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16-06-2022, 19:07
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#1
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Intermedio
Qui dal: Jun 2016
Messaggi: 139
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“I giovani hanno il dovere di concentrarsi nello studio e di rendere bene perché questo è il loro lavoro.”
Che ne pensate di questa affermazione, rivolta soprattutto a studenti di scuole superiori ma non solo? In che misura è opportuno comparare il mondo del lavoro alla vita scolastica?
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16-06-2022, 19:10
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#2
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Esperto
Qui dal: Apr 2012
Ubicazione: Milano
Messaggi: 3,934
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Non è un concetto del tutto errato.
Anche se mondo dello studio e del lavoro hanno dinamiche differenti è sempre meglio essere ben preparati per il futuro.
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16-06-2022, 19:11
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#3
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Esperto
Qui dal: Jan 2017
Ubicazione: Toscana/Bologna
Messaggi: 4,707
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Quote:
Originariamente inviata da Athanor
“I giovani hanno il dovere di concentrarsi nello studio e di rendere bene perché questo è il loro lavoro.”
Che ne pensate di questa affermazione, rivolta soprattutto a studenti di scuole superiori ma non solo? In che misura è opportuno comparare il mondo del lavoro alla vita scolastica?
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è una cagata. gli unici doveri sono quelli stabiliti dalla Legge.
Non esiste una legge per cui un giovane debba studiare e rendere bene dopo la scuola dell'obbligo
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16-06-2022, 19:14
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#4
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Esperto
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: Tír na nÓg
Messaggi: 13,311
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Quote:
Originariamente inviata da Athanor
In che misura è opportuno comparare il mondo del lavoro alla vita scolastica?
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In nessun modo, perché la frequentazione scolastica è un obbligo di legge, un'attività per cui non si viene nemmeno retribuiti e fino a una certa età non è possibile nemmeno scegliere tra diversi tipi di scuole visto che ce n'è una sola e uniformata per tutti. Non stupisca che la stragrande maggioranza dei ragazzi studi di malavoglia, nello stesso modo in cui il rendimento del lavoro schiavile era, come ben si sa, cronicamente basso (da cui la leggenda che gli schiavi, specie se di altre etnie, fossero "essenzialmente pigri": no, erano "pigri" perché erano schiavi).
Il lavoro invece non è un obbligo di legge, permette almeno idealmente una maggior libertà di scelta rispetto all'offerta scolastica e viene retribuito (poi che spesso non venga retribuito il giusto è un altro discorso).
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16-06-2022, 20:11
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#5
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 11,589
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Sono due cose diverse, la testa di un adolescente non può essere la testa di un adulto.
Che poi lo studente debba avere le sue responsabilità, è una cosa giusta. La scuola (e poi per chi la fa l'università) servono anche a imparare quello.
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16-06-2022, 21:25
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#6
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Esperto
Qui dal: Oct 2013
Messaggi: 13,447
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La scuola è praticamente un lavoro, ci passano anche 30 ore a settimana, devono fare i compiti, rispettare regole, socializzare.
Infatti io non rimpiango i tempi della scuola, mi sbattevo non poco ed ero sempre squattrinato, incazzato e stressato. Oggi sto molto meglio, ho quattro soldi da parte, gestisco lo stress meglio, tornato a casa stacco subito la spina
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16-06-2022, 21:43
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#7
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Banned
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 5,470
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Quote:
Originariamente inviata da Athanor
“I giovani hanno il dovere di concentrarsi nello studio e di rendere bene perché questo è il loro lavoro.”
Che ne pensate di questa affermazione, rivolta soprattutto a studenti di scuole superiori ma non solo? In che misura è opportuno comparare il mondo del lavoro alla vita scolastica?
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Che significa lavoro? Distinguiamo tra il labor, il lavoro dello schiavo, indotto da sottomissione o necessità, e l'opus, il lavoro vocazionale, che serve invece i nostri scopi più personali ("il mio opus magnum", l'opera lirica, ecc.).
Lo studio oggi è un labor, in quanto evidentemente obbligatorio, almeno prima dell'università (spesso anche all'università). E' però anche un opus.
