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Vecchio 26-12-2022, 02:03   #1
Esperto
L'avatar di Chamomile
 

Vorrei porre una domanda che magari può sembrare stupida, ma a cui non ho mai trovato una risposta.
Si sente sempre parlare dell'importanza dell'autostima, del fatto che se non ce l'hai la tua vita sarà pessima e se invece ce l'hai molti dei tuoi problemi saranno risolti, se migliori questa "qualità" le altre persone ti tratteranno con più rispetto ecc., ma non vedo mai nessuno porsi il problema contrario (o forse sono io che non so cercare nel modo giusto, può essere pure questo): che succede se la tua "autostima" è normale o addirittura elevata, ma la tua vita è oggettivamente una merda? So che ad alcuni la parola "oggettivamente" non piace, diciamo allora che si parla di una situazione in cui il tuo aspetto non è bello, non hai soldi né particolari capacità che possano portarti a guadagnarli, il lavoro non ce l'hai o fa schifo, non eccelli in niente anzi fai molta più fatica degli altri nell'imparare e nel fare qualsiasi cosa, insomma non hai niente che, in questa società, possa far desistere le persone dal guardarti dall'alto in basso fino al giorno della tua morte.


Ecco, in questo caso non è molto più facile e conveniente credersi persone di poco valore?
Tanto ne sono già convinti tutti gli altri e, al contrario di ciò che tanta gente afferma, mi pare anche che sia dato per scontato che una persona che oggettivamente non ha niente di cui vantarsi si ritenga un completo fallimento. Anzi, qualsiasi tentativo di sfuggire a questo ruolo prestabilito risulta imbarazzante, fuori luogo, ridicolo, fastidioso.


Ci sono persone (tipo me) che sono destinate purtroppo a ricevere solo le briciole di ciò che viene riservato agli altri e forse farebbero meglio a rassegnarsi e convincersi di non valere nulla per poter essere felici quando qualcuno si avvicina a loro per pietà o palesemente perché al momento non trovano niente di meglio, oppure quando raggiungono qualche "risultato" lavorativo o di altro tipo che per la maggior parte della gente sembrerebbe solo un insulto alla propria intelligenza, perché è comunque molto più di ciò che credono di meritare. In fondo anche tutte quelle chiacchiere sull'apprezzare le piccole cose (perché tanto quelle grandi col cazzo che le avrai), ridimensionare le proprie aspettative, accontentarsi di ciò che abbiamo senza pensare a quello che ci manca, il senso di gratitudine e tutta sta robaccia che continuano a ripeterci all'infinito dietro dieci kg di moralismo e "filosofia" sottintendono banalmente questo tristissimo messaggio secondo me.

Addirittura si sente dire a volte che se desideri qualcosa di eccessivo per quella che è la tua condizione attuale hai problemi di mente. Chissà poi chi decide quali sono le aspirazioni accettabili, magari c'è una tabella tipo: gente come noi del forum ---> riuscire ad uscire di casa la mattina dopo aver preso 15 farmaci, rapporti con gli altri tipo "buongiorno" e "buonasera", volendo esagerare pure "buon Natale", lavoro miserabile, fare pena a chiunque. Persona media ---> lavoro 9 - 18, paga scarsa del tipo che vai a litigare con la cassiera perché non ha applicato i 5 centesimi di sconto sul petto di pollo marca discount, una settimana di ferie ad agosto, voce della moglie o del marito che si lamenta in sottofondo a tutte le ore. Belli e ricchi ---> nessun limite. Se superi il limite previsto dal tuo livello vuol dire che sei infantile/problematico.


Insomma al termine di tutto sto papiello la domanda è: se sei destinato probabilmente fino a che non muori a farti trattare come un disgraziato, è meglio che ti abitui e inizi a pensare di esserlo davvero o è meglio mantenere la propria identità ma sentirsi umiliati ogni volta che si è costretti ad interagire con le persone, con le varie situazioni e con la vita stessa?

