#80
|
Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Roma
Messaggi: 28,042
|
Quote:
Originariamente inviata da maralgiu
Baciala, così, anche all'improvviso.
|
Non ho proprio idea di come si riesca a fare una cosa del genere. Mi sembra una violenza. Il mio cervello si rifiuta.
|
|
|
|
|