Mi sembra corretto dire che i giovani hanno il dovere (nei propri confronti) di nutrire la propria curiosità. Se non lo accettano, si condannano a una vita povera. Non è corretto invece dire che hanno un dovere nei confronti di qualcun altro (insegnanti, madri, padri, zie, ecc.).
Noi siamo abituati a disprezzare/sminuire noi stessi e i nostri bisogni, e non ci accorgiamo che capire, conoscere, è uno di essi. E' una libertà sterile quella di lasciarsi morire di fame. Siamo però anche abituati alla scuola istituzione, che in effetti ammazza il desiderio di conoscere. Trauma misconosciuto ma pesantuccio.
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Ultima modifica di Angus; 16-06-2022 a 21:46.
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16-06-2022, 21:44
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#8
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Intermedio
Qui dal: Jun 2022
Messaggi: 269
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Quote:
Originariamente inviata da Athanor
“I giovani hanno il dovere di concentrarsi nello studio e di rendere bene perché questo è il loro lavoro.”
Che ne pensate di questa affermazione, rivolta soprattutto a studenti di scuole superiori ma non solo? In che misura è opportuno comparare il mondo del lavoro alla vita scolastica?
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Da un certo punto di vista penso che sia vero... ma c'e' un ma.
Purtroppo la scuola in Italia e' totalmente scollegata dal mondo del lavoro. I professori stessi di solito non hanno mai fatto altro della loro vita. Ti insegnano materie senza farti capire a cosa servono nella vita reale... forse perche' non lo sanno neanche loro
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16-06-2022, 21:59
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#9
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Esperto
Qui dal: Jan 2021
Messaggi: 2,300
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I giovani hanno il dovere di divertirsi, soprattutto durante l' adolescenza, non buttare le ore sui libri ad apprendere nozioni che dimenticheranno dopo poco tempo...e che soprattutto non serviranno a niente nel mondo del lavoro.
Lavoro che non troveranno, dato che il diploma non serve quasi a niente (in Italia).
Ad un adolescente direi di divertirsi, di fare il minimo indispensabile, tanto verrà messo allo stesso livello di uno che ha studiato il doppio di lui (esperienza personale).
All' università ci vuole un minimo di serietà, altrimenti non se ne esce piú...
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17-06-2022, 00:49
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#10
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Esperto
Qui dal: Feb 2022
Ubicazione: Tomobiki
Messaggi: 1,010
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Sono d'accordo. La comunità investe risorse nell'educazione delle nuove generazioni per garantirsi il benessere futuro.
In questo senso l'istruzione è un diritto ma anche e soprattutto un dovere.
Non è finalizzata alla felicità immediata dei ragazzi perché non siamo nel paese dei balocchi.
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17-06-2022, 01:23
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#11
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Banned
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 5,470
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Quote:
Originariamente inviata da levin
sono d'accordo. La comunità investe risorse nell'educazione delle nuove generazioni per garantirsi il benessere futuro.
In questo senso l'istruzione è un diritto ma anche e soprattutto un dovere.
Non è finalizzata alla felicità immediata dei ragazzi perché non siamo nel paese dei balocchi.
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:d:d:d
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17-06-2022, 21:39
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#12
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Intermedio
Qui dal: Jun 2016
Messaggi: 139
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Quote:
Originariamente inviata da Angus
Mi sembra corretto dire che i giovani hanno il dovere (nei propri confronti) di nutrire la propria curiosità. Se non lo accettano, si condannano a una vita povera. Non è corretto invece dire che hanno un dovere nei confronti di qualcun altro (insegnanti, madri, padri, zie, ecc.).
Noi siamo abituati a disprezzare/sminuire noi stessi e i nostri bisogni, e non ci accorgiamo che capire, conoscere, è uno di essi. E' una libertà sterile quella di lasciarsi morire di fame. Siamo però anche abituati alla scuola istituzione, che in effetti ammazza il desiderio di conoscere. Trauma misconosciuto ma pesantuccio.
