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Il dovere dei giovani
“I giovani hanno il dovere di concentrarsi nello studio e di rendere bene perché questo è il loro lavoro.”
Che ne pensate di questa affermazione, rivolta soprattutto a studenti di scuole superiori ma non solo? In che misura è opportuno comparare il mondo del lavoro alla vita scolastica? |
Non è un concetto del tutto errato.
Anche se mondo dello studio e del lavoro hanno dinamiche differenti è sempre meglio essere ben preparati per il futuro. |
Re: Il dovere dei giovani
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Non esiste una legge per cui un giovane debba studiare e rendere bene dopo la scuola dell'obbligo |
Re: Il dovere dei giovani
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Il lavoro invece non è un obbligo di legge, permette almeno idealmente una maggior libertà di scelta rispetto all'offerta scolastica e viene retribuito (poi che spesso non venga retribuito il giusto è un altro discorso). |
Re: Il dovere dei giovani
Sono due cose diverse, la testa di un adolescente non può essere la testa di un adulto.
Che poi lo studente debba avere le sue responsabilità, è una cosa giusta. La scuola (e poi per chi la fa l'università) servono anche a imparare quello. |
La scuola è praticamente un lavoro, ci passano anche 30 ore a settimana, devono fare i compiti, rispettare regole, socializzare.
Infatti io non rimpiango i tempi della scuola, mi sbattevo non poco ed ero sempre squattrinato, incazzato e stressato. Oggi sto molto meglio, ho quattro soldi da parte, gestisco lo stress meglio, tornato a casa stacco subito la spina |
Re: Il dovere dei giovani
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Lo studio oggi è un labor, in quanto evidentemente obbligatorio, almeno prima dell'università (spesso anche all'università). E' però anche un opus. Mi sembra corretto dire che i giovani hanno il dovere (nei propri confronti) di nutrire la propria curiosità. Se non lo accettano, si condannano a una vita povera. Non è corretto invece dire che hanno un dovere nei confronti di qualcun altro (insegnanti, madri, padri, zie, ecc.). Noi siamo abituati a disprezzare/sminuire noi stessi e i nostri bisogni, e non ci accorgiamo che capire, conoscere, è uno di essi. E' una libertà sterile quella di lasciarsi morire di fame. Siamo però anche abituati alla scuola istituzione, che in effetti ammazza il desiderio di conoscere. Trauma misconosciuto ma pesantuccio. |
Re: Il dovere dei giovani
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Purtroppo la scuola in Italia e' totalmente scollegata dal mondo del lavoro. I professori stessi di solito non hanno mai fatto altro della loro vita. Ti insegnano materie senza farti capire a cosa servono nella vita reale... forse perche' non lo sanno neanche loro :( |
I giovani hanno il dovere di divertirsi, soprattutto durante l' adolescenza, non buttare le ore sui libri ad apprendere nozioni che dimenticheranno dopo poco tempo...e che soprattutto non serviranno a niente nel mondo del lavoro.
Lavoro che non troveranno, dato che il diploma non serve quasi a niente (in Italia). Ad un adolescente direi di divertirsi, di fare il minimo indispensabile, tanto verrà messo allo stesso livello di uno che ha studiato il doppio di lui (esperienza personale). All' università ci vuole un minimo di serietà, altrimenti non se ne esce piú... |
Re: Il dovere dei giovani
Sono d'accordo. La comunità investe risorse nell'educazione delle nuove generazioni per garantirsi il benessere futuro.
In questo senso l'istruzione è un diritto ma anche e soprattutto un dovere. Non è finalizzata alla felicità immediata dei ragazzi perché non siamo nel paese dei balocchi. |
Re: Il dovere dei giovani
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Re: Il dovere dei giovani
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Re: Il dovere dei giovani
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Re: Il dovere dei giovani
Se un giovane è bravo e portato per lo studio si è un suo dovere; ma non per una sorta di contributo alla società, per fare un piacere ai suoi genitori che si possono vantare col parentame o altre sciocchezze, ma solo per se stesso, per cercare di emergere, fare i soldi e non finire a diventare un medioman qualunque in balia degli eventi. Uno che può decidere il proprio futuro, e non farlo decidere.
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Re: Il dovere dei giovani
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L'obbligo scolastico è limitato a una conoscenza di base delle varie materie, senza la quale non è neanche possibile lo sviluppo di una preferenza consapevole; la specializzazione comincia già con scelta del percorso scolastico secondario. Non è implicita nessuna competizione né alcun particolare sacrificio se non il solo raggiungimento di grado appena sufficiente di conoscenza, tutto il resto è costituito da sovrastrutture esterne. |
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