Alla fine l'ho visto due volte, una prima volta e poi una seconda dopo i corti e il documentario di un'ora e mezza presente nella (ottima) edizione in blue ray che ho acquistato, che lo riporta all'originario splendore. Debbo dire che continua a farmi la medesima impressione che mi fece alla prima visione, pur essendo un film sicuramente originale e con momenti di grande visionarietà personalmente non riesco a penetrare in questo mondo, emotivamente mi lascia piuttosto indifferente, non mi trasmette né angoscia né paura né altro. Lo accosto un po' a quell'arte concettuale che si vede nei musei di arte contemporanea, che apprezzi anche tanto con la testa ma che però poi ti lascia un po' così. E la visione dei corti, che fanno parte della sua genesi creativa (soprattutto
The Grandmother), mi ha confermato questa sensazione. Stessa impressione per INLAND EMPIRE, ho sempre preferito Mulholland Drive, Velluto blu, se non addirittura Una storia vera, il meno lynchiano di tutti. Ma è un punto di vista puramente soggettivo il mio, sicuramente ad altri comunicherà molto e mi piacerebbe leggere altri commenti, anche se non lo avete rivisto potreste anche scriverle due righe, soprattutto chi lo ha scelto
. E' comunque questo il tipo di cinema che
noi (plurale maiestatis) vogliamo, non i film di denuncia francesi che sceglie andrimmi, un grandissimo capolavoro, un kolossal del cinema sperimentale/d'avanguardia. Non sto a dirvi nulla sulle interpretazioni del film che comunque potete googlare, ma tanto Lynch dice che in 25 anni (che ora sono diventati più di 40, è un film quasi mio coetaneo) nessun critico né spettatore ha mai indovinato l'interpretazione che aveva lui in mente. Sarà vero o trolla? Secondo me Lynch è un gran trollone.