Mi dispiace se questo problema risulta sciocco o banale in confronto agli altri trattati sul forum ma io per questa questione sto per dare di matto. Ogni volta che interagisco con gli altri finisco per sentirmi umiliata, anche le rare volte in cui ricevo un commento positivo su di me sono infelice perché mi pare di sentire qualcuno che fa i complimenti a un bambino perché ha fatto tre passi senza cadere, mentre lui sa già correre da 50 anni (esempio cretino, ma è per far capire), se una persona mi rivolge la parola credo che stia pensando che dovrei ringraziarla perché ha deciso di sprecare due minuti del suo tempo per dare attenzione a una persona come me... So che qualcuno potrebbe immaginare che queste pessime opinioni che attribuisco agli altri siano in realtà ciò che penso di me stessa ma non è affatto così. Magari lo fosse, in tal caso potrei essere felicissima di impegnarmi per anni per poter raggiungere ciò che altri sanno fare da sempre e di scrivere un bel post sui social (che non uso) in cui affermo che sono fiera di me stessa perché grazie al mio percorso ho finalmente imparato ad aprire bocca ai colloqui lavorativi (che comunque andranno male perché i falliti non li vuole nessuno), mentre adesso la sola idea di assumere questo atteggiamento mi disgusta. Ma questo è il modo in cui la gente mi vede e non posso farci niente. Non mi va di continuare in questo modo, non mi va di adeguarmi all'opinione altrui.

C'è sempre l'opzione di continuare a chiudersi in casa e non vedere nessuno ma sfortunatamente ci sono situazioni (lavoro, altre necessità di vario tipo) in cui questo non è possibile. Non so come risolvere questo problema. Qualcuno ci è passato? Avete risolto? Sono tutte stronzate quelle che ho detto? C'è una soluzione?
Ringraziamenti da
DownwardSpiral2 (26-12-2022), edward00767 (26-12-2022), euridice_ (26-12-2022), Giovedì (26-12-2022), io_e_gli_altri (26-12-2022), Itachi (26-12-2022), Varano (26-12-2022), XL (26-12-2022)
Vecchio 26-12-2022, 02:12   #2
Esperto
L'avatar di muttley
 

Una persona che viene umiliata o ha una vita umiliante NON può avere una buona opinione di se stessa.
Ringraziamenti da
ansiosocronico (26-12-2022)
Vecchio 26-12-2022, 02:19   #3
Esperto
L'avatar di Chamomile
 

Beh dipende. Si può pensare che gli altri stiano sbagliando, di essere incompresi, di essere qualcosa in più di quei difetti (bruttezza, scarse capacità...) che il destino ci ha riservato. Ma nel mio caso non mi aiuta affatto.
Vecchio 26-12-2022, 02:26   #4
Esperto
L'avatar di Sheev Palpatine
 

Tutte le domande sono legittime, trovo che la domanda che poni sia molto importante. La chiave si trova nel capire la differenza tra la realtà esterna, che è oggettiva e la nostra percezione di essa che è sempre filtrata dai nostri sensi così come dalle nostre convinzioni. Esempio banale, per chi vive in condizioni di estrema povertà, essere riuscito a sopravvivere un giorno in più significa "aver vinto" poco importa che deve mangiarsi una brodaglia che non ha un buon sapore. Se invece pensiamo a qualcuno di ricco, un buongustaio che è attento alle più piccole variazioni di sapore allora avrà un palato molto fine e difficile da soddisfare, di certo questi si sentirebbe un fallito a mangiare cose che non gli piacciono abbastanza.

Fatti tutti questi preamboli, il punto qual è? Semplicemente, hai il potere di illuderti che la tua vita sia bella e perfetta anche se fai una vita veramente di merda, questo è il potere della mente. Anche per questo motivo io ho sempre preso con le pinze quando ti dicono "devi stare bene da solo". Il punto è che concettualmente potrei anche farmi questo "lavaggio del cervello" e convincermi che sono felice così come sono, lo sarei davvero. Però certamente questo richiede un cambiamento. La vera domanda che io mi pongo andando veramente oltre è : "vale la pena farlo"? E a questa domanda che mi trovo più in difficoltà perchè a quel punto se da una parte ci sarebbe pace, dall'altra mi sentirei in un certo senso "fregato dal sistema", sebbene lo siamo tutti in una certa misura. C'è il rischio di non sfruttare al massimo le proprie reali possibilità di cambiare le cose, che è ciò che mi preoccupa. Ma la tua domanda presuppone che un cambiamento non sia possibile. Questa premessa però andrebbe indagata di più ma mi fermo su questo punto, facciamo finta che non sia possibile il cambiamento e proseguo dandola per buona.

Tiriamo allora fuori l'epicureismo. Per Epicuro, il dolore è acuto oppure cronico. Se è acuto, avrà breve durata dopo poco o muori o ti passa; se è cronico diventerà leggero e sopportabile, ci si abitua insomma. Questi sono un po' dei retroscena della mente umana.

Per citare invece qualcosa di meno "elevato" mi viene in mente il protagonista dell'anime The World God Only Knows, passa tutto il suo tempo libero a giocare ai videogiochi e non gl'importa della vita reale. Ad un certo punto dice che nonostante la sua vita sia un fallimento per la società, si riserva di dover essere lui stesso a stabilire se la sua vita è un fallimento oppure no.

Risposta :
Sì, vale lo stesso la pena avere una buona opinione di sè stessi e questa cosa potrebbe migliorare significativamente la propria percezione soggettiva della vita. Non perchè ci sarebbe alcun cambiamento esterno ma perchè saremmo noi stessi a cambiare i criteri con i quali giudichiamo lo nostra vita giudicandola come positiva.
Ringraziamenti da
Giovedì (26-12-2022)
Vecchio 26-12-2022, 02:39   #5
Esperto
 

non è una domanda stupida anzi è un questione interessante!! in effetti avere autostima quando poi di fatto nella vita non si riesce a combinare niente non serve a nulla....nemmeno io ho mai capito certi discorsi che si fanno spesso!! nè tantomento una grande autostima poi automaticamente porta ad ottenere ottimi risultati!
Vecchio 26-12-2022, 02:40   #6
Banned
 

Ho una vita solitaria e triste, ma sto bene, anzi benissimissimo.

La mia opinione di me stesso non è buona se non nella norma, infatti sono unico, tutti siamo unici, e siamo venuti al mondo per motivi precisi, non nasciamo per caso.

Non sono bello, ma neanche tanto cesso, sono sano alto e non grasso, potrei essere molto meglio allenandomi ma alla mia età poco posso cambiare, sicuramente curandomi esteticamente sarei meglio.

Ho un lavoro dove vengo pagato bene, tra diversi benefit sto intorno ai 10 euro l'ora e lavoro circa 230 ore al mese, ma mi è costato 26 anni di lavoro per arrivare a questo punto, ciononostante ho diversi problemi, dovuti al mio carattere, fossi uno che fa il filo ai capi starei molto meglio, ma solo come posizione, non avrei il coraggio di guardarmi allo specchio però, quindi vengo trattato male ma mi adeguo, si lavora e basta senza aspettarsi niente di positivo che non sia lo stipendio.

Come faccio a stare bene se sono sempre solo non ho soddisfazioni a lavoro e spesso nei rapporti sociali ho difficoltà e esperienze negative?

Semplice: vedo sempre il lato positivo e mi prendo le mie responsabilità.

Sono solo perchè non ho i social, esco solo per lavorare, non ho sviluppato hobbies utili nel sociale, o interessi peculiari che mi portano a stare molto tempo solo a leggere.

Gli altri non è che in senso assoluto sono meglio di me, però hanno saputo piegarsi agli eventi, adattarsi.

Pur essendo tutti unici e indispensabili( secondo me si nasce perchè è stato deciso in cielo che una persona deve nascere, non esiste il caso), le dinamiche che ci riguardano sono sempre le stesse da quando esistiamo, cambia la tecnologia ma il mondo si racchiude in un giorno, amore odio guerre litigi nascite lavoro cibo sesso, è tutto un ripetersi di eventi.

Una persona può diventare felice o meglio serena e tranquilla capendo certe dinamiche, indipendentemente da quanto la sua vita sia felice o no.

Se fossi un figone tatuato coi soldi anche se lo fossi al top come i calciatori oggi sarei felice a livello materiale, che per me conta meno dell1%100 rispetto al mondo spirituale, essere felice per me è altro, se prendiamo l'uomo più ricco del mondo vediamo che ha avuto diverse relazioni e figli, è sempre coinvolto in polemiche, da poco ha dovuto licenziare diverse persone, lavora 16 ore al giorno, ha talmente tante responsabilità che non può dormire quanto e come vuole, dal mio punto di vista un frate di clausura se la passa meglio vivendo in contemplazione senza tutti quei problemi.

Per me in ogni gesto bisogna cercare il positivo e se non si trova niente di positivo pensare al futuro, agire per il futuro.

Se tre anni fa mi hanno investito spezzandomi le gambe e oggi le mie gambe sono guarite non posso continuare a rimuginare su quando stavo ricoverato coi ferri.

A fare confronti ci sarà sempre chi starà meglio e chi peggio, il metro di giudizio deve essere quello che facciamo, senza aspettarci niente in cambio, essere umili è fondamentale, godere delle piccole cose, e soprattutto lavorare a piccoli passi verso quello che si vuole, con sana presa di coscienza, uno non diventa calciatore professionista a 30 anni, non si diventa ricchi senza skills(che è molto diverso da possedere grandi quantità di denaro), non bisogna essere gelosi di chi su ig fa stragi di cuori se la persona in questione cura il proprio corpo e la rete sociale mentre noi no.
Vecchio 26-12-2022, 02:53   #7
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da untipostrano Visualizza il messaggio
non è una domanda stupida anzi è un questione interessante!! in effetti avere autostima quando poi di fatto nella vita non si riesce a combinare niente non serve a nulla....nemmeno io ho mai capito certi discorsi che si fanno spesso!! nè tantomento una grande autostima poi automaticamente porta ad ottenere ottimi risultati!
Più che autostima si tratta di presa di coscienza e consapevolezza, termini come superiore e inferiore vanno legati a precisi parametri e solo a quelli.

Il valore di una persona per me si vede dai gesti e non dipende dal successo, chi si fa prete e va a fare il missionario in Africa dal mio punto di vista vale ed è gradito a dio più di tutti i papi messi insieme, anche se il suo nome resta sconosciuto e non compie niente di memorabile.

I risultati devono essere morali per stare bene, agire per obiettivi materiali porta a soddisfazioni materiali, la mente per stare bene ha bisogno di altro, e anche senza partner si può stare bene, a condizione che si ragioni sulle motivazioni, desiderare e pensare positivo aspettandosi qualcosa in cambio è come credere all'oroscopo, pura idiozia.

I sentimenti non si comprano.
Vecchio 26-12-2022, 02:55   #8
Principiante
 

è un ragionamento quello sull'autostima su cui mi capita spesso di riflettere.
Parlano tutti di come l'autostima serva, ci renda migliori, ci porti ad affrontare le sfide della vita ecc. ecc.
Ma quando la vita ti ha preso a legnate in faccia, quando non arrivano successi o quantomeno risultati accettabili in ogni ambito che sia scolastico, lavorativo, relazionale, sentimentale, come te la infondi questa benedetta autostima? Ma soprattutto su quali basi? Una delle poche cose che ho imparato è quella di non attribuire ad altri la colpa delle mie sfortune, se in ogni ambito sono stato considerato sempre quello mezzo scemo, poco interessante, super timido, ci sarà anche "un po' " di verità, no?
Venendo a questo punto:
Insomma al termine di tutto sto papiello la domanda è: se sei destinato probabilmente fino a che non muori a farti trattare come un disgraziato, è meglio che ti abitui e inizi a pensare di esserlo davvero o è meglio mantenere la propria identità ma sentirsi umiliati ogni volta che si è costretti ad interagire con le persone, con le varie situazioni e con la vita stessa?
penso sia una domanda con 2 risposte similari. Es. io sono (considerato) un disagiato e abituandomi a considerarmi come tale sento di non snaturare la mia identità; cosa che mi aiuta a fare piccolissimi miglioramenti e a stare un poco più in pace con me stesso. Se invece cercassi di infondermi un'autostima forzata, non basata su mie reali capacità e attitudini, penso che andrei presto o tardi a snaturarmi e che le mie mancanze verrebbero inevitabilmente a galla, portandomi ad un insuccesso e ad un ulteriore abbassamento dell'autostima

Ultima modifica di io_e_gli_altri; 26-12-2022 a 03:00.
Vecchio 26-12-2022, 03:27   #9
Esperto
L'avatar di Varano
 

bisogna credere in se stessi e in quello che si fa, principalmente per un motivo: perché altrimenti non ce la fai e crolli.
certo, gli altri ti tratteranno sempre dall'alto verso il basso ma è possibile almeno teoricamente mantenere una buona opinione di sé e al tempo stesso essere disprezzati da tutti.
per me non è un paradosso ma una conferma, ho sempre pensato che la gente si sbagli su molti giudizi.
Vecchio 26-12-2022, 06:17   #10
Esperto
L'avatar di Kitsune
 

La società e le relazioni sono un mercato di scambi e interazioni, se per primi non diamo valore a noi stessi trasmettiamo sfiducia ad avere rapporti con noi o attiriamo approfittatori.
L'autostima è importante, chi non ha autostima compie un autosabotaggio.
Però è anche vero che l'autostima dev'essere realistica cioè congruente alle proprie qualità o crea false aspettative e delusioni interne ed esterne.
L'autostima non dovrebbe essere trattata come un blocco unico perché esistono tante skills, tutti hanno punti forti e punti deboli.
A volte una persona con poche qualità può diventare narcisista come forma di difesa contro un'eccessiva "svalutazione" per conservare un'illusione di grandezza e questo non può che creare ulteriori discrepanze con gli altri.
Viceversa c'è chi ha un'autostima molto bassa perché tende a tenere in considerazione solo le proprie qualità peggiori ignorando quelle dove ha bei meriti.
Sarebbe quindi corretto avere un'idea sfaccettata e non monoblocco ed essere realisti e sfruttare questi meccanismi per motivarsi a migliorare negli aspetti che valutiamo i peggiori per trovare un equilibrio oppure lasciarli perdere ignorandoli e concentrarsi su quelli che sono i più forti creando strade del successo anche se meno equilibrate.
Vecchio 26-12-2022, 10:24   #11
XL
Esperto
L'avatar di XL
 

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Una persona che viene umiliata o ha una vita umiliante NON può avere una buona opinione di se stessa.
Ma se tu sostieni sempre il contario e che l'opinione che uno ha di sé non dipende da come vivi e come sei fatto ma da come ti hanno educato i genitori e che l'opinione di sé dipende da una decisione arbitraria e libera a monte e non da altri fattori?
Adesso diventa dipendente da altro l'opinione che uno ha di se stesso?

Comunque una persona che non è scema lo afferra il proprio valore sociale, se ne accorge da come si comportano le persone che ha attorno. Certo uno può diventare un buon venditore, ma oltre certi limiti non puoi vendere facilmente qualcosa che altri vendono a meno. Se potessi dare io valore alle cose comprerei un accendino ad 1 euro e lo rivenderei per migliaia di euro, il problema è trovare qualche scemo che lo acquisti visto che può comprarlo facilmente anche lui ad 1 euro.

La stima sociale rappresenta un valore oggettivo simile a quello che viene attribuito a qualsiasi altro oggetto, non abbiamo grossi margini di manovra, al più si può valorizzare qualcosa spendendoci risorse così come quando si ristruttura o pulisce o aggiusta un bene per poterlo rivendere e ricavarne un guadagno maggiore.

Il proprio valore non aumenta grazie ad un'operazione mentale dove uno si ripete "io valgo", aumenta al più riuscendo a modificarsi effettivamente, quanto e come si può riuscire però resta sempre un problema aperto e dipendente da una serie di variabili.
Se riesci a sfondare in qualche campo è ovvio che il tuo valore sociale aumenta, ma il riuscirci non dipende solo dalla formuletta scema dell'"io valgo" bisogna essere completamente cretini per credere a questa cosa secondo me.

Si può sempre fallire e non raggiungere alcun valore sociale significativo anche ripetendo "io valgo".
Un tizio può essere convintissimo di poter guarire da una malattia e si ripete "io guarirò" poi si sottopone alle cure in voga e magari crepa lo stesso.

Niente garantisce secondo me che tutti possono costruirsi una buona stima sociale così come niente garantisce che tutti riusciranno a guarire da tutto, si è sempre appesi e la mente non può fare davvero quel che certi sostengono sia capace di fare, perché non è davvero questo agente potentissimo capace di influenzare in modo metafisico gli esiti, può farlo solo in parte, in modo ultra dipendente al contesto e non nella misura che certi pscicoparagnosti le attribuiscono.

Ultima modifica di XL; 26-12-2022 a 10:48.
Vecchio 26-12-2022, 10:39   #12
Banned
 

No, se vivi come un eremita, senza doti relazionali e sentimentali, sempre dentro una casa, senza amici, senza svaghi, senza hobby, senza fare un cazzo praticamente.
Non ha senso avere una buona opinione di sé stessi così.
Vecchio 26-12-2022, 11:05   #13
Esperto
L'avatar di muttley
 

XL tu aumenti il tuo valore sociale modificando quello che c'é nella tua testa oltre a quello che c'é fuori.
Non necessariamente le due operazioni sono cronologicamente slegate e diacroniche, possono avvenire in maniera anche tendenzialmente sincronica, ma se io penso di essere brutto e associo semplicisticamente questa bruttezza al mio naso sproporzionato, basterà la rinoplastica a farmi sentire finalmente non brutto?
Io posso essere insoddisfatto del mio naso e volerlo cambiare, ma quest'insoddisfazione complessiva non può dipendere solo dal naso. Io sto soltanto convogliando la mia autosvalutazione su un unico elemento, quando in realtà il discorso è globale, sistemico e complesso e devo fare pulizia in mezzo alle acque torbide e limacciose del mio inconscio.
E comunque tu parli di stima sociale, io parlo di autostima.
Conosco gente che non mi pare goda di grandissima stima da parte degli altri, eppure non si odia, non si svaluta, ha un'opinione sostanzialmente positiva di sé.
Un po' come l'utente Schlemiel.
Vecchio 26-12-2022, 11:31   #14
Esperto
L'avatar di gaucho
 

Bella domanda, oscillo sempre tra sentirmi un deficiente senza spina dorsale, uno che per certi aspetti non può lamentarsi e uno che si dice ste cose per convincersi che non faccia schifo.

Chissà qual è il pensiero che più si avvicina al vero
Vecchio 26-12-2022, 11:47   #15
Esperto
L'avatar di Warlordmaniac
 

Quote:
Originariamente inviata da Chamomile Visualizza il messaggio

Insomma al termine di tutto sto papiello la domanda è: se sei destinato probabilmente fino a che non muori a farti trattare come un disgraziato, è meglio che ti abitui e inizi a pensare di esserlo davvero o è meglio mantenere la propria identità ma sentirsi umiliati ogni volta che si è costretti ad interagire con le persone, con le varie situazioni e con la vita stessa?

Mi dispiace se questo problema risulta sciocco o banale in confronto agli altri trattati sul forum ma io per questa questione sto per dare di matto. Ogni volta che interagisco con gli altri finisco per sentirmi umiliata, anche le rare volte in cui ricevo un commento positivo su di me sono infelice perché mi pare di sentire qualcuno che fa i complimenti a un bambino perché ha fatto tre passi senza cadere, mentre lui sa già correre da 50 anni (esempio cretino, ma è per far capire), se una persona mi rivolge la parola credo che stia pensando che dovrei ringraziarla perché ha deciso di sprecare due minuti del suo tempo per dare attenzione a una persona come me... So che qualcuno potrebbe immaginare che queste pessime opinioni che attribuisco agli altri siano in realtà ciò che penso di me stessa ma non è affatto così. Magari lo fosse, in tal caso potrei essere felicissima di impegnarmi per anni per poter raggiungere ciò che altri sanno fare da sempre e di scrivere un bel post sui social (che non uso) in cui affermo che sono fiera di me stessa perché grazie al mio percorso ho finalmente imparato ad aprire bocca ai colloqui lavorativi (che comunque andranno male perché i falliti non li vuole nessuno), mentre adesso la sola idea di assumere questo atteggiamento mi disgusta. Ma questo è il modo in cui la gente mi vede e non posso farci niente. Non mi va di continuare in questo modo, non mi va di adeguarmi all'opinione altrui.

C'è sempre l'opzione di continuare a chiudersi in casa e non vedere nessuno ma sfortunatamente ci sono situazioni (lavoro, altre necessità di vario tipo) in cui questo non è possibile. Non so come risolvere questo problema. Qualcuno ci è passato? Avete risolto? Sono tutte stronzate quelle che ho detto? C'è una soluzione?
Non ho letto le altre risposte, tranne quella di Muttley con cui non concordo.
In pratica, se ho ben capito, stai riflettendo se di fronte ad un feedback negativo, reagire adattandosi o non adattandosi.
Questo mi riporta un po' al dilemma della pillola blu e la pillola rossa, dove il protagonista doveva decidere tra la felicità e la verità.

Ma piuttosto io ti chiedo.... "È possibile accorgersi dello scarso feedback e rimanere costanti nell'autostima?"
Io penso che alla base del tuo quesito ci sia una distanza, negli introversi molto diffusa, tra i valori propri e quelli del sentire comune. E ad un certo punto, ci si imbatte nel dubbio se "sono tutti scemi o magari sono io quello sbagliato"?

Io non credo che sia facile rispondere a questa domanda perché la risposta non è chiara e netta del tipo "Sì, segui il flusso, annulla la vecchia te, la maggioranza ha sempre ragione".
La confusione che si fa spesso in questi casi, ma dall'esterno che al nostro interno, basta leggere la risposta di Muttley, è legata al non capire bene i confini dell'autostima: posso avere io un'alta autostima senza avere la stima esterna? Sì perché i valori non sono gli stessi.
Il punto è fino a quando posso andare avanti così, convivendo con dei complessi di superiorità che si fanno sempre più evidenti e rischiano di portano alla misantropia?

Quindi da una parte abbiamo il muro finale della misantropia e dell'autoisolamento, dall'altra parte la strada finisce nel muro finale della perdita dell'identità.
Credo che entrambe le estremità siano da evitare e che mi pare di ricordare che il dilemma nell'introverso che consiste nel muoversi lungo questa linea, persisterà vita natural durante e consisterà nella nostra vita.

Non troppo isolati o misantropi, perché il cervello ci farà calare di autostima e a sentirci soli, non troppo amorfi perché il cervello ci farà sentire il bisogno di individuazione.

In sintesi, io credo che non possiamo e non dobbiamo mai dimenticare chi siamo e le nostre caratteristiche; dovremmo fare in modo di piacere agli altri, ma senza nasconderci, cosa che può anche sembrare in antitesi. Purtroppo, credo, che dovremmo accontentarci di poche relazioni e di qualità e scordare la possibilità di un ampio consenso popolare.

Ultima modifica di Warlordmaniac; 26-12-2022 a 12:05.
Ringraziamenti da
slowdive (27-12-2022)
Vecchio 26-12-2022, 11:49   #16
Principiante
 

Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Comunque una persona che non è scema lo afferra il proprio valore sociale, se ne accorge da come si comportano le persone che ha attorno. Certo uno può diventare un buon venditore, ma oltre certi limiti non puoi vendere facilmente qualcosa che altri vendono a meno. Se potessi dare io valore alle cose comprerei un accendino ad 1 euro e lo rivenderei per migliaia di euro, il problema è trovare qualche scemo che lo acquisti visto che può comprarlo facilmente anche lui ad 1 euro.
È utile questo esempio, più che nei panni del venditore mi viene da mettermi nei panni dell'acquirente (non nel senso stretto del termine specialmente parlando di rapporti umani, ma è per chiarire l'esempio che sto per fare):
Chiaro che ci sono innumerevoli livelli, una persona può essere interessato a comprare (ottenere) un bottone, un accendino, un paio di scarpe, un'auto, una casa... Ma quando un accendino alla stragrande maggioranza delle persone viene regalato o prestato o venduto a un prezzo irrisorio, e tu invece per ottenerlo devi spenderci molto di più di quanto spendono gli altri, e anzi a volte nemmeno ci arrivi, come fai ad alzare il livello e pensare di ambire a beni più costosi/difficili da raggiungere?
Vecchio 26-12-2022, 12:35   #17
Principiante
 

Ogni tanto mi convinco che la mia vita non sia così malaccio e che anche io sia una persona interessante e gradevole, però succede sempre qualcosa che mi sbatte in faccia la realtà.. non sono simpatico e nessuno ha piacere a stare insieme a me.

Solo avendo poche interazioni sociali può durare questa convinzione ma a quel punto che senso ha, a cosa serve..
Vecchio 26-12-2022, 12:44   #18
Esperto
L'avatar di Levin
 

Com'è possibile che scrivi con questa bravura riuscendo ad esprimere così bene quello che senti e hai il dubbio di essere poco intelligente?
Secondo me la soluzione non può essere farsi andare bene cose umilianti o essere felici per cose oggettivamente insignificanti ed essere grati agli altri per piccole cose che ci concedono, perché è un atteggiamento potenzialmente distruttivo, dico per davvero.
Per me la cosa migliore è soffrire dei nostri difetti che non si riescono a migliorare anche provandoci ma mantenere una visione sincera della realtà.
Vecchio 26-12-2022, 12:58   #19
Esperto
L'avatar di Varano
 

Io penso che molto dipenda anche dalla posizione sociale e dal ruolo che si occupa. Per es. se uno serve si tavoli del MC e viene trattato come una pezza da piedi da clienti cafoni tutti i giorni, dovrà avere un'autostima molto forte di suo per poter lasciarsi scivolare tutto addosso.
Se metti già uno che ha poca fiducia in se stesso in un ambiente prevaricatore è facile che venga fatto a pezzi.
È come mettere un giocatore fragile in uno stadio dove tutti fischiano appena tocca palla

Inviato dal mio moto g32 utilizzando Tapatalk
Vecchio 26-12-2022, 13:02   #20
Esperto
L'avatar di Varano
 

Per quanto mi riguarda, io cerco di ignorare le critiche esterne distruttive. Non mi interessa il parere di sconosciuti, reagisco in maniera distaccata.
Diverso è se mio padre dovesse darmi del fallito, mi sentirei davvero male

Inviato dal mio moto g32 utilizzando Tapatalk
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