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Eppure i mancati risultati vengono visti come una colpa da parenti, insegnanti e conoscenti, a prescindere dal motivo che c'è alla base, il quale invece dovrebbe essere il fondamento su cui creare un percorso, comprendendo pregi e debolezze da rafforzare. La qualità della vita scolastica non è solamente esposta all'inevitabile caso ma anche ostacolata da giudizi precipitosi e dalla difficoltosa comprensione di chi è più vicino. Sentirsi in errore potrebbe allontanare anche i più interessati dall'impegnarsi regolarmente, rigenerando continuamente un malessere che diviene quasi impossibile da sradicare, il desiderio di conoscenza può trasformarsi in dolore.
Quote:
Originariamente inviata da Levin
Sono d'accordo. La comunità investe risorse nell'educazione delle nuove generazioni per garantirsi il benessere futuro.
In questo senso l'istruzione è un diritto ma anche e soprattutto un dovere.
Non è finalizzata alla felicità immediata dei ragazzi perché non siamo nel paese dei balocchi.
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E' lecito considerare l'educazione anche come un investimento per il benessere della comunità ma siamo sicuri che il metodo attualmente più diffuso, ovvero anteporre il rendimento a tutto il resto, sia quello giusto per ottenerlo? Aiutare i giovani nella fase formativa a capire quali sono gli argomenti che li appassionano veramente, permetterebbe loro di specializzarsi meglio e di poter contribuire davvero al progresso della società. Concentrarsi su ciò che piace, non evita il dovere affrontare le difficoltà e i sacrifici ma rende possibile mantenere la dedizione necessaria per raggiungere una felicità che, nel caso di studio e lavoro svolti solo come un obbligo e cieca competizione, potremmo non conoscere mai, né immediata né futura.
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18-06-2022, 02:10
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#13
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Banned
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 5,470
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Quote:
Originariamente inviata da Athanor
Eppure i mancati risultati vengono visti come una colpa da parenti, insegnanti e conoscenti, a prescindere dal motivo che c'è alla base,
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Purtroppo è vero, e la dice lunga sulla qualità delle relazioni umane e sul modo in cui vengono trattati bambini e ragazzi, i più dotati/obbedienti dei quali, se scampano a fobiasociale.com, finiscono non di rado per diventare insegnanti nevrotici. E il ciclo prosegue, accompagnato dalla fanfara dei tromboni di turno, che vaneggiano sul valore dell'istruzione (così com'è, a prescindere), della scuola (così com'è, a prescindere), ecc.
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Ultima modifica di Angus; 18-06-2022 a 02:14.
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18-06-2022, 06:44
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#14
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Esperto
Qui dal: Aug 2016
Messaggi: 2,253
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Se un giovane è bravo e portato per lo studio si è un suo dovere; ma non per una sorta di contributo alla società, per fare un piacere ai suoi genitori che si possono vantare col parentame o altre sciocchezze, ma solo per se stesso, per cercare di emergere, fare i soldi e non finire a diventare un medioman qualunque in balia degli eventi. Uno che può decidere il proprio futuro, e non farlo decidere.
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18-06-2022, 15:59
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#15
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Esperto
Qui dal: Feb 2022
Ubicazione: Tomobiki
Messaggi: 1,010
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Quote:
Originariamente inviata da Athanor
E' lecito considerare l'educazione anche come un investimento per il benessere della comunità ma siamo sicuri che il metodo attualmente più diffuso, ovvero anteporre il rendimento a tutto il resto, sia quello giusto per ottenerlo? Aiutare i giovani nella fase formativa a capire quali sono gli argomenti che li appassionano veramente, permetterebbe loro di specializzarsi meglio e di poter contribuire davvero al progresso della società. Concentrarsi su ciò che piace, non evita il dovere affrontare le difficoltà e i sacrifici ma rende possibile mantenere la dedizione necessaria per raggiungere una felicità che, nel caso di studio e lavoro svolti solo come un obbligo e cieca competizione, potremmo non conoscere mai, né immediata né futura.
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Qualunque metodo didattico venga adottato è finalizzato al rendimento e presuppone l'impegno dell'allievo.
L'obbligo scolastico è limitato a una conoscenza di base delle varie materie, senza la quale non è neanche possibile lo sviluppo di una preferenza consapevole; la specializzazione comincia già con scelta del percorso scolastico secondario.
Non è implicita nessuna competizione né alcun particolare sacrificio se non il solo raggiungimento di grado appena sufficiente di conoscenza, tutto il resto è costituito da sovrastrutture esterne